Sono cinque i personaggi residenti in Emilia Romagna finiti nella rete dell’operazione “Last bet”, l’ultima scommessa, coordinata dalla procura di Cremona e condotta dalla squadra mobile della città lombarda e dallo Sco. Si tratta di Giorgio Buffone (custodia cautelare in carcere), nato nel 1955 a Canistro (L’Aquila) e residente a Cattolica, direttore sportivo del Ravenna Calcio.
Poi ci sono due commercialisti: Francesco Giannone (in carcere), che vive a Bologna e che è nato nel 1964 Santa Caterina dello Ionio (Catanzaro), e Manlio Bruni (arresti domiciliari), stessa età di Giannone, originario di Catanzaro e con residenza nel capoluogo emiliano. C’è inoltre un cittadino un cittadino albanese del 1959 che abita a Ravenna, Ismet Mehmeti (domiciliari). E infine Giuseppe Signori, per tutti Beppe, nato il 17 febbraio 1969 ad Alzano Lombardo (Bergamo) e residente a Bologna (anche per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari).
I ruoli degli emiliano-romagnoli. Estremamente variegato il ruolo di ciascuno nell’organizzazione. L’ex della nazionale Signori è ritenuto dagli investigatori – recita l’ordinanza firmata dal gip Guido Salvini – un “elemento centrale del gruppo di scommettitori di Bologna, ha partecipato con Giannone e Bruni a una serie di scommesse sulle partite truccate, in particolare con riferimento alla
partita Internazionale-Lecce, di 150 mila euro”. Di lui nelle telefonate è praticamente vietato parlare “anche per scherzo” e, se proprio si deve fare riferimento alla sua persona, semmai è “Beppe Nazionale” o quello “che ha segnato 200 gol”.
Per quanto riguarda gli altri, partiamo da Giorgio Buffone, colui che prima degli altri entra tra gli “osservati speciali” degli inquirenti. Direttore sportivo del Ravenna, viene descritto come un “accanito scommettitore, utilizzava la sua posizione non soltanto per influire sulle partite affrontate direttamente dalla sua squadra, oggetto delle scommesse, ma sfruttava le sue conoscenze con personaggi del mondo del calcio [come] il presidente dell’Alessandria e […] la dirigenza del Verona”. Inoltre “teneva contatti con gli scommettitori albanesi Ismet Mehemeti e Antonio Shytaj, entrambi procedenti a scommesse in Albania sulle partite truccate”.
Francesco Giannone, invece, sarebbe un “organizzatore, promotore e scommettitore […] ‘dei
bolognesi’ che provvedeva successivamente a effettuare le puntate di denaro”. Ruolo analogo, secondo la ricostruzione della procura di Cremona, per Manlio Bruni. Infine il cittadino albanese Ismet Mehmeti avrebbe avuto “il ruolo di referente per quanto riguardava l’effettuazione materiale delle scommesse strettamente collegate alle partite di calcio manipolate dall’organizzazione. Alcune di queste scommesse venivano effettuate direttamente in Albania, nel periodo in cui il cittadino Albanese si trovava in patria (fine marzo 2011).”
La fisionomia del “gruppo dei bolognesi”. Sono loro dunque che farebbero in sostanza parte di quello che nell’ordinanza viene chiamato “il gruppo dei bolognesi”. È un gruppo di scommettitori che costituisce “una parte dell’associazione che contestualmente sostiene economicamente e istiga moralmente a combinare le partite l’altra parte dell’associazione che ne costituisce il braccio operativo ”. E il gruppo si muove solo dietro garanzie, niente pacchi. Nell’ordinanza si legge infatti ancora che si “pretendeva[no] dagli intermediari titoli bancari a copertura delle giocate di denaro da effettuare, rilasciando a loro volta come garanzia dell’avvenuta scommessa un assegno pari all’importo della giocata effettuata”.
E quando qualcosa non funziona, c’è sempre qualcuno disponibile – almeno in un primo tempo – a sistemare le questioni aperte. Per esempio, quando la partita Inter-Lecce non va secondo le “previsioni”, viene detto a Giannone che la preoccupazione è quella “in primis fare recuperare i soldi a te… a Manlio [Bruni] e a Beppe [Signori]… La prossima partita ve la diamo gratis e loro recuperano tutto” .
In febbraio l’ingresso nel giro. L’indagine parte il 10 dicembre 2010 quando Sandro Turotti, direttore generale della Cremonese (Lega Pro), denuncia lo strano malessere accusato da 5 dei suoi giocatori e da componente dello staff (tutti hanno gli stessi sintomi e addirittura uno ha un incidente stradale a causa dei essi). Si accerterà dall’esame delle urine che in loro c’erano tracce di Lormetazepam, principio attivo delle benzodiazepine , sostanze psicoattive per calmare l’ansia e i disturbi del sonno.
Partiti i primi accertamenti, dal 12 gennaio i telefoni di alcuni sospetti iniziano a essere intercettati e seguono ulteriori verifiche sui conti correnti, assegni e carte di credito e prepagate in loro possesso. Il ruolo degli emiliano romagnoli emerge il 27 febbraio con la partita Verona-Ravenna in programma un mese dopo (27 marzo) e conclusasi con il risultato di 4 a 2. In questo contesto salta fuori il nome di Giorgio Buffone e i suoi rapporti con altri due dell’organizzazione, Massimo Erodiani e il dentista Marco Pirani, già sotto l’occhio degli investigatori. E sempre Buffone sarebbe coinvolto nella manipolazione del match Ascoli-Atalanta (12 marzo) terminato 1 a 1.
C’è poi Taranto-Benevento (13 marzo, 3-1 il risultato finale) e soprattutto Atalanta-Piacenza del 19 marzo (3-0), quando entra in scena anche un altro degli emiliano-romagnoli, Manlio Bruni: sarebbe a questo punto ufficiale il coinvolgimento del gruppo dei bolognesi. Il ruolo di Signori emergerebbe poi il 15 marzo 2011 in base ad accertamenti condotti dalla squadra mobile di Cremona. Accade in un incontro a Bologna, in via Ugo Bassi, che Signori venga fotografato con altri indagati intorno alle 21.30, ma le fotografie scattate in quell’occasione non sono chiare e allora gli uomini della mobile si mettono a pedinare un’auto, una Smart, che risulta intestata a una società, ma in uso all’ex giocatore che vive a Bologna.
Da intercettazioni del giorno dopo, alcuni indagati confermano l’incontro con il “Beppe nazionale”. E confermano anche che i numeri in gioco sono consistenti: “La reale dimensione dell’enorme flusso di denaro giocato sull’incontro di calcio [parla di un importo tra] uno o due milioni di euro sui siti Asiatici”.
I quattrini da far “rientrare” e i toni sempre più aggressivi. La partita del 19 marzo però non si conclude con il risultato “sperato” e allora “al termine delle varie conversazioni [intercettate], tutti pensavano di poter recuperare parte dei soldi perduti investendo sulla partita Benevento-Pisa fissata per il giorno successivo ”. Si sarebbe consentito così ad alcuni dei bolognesi, tra cui Signori, di rientrare in possesso degli importi andati in fumo.
Ma i toni sulla questione quattrini iniziano a diventare tesi proprio in occasione di Benevento-Pisa (21 marzo), incontro in cui si farebbero i nomi, sempre secondo la ricostruzione effettuata a Cremona, Giannone, Bruni, Signori e Buffone. Nello specifico, spiega l’ordinanza, “al termine di questo incontro di calcio veniva registrata una serie di telefonate anche minacciose [da parte] di Antonio Bellavista [altro indagato], Erodiani e, successivamente, anche Francesco Giannone, il quale, utilizzando un linguaggio tipico della malavita organizzata, chiedeva il rientro dei soldi investiti dalla sua organizzazione che faceva capo a una persona che in serie ‘A’ aveva segnato oltre 200 reti [Signori] quantificando al contempo il danno subito in oltre 300 mila euro”.
Se ci sono sms del tenore “penso che hai ragione: questo è da ammazzare ”, in una conversazione tra Massimo Erodiani e Antonio Bellavista, parlando di un terzo dell’organizzazione, viene detto:
Bellavista: Ma questo non è normale… Questo veramente è da pigliare a schiaffi pugni e cazzotti se posso.. . […] In macchina lo lo pesto porca puttana ma stiamo a scherzando ragazzi …
[…]
Erodiani: Se ha fatto una cosa del genere deve morire… Se ha fatto una cosa del genere deve morire perchè mette mette a repentaglio me… Di riflesso te [e] tutti i terzi che hanno fatto…
B.: a parte che io cioè neanche lo conoscevo mi ha messo mi ha bruciato un canale… […] M’ha bruciato i soldi
E.: […] Ce li deve ridare tutti fino alla fine, non me ne frega un cazzo, pignorerà pure l’anima santa… ma questo deve ridare tutto […]. Noi intanto speriamo che esce… Insomma loro non perdono poi .
B.: Va bho..
E.: Poi lo andiamo a prenderlo lo stesso .
I pedinamenti, oltre all’ascolto delle conversazioni telefoniche, sono un’altra costante dell’indagine. Oltre che seguire gli indagati nei vari spostamenti in auto, anche i viaggi aerei sono sempre accompagnati da uomini della polizia. Dal lavoro investigativo ne emerge quindi un quadro probatorio – delineato nelle 611 pagine dell’ordinanza – intessuto di “elementi inconfutabili attestantanti come l’organizzazione criminale abbia pianificato e manipolato incontri di calcio […] evidenziando come da tempo i rei si adoperassero nell’illecita condotta criminale ”. Inoltre “il delitto è ancora più grave in quanto la presenza […] di alcuni gruppi dai contorni incerti, quale quello degli “Zingari”, o quello albanese, creano un terreno fertile per l’insinuazione di elementi di una criminalità organizzata ai più alti livelli”.
Emilia Romagna - Cronaca
Calcio scommesse: arrestato Beppe Signori. “Capo dell’organizzazione bolognese”
Sono sedici i professionisti (o ex) finiti agli arresti, di cui tre a Bologna. 28 le persone indagate, tra cui Stefano Bettarini e Cristiano Doni dell'Atalanta, oltre al presidente del Ravenna Gianni Fabbri e altri dello staff tecnico della stessa squadra
Poi ci sono due commercialisti: Francesco Giannone (in carcere), che vive a Bologna e che è nato nel 1964 Santa Caterina dello Ionio (Catanzaro), e Manlio Bruni (arresti domiciliari), stessa età di Giannone, originario di Catanzaro e con residenza nel capoluogo emiliano. C’è inoltre un cittadino un cittadino albanese del 1959 che abita a Ravenna, Ismet Mehmeti (domiciliari). E infine Giuseppe Signori, per tutti Beppe, nato il 17 febbraio 1969 ad Alzano Lombardo (Bergamo) e residente a Bologna (anche per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari).
I ruoli degli emiliano-romagnoli. Estremamente variegato il ruolo di ciascuno nell’organizzazione. L’ex della nazionale Signori è ritenuto dagli investigatori – recita l’ordinanza firmata dal gip Guido Salvini – un “elemento centrale del gruppo di scommettitori di Bologna, ha partecipato con Giannone e Bruni a una serie di scommesse sulle partite truccate, in particolare con riferimento alla
partita Internazionale-Lecce, di 150 mila euro”. Di lui nelle telefonate è praticamente vietato parlare “anche per scherzo” e, se proprio si deve fare riferimento alla sua persona, semmai è “Beppe Nazionale” o quello “che ha segnato 200 gol”.
Per quanto riguarda gli altri, partiamo da Giorgio Buffone, colui che prima degli altri entra tra gli “osservati speciali” degli inquirenti. Direttore sportivo del Ravenna, viene descritto come un “accanito scommettitore, utilizzava la sua posizione non soltanto per influire sulle partite affrontate direttamente dalla sua squadra, oggetto delle scommesse, ma sfruttava le sue conoscenze con personaggi del mondo del calcio [come] il presidente dell’Alessandria e […] la dirigenza del Verona”. Inoltre “teneva contatti con gli scommettitori albanesi Ismet Mehemeti e Antonio Shytaj, entrambi procedenti a scommesse in Albania sulle partite truccate”.
Francesco Giannone, invece, sarebbe un “organizzatore, promotore e scommettitore […] ‘dei
bolognesi’ che provvedeva successivamente a effettuare le puntate di denaro”. Ruolo analogo, secondo la ricostruzione della procura di Cremona, per Manlio Bruni. Infine il cittadino albanese Ismet Mehmeti avrebbe avuto “il ruolo di referente per quanto riguardava l’effettuazione materiale delle scommesse strettamente collegate alle partite di calcio manipolate dall’organizzazione. Alcune di queste scommesse venivano effettuate direttamente in Albania, nel periodo in cui il cittadino Albanese si trovava in patria (fine marzo 2011).”
La fisionomia del “gruppo dei bolognesi”. Sono loro dunque che farebbero in sostanza parte di quello che nell’ordinanza viene chiamato “il gruppo dei bolognesi”. È un gruppo di scommettitori che costituisce “una parte dell’associazione che contestualmente sostiene economicamente e istiga moralmente a combinare le partite l’altra parte dell’associazione che ne costituisce il braccio operativo ”. E il gruppo si muove solo dietro garanzie, niente pacchi. Nell’ordinanza si legge infatti ancora che si “pretendeva[no] dagli intermediari titoli bancari a copertura delle giocate di denaro da effettuare, rilasciando a loro volta come garanzia dell’avvenuta scommessa un assegno pari all’importo della giocata effettuata”.
E quando qualcosa non funziona, c’è sempre qualcuno disponibile – almeno in un primo tempo – a sistemare le questioni aperte. Per esempio, quando la partita Inter-Lecce non va secondo le “previsioni”, viene detto a Giannone che la preoccupazione è quella “in primis fare recuperare i soldi a te… a Manlio [Bruni] e a Beppe [Signori]… La prossima partita ve la diamo gratis e loro recuperano tutto” .
In febbraio l’ingresso nel giro. L’indagine parte il 10 dicembre 2010 quando Sandro Turotti, direttore generale della Cremonese (Lega Pro), denuncia lo strano malessere accusato da 5 dei suoi giocatori e da componente dello staff (tutti hanno gli stessi sintomi e addirittura uno ha un incidente stradale a causa dei essi). Si accerterà dall’esame delle urine che in loro c’erano tracce di Lormetazepam, principio attivo delle benzodiazepine , sostanze psicoattive per calmare l’ansia e i disturbi del sonno.
Partiti i primi accertamenti, dal 12 gennaio i telefoni di alcuni sospetti iniziano a essere intercettati e seguono ulteriori verifiche sui conti correnti, assegni e carte di credito e prepagate in loro possesso. Il ruolo degli emiliano romagnoli emerge il 27 febbraio con la partita Verona-Ravenna in programma un mese dopo (27 marzo) e conclusasi con il risultato di 4 a 2. In questo contesto salta fuori il nome di Giorgio Buffone e i suoi rapporti con altri due dell’organizzazione, Massimo Erodiani e il dentista Marco Pirani, già sotto l’occhio degli investigatori. E sempre Buffone sarebbe coinvolto nella manipolazione del match Ascoli-Atalanta (12 marzo) terminato 1 a 1.
C’è poi Taranto-Benevento (13 marzo, 3-1 il risultato finale) e soprattutto Atalanta-Piacenza del 19 marzo (3-0), quando entra in scena anche un altro degli emiliano-romagnoli, Manlio Bruni: sarebbe a questo punto ufficiale il coinvolgimento del gruppo dei bolognesi. Il ruolo di Signori emergerebbe poi il 15 marzo 2011 in base ad accertamenti condotti dalla squadra mobile di Cremona. Accade in un incontro a Bologna, in via Ugo Bassi, che Signori venga fotografato con altri indagati intorno alle 21.30, ma le fotografie scattate in quell’occasione non sono chiare e allora gli uomini della mobile si mettono a pedinare un’auto, una Smart, che risulta intestata a una società, ma in uso all’ex giocatore che vive a Bologna.
Da intercettazioni del giorno dopo, alcuni indagati confermano l’incontro con il “Beppe nazionale”. E confermano anche che i numeri in gioco sono consistenti: “La reale dimensione dell’enorme flusso di denaro giocato sull’incontro di calcio [parla di un importo tra] uno o due milioni di euro sui siti Asiatici”.
I quattrini da far “rientrare” e i toni sempre più aggressivi. La partita del 19 marzo però non si conclude con il risultato “sperato” e allora “al termine delle varie conversazioni [intercettate], tutti pensavano di poter recuperare parte dei soldi perduti investendo sulla partita Benevento-Pisa fissata per il giorno successivo ”. Si sarebbe consentito così ad alcuni dei bolognesi, tra cui Signori, di rientrare in possesso degli importi andati in fumo.
Ma i toni sulla questione quattrini iniziano a diventare tesi proprio in occasione di Benevento-Pisa (21 marzo), incontro in cui si farebbero i nomi, sempre secondo la ricostruzione effettuata a Cremona, Giannone, Bruni, Signori e Buffone. Nello specifico, spiega l’ordinanza, “al termine di questo incontro di calcio veniva registrata una serie di telefonate anche minacciose [da parte] di Antonio Bellavista [altro indagato], Erodiani e, successivamente, anche Francesco Giannone, il quale, utilizzando un linguaggio tipico della malavita organizzata, chiedeva il rientro dei soldi investiti dalla sua organizzazione che faceva capo a una persona che in serie ‘A’ aveva segnato oltre 200 reti [Signori] quantificando al contempo il danno subito in oltre 300 mila euro”.
Se ci sono sms del tenore “penso che hai ragione: questo è da ammazzare ”, in una conversazione tra Massimo Erodiani e Antonio Bellavista, parlando di un terzo dell’organizzazione, viene detto:
Bellavista: Ma questo non è normale… Questo veramente è da pigliare a schiaffi pugni e cazzotti se posso.. . […] In macchina lo lo pesto porca puttana ma stiamo a scherzando ragazzi …
[…]
Erodiani: Se ha fatto una cosa del genere deve morire… Se ha fatto una cosa del genere deve morire perchè mette mette a repentaglio me… Di riflesso te [e] tutti i terzi che hanno fatto…
B.: a parte che io cioè neanche lo conoscevo mi ha messo mi ha bruciato un canale… […] M’ha bruciato i soldi
E.: […] Ce li deve ridare tutti fino alla fine, non me ne frega un cazzo, pignorerà pure l’anima santa… ma questo deve ridare tutto […]. Noi intanto speriamo che esce… Insomma loro non perdono poi .
B.: Va bho..
E.: Poi lo andiamo a prenderlo lo stesso .
I pedinamenti, oltre all’ascolto delle conversazioni telefoniche, sono un’altra costante dell’indagine. Oltre che seguire gli indagati nei vari spostamenti in auto, anche i viaggi aerei sono sempre accompagnati da uomini della polizia. Dal lavoro investigativo ne emerge quindi un quadro probatorio – delineato nelle 611 pagine dell’ordinanza – intessuto di “elementi inconfutabili attestantanti come l’organizzazione criminale abbia pianificato e manipolato incontri di calcio […] evidenziando come da tempo i rei si adoperassero nell’illecita condotta criminale ”. Inoltre “il delitto è ancora più grave in quanto la presenza […] di alcuni gruppi dai contorni incerti, quale quello degli “Zingari”, o quello albanese, creano un terreno fertile per l’insinuazione di elementi di una criminalità organizzata ai più alti livelli”.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Martedì prossimo, 18 marzo, alle ore 10, presso la Sala Koch del Senato, le commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato svolgeranno l'audizione di Mario Draghi in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea. L'appuntamento verrà trasmesso in diretta webtv.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Ad un mese dalla finale del festival della canzone italiana 2025, nella classifica dei singoli brani è ancora Sanremomania, con ben 13 brani passati in gara al Teatro Ariston nelle prime 13 posizioni. E questo fa segnare all'edizione 2025 un nuovo record rispetto agli ultimi anni, per numero di brani di Sanremo nella top ten ad un mese dal festival: se infatti quest'anno sono 10 (cioè l'intera top ten è composta da brani in gara al festival un mese fa), l'anno scorso era stati 7 come nel 2023, nel 2022 e nel 2021 erano stati 8 e nel 2024.
Nella top ten dei singoli infatti, al primo posto c'è proprio il brano vincitore del festival: 'Balorda Nostalgia' di Olly. Al secondo 'La cura per me' di Giorgia, al terzo 'Incoscienti giovani' di Achille Lauro, al quarto 'Battito' di Fedez, al quinto 'Cuoricini' dei Coma_Cose, al sesto 'Volevo essere un duro' di Lucio Corsi, al settimo 'Fuorilegge' di Rose Villain, all'ottavo 'La mia parola' di Shablo feat Joshua e Tormento, al nono 'Tu con chi fai l'amore' dei The Kolors, al decimo 'La tana del granchio' di Bresh. Ma l'elenco sanremese prosegue ininterrotto fino alla tredicesima posizione, con 'Anema e core' di Serena Brancale all'undicesimo posto, 'Chiamo io chiami tu' di Gaia al dodicesimo e 'Il ritmo delle cose' di Rkomi al tredicesimo.
Tra gli album l'arrivo di Lady Gaga con 'Mayhem' si piazza in vetta e scalza dalla prima posizione 'Tutta vita', l'album di Olly, che scende al terzo posto, per fare spazio a 'Vasco Live Milano Sansiro', che entra al secondo posto. In quarta posizione 'Dio lo sa - Atto II' di Geolier, in quinta entra direttamente 'Vita_Fusa' dei Coma_Cose, in sesta 'Debi tirar mas fotos' di Bad Bunny, in settima 'Tropico del capricorno' di Guè, in ottava posizione 'Locura' di Lazza, in nona 'È finita la pace' di Marracash e in decima chiude la top ten 'Icon' di Tony Effe. Mentre la compilation di Sanremo 2025 scende dal nono al quindicesimo posto.
Tra i vinili, è primo il 'Vasco Live Milano Sansiro', al secondo posto 'Mayhem' di Lady Gaga e al terzo la compilation 'Sanremo 2025'.
Roma, 14 mar. (Labitalia) - "Questo appuntamento, unico nel suo genere, rappresenta un fondamentale momento di approfondimento per i settori della logistica e del trasporto, offrendo un'opportunità unica di incontro, aggiornamento e confronto sulle sfide e le opportunità che caratterizzano un comparto strategico per i cittadini, per le famiglie e le imprese, con un approccio fortemente connesso alla sostenibilità ambientale". Lo scrive il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nel messaggio inviato all'evento di chiusura della quarta edizione di "Let Expo", organizzato da Alis a Verona.
"Se i numeri registrati lo scorso anno rappresentano la migliore e più efficace sintesi della rilevanza del vostro operato - penso ai 400 espositori e alle oltre 100mila presenze complessive -, sono certo che i tanti appuntamenti che caratterizzano il programma di quest'anno, con incontri strategici, conferenze di settore, seminari interattivi, workshop pratici e dimostrazioni innovative, sapranno rappresentare un ulteriore momento di crescita e di affermazione", prosegue La Russa, che conclude: "Nel ribadire il mio plauso per il vostro prezioso contributo in un ambito di particolare rilievo per gli interessi nazionali, anche in relazione alle attuali dinamiche geo-politiche globali, l'occasione mi è gradita per inviarvi i miei più cordiali saluti".
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.