È accusato di aver agevolato una praticata edilizia per intascarsi la classica mazzetta. Il gup Monica Bighetti ha rinviato a giudizio per corruzione Simone Lodi, consigliere di opposizione del Comune di Ferrara. Per Lodi non si tratta di un fulmine a ciel sereno. “Me lo aspettavo”, confida ai cronisti dall’alto dei suoi “sette anni di persecuzioni giudiziarie”. Iniziate con minacce e pallottole a domicilio, proseguite con un’inchiesta a Palmi, in Calabria, che lo vedeva coinvolto per favoreggiamento in un processo per il crac di un’azienda edile e culminate nelle ultime indagini per le quali nel febbraio 2010 la pm Patrizia Castaldini aveva addirittura chiesto l’arresto (negato però anche dal tribunale del riesame).

Lodi, il più votato in consiglio alle ultime comunali (per lui oltre 900 preferenze), milita attualmente nel Gruppo Misto, dopo aver traslocato da Alleanza nazionale nel Pdl, partito lasciato per i finiani. Il suo ultimo salto lo vede schierato ora con Azione Popolare, movimento politico che fa riferimento a Silvano Moffa, deputato di Iniziativa Responsabile (quella dell’ultima sfornata di sottosegretari).

E la notizia di oggi rischia di guastare proprio la festa dei Responsabili che Lodi ha organizzato a San Bartolomeo, nella periferia sud di Ferrara. La kermesse politica comincerà giovedì mattina, con l’arrivo del ministro dell’Agricoltura Saverio Romano e proseguirà venerdì con il ministro Alfano che parlerà di “Riforma della giustizia” e terminerà con un coupe de theatre degno dei migliori tg nazionali: il premier Berlusconi interverrà sabato in collegamento video per la giornata conclusiva.

Tornando alla giustizia, quella dei tribunali, secondo la procura estense il consigliere avrebbe agevolato nel 2008 una pratica edilizia dietro la promessa di denaro. Si parla di 4000 euro. L’atto passò il vaglio del consiglio comunale mentre lui era assente. Lodi si sarebbe però dato da fare per farla passare in sede di commissione edilizia.

“In dibattimento avrò la possibilità di provare la mia innocenza: nessuna intercettazione e nessuno dei testimoni ascoltati parla di passaggio di soldi”, reagisce l’imputato, che comparirà davanti al giudice il 12 ottobre. E, a proposito di imputazioni, tutto è nato da una denuncia sporta ai carabinieri. Il grande accusatore? Suo fratello. Che probabilmente non era tra i 900 che avevano messo il suo nome sulla scheda elettorale.

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