Sono cinque i personaggi residenti in Emilia Romagna finiti nella rete dell’operazione “Last bet”, l’ultima scommessa, coordinata dalla procura di Cremona e condotta dalla squadra mobile della città lombarda e dallo Sco. Si tratta di Giorgio Buffone (custodia cautelare in carcere), nato nel 1955 a Canistro (L’Aquila) e residente a Cattolica, direttore sportivo del Ravenna Calcio.
Poi ci sono due commercialisti: Francesco Giannone (in carcere), che vive a Bologna e che è nato nel 1964 Santa Caterina dello Ionio (Catanzaro), e Manlio Bruni (arresti domiciliari), stessa età di Giannone, originario di Catanzaro e con residenza nel capoluogo emiliano. C’è inoltre un cittadino un cittadino albanese del 1959 che abita a Ravenna, Ismet Mehmeti (domiciliari). E infine Giuseppe Signori, per tutti Beppe, nato il 17 febbraio 1969 ad Alzano Lombardo (Bergamo) e residente a Bologna (anche per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari).
I ruoli degli emiliano-romagnoli. Estremamente variegato il ruolo di ciascuno nell’organizzazione. L’ex della nazionale Signori è ritenuto dagli investigatori – recita l’ordinanza firmata dal gip Guido Salvini – un “elemento centrale del gruppo di scommettitori di Bologna, ha partecipato con Giannone e Bruni a una serie di scommesse sulle partite truccate, in particolare con riferimento alla
partita Internazionale-Lecce, di 150 mila euro”. Di lui nelle telefonate è praticamente vietato parlare “anche per scherzo” e, se proprio si deve fare riferimento alla sua persona, semmai è “Beppe Nazionale” o quello “che ha segnato 200 gol”.
Per quanto riguarda gli altri, partiamo da Giorgio Buffone, colui che prima degli altri entra tra gli “osservati speciali” degli inquirenti. Direttore sportivo del Ravenna, viene descritto come un “accanito scommettitore, utilizzava la sua posizione non soltanto per influire sulle partite affrontate direttamente dalla sua squadra, oggetto delle scommesse, ma sfruttava le sue conoscenze con personaggi del mondo del calcio [come] il presidente dell’Alessandria e […] la dirigenza del Verona”. Inoltre “teneva contatti con gli scommettitori albanesi Ismet Mehemeti e Antonio Shytaj, entrambi procedenti a scommesse in Albania sulle partite truccate”.
Francesco Giannone, invece, sarebbe un “organizzatore, promotore e scommettitore […] ‘dei
bolognesi’ che provvedeva successivamente a effettuare le puntate di denaro”. Ruolo analogo, secondo la ricostruzione della procura di Cremona, per Manlio Bruni. Infine il cittadino albanese Ismet Mehmeti avrebbe avuto “il ruolo di referente per quanto riguardava l’effettuazione materiale delle scommesse strettamente collegate alle partite di calcio manipolate dall’organizzazione. Alcune di queste scommesse venivano effettuate direttamente in Albania, nel periodo in cui il cittadino Albanese si trovava in patria (fine marzo 2011).”
La fisionomia del “gruppo dei bolognesi”. Sono loro dunque che farebbero in sostanza parte di quello che nell’ordinanza viene chiamato “il gruppo dei bolognesi”. È un gruppo di scommettitori che costituisce “una parte dell’associazione che contestualmente sostiene economicamente e istiga moralmente a combinare le partite l’altra parte dell’associazione che ne costituisce il braccio operativo ”. E il gruppo si muove solo dietro garanzie, niente pacchi. Nell’ordinanza si legge infatti ancora che si “pretendeva[no] dagli intermediari titoli bancari a copertura delle giocate di denaro da effettuare, rilasciando a loro volta come garanzia dell’avvenuta scommessa un assegno pari all’importo della giocata effettuata”.
E quando qualcosa non funziona, c’è sempre qualcuno disponibile – almeno in un primo tempo – a sistemare le questioni aperte. Per esempio, quando la partita Inter-Lecce non va secondo le “previsioni”, viene detto a Giannone che la preoccupazione è quella “in primis fare recuperare i soldi a te… a Manlio [Bruni] e a Beppe [Signori]… La prossima partita ve la diamo gratis e loro recuperano tutto” .
In febbraio l’ingresso nel giro. L’indagine parte il 10 dicembre 2010 quando Sandro Turotti, direttore generale della Cremonese (Lega Pro), denuncia lo strano malessere accusato da 5 dei suoi giocatori e da componente dello staff (tutti hanno gli stessi sintomi e addirittura uno ha un incidente stradale a causa dei essi). Si accerterà dall’esame delle urine che in loro c’erano tracce di Lormetazepam, principio attivo delle benzodiazepine , sostanze psicoattive per calmare l’ansia e i disturbi del sonno.
Partiti i primi accertamenti, dal 12 gennaio i telefoni di alcuni sospetti iniziano a essere intercettati e seguono ulteriori verifiche sui conti correnti, assegni e carte di credito e prepagate in loro possesso. Il ruolo degli emiliano romagnoli emerge il 27 febbraio con la partita Verona-Ravenna in programma un mese dopo (27 marzo) e conclusasi con il risultato di 4 a 2. In questo contesto salta fuori il nome di Giorgio Buffone e i suoi rapporti con altri due dell’organizzazione, Massimo Erodiani e il dentista Marco Pirani, già sotto l’occhio degli investigatori. E sempre Buffone sarebbe coinvolto nella manipolazione del match Ascoli-Atalanta (12 marzo) terminato 1 a 1.
C’è poi Taranto-Benevento (13 marzo, 3-1 il risultato finale) e soprattutto Atalanta-Piacenza del 19 marzo (3-0), quando entra in scena anche un altro degli emiliano-romagnoli, Manlio Bruni: sarebbe a questo punto ufficiale il coinvolgimento del gruppo dei bolognesi. Il ruolo di Signori emergerebbe poi il 15 marzo 2011 in base ad accertamenti condotti dalla squadra mobile di Cremona. Accade in un incontro a Bologna, in via Ugo Bassi, che Signori venga fotografato con altri indagati intorno alle 21.30, ma le fotografie scattate in quell’occasione non sono chiare e allora gli uomini della mobile si mettono a pedinare un’auto, una Smart, che risulta intestata a una società, ma in uso all’ex giocatore che vive a Bologna.
Da intercettazioni del giorno dopo, alcuni indagati confermano l’incontro con il “Beppe nazionale”. E confermano anche che i numeri in gioco sono consistenti: “La reale dimensione dell’enorme flusso di denaro giocato sull’incontro di calcio [parla di un importo tra] uno o due milioni di euro sui siti Asiatici”.
I quattrini da far “rientrare” e i toni sempre più aggressivi. La partita del 19 marzo però non si conclude con il risultato “sperato” e allora “al termine delle varie conversazioni [intercettate], tutti pensavano di poter recuperare parte dei soldi perduti investendo sulla partita Benevento-Pisa fissata per il giorno successivo ”. Si sarebbe consentito così ad alcuni dei bolognesi, tra cui Signori, di rientrare in possesso degli importi andati in fumo.
Ma i toni sulla questione quattrini iniziano a diventare tesi proprio in occasione di Benevento-Pisa (21 marzo), incontro in cui si farebbero i nomi, sempre secondo la ricostruzione effettuata a Cremona, Giannone, Bruni, Signori e Buffone. Nello specifico, spiega l’ordinanza, “al termine di questo incontro di calcio veniva registrata una serie di telefonate anche minacciose [da parte] di Antonio Bellavista [altro indagato], Erodiani e, successivamente, anche Francesco Giannone, il quale, utilizzando un linguaggio tipico della malavita organizzata, chiedeva il rientro dei soldi investiti dalla sua organizzazione che faceva capo a una persona che in serie ‘A’ aveva segnato oltre 200 reti [Signori] quantificando al contempo il danno subito in oltre 300 mila euro”.
Se ci sono sms del tenore “penso che hai ragione: questo è da ammazzare ”, in una conversazione tra Massimo Erodiani e Antonio Bellavista, parlando di un terzo dell’organizzazione, viene detto:
Bellavista: Ma questo non è normale… Questo veramente è da pigliare a schiaffi pugni e cazzotti se posso.. . […] In macchina lo lo pesto porca puttana ma stiamo a scherzando ragazzi …
[…]
Erodiani: Se ha fatto una cosa del genere deve morire… Se ha fatto una cosa del genere deve morire perchè mette mette a repentaglio me… Di riflesso te [e] tutti i terzi che hanno fatto…
B.: a parte che io cioè neanche lo conoscevo mi ha messo mi ha bruciato un canale… […] M’ha bruciato i soldi
E.: […] Ce li deve ridare tutti fino alla fine, non me ne frega un cazzo, pignorerà pure l’anima santa… ma questo deve ridare tutto […]. Noi intanto speriamo che esce… Insomma loro non perdono poi .
B.: Va bho..
E.: Poi lo andiamo a prenderlo lo stesso .
I pedinamenti, oltre all’ascolto delle conversazioni telefoniche, sono un’altra costante dell’indagine. Oltre che seguire gli indagati nei vari spostamenti in auto, anche i viaggi aerei sono sempre accompagnati da uomini della polizia. Dal lavoro investigativo ne emerge quindi un quadro probatorio – delineato nelle 611 pagine dell’ordinanza – intessuto di “elementi inconfutabili attestantanti come l’organizzazione criminale abbia pianificato e manipolato incontri di calcio […] evidenziando come da tempo i rei si adoperassero nell’illecita condotta criminale ”. Inoltre “il delitto è ancora più grave in quanto la presenza […] di alcuni gruppi dai contorni incerti, quale quello degli “Zingari”, o quello albanese, creano un terreno fertile per l’insinuazione di elementi di una criminalità organizzata ai più alti livelli”.
Emilia Romagna - Cronaca
Calcio scommesse: arrestato Beppe Signori. “Capo dell’organizzazione bolognese”
Sono sedici i professionisti (o ex) finiti agli arresti, di cui tre a Bologna. 28 le persone indagate, tra cui Stefano Bettarini e Cristiano Doni dell'Atalanta, oltre al presidente del Ravenna Gianni Fabbri e altri dello staff tecnico della stessa squadra
Poi ci sono due commercialisti: Francesco Giannone (in carcere), che vive a Bologna e che è nato nel 1964 Santa Caterina dello Ionio (Catanzaro), e Manlio Bruni (arresti domiciliari), stessa età di Giannone, originario di Catanzaro e con residenza nel capoluogo emiliano. C’è inoltre un cittadino un cittadino albanese del 1959 che abita a Ravenna, Ismet Mehmeti (domiciliari). E infine Giuseppe Signori, per tutti Beppe, nato il 17 febbraio 1969 ad Alzano Lombardo (Bergamo) e residente a Bologna (anche per lui sono stati disposti gli arresti domiciliari).
I ruoli degli emiliano-romagnoli. Estremamente variegato il ruolo di ciascuno nell’organizzazione. L’ex della nazionale Signori è ritenuto dagli investigatori – recita l’ordinanza firmata dal gip Guido Salvini – un “elemento centrale del gruppo di scommettitori di Bologna, ha partecipato con Giannone e Bruni a una serie di scommesse sulle partite truccate, in particolare con riferimento alla
partita Internazionale-Lecce, di 150 mila euro”. Di lui nelle telefonate è praticamente vietato parlare “anche per scherzo” e, se proprio si deve fare riferimento alla sua persona, semmai è “Beppe Nazionale” o quello “che ha segnato 200 gol”.
Per quanto riguarda gli altri, partiamo da Giorgio Buffone, colui che prima degli altri entra tra gli “osservati speciali” degli inquirenti. Direttore sportivo del Ravenna, viene descritto come un “accanito scommettitore, utilizzava la sua posizione non soltanto per influire sulle partite affrontate direttamente dalla sua squadra, oggetto delle scommesse, ma sfruttava le sue conoscenze con personaggi del mondo del calcio [come] il presidente dell’Alessandria e […] la dirigenza del Verona”. Inoltre “teneva contatti con gli scommettitori albanesi Ismet Mehemeti e Antonio Shytaj, entrambi procedenti a scommesse in Albania sulle partite truccate”.
Francesco Giannone, invece, sarebbe un “organizzatore, promotore e scommettitore […] ‘dei
bolognesi’ che provvedeva successivamente a effettuare le puntate di denaro”. Ruolo analogo, secondo la ricostruzione della procura di Cremona, per Manlio Bruni. Infine il cittadino albanese Ismet Mehmeti avrebbe avuto “il ruolo di referente per quanto riguardava l’effettuazione materiale delle scommesse strettamente collegate alle partite di calcio manipolate dall’organizzazione. Alcune di queste scommesse venivano effettuate direttamente in Albania, nel periodo in cui il cittadino Albanese si trovava in patria (fine marzo 2011).”
La fisionomia del “gruppo dei bolognesi”. Sono loro dunque che farebbero in sostanza parte di quello che nell’ordinanza viene chiamato “il gruppo dei bolognesi”. È un gruppo di scommettitori che costituisce “una parte dell’associazione che contestualmente sostiene economicamente e istiga moralmente a combinare le partite l’altra parte dell’associazione che ne costituisce il braccio operativo ”. E il gruppo si muove solo dietro garanzie, niente pacchi. Nell’ordinanza si legge infatti ancora che si “pretendeva[no] dagli intermediari titoli bancari a copertura delle giocate di denaro da effettuare, rilasciando a loro volta come garanzia dell’avvenuta scommessa un assegno pari all’importo della giocata effettuata”.
E quando qualcosa non funziona, c’è sempre qualcuno disponibile – almeno in un primo tempo – a sistemare le questioni aperte. Per esempio, quando la partita Inter-Lecce non va secondo le “previsioni”, viene detto a Giannone che la preoccupazione è quella “in primis fare recuperare i soldi a te… a Manlio [Bruni] e a Beppe [Signori]… La prossima partita ve la diamo gratis e loro recuperano tutto” .
In febbraio l’ingresso nel giro. L’indagine parte il 10 dicembre 2010 quando Sandro Turotti, direttore generale della Cremonese (Lega Pro), denuncia lo strano malessere accusato da 5 dei suoi giocatori e da componente dello staff (tutti hanno gli stessi sintomi e addirittura uno ha un incidente stradale a causa dei essi). Si accerterà dall’esame delle urine che in loro c’erano tracce di Lormetazepam, principio attivo delle benzodiazepine , sostanze psicoattive per calmare l’ansia e i disturbi del sonno.
Partiti i primi accertamenti, dal 12 gennaio i telefoni di alcuni sospetti iniziano a essere intercettati e seguono ulteriori verifiche sui conti correnti, assegni e carte di credito e prepagate in loro possesso. Il ruolo degli emiliano romagnoli emerge il 27 febbraio con la partita Verona-Ravenna in programma un mese dopo (27 marzo) e conclusasi con il risultato di 4 a 2. In questo contesto salta fuori il nome di Giorgio Buffone e i suoi rapporti con altri due dell’organizzazione, Massimo Erodiani e il dentista Marco Pirani, già sotto l’occhio degli investigatori. E sempre Buffone sarebbe coinvolto nella manipolazione del match Ascoli-Atalanta (12 marzo) terminato 1 a 1.
C’è poi Taranto-Benevento (13 marzo, 3-1 il risultato finale) e soprattutto Atalanta-Piacenza del 19 marzo (3-0), quando entra in scena anche un altro degli emiliano-romagnoli, Manlio Bruni: sarebbe a questo punto ufficiale il coinvolgimento del gruppo dei bolognesi. Il ruolo di Signori emergerebbe poi il 15 marzo 2011 in base ad accertamenti condotti dalla squadra mobile di Cremona. Accade in un incontro a Bologna, in via Ugo Bassi, che Signori venga fotografato con altri indagati intorno alle 21.30, ma le fotografie scattate in quell’occasione non sono chiare e allora gli uomini della mobile si mettono a pedinare un’auto, una Smart, che risulta intestata a una società, ma in uso all’ex giocatore che vive a Bologna.
Da intercettazioni del giorno dopo, alcuni indagati confermano l’incontro con il “Beppe nazionale”. E confermano anche che i numeri in gioco sono consistenti: “La reale dimensione dell’enorme flusso di denaro giocato sull’incontro di calcio [parla di un importo tra] uno o due milioni di euro sui siti Asiatici”.
I quattrini da far “rientrare” e i toni sempre più aggressivi. La partita del 19 marzo però non si conclude con il risultato “sperato” e allora “al termine delle varie conversazioni [intercettate], tutti pensavano di poter recuperare parte dei soldi perduti investendo sulla partita Benevento-Pisa fissata per il giorno successivo ”. Si sarebbe consentito così ad alcuni dei bolognesi, tra cui Signori, di rientrare in possesso degli importi andati in fumo.
Ma i toni sulla questione quattrini iniziano a diventare tesi proprio in occasione di Benevento-Pisa (21 marzo), incontro in cui si farebbero i nomi, sempre secondo la ricostruzione effettuata a Cremona, Giannone, Bruni, Signori e Buffone. Nello specifico, spiega l’ordinanza, “al termine di questo incontro di calcio veniva registrata una serie di telefonate anche minacciose [da parte] di Antonio Bellavista [altro indagato], Erodiani e, successivamente, anche Francesco Giannone, il quale, utilizzando un linguaggio tipico della malavita organizzata, chiedeva il rientro dei soldi investiti dalla sua organizzazione che faceva capo a una persona che in serie ‘A’ aveva segnato oltre 200 reti [Signori] quantificando al contempo il danno subito in oltre 300 mila euro”.
Se ci sono sms del tenore “penso che hai ragione: questo è da ammazzare ”, in una conversazione tra Massimo Erodiani e Antonio Bellavista, parlando di un terzo dell’organizzazione, viene detto:
Bellavista: Ma questo non è normale… Questo veramente è da pigliare a schiaffi pugni e cazzotti se posso.. . […] In macchina lo lo pesto porca puttana ma stiamo a scherzando ragazzi …
[…]
Erodiani: Se ha fatto una cosa del genere deve morire… Se ha fatto una cosa del genere deve morire perchè mette mette a repentaglio me… Di riflesso te [e] tutti i terzi che hanno fatto…
B.: a parte che io cioè neanche lo conoscevo mi ha messo mi ha bruciato un canale… […] M’ha bruciato i soldi
E.: […] Ce li deve ridare tutti fino alla fine, non me ne frega un cazzo, pignorerà pure l’anima santa… ma questo deve ridare tutto […]. Noi intanto speriamo che esce… Insomma loro non perdono poi .
B.: Va bho..
E.: Poi lo andiamo a prenderlo lo stesso .
I pedinamenti, oltre all’ascolto delle conversazioni telefoniche, sono un’altra costante dell’indagine. Oltre che seguire gli indagati nei vari spostamenti in auto, anche i viaggi aerei sono sempre accompagnati da uomini della polizia. Dal lavoro investigativo ne emerge quindi un quadro probatorio – delineato nelle 611 pagine dell’ordinanza – intessuto di “elementi inconfutabili attestantanti come l’organizzazione criminale abbia pianificato e manipolato incontri di calcio […] evidenziando come da tempo i rei si adoperassero nell’illecita condotta criminale ”. Inoltre “il delitto è ancora più grave in quanto la presenza […] di alcuni gruppi dai contorni incerti, quale quello degli “Zingari”, o quello albanese, creano un terreno fertile per l’insinuazione di elementi di una criminalità organizzata ai più alti livelli”.
Articolo Precedente
Il procuratore di Cremona: “Abbiamo in mano 50.000 intercettazioni”
Articolo Successivo
Cevenini: “Ombra sulla squadra”. Morandi: “Preferisco non dire nulla”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump: “Colloqui produttivi con Putin, buone chance di finire la guerra”. Da Mosca “cauto ottimismo”. Kiev: “Pronti a tregua di 30 giorni”
Politica
Giustizia, Delmastro boccia la riforma Nordio: “Così i pm divoreranno i giudici”. Poi tenta il dietrofront, ma spunta l’audio. Il ministro lo difende: “Tutto chiarito”
Lavoro & Precari
Urso ha la soluzione per l’auto in crisi: “Incentivi a chi si riconverte nella difesa, comparto in crescita”
Roma, 14 mar. - (Adnkronos) - In occasione di Didacta 2025 a Firenze, l'evento di riferimento per la formazione e l'innovazione nel settore scolastico, Acer ha ribadito il proprio impegno nel supportare l'evoluzione della didattica attraverso soluzioni tecnologiche all'avanguardia. La partecipazione dell'azienda alla fiera ha offerto l'opportunità di presentare le ultime novità in termini di prodotti e servizi, con un focus particolare su prestazioni, sicurezza, intelligenza artificiale e design.
"La presenza di Acer a Didacta sottolinea l'importanza del settore education, un ambito in cui siamo orgogliosamente leader di mercato," ha dichiarato Angelo D'Ambrosio, General Manager di Acer South Europe. "Didacta rappresenta un'occasione fondamentale per incontrare docenti, studenti e rivenditori specializzati nel mondo scolastico. In questa sede, presenteremo le nostre più recenti innovazioni di prodotto, caratterizzate da prestazioni elevate, sicurezza, funzionalità di IA e design robusto. Queste caratteristiche sono indispensabili per una didattica innovativa ed efficace."
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - È già un caso che un condannato, sia pur in primo grado, occupi un ruolo di sottosegretario alla Giustizia, ma ora le parole di Delmastro pongono un problema serio al Governo e al Paese intero. Dall’interno viene criticata una delle pessime riforme portate avanti con protervia dalla maggioranza. Come fa a restare al suo posto? Cosa dice la premier Meloni? Le parole di Delmastro sono gravi anche perché ci fanno conoscere le vere intenzioni del Governo, quelle che andiamo denunciando da mesi: assoggettare il potere giudiziario al controllo dell’Esecutivo. E questo è inaccettabile. Dopo la smentita che non smentisce, la registrazione dell’intervista, Meloni deve pretendere che Delmastro lasci l’incarico". Lo afferma Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Giovedì prossimo 20 marzo, alle ore 9, avrà luogo alla Camera l'informativa urgente del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, sui recenti eventi sismici che hanno colpito l'area dei Campi Flegrei e sullo stato di attuazione degli interventi per la popolazione.
Milano, 14 mar. (Adnkronos) - Il Dna di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per l'omicidio del 13 agosto 2007 a Garlasco, va confrontato con il Dna trovato "sotto le unghie della vittima e con le ulteriori tracce di natura biologica rinvenute sulla scena del crimine". E' quanto ha disposto, con un provvedimento del 6 marzo scorso, la giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli che ha autorizzato il prelievo coattivo della traccia biologica dell'indagato effettuato ieri.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Domani, alle ore 11:30, a Roma, nell’Europa Experience-David Sassoli (piazza Venezia, 6), si svolgerà l’incontro con i promotori dell’appello (che ha superato le 5mila adesioni) “Per un’Europa libera e forte”, lanciato dalla vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno. L’appello, si legge nel testo, “nasce dall’urgenza invariata che il Manifesto di Ventotene tracciò durante il secondo conflitto mondiale, per un’Europa federale e per un nuovo europeismo in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli”.
Previsti, tra gli altri, gli interventi di Carlo Calenda, segretario di Azione; Riccardo Magi, segretario di Più Europa; Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa; Ivan Scalfarotto, responsabile Esteri di Italia viva; Christian Rocca, direttore de 'Linkiesta'; Nathalie Tocci e Nona Mikhelidze, dell’Istituto affari internazionali; Piero Fassino, deputato Pd; Alessandro Sterpa, professore dell’Università degli Studi della Tuscia; Sofia Ventura, professoressa dell’Università di Bologna; Vittorio Emanuele Parsi, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Angelo Chiorazzo, vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata; Stefano Ceccanti, professore dell'Università 'La Sapienza' di Roma; Giorgio Gori, eurodeputato Pd; Roberto Castaldi, politologo; Guy Verhofstadt, già Primo ministro del Belgio.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Nei Porti di Roma e del Lazio, il 2024 mette in luce un mercato delle crociere “fiorente”: sono 3.459.238 i crocieristi transitati nel corso dell’anno a Civitavecchia, in aumento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2023; cifra che, stando alle previsioni, aumenterà di un ulteriore 2,8% alla fine dell’anno in corso. Lo riferisce l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, evidenziando che il nuovo record assoluto delle crociere traina anche il traffico totale dei passeggeri (crociere e autostrade del mare) che sfonda il muro dei 5 milioni (5.005.142).
Per quanto riguarda il settore delle merci, il network dei Porti di Roma e del Lazio, con un totale complessivo di poco più di 13 milioni di tonnellate di merci movimentate, registra una diminuzione pari al 6,5% (-905.333 tonnellate), legata – spiega l’Autorità – al calo delle merci solide del porto di Civitavecchia (-17,2%), in particolar modo al carbone della centrale di Torre Valdaliga Nord, ormai prossima alla chiusura in vista del previsto phase out di fine anno e dove, negli ultimi dodici mesi, si sono sbarcate poco più di 100 mila tonnellate.
“Il grosso della perdita di quasi un milione di tonnellate è imputabile, principalmente, alla chiusura della centrale a carbone Enel e a scelte nazionali e di sistema prese negli ultimi 10 anni che vanno ben oltre le nostre competenze e che sono state imposte all’Autorità e che sono, anche, fuori dalla facoltà di ogni singolo operatore di compensare questa perdita”, fa presente infatti il Commissario Straordinario dell’Adsp, Pino Musolino, assicurando che però “il sistema nel complesso comunque tiene, con dati molto significativi e importanti nei porti di Fiumicino e Gaeta soprattutto nelle rinfuse e a Civitavecchia i dati in generale sono positivi e confortanti, tenuto conto delle due importanti crisi che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2024, vedendoci allineati alle stime di traffico della stragrande maggioranza dei porti italiani e mediterranei. Restiamo comunque vigili e monitoriamo la questione di Torre Valdaliga Nord – conclude Musolino – che rappresenta una ferita importante e un grande limite alla pianificazione e alla possibilità di fare dei ragionamenti concreti per il prossimo futuro rispetto al nostro sistema portuale”.
Si conferma il trend di crescita dei crocieristi imbarcati e sbarcati nel porto di Roma (+5,7%) che continua a caratterizzarsi sempre più come “home port”. In aumento anche il numero degli accosti delle città galleggianti che, con un totale di 841, crescono di 32 unità (+4%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E si registra un incremento percentuale, rispetto al 2023, delle altre categorie di rinfuse solide nel porto di Civitavecchia: la categoria dei “prodotti metallurgici, minerali di ferro…”, cresce del 54% per un totale di 546.990 tonnellate movimentate (+191.766), mentre è pari al 198,6% l’incremento della categoria “minerali grezzi, cementi e calci” che movimenta 175.991 tonnellate totali (+117.060 rispetto al 2023). In crescita anche le rinfuse liquide (+15,6%; +161.474), per un totale di 1.194.688 tonnellate.
Nella categoria “automezzi”, si segnala la crescita dell’8,3% (+15.390) delle “auto in polizza” per un totale di 200.969 auto movimentate. Segnali positivi dal porto di Fiumicino che registra un costante aumento (+10,6%) del traffico complessivo, costituito essenzialmente dai prodotti raffinati che servono l’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino, che superano i 3,4 milioni di tonnellate totali (3.414.153). Nel porto di Gaeta si evidenzia l'incremento del 17,8% delle merci solide (782.377 tonnellate totali) che bilanciano il calo del 10,8% delle merci liquide e contribuiscono, così, a mantenere sostanzialmente stabile il traffico complessivo del porto gaetano che, in totale, movimenta 1.799.438 tonnellate.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, ha presentato stamane alla Camera la proposta di riforma della legge 54/2006 sull’affidamento condiviso dei minori. L’iniziativa, promossa, con il contributo della senatrice Paola Binetti, mira a correggere le criticità della normativa vigente che, in molti casi, ha esposto i bambini al rischio di rimanere in contatto con genitori maltrattanti. “Nel 2023 le Forze di Polizia -spiega una nota- hanno ricevuto oltre 13.700 richieste di intervento per violenza domestica e negli ultimi cinque anni 427.000 minori sono stati esposti a maltrattamenti. In circa il 42% dei casi le violenze si sono consumate alla presenza dei bambini, con conseguenze devastanti sul loro sviluppo psicologico ed emotivo”.
“La proposta di legge punta a introdurre criteri più stringenti per l’affidamento, prevedendo l'affido esclusivo al genitore non violento nei casi di maltrattamento, il divieto dell’utilizzo della Sindrome di alienazione parentale (Pas) nei tribunali e procedure d’urgenza per la tutela dei minori”.
“La sicurezza dei bambini deve venire prima di qualsiasi principio astratto di bigenitorialità evitando che vengano affidati a genitori violenti” ha affermato Cesa, sottolineando l’importanza di una riforma che garantisca ai minori un futuro protetto. “Da sempre impegnati nella difesa della dignità della famiglia sottolineiamo l'urgenza di proteggere i figli da ogni situazioni di abuso” ha aggiunto Binetti, sostenendo che la famiglia deve restare un luogo di amore e crescita e non di paura e coercizione.