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Ryanair, Berlusconi testimonial involontario Lo spot: “Una scappatella per tirarmi su”

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Lo spot sul sito italiano della compagnia aerea irlandese low cost

Una foto raffigura la coppia Umberto Bossi e Silvio Berlusconi alla Camera. In uno dei momenti migliori della loro storia: quando un premier affranto si batte una mano sulla fronte e trova al suo fianco il fedele alleato, che gli indirizza uno sguardo preoccupato ma premuroso al tempo stesso. E’ l’immagine scelta dalla compagnia aerea irlandese Ryanair che così, nel suo sito italiano, pubblicizza le nuove offerte. Sopra la testa del Cavaliere compare un fumetto: “…Solo una cosa mi tirerebbe su in questo momento!”. “Una scappatella con Ryanair” a tot euro, riporta lo spot.

E non è la prima volta che la compagnia low cost ironizza sulla vicende di casa nostra per farsi pubblicità. “Paga le tasse! Non per i rifiuti ma per scappare via” recitava un’inserzione comparsa nel 2008 sul quotidiano ‘Il Messaggero’. Il riferimento, ovviamente, era ai rifiuti di Napoli, allora come oggi uno dei temi caldi dell’attualità nazionale. Sempre nello stesso anno, a campeggiare sulle pubblicità della compagnia era stato ancora Umberto Bossi. O meglio, il suo terzo dito alzato. Era il periodo della crisi di Alitalia, quando le vicende della compagnia di bandiera occupavano la politica e i giornali. Ryanair ne approfittò: “Il governo supporta le alte tariffe di Alitalia” e così frega i passeggeri italiani. A cui era rivolto – nella fantasia dei pubblicitari – il dito medio del Senatur. Un anno prima, nel 2007, a ispirare l’operatore irlandese per la sua campagna italiana erano stati i guai fiscali del pilota Valentino Rossi. “Ritorno a casa con Ryanair… e devo solo pagare le tasse!”, stava scritto in un fumetto sopra la faccia del campione.

Nel corso degli anni, nel mirino del fantasioso operatore sono finiti però anche i rappresentanti politici di altri Paesi. Dallo spagnolo José Luis Rodríguez Zapatero alla coppia presidenziale francese Nicolas SarkozyCarla Bruni, passando persino per il papa Bendetto XVI. L’italia, che batte tutti per la quantità di testimonial involontari, ispira solo un po’ di più degli altri.

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