La Tav e i lavori della linea Torino-Lione non saranno militarizzati. Ieri è arrivato il niet: l’esercito non verrà impiegato perché “le forze dell’ordine hanno le risorse necessarie per il presidio”, ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo una riunione nella prefettura del capoluogo piemontese. Il capo del Viminale ha incontrato il governatore Roberto Cota e il sindaco di Torino Piero Fassino nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza per discutere con loro dell’ordine pubblico in vista dell’inizio dei cantieri in Val di Susa. Quella di Maroni non è però una resa: “Nei prossimi giorni il prefetto e il questore di Torino concerteranno le misure necessarie per consentire l’inizio dei lavori”.
La richiesta dell’intervento militare si era fatta più forte dopo il proiettile recapitato al deputato Pd Stefano Esposito e le minacce al collega Giorgio Merlo, due politici “Sì Tav”. Sono stati loro a chiedere, il 24 maggio scorso, una soluzione forte a difesa dei cantieri dopo la sassaiola notturna a La Maddalena di Chiomonte, dove devono essere fatti i sondaggi geognostici: “Di fronte alla violenza e alla guerriglia in Val Susa patrocinata da settori, seppur minoritari, dei No Tav forse è opportuno riprendere la proposta – da noi già avanzata tempo fa – di creare un sito nazionale di interesse strategico o sito militare capace di favorire il decollo normale del cantiere della Torino-Lione”.
Cosa significhi “sito nazionale di interesse strategico o sito militare” lo spiega lo stesso Esposito: “È quello istituito durante la crisi della spazzatura a Napoli. Per intenderci, si tratta di luoghi trattati come caserme: la pena se assalti una caserma è più grave di quella per un assalto a un terreno privato. La responsabilità di questo sito va a un prefetto o commissario ad hoc e, nel caso in cui fosse ritenuto necessario, potrebbe essere utilizzato l’esercito per il presidio interno, non per l’ordine pubblico”. La questione poteva essere spiegata meglio prima, e lui dice di averlo fatto. Due settimane dopo il primo appello, il 3 giugno, i due parlamentari hanno invitato Maroni “a rompere il silenzio e a dare alle forze dell’ordine e ai funzionari pubblici un segnale preciso sulla totale copertura politica ed istituzionale delle operazioni che porranno in essere nei prossimi giorni”. Poi, sabato, sono arrivate le minacce, un fatto che ha spinto il Pd a far quadrato: domenica il segretario regionale Gianfranco Morgando affermava che “se sarà necessario dichiarare Chiomonte zona di interesse strategico-militare, il Partito democratico sarà d’accordo”.
A queste richieste rispondeva lunedì il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto (Pdl): “Se qualcuno chiede alle forze armate di intervenire, loro interverranno”. Mercoledì il Movimento 5 Stelle invitava tutti ad abbassare i toni, rivolgendosi soprattutto a Esposito. “Un politico responsabile, di fronte a presunte minacce di origine tuttora ignota, avrebbe mantenuto la calma e la riservatezza attendendo i riscontri delle indagini, invece di spararle su tutti i giornali per alzare la tensione”. Dietro gli avvertimenti, gli allarmi e le dichiarazioni di solidarietà i grillini vedono “una precisa strategia della tensione del Pd per arrivare allo scontro violento in Valsusa”.
La risposta a chi vuole l’esercito per presidiare i cantieri l’ha fornita Maroni, il quale ha però spiegato che non sarà tollerata alcuna forma di violenza: “La contrasteremo con ogni mezzo”. “Si è assunto una responsabilità precisa – afferma Esposito -, ha detto delle parole chiare. Resto preoccupato della recrudescenza violenta. Chi vuole la Tav sta dalla parte della legge, chi protesta civilmente pure, ma chi lancia i sassi è fuorilegge. Alcuni invasati pensano di essere nuovi resistenti”. Per il consigliere comunale del M5S Vittorio Bertola: “Se Maroni è quello ragionevole abbiamo una misura della situazione, con politici – tra cui quelli del Pd – che sono oltre le linee e incitano alla violenza”. Nel frattempo un’altra lettera e un altro proiettile sono arrivati a Esposito, mentre davanti alla casa del segretario regionale Pd compariva la scritta: “Morgando fascista, no ai militari in Val di Susa”, segnale che i toni non si placano. “Noi abbiamo proposto occasioni per abbassare la tensione – dice Bertola – invitando a una visita al presidio No Tav a Chiomonte, ma nessuno ha aderito. I politici devono cercare il dialogo e trovare soluzioni pacifiche, non invocare l’uso della forza”. Per il movimento la soluzione è riaprire il dialogo sulla necessità dell’opera: “In dieci anni non c’è mai stato veramente. La situazione è esasperata e noi ci siamo offerti con gli amministratori della Valsusa come interlocutori per il dialogo, una specie di ‘caschi blu’, ma non ci riconoscono in questo ruolo istituzionale”, conclude.
Cronaca
Proteste no Tav, nessuna militarizzazione
Ma la tensione inizia a salire
Il Viminale ha annunciato ieri che "le forze dell'ordine hanno le risorse necessarie per il presidio". La situazione in Val di Susa davanti ai presidi dei cantieri però inizia a farsi calda. Giorni fa è stata recapitata una busta con proiettile a un politico Pd a favore dei lavori
La Tav e i lavori della linea Torino-Lione non saranno militarizzati. Ieri è arrivato il niet: l’esercito non verrà impiegato perché “le forze dell’ordine hanno le risorse necessarie per il presidio”, ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo una riunione nella prefettura del capoluogo piemontese. Il capo del Viminale ha incontrato il governatore Roberto Cota e il sindaco di Torino Piero Fassino nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza per discutere con loro dell’ordine pubblico in vista dell’inizio dei cantieri in Val di Susa. Quella di Maroni non è però una resa: “Nei prossimi giorni il prefetto e il questore di Torino concerteranno le misure necessarie per consentire l’inizio dei lavori”.
La richiesta dell’intervento militare si era fatta più forte dopo il proiettile recapitato al deputato Pd Stefano Esposito e le minacce al collega Giorgio Merlo, due politici “Sì Tav”. Sono stati loro a chiedere, il 24 maggio scorso, una soluzione forte a difesa dei cantieri dopo la sassaiola notturna a La Maddalena di Chiomonte, dove devono essere fatti i sondaggi geognostici: “Di fronte alla violenza e alla guerriglia in Val Susa patrocinata da settori, seppur minoritari, dei No Tav forse è opportuno riprendere la proposta – da noi già avanzata tempo fa – di creare un sito nazionale di interesse strategico o sito militare capace di favorire il decollo normale del cantiere della Torino-Lione”.
Cosa significhi “sito nazionale di interesse strategico o sito militare” lo spiega lo stesso Esposito: “È quello istituito durante la crisi della spazzatura a Napoli. Per intenderci, si tratta di luoghi trattati come caserme: la pena se assalti una caserma è più grave di quella per un assalto a un terreno privato. La responsabilità di questo sito va a un prefetto o commissario ad hoc e, nel caso in cui fosse ritenuto necessario, potrebbe essere utilizzato l’esercito per il presidio interno, non per l’ordine pubblico”. La questione poteva essere spiegata meglio prima, e lui dice di averlo fatto. Due settimane dopo il primo appello, il 3 giugno, i due parlamentari hanno invitato Maroni “a rompere il silenzio e a dare alle forze dell’ordine e ai funzionari pubblici un segnale preciso sulla totale copertura politica ed istituzionale delle operazioni che porranno in essere nei prossimi giorni”. Poi, sabato, sono arrivate le minacce, un fatto che ha spinto il Pd a far quadrato: domenica il segretario regionale Gianfranco Morgando affermava che “se sarà necessario dichiarare Chiomonte zona di interesse strategico-militare, il Partito democratico sarà d’accordo”.
A queste richieste rispondeva lunedì il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto (Pdl): “Se qualcuno chiede alle forze armate di intervenire, loro interverranno”. Mercoledì il Movimento 5 Stelle invitava tutti ad abbassare i toni, rivolgendosi soprattutto a Esposito. “Un politico responsabile, di fronte a presunte minacce di origine tuttora ignota, avrebbe mantenuto la calma e la riservatezza attendendo i riscontri delle indagini, invece di spararle su tutti i giornali per alzare la tensione”. Dietro gli avvertimenti, gli allarmi e le dichiarazioni di solidarietà i grillini vedono “una precisa strategia della tensione del Pd per arrivare allo scontro violento in Valsusa”.
La risposta a chi vuole l’esercito per presidiare i cantieri l’ha fornita Maroni, il quale ha però spiegato che non sarà tollerata alcuna forma di violenza: “La contrasteremo con ogni mezzo”. “Si è assunto una responsabilità precisa – afferma Esposito -, ha detto delle parole chiare. Resto preoccupato della recrudescenza violenta. Chi vuole la Tav sta dalla parte della legge, chi protesta civilmente pure, ma chi lancia i sassi è fuorilegge. Alcuni invasati pensano di essere nuovi resistenti”. Per il consigliere comunale del M5S Vittorio Bertola: “Se Maroni è quello ragionevole abbiamo una misura della situazione, con politici – tra cui quelli del Pd – che sono oltre le linee e incitano alla violenza”. Nel frattempo un’altra lettera e un altro proiettile sono arrivati a Esposito, mentre davanti alla casa del segretario regionale Pd compariva la scritta: “Morgando fascista, no ai militari in Val di Susa”, segnale che i toni non si placano. “Noi abbiamo proposto occasioni per abbassare la tensione – dice Bertola – invitando a una visita al presidio No Tav a Chiomonte, ma nessuno ha aderito. I politici devono cercare il dialogo e trovare soluzioni pacifiche, non invocare l’uso della forza”. Per il movimento la soluzione è riaprire il dialogo sulla necessità dell’opera: “In dieci anni non c’è mai stato veramente. La situazione è esasperata e noi ci siamo offerti con gli amministratori della Valsusa come interlocutori per il dialogo, una specie di ‘caschi blu’, ma non ci riconoscono in questo ruolo istituzionale”, conclude.
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Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.
(Adnkronos) - "La scomparsa di Fulco mi addolora profondamente. Con lui ho condiviso anni di passione e impegno per la tutela dell’ambiente: io come presidente del Wwf Italia dal 1992 al 1998 (e membro del Board internazionale con il principe Filippo), lui come figura guida e poi presidente onorario dell’associazione, dopo la breve parentesi politica che lo aveva tenuto lontano. Fulco è stato un punto di riferimento per tutti noi che ci siamo dedicati alla salvaguardia della natura. Le sue idee, la sua capacità di coinvolgere e di trasmettere amore per la biodiversità resteranno un esempio prezioso". Lo afferma Grazia Francescato, già presidente dei Verdi e del Wwf Italia, ricordando Fulco Pratesi.
"Insieme -ricorda- abbiamo sognato e lavorato per un mondo più giusto e sostenibile, dividendoci persino la stessa scrivania pur di coordinare al meglio le nostre iniziative. In questo momento di grande tristezza voglio ricordarlo come un uomo coerente e generoso, che non ha mai smesso di credere nella forza delle idee e nell’importanza di agire in difesa del nostro pianeta. Ai suoi familiari e a tutti coloro che gli hanno voluto bene va il mio sentito cordoglio. Fulco resterà sempre nel mio cuore e in quello di tutti coloro che l’hanno conosciuto e hanno collaborato con lui. Il suo insegnamento e la sua dedizione alla natura continueranno a ispirare il nostro lavoro e le prossime generazioni".
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Vicinanza e solidarietà da parte di Fratelli d’Italia alle forze dell’ordine che anche oggi sono state bersaglio di violenze ingiustificate da parte dei soliti professionisti della violenza ormai sempre più coccolati dalla sinistra locale, che questa volta hanno cercato di colpire la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico dell'Università bolognese alla presenza del ministro Bernini e al rettore, a cui va la nostra vicinanza”. Così Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.