L’ascesa di Flavio Tosi, il leghista eretico che disturba i fedeli di Bossi
Domenica, il candidato del sindaco di Verona alla guida provinciale del Carroccio ha sbaragliato i rivali vicini al Senatùr. Ma dal territorio, la forza del primo cittadino scaligero si sta espandendo, complici la notorietà televisiva e gli atteggiamenti filo-istituzionali degli ultimi mesi. E nel partito c'è chi giura che lui miri a scavalcare i luogotenenti di Bossi per puntare alla successione
E’ solo questione di tempo, ma con Flavio Tosi tutta la Lega Nord presto o tardi dovrà fare i conti. Lui, intanto, ha cominciato a farseli per bene domenica a casa sua. Mentre Bossi perdeva sindaci, province e voti in Lombardia e Piemonte, lui vinceva a mani basse in un congresso provinciale bulgaro. Non solo perché s’è tenuto a porte chiuse – una cosa che non s’era mai vista prima nel movimento padano alle prese con gli spifferi del dissenso – ma anche per la vittoria schiacciante (più del doppio dei voti) del suo candidato.
Paolo Paternoster, presidente della municipalizzata di Verona ha surclassato il vice capogruppo alla Camera Alessandro Montagnoli, candidato ufficiale dei bossiani, che non sono nemmeno riusciti a far eleggere un loro delegato nel direttivo. Uno schiaffo per Gian Paolo Gobbo, il segretario veneto fedelissimo soldato di Bossi che pensava di riuscire a porre un argine allo strapotere di Tosi.
Un messaggio forte e chiaro da affidare all’ambasciatore Federico Bricolo, capogruppo al Senato del Carroccio, perché lo trasmetta nell’ormai famoso “cerchio magico” del Senatùr. Tosi non freme e non scalpita, è un’attendista che, smesse definitivamente le irruenze giovanili e verbali, ha imparato a coltivare la pazienza. E infatti il sindaco che non ha paura di distinguersi con dichiarazioni e comportamenti borderline rispetto all’ortodossia padana, non si danna più di tanto se proprio Gobbo e Bricolo continuano a rimandare l’indizione dei congressi di Treviso e Padova, necessari per concludere l’iter che porterà all’assise regionale per la nuova leadership della Liga Veneta. Movimento federato alla Lega, ma sempre subalterno al fiuto oggi un po’ appannato di Bossi. Una conta che i vertici al momento non vogliono affrontare, temendo i numeri di Tosi e i suoi. Meglio procrastinare finché non si trova un altro nome in grado di contrastare l’astro nascente veronese, magari confidando che sia proprio l’indefinita attesa a logorarlo. Oppure che anche lui inciampi in uno scivolone in diretta nazionale, mentre siede a scelta al Tg3 o da Gad Lerner “colpevoli” di averlo sdoganato come volto di un’altra Lega dialogante.
A Tosi, sotto le mentite spoglie di semplice sindaco di una città bella e importante ma certamente non centrale nei destini di una nazione, alcuni non perdonano il profilo politico che si è andato costruendo fuori dai percorsi ufficiali di partito. Essersi accreditato come una sorta di voce ufficiale ma alternativa della Lega, consultata da media e politica con la stessa frequenza che si riserva solo al leader. Ma anche la relazione stabilita in tempi non sospetti col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 19 giugno sarà per l’ennesima volta ospite del sindaco, anche a costo di sfidare apertamente via Bellerio sul tricolore e l’inno di Mameli. Non è sfuggito che al Capo dello Stato si sia poi dovuto allineare anche Bossi negli ultimi mesi, quasi che a dettare la linea politica sia diventato ora il municipio di Verona dell’ambizioso sindaco non-sindaco, osservano i maligni.
Lui, che al solito non andrà a Pontida a giugno, né a Venezia a settembre, sta chiuso in quello che sarà il suo ufficio ancora per i prossimi dodici mesi. Il prossimo anno nella città scaligera si vota, ma nei piani di Tosi ci sono ben altre successioni da preparare che non quella a se stesso o al solo Gobbo.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Luisa Morgantini è stata rilasciata insieme al giornalista de Il Sole 24 Ore dopo essere stati fermati in Cisgiordania dalle truppe israeliane . È una buona notizia che tuttavia non cancella la vergogna dei metodi usati contro attivisti e giornalisti stranieri dalle autorità israeliane". Lo dicono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, di Avs, quest’ultimo ha parlato poco fa direttamente con Morgantini che insieme a Roberto Bongiorni è in attesa che le autorità israeliane liberino i due accompagnatori palestinesi ancora in stato di fermo.
"I fermi, le prevaricazioni e le infinite attese per fare qualsiasi cosa sono il loro modo di agire per scoraggiare chiunque chieda diritti per il popolo palestinese. Ringraziamo i funzionari della Farnesina e il personale diplomatico italiano in Israele che si è impegnata in tutte queste ore per il loro rilascio. Luisa non si è mai fermata - concludono - e non lo farà neanche stavolta. Nemmeno noi".
Milano, 30 gen. (Adnkronos) - In un'informativa della Guardia di finanza di Milano, tra gli atti che fanno parte del fascicolo del processo contro Chiara Ferragni - imputata per truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali 'Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni' (Natale 2022) e 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate (Pasqua 2021 e 2022) - emergono una serie di mail in cui si evince il malumore su come il team dell'imprenditrice digitale sembra voler gestire la comunicazione sugli accordi commerciali raggiunti. In una mail dell'azienda dolciaria di Cerealitalia si evidenzia come la dicitura 'acquistate l'uovo per sostenere' sarebbe "fuorviante in quanto passerebbe l'errato concetto che acquistando l'uovo si sostiene la causa benefica", mentre in realtà il numero dei prodotti venduti nulla c'entra con la somma destinata all'ente di sostegno per bambini.
Ancora più esplicite le mail in casa Balocco dopo il contrasto con il team di Chiara Ferragni è esplicito. "Mi verrebbe da rispondere 'in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante...'" scrive una dipendente all'amministratrice delegata Alessandra Balocco (indagata) che replica: "Hai perfettamente ragione. Si attribuiscono meriti che non hanno, ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno". E chi cura la comunicazione mette in allarme l'azienda dolciaria di Cuneo. "Chiara Ferragni si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto. (...) Alla faccia del nuovo Natale rosa e stiloso, insomma. Fate molta attenzione".
E le paure diventano realtà quando le denunce portano all'apertura di un fascicolo in procura e alla perquisizione della Guardia di finanza nelle aziende Ferragni. Nell'informativa viene evidenziato un messaggio Whatsapp inviato al personale: "Avviso importante. Fabio (Damato ex braccio destro dell'imprenditrice digitale, ndr) mi ha chiesto di avvisarvi di non andare in ufficio in Tbs, sia noi dell'ufficio sia chi aveva meeting con lui. C'è la Guardia di finanza e stanno interrogando parte del team". E ancora: "Ragazzi anche chi sta andando in Fenice non andate in ufficio. Sono arrivati anche li, Fabio non vuole che inizino a interrogare tutti".
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Sono un garantista, non ho mai chiesto dimissioni. Sull'opportunità è una scelta che spetta alla ministra Santanchè, alla sua sensibilità, non devo dirglielo io". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Santanchè.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "C'è molta propaganda politica, legittima, da parte della segretaria del Pd. La sinistra non può dare lezioni, ripresero loro Ocalan con rullo di tamburi all'aeroporto". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Almasri.
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Non vorrei ci fosse un attacco politico anche con il sostengo di qualcun'altro, all'estero. Non va bene, si fa anche un danno di immagine al nostro Paese, finire su tutti i giornali stranieri come se metà dei membri del governo fossero dei pericolosi criminali indagati". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Almasri.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Si poteva aspettare forse qualche giorno, valutare meglio, perché tanta fretta? A pensare male ogni tanto si fa bene". Lo ha detto Antonio Tajani, a 'Dritto e rovescio', sulla comunicazione del Procuratore Lo Voi alla premier e ai ministri sul caso Almasri.
"La stragrande maggioranza dei magistrati non credo la pensi come chi vuole travalicare il propri potere e attaccare il governo. Ma è storia antica", ha aggiunto il ministro degli Esteri.
Roma, 30 feb (Adnkronos) - "La Meloni oggi parla della vicenda Almasri a un evento con imprenditori. Torna ad attaccare la magistratura e a fare la vittima. Insomma dopo i social, ora la platea amica, parla dappertutto tranne che in Parlamento. A Meloni fa fatica soprattutto la democrazia". Lo dice Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.
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Politica
L’ascesa di Flavio Tosi, il leghista eretico
che disturba i fedeli di Bossi
Domenica, il candidato del sindaco di Verona alla guida provinciale del Carroccio ha sbaragliato i rivali vicini al Senatùr. Ma dal territorio, la forza del primo cittadino scaligero si sta espandendo, complici la notorietà televisiva e gli atteggiamenti filo-istituzionali degli ultimi mesi. E nel partito c'è chi giura che lui miri a scavalcare i luogotenenti di Bossi per puntare alla successione
E’ solo questione di tempo, ma con Flavio Tosi tutta la Lega Nord presto o tardi dovrà fare i conti. Lui, intanto, ha cominciato a farseli per bene domenica a casa sua. Mentre Bossi perdeva sindaci, province e voti in Lombardia e Piemonte, lui vinceva a mani basse in un congresso provinciale bulgaro. Non solo perché s’è tenuto a porte chiuse – una cosa che non s’era mai vista prima nel movimento padano alle prese con gli spifferi del dissenso – ma anche per la vittoria schiacciante (più del doppio dei voti) del suo candidato.
Paolo Paternoster, presidente della municipalizzata di Verona ha surclassato il vice capogruppo alla Camera Alessandro Montagnoli, candidato ufficiale dei bossiani, che non sono nemmeno riusciti a far eleggere un loro delegato nel direttivo. Uno schiaffo per Gian Paolo Gobbo, il segretario veneto fedelissimo soldato di Bossi che pensava di riuscire a porre un argine allo strapotere di Tosi.
Un messaggio forte e chiaro da affidare all’ambasciatore Federico Bricolo, capogruppo al Senato del Carroccio, perché lo trasmetta nell’ormai famoso “cerchio magico” del Senatùr. Tosi non freme e non scalpita, è un’attendista che, smesse definitivamente le irruenze giovanili e verbali, ha imparato a coltivare la pazienza. E infatti il sindaco che non ha paura di distinguersi con dichiarazioni e comportamenti borderline rispetto all’ortodossia padana, non si danna più di tanto se proprio Gobbo e Bricolo continuano a rimandare l’indizione dei congressi di Treviso e Padova, necessari per concludere l’iter che porterà all’assise regionale per la nuova leadership della Liga Veneta. Movimento federato alla Lega, ma sempre subalterno al fiuto oggi un po’ appannato di Bossi. Una conta che i vertici al momento non vogliono affrontare, temendo i numeri di Tosi e i suoi. Meglio procrastinare finché non si trova un altro nome in grado di contrastare l’astro nascente veronese, magari confidando che sia proprio l’indefinita attesa a logorarlo. Oppure che anche lui inciampi in uno scivolone in diretta nazionale, mentre siede a scelta al Tg3 o da Gad Lerner “colpevoli” di averlo sdoganato come volto di un’altra Lega dialogante.
A Tosi, sotto le mentite spoglie di semplice sindaco di una città bella e importante ma certamente non centrale nei destini di una nazione, alcuni non perdonano il profilo politico che si è andato costruendo fuori dai percorsi ufficiali di partito. Essersi accreditato come una sorta di voce ufficiale ma alternativa della Lega, consultata da media e politica con la stessa frequenza che si riserva solo al leader. Ma anche la relazione stabilita in tempi non sospetti col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che il 19 giugno sarà per l’ennesima volta ospite del sindaco, anche a costo di sfidare apertamente via Bellerio sul tricolore e l’inno di Mameli. Non è sfuggito che al Capo dello Stato si sia poi dovuto allineare anche Bossi negli ultimi mesi, quasi che a dettare la linea politica sia diventato ora il municipio di Verona dell’ambizioso sindaco non-sindaco, osservano i maligni.
Lui, che al solito non andrà a Pontida a giugno, né a Venezia a settembre, sta chiuso in quello che sarà il suo ufficio ancora per i prossimi dodici mesi. Il prossimo anno nella città scaligera si vota, ma nei piani di Tosi ci sono ben altre successioni da preparare che non quella a se stesso o al solo Gobbo.
di Massimiliano Crosato
Il potere dei segreti
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La Lega ora resta in silenzio. Il sindaco di Varese: “Io premiato perché non ho insultato”
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"I fermi, le prevaricazioni e le infinite attese per fare qualsiasi cosa sono il loro modo di agire per scoraggiare chiunque chieda diritti per il popolo palestinese. Ringraziamo i funzionari della Farnesina e il personale diplomatico italiano in Israele che si è impegnata in tutte queste ore per il loro rilascio. Luisa non si è mai fermata - concludono - e non lo farà neanche stavolta. Nemmeno noi".
Milano, 30 gen. (Adnkronos) - In un'informativa della Guardia di finanza di Milano, tra gli atti che fanno parte del fascicolo del processo contro Chiara Ferragni - imputata per truffa continuata e aggravata in relazione alle operazioni commerciali 'Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni' (Natale 2022) e 'Uova di Pasqua Chiara Ferragni - sosteniamo i Bambini delle Fate (Pasqua 2021 e 2022) - emergono una serie di mail in cui si evince il malumore su come il team dell'imprenditrice digitale sembra voler gestire la comunicazione sugli accordi commerciali raggiunti. In una mail dell'azienda dolciaria di Cerealitalia si evidenzia come la dicitura 'acquistate l'uovo per sostenere' sarebbe "fuorviante in quanto passerebbe l'errato concetto che acquistando l'uovo si sostiene la causa benefica", mentre in realtà il numero dei prodotti venduti nulla c'entra con la somma destinata all'ente di sostegno per bambini.
Ancora più esplicite le mail in casa Balocco dopo il contrasto con il team di Chiara Ferragni è esplicito. "Mi verrebbe da rispondere 'in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante...'" scrive una dipendente all'amministratrice delegata Alessandra Balocco (indagata) che replica: "Hai perfettamente ragione. Si attribuiscono meriti che non hanno, ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno". E chi cura la comunicazione mette in allarme l'azienda dolciaria di Cuneo. "Chiara Ferragni si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto. (...) Alla faccia del nuovo Natale rosa e stiloso, insomma. Fate molta attenzione".
E le paure diventano realtà quando le denunce portano all'apertura di un fascicolo in procura e alla perquisizione della Guardia di finanza nelle aziende Ferragni. Nell'informativa viene evidenziato un messaggio Whatsapp inviato al personale: "Avviso importante. Fabio (Damato ex braccio destro dell'imprenditrice digitale, ndr) mi ha chiesto di avvisarvi di non andare in ufficio in Tbs, sia noi dell'ufficio sia chi aveva meeting con lui. C'è la Guardia di finanza e stanno interrogando parte del team". E ancora: "Ragazzi anche chi sta andando in Fenice non andate in ufficio. Sono arrivati anche li, Fabio non vuole che inizino a interrogare tutti".
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Sono un garantista, non ho mai chiesto dimissioni. Sull'opportunità è una scelta che spetta alla ministra Santanchè, alla sua sensibilità, non devo dirglielo io". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Santanchè.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "C'è molta propaganda politica, legittima, da parte della segretaria del Pd. La sinistra non può dare lezioni, ripresero loro Ocalan con rullo di tamburi all'aeroporto". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Almasri.
Roma, 30 gen. (Adnkronos) - "Non vorrei ci fosse un attacco politico anche con il sostengo di qualcun'altro, all'estero. Non va bene, si fa anche un danno di immagine al nostro Paese, finire su tutti i giornali stranieri come se metà dei membri del governo fossero dei pericolosi criminali indagati". Lo ha detto Antonio Tajani a 'Dritto e rovescio' sul caso Almasri.
Roma, 30 gen (Adnkronos) - "Si poteva aspettare forse qualche giorno, valutare meglio, perché tanta fretta? A pensare male ogni tanto si fa bene". Lo ha detto Antonio Tajani, a 'Dritto e rovescio', sulla comunicazione del Procuratore Lo Voi alla premier e ai ministri sul caso Almasri.
"La stragrande maggioranza dei magistrati non credo la pensi come chi vuole travalicare il propri potere e attaccare il governo. Ma è storia antica", ha aggiunto il ministro degli Esteri.
Roma, 30 feb (Adnkronos) - "La Meloni oggi parla della vicenda Almasri a un evento con imprenditori. Torna ad attaccare la magistratura e a fare la vittima. Insomma dopo i social, ora la platea amica, parla dappertutto tranne che in Parlamento. A Meloni fa fatica soprattutto la democrazia". Lo dice Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati.