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Red Ronnie e gli altri ‘megafoni’ di Letizia

Quattro giornalisti hanno seguito la campagna elettorale del sindaco uscente di Milano. Sono gli stessi a cui sono andati contratti e consulenze per oltre 712mila euro di fondi pubblici
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I quattro dell’ave Letizia. Alla campagna elettorale del sindaco uscente di Milano hanno contribuito anche i fedelissimi giornalisti che il sindaco Letizia Moratti è riuscita a piegare alla causa della sua rielezione, sempre sotto il peso di una montagna di soldi pubblici con cui li ha resi degli “endorsement” di fatto. Dopo la chiusura delle urne al primo turno, i suoi uomini-megafono erano tutti rinchiusi nella crisis room di via Romagnosi, sede del Comitato per Letizia Moratti, mentre arrivavano i primi dati sul tracollo del Pdl nel capoluogo.

Dietro una porta bianca “interdetta ai non addetti” sedeva Red Ronnie (al secolo Gabriele Ansaloni), titolare di un contratto da 60mila euro l’anno che prevede “lo svolgimento di attività di supporto, strategico e progettuale, tese a rafforzare la presenza del Comune di Milano in ambienti digitali, web e new media”. Peccato che quei soldi pubblici vengano sistematicamente utilizzati nell’interesse privato di Letizia Moratti, in qualità di candidato. Ronnie, come consulente esterno, ha realizzato il canale web e la tv digitale di Letizia Moratti, un’accozzaglia di interviste a domande concordate per darle la volata e svecchiarne l’immagine.

La confusione di ruoli tra sindaco e candidato riguarda anche l’uomo stampa della Moratti, Alessandro Usai (ex Class Cnbc). Il suo contratto prevede un compenso di 625 euro al giorno (277mila all’anno) per “attività di supporto alle strategie di comunicazione del sindaco”. Ancora una volta del sindaco, non del candidato. Eppure Usai è regolarmente a fianco di Letizia nei comizi e nei dibattiti tv. E’ proprio lui il primo a sbiancare per l’uscita a sorpresa di lei su Pisapia ladro e terrorista nel confronto tra rivali su Sky.

Altro reporter arruolato alla causa è Roberto Poletti di Telelombardia. Lui si è occupato di lanciare e dirigere il canale tv di Letizia Moratti “Milano 2015”. Per questo impegno è stato ripagato profumatamente. Non con i soldi di Letizia ma con quelli dei milanesi: Poletti ha un contratto di consulenza da 160mila euro l’anno per la comunicazione strategica della municipalizzata dei trasporti Atm.

Della truppa di intruppati fa parte anche Roberto Pavanello, che di Atm è il responsabile delle relazioni esterne. Ma anche nel suo caso, più che l’immagine dell’azienda, pare stargli a cuore quella di Letizia Moratti.

Durante lo spoglio del primo turno Pavanello, insieme a Red Ronnie, Alessandro Usai e Roberto Poletti – i quattro dell’ave Letizia – dopo tre ore di brain storming dietro la porta bianca hanno consegnato al sottosegretario Laura Ravetto (Pdl) un biglietto. Riportava la prima, attesissima, dichiarazione ufficiale di un membro del governo sugli exit pole che mettevano in croce la Moratti. Una frase, sette secondi, che finiva per risuonare grottesca: “Dai primi dati in nostro possesso possiamo dire che a Milano il Pdl ha tenuto”.

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