Anche nel profondo nord la disfatta per il centrodestra è pressoché totale. In un colpo solo perde il controllo di città come Gallarate, Rho, Desio e Novara. La politica urlata non ha premiato Pdl e Lega, né dove correvano uniti né dove si sono presentati divisi. Il binomio di centrodestra è stato bocciato dagli elettori che hanno votato il cambiamento. A Gallarate, una delle città simbolo di questa tornata elettorale, ha vinto Edoardo Guenzani, sostenuto dai partiti del centrosinistra, con l’appoggio esplicito (al ballottaggio) di Fli e componenti vicine al mondo leghista. La Lega Nord in questa cittadina della provincia di Varese aveva ingaggiato una lotta fratricida contro il Pdl, finendo per restare esclusa dal ballottaggio, nonostante avesse messo in campo la supercandidata Giovanna Bianchi. Qui durante la campagna elettorale c’era stato l’intervento in prima persona dei big del Carroccio, che avevano fatto di Gallarate un vero e proprio laboratorio. Un laboratorio che ha premiato l’outsider, quello su cui nessuno avrebbe scommesso e che alla fine si è portato a casa la vittoria con il 54,9% dei voti. Delusi gli esponenti del Pdl, che non risparmiano critiche alla Lega: “Prendiamo atto che qualcuno ha voluto consegnare la città al centrosinistra”, ha detto l’uomo forte del Pdl Nino Caianiello. Quando gli si chiede se ci saranno ripercussioni liquida la faccenda con un: “Se ne parlerà a livello provinciale. Noi siamo sempre stati alleati onesti e fedeli. Qui a Gallarate abbiamo dovuto sopportare attacchi personali e per niente corretti”.
A Gallarate è tutto un tripudio di applausi per Edoardo Guenzani, acclamato a furor di popolo, al grido di “Edoardo, Edoardo” e cori da stadio. Per le strade si respira un’aria nuova, da città liberata: “Sono contento – commenta Guenzani – contento per l’entusiasmo che sono riuscito a suscitare nella mia squadra, cresciuta in maniera coesa attorno ad un programma condiviso e da qui dobbiamo partire per governare la città”. Anche a Novara il centrosinistra incassa una vittoria storica (52,91%). Qui Andrea Ballaré è riuscito nell’impresa di conquistare la poltronissima contro il candidato di centrodestra Mauro Franzinelli (sostenuto da Pdl e Lega), che commenta: “Un risultato inaspettato. Paghiamo il vento nazionale”. Nel capoluogo novarese alle passate amministrative il centrodestra con Massimo Giordano aveva vinto con il 60% dei voti: in questo ballottaggio il candidato di Pdl e Lega, Franzinelli, ne ha lasciati sul campo quasi 10 mila. A Malnate, altra cittadina della provincia di Varese, il centrosinistra di Samuele Astuti ha vinto con il 63,4% dei voti, lasciando al palo la candidata della Lega Nord Elisabetta Sofia, che arriva appena al 36,59%. “Nessun rammarico per la sconfitta di Malnate – commenta il segretario provinciale del carroccio Stefano Candiani – ma tanta gioia per la vittoria di Varese, premio meritato per l’affidabilità del sindaco e della coalizione. A Gallarate è stata confermata invece la voglia di cambiamento, dispiace che per pochi voti l’opportunità sia andata al Pd e non a noi. La Lega Nord, in tandem con il Pdl (e l’appoggio al secondo turno dell’Udc) tiene infatti solo Varese, città simbolo per gli uomini del Senatur (qui si aspettavano un plebiscito ma raccolgono un magro 53,89%). Il sindaco uscente Attilio Fontana al primo turno è stato costretto contro tutte le aspettative a confrontarsi in un improbabile ballottaggio con Luisa Oprandi, candidata sostenuta dal centrosinistra.
Per il resto è tutto un tripudio di successi per il centrosinistra. A Nerviano la lista civica di Enrico Cozzi batte il leghista Massimo Cozzi. A Rho, seppur di misura, Pietro Romano (centro sinistra) ha la meglio su Fabrizio Cecchetti (Lega); a Desio Roberto Corti per il centrosinistra si afferma in maniera brillante, superando abbondantemente il candidato Silvio Arienti della Lega Nord, altrettanto a Limbiate con Raffaele De Luca (Pd, Sel, Idv) contro Eugenio Vincenzo Picozzi (Pdl, Lega). Rosalba Colombo si porta a casa un risultato d’oro nella tana del lupo, ad Arcore, dove surclassa il candidato di Pdl e Lega Enrico Perego.
Tra cori e sotto un fitto sventolio di bandiere, a Gallarate sono arrivati alla spicciolata anche rappresentanti del Pd Lombardo, come il consigliere regionale Alessandro Alfieri: “Quello di Gallarate è un risultato storico perché è stato caricato da Bossi e Maroni di una valenza nazionale, si affianca dunque alle altre affermazioni di peso in Lombardia e in tutta Italia”. Vittorie di peso perché conquistate su un territorio difficile come quello lombardo, culla del centrodestra: “Ora dovremo dimostrare di essere all’altezza del ruolo che ci è stato affidato – ha detto Alfieri -, ma sono certo che non falliremo, siamo chiamati a giocare partite importanti come quella di Sea e dell’Expo, in cui molte realtà amministrate dal centrosinistra si giocano un ruolo di primo piano”. La gioia è incontenibile: c’è anche chi, preso dall’euforia, intona l’Inno Nazionale.
Politica
Ballottaggi, nel profondo nord è valanga centrosinistra. Pdl-Lega vanno sotto
A Gallarate, comune bandiera del leghismo militante, vince il candidato del centrosinistra Edoardo Guenzani sostenuto in maniera esplicita da Fli. Qui berslucones e leghista hanno scelto di andare separati
Anche nel profondo nord la disfatta per il centrodestra è pressoché totale. In un colpo solo perde il controllo di città come Gallarate, Rho, Desio e Novara. La politica urlata non ha premiato Pdl e Lega, né dove correvano uniti né dove si sono presentati divisi. Il binomio di centrodestra è stato bocciato dagli elettori che hanno votato il cambiamento. A Gallarate, una delle città simbolo di questa tornata elettorale, ha vinto Edoardo Guenzani, sostenuto dai partiti del centrosinistra, con l’appoggio esplicito (al ballottaggio) di Fli e componenti vicine al mondo leghista. La Lega Nord in questa cittadina della provincia di Varese aveva ingaggiato una lotta fratricida contro il Pdl, finendo per restare esclusa dal ballottaggio, nonostante avesse messo in campo la supercandidata Giovanna Bianchi. Qui durante la campagna elettorale c’era stato l’intervento in prima persona dei big del Carroccio, che avevano fatto di Gallarate un vero e proprio laboratorio. Un laboratorio che ha premiato l’outsider, quello su cui nessuno avrebbe scommesso e che alla fine si è portato a casa la vittoria con il 54,9% dei voti. Delusi gli esponenti del Pdl, che non risparmiano critiche alla Lega: “Prendiamo atto che qualcuno ha voluto consegnare la città al centrosinistra”, ha detto l’uomo forte del Pdl Nino Caianiello. Quando gli si chiede se ci saranno ripercussioni liquida la faccenda con un: “Se ne parlerà a livello provinciale. Noi siamo sempre stati alleati onesti e fedeli. Qui a Gallarate abbiamo dovuto sopportare attacchi personali e per niente corretti”.
A Gallarate è tutto un tripudio di applausi per Edoardo Guenzani, acclamato a furor di popolo, al grido di “Edoardo, Edoardo” e cori da stadio. Per le strade si respira un’aria nuova, da città liberata: “Sono contento – commenta Guenzani – contento per l’entusiasmo che sono riuscito a suscitare nella mia squadra, cresciuta in maniera coesa attorno ad un programma condiviso e da qui dobbiamo partire per governare la città”. Anche a Novara il centrosinistra incassa una vittoria storica (52,91%). Qui Andrea Ballaré è riuscito nell’impresa di conquistare la poltronissima contro il candidato di centrodestra Mauro Franzinelli (sostenuto da Pdl e Lega), che commenta: “Un risultato inaspettato. Paghiamo il vento nazionale”. Nel capoluogo novarese alle passate amministrative il centrodestra con Massimo Giordano aveva vinto con il 60% dei voti: in questo ballottaggio il candidato di Pdl e Lega, Franzinelli, ne ha lasciati sul campo quasi 10 mila. A Malnate, altra cittadina della provincia di Varese, il centrosinistra di Samuele Astuti ha vinto con il 63,4% dei voti, lasciando al palo la candidata della Lega Nord Elisabetta Sofia, che arriva appena al 36,59%. “Nessun rammarico per la sconfitta di Malnate – commenta il segretario provinciale del carroccio Stefano Candiani – ma tanta gioia per la vittoria di Varese, premio meritato per l’affidabilità del sindaco e della coalizione. A Gallarate è stata confermata invece la voglia di cambiamento, dispiace che per pochi voti l’opportunità sia andata al Pd e non a noi. La Lega Nord, in tandem con il Pdl (e l’appoggio al secondo turno dell’Udc) tiene infatti solo Varese, città simbolo per gli uomini del Senatur (qui si aspettavano un plebiscito ma raccolgono un magro 53,89%). Il sindaco uscente Attilio Fontana al primo turno è stato costretto contro tutte le aspettative a confrontarsi in un improbabile ballottaggio con Luisa Oprandi, candidata sostenuta dal centrosinistra.
Per il resto è tutto un tripudio di successi per il centrosinistra. A Nerviano la lista civica di Enrico Cozzi batte il leghista Massimo Cozzi. A Rho, seppur di misura, Pietro Romano (centro sinistra) ha la meglio su Fabrizio Cecchetti (Lega); a Desio Roberto Corti per il centrosinistra si afferma in maniera brillante, superando abbondantemente il candidato Silvio Arienti della Lega Nord, altrettanto a Limbiate con Raffaele De Luca (Pd, Sel, Idv) contro Eugenio Vincenzo Picozzi (Pdl, Lega). Rosalba Colombo si porta a casa un risultato d’oro nella tana del lupo, ad Arcore, dove surclassa il candidato di Pdl e Lega Enrico Perego.
Tra cori e sotto un fitto sventolio di bandiere, a Gallarate sono arrivati alla spicciolata anche rappresentanti del Pd Lombardo, come il consigliere regionale Alessandro Alfieri: “Quello di Gallarate è un risultato storico perché è stato caricato da Bossi e Maroni di una valenza nazionale, si affianca dunque alle altre affermazioni di peso in Lombardia e in tutta Italia”. Vittorie di peso perché conquistate su un territorio difficile come quello lombardo, culla del centrodestra: “Ora dovremo dimostrare di essere all’altezza del ruolo che ci è stato affidato – ha detto Alfieri -, ma sono certo che non falliremo, siamo chiamati a giocare partite importanti come quella di Sea e dell’Expo, in cui molte realtà amministrate dal centrosinistra si giocano un ruolo di primo piano”. La gioia è incontenibile: c’è anche chi, preso dall’euforia, intona l’Inno Nazionale.
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E’ anche un po’ merito nostro
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.