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Ammazziamo il porcellum, l’idea
di un referendum per abolire le liste bloccate

La proposta è stata lanciata da Valigia e Libertà e Giustizia. L'obiettivo dei promotori è quello di stilare un database dei partiti che si impegnano a cambiare questa legge e a coinvolgere i cittadini nella compilazione delle liste elettorali
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“Vi è piaciuto il quorum? Bene, ora ammazziamo il porcellum”. Non è una minaccia al ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, ma un invito alla mobilitazione che arriva dalla società civile. Come a dire, non adagiarsi sugli allori, che di cose da fare ce ne sono ancora tante.

E’ questa la filosofia con cui è nato www.ridatecilanostrademocrazia.it, l’”appello permanente” lanciato da Valigia Blu e da Libertà e Giustizia per cambiare la legge elettorale. “Ridateci la sovranità che ci appartiene, perché vogliamo riprenderci il diritto di scegliere chi ci rappresenta in Parlamento” si legge nelle pagine del sito internet creato in questi giorni.

Una iniziativa che si inserisce nel solco tracciato da “Mai più alle urne con questa legge” l’appello di Libertà e Giustizia lanciato a giugno scorso, che portò in piazza migliaia di cittadini inveleniti contro la creatura elettorale del ministro leghista. Ma che ora sa di poter contare su un fermento nuovo, quello che ha portato alla batosta del centrodestra alle amministrative e soprattutto, al raggiungimento del quorum nella ultima tornata referendaria.

“Noi siamo realisti – spiega al fattoquotidiano.it Arianna Ciccone, responsabile di Valigia Blu, tra le animatrici dell’iniziativa – sappiamo che alle prossime elezioni, che siano nel 2012 o nel 2013, non andremo con una nuova legge elettorale. Ma allo stesso tempo vogliamo lanciare un messaggio forte, dire che vogliamo il nostro diritto di eleggere i nostri rappresentanti, possibilità che ora come ora ci è stata sottratta”. Per questo l’idea del sito e della pagina facebook “Ridateci la nostra democrazia”, che ha raggiunto i 30mila fan.

“Una delle iniziative – continua Arianna – è l’appello a Giorgio Napolitano, non perché faccia qualcosa, sappiamo che non è in suo potere, ma perché dia un messaggio di sostegno a questa mobilitazione dal basso. Per ora abbiamo raggiunto le 3mila firme”. E siccome, appunto, il cambiamento della legge entro le prossime elezioni è davvero poco probabile, il movimento ha deciso di adottare un’altra strada, ovvero la certificazione di voto per i partiti “No Porcellum”. Cosa vuol dire? “Vuol dire – spiega Arianna – che stileremo un database dei partiti che si impegnano a cambiare questa legge e a coinvolgere i cittadini nella compilazione delle liste elettorali, con primarie a tutti i livelli. Insomma, ci sono la Dop e la Doc? Ecco anche questo è una specie di marchio di garanzia per i nostri politici”.

L’iniziativa non vuole essere “contro” i partiti e la politica, insomma, ma di ausilio e di controllo, nelle intenzioni degli organizzatori. “D’altra parte per esempio – dice Ciccone – il PD per il momento ha mostrato di essere sensibile al tema”. A scanso di equivoci, i cittadini e gli animatori del NoPorcellum hanno deciso di non limitarsi alla rete e farsi vedere direttamente anche davanti ai palazzi della politica. Per questo dalla settimana prossima saranno davanti a Montecitorio per cominciare la loro opera di schedatura dei deputati. Strumento scelto: le interviste dal basso, che poi saranno caricate in video sulla rete. Chissà se Calderoli si farà vedere.

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