Marco Milanese, il consigliere politico del ministro dell’Economia, si è dimesso dall’incarico. Lo fa, spiega in una nota, per “salvaguardare” l’ufficio dalle polemiche sollevate da quella che definisce una “doverosa testimonianza”.
In considerazione “delle ultime vicende che vedono coinvolti altissimi ufficiali della Guardia di Finanza in un’indagine della Procura della Repubblica di Napoli e che mi vedono interessato quale persona informata sui fatti“, si legge nel comunicato, “ritengo opportuno rassegnare le dimissioni da consigliere politico del ministro dell’Economia e delle Finanze al fine di salvaguardare l’importante ufficio dalle polemiche sollevate da una doverosa testimonianza, in un momento così delicato per la stabilità economica e politica del paese”.
“Il parlamentare del Pdl Marco Milanese non è indagato nell’indagine sulla P4”, spiega il suo avvocato Bruno Larosa sottolineando che il suo assistito “ha fatto soltanto il suo dovere”. Milanese, afferma il legale, “ha reso le sommarie informazioni testimoniali, che sono ancora secretate, e ha partecipato al confronto con il generale Adinolfi senza alcuna assistenza legale, a differenza dell’altra persona”. Dunque “ha fatto solo il suo dovere di cittadino e per questo sta subendo delle aggressioni verbali”.
Da Sesto Calende, anche il leader della Lega Nord Umberto Bossi interviene con una battuta sullo scandalo della P4: ”La Lega non è coinvolta in porcherie”, risponde il Senatur ai giornalisti. E nell’episodio della fune spezzata sul fiume Ticino in una gara fra militanti della sponda piemontese e quella lombarda, Bossi, vede un “monito a Berlusconi”. Quindi non bisogna tirare troppo la corda? “Sì non bisogna tirarla troppo”, ha confermato il ministro delle Riforme.