Sulla delibera Agcom è guerra, anzi, cyberguerra. Dal 6 luglio un provvedimento emanato dall’Autorità permetterà la chiusura dei siti web che contengono contenuti pirata, e questo senza passare dalla decisione di un giudice. Come sottolineato da una galassia sempre più folta di associazioni, blogger e cittadini, la delibera rischia di prestare il fianco a censure: un contenuto che viola il copyright (per esempio un video) potrebbe essere comunque di pubblico interesse; l’autorità, inoltre, non avrebbe la struttura adeguata per esaminare con attenzione tutte le richieste di rimozione.
Ieri gli hacker del gruppo Anonymous, nati in solidarietà a Wikileaks e molto attivi ultimamente, hanno attaccato il sito dell’Agcom proprio nel nome della libertà della Rete. In particolare, denunciando i rischi che porta con sé il provvedimento, gli hacker lanciano un appello: “Questa normativa dovrebbe entrare in vigore tra pochi giorni e perciò chiediamo l’aiuto di tutti in questa protesta contro misure che minano alle fondamenta il diritto di avere una Rete libera e imparziale”. Ma a cadere vittima di un attacco informatico è stato ieri anche www.sitononraggiungibi le.it ; sito web realizzato dall’associazione Agorà Digitale contro la delibera Agcom. Secondo l’avvocato Fulvio Sarzana, molto attivo nella campagna anti-delibera, l’attacco “è stato diretto principalmente verso la banca dati contenente le e mail delle migliaia di cittadini che hanno sottoscritto l’appello per la moratoria delle regole dell’Agcom”. “Non ci fermeremo, non ci fermeranno” aggiunge Sarzana sul suo blog. Infine, dobbiamo una risposta ad Enzo Mazza, presidente della Fimi e legittimamente schierato – come larghissima parte del mercato – a favore del provvedimento. In riferimento a un articolo pubblicato ieri dal Fatto, Mazza fa presente (in una lettera che potete leggere qui sotto) che già adesso la legislazione italiana consente alla “autorità competente” di “porre fine alle violazioni sulla rete”. È così infatti, come indicato dall’Europa. Ma attualmente la legge non specifica la modalità di tale intervento: fino ad oggi è sempre stato disposto da un giudice. Dal 6 luglio basterà il placet dell’Autorità che, pur essendo soggetto amministrativo, si arrogherà il diritto di entrare nel merito di informazioni e contenuti sensibili pubblicati online.
Il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2011
f.mello@ilfattoquotidiano.it
Ricevo e pubblico qui di seguito la lettera che ci ha inviato Enzo Mazza, Presidente di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e la contro-replica a Mazza di Fulvio Sarzana
Nessuna censura per il web da parte del provvedimento AGCOM
Gentile Federico, ho letto con molta sorpresa l’articolo in merito al Provvedimento AGCOM e ci terrei, come rappresentante di uno dei settori interessati e direi anche più colpiti dal fenomeno della pirateria digitale, a porre l’attenzione su alcuni punti chiave:
1) Il Legislatore si è già espresso più volte, nell’ordine: art. 182-bis della legge 633/1941; art. 14-17 dlgs 70/2003 (commercio elettronico); dlgs 44/2010. Con queste norme il Parlamento ha dato all’Autorità il potere di intervenire. Nello specifico, i poteri inibitori su cui si sta riflettendo, oltre ad aver avuto il placet di larghissima parte del mercato, sono in linea con quanto previsto dal decreto 70 che consentono all’autorità “amministrativa avente funzioni di vigilanza” (cioè in Italia, AGCOM) di agire prontamente per porre fine alle violazioni sulla rete. L’AGCOM è un’autorità indipendente e già opera in materia di risoluzione delle controversie, rispettando i diritti dei soggetti coinvolti attraverso il contradditorio tra le parti. Lo fa in materia radiotelevisiva ad esempio. Perché non potrebbe farlo anche in materia di diritto d’autore? Vi è una copiosa giurisprudenza in cui si precisa che il binario amministrativo e l’intervento del giudice penale non sono escludenti, bensì complementari. E’ assodata la possibilità che norme penali ed amministrative convivano, con funzioni ed effetti diversi nella sfera giuridica del soggetto cui sono irrogate. Quindi, la riserva esclusiva non esiste de iure còndito. Perché dovrebbe esistere per il copyright?
2) Non si sta parlando di comprimere le libertà digitali. Qui lo snodo è bloccare l’illegalità diffusa ed aiutare il mercato legittimo. Inibire quindi quelle (poche) piattaforme web palesemente pirata. Non blog, forum, motori di ricerca, siti personali e quant’altro. Ma pirate-bay, btjunkie, dduniverse, roja-directa, ecc!! Ricordo che in Italia esiste un’identica misura di inibizione per le scommesse online non autorizzate, dunque perché invece per i diritti di proprietà intellettuale questo provvedimento sembra così scandaloso?
3) Stiamo parlando di un provvedimento che giunge in un momento fondamentale per lo sviluppo dell’offerta digitale di musica nel nostro Paese, oggi siamo a quasi il 20% del totale mercato. Ancora troppo poco rispetto a tanti altri paesi d’Europa e del Mondo. Un freno allo sviluppo è certamente rappresentato dalle piattaforme illegali.
Ho preso parte al primo G8 di internet qualche settimana fa. Ci sarà un motivo per cui a livello internazionale è stata condivisa l’opportunità di una governance della rete realmente sostenibile e funzionale anche ai fini di tutelare i nuovi modelli di business che stanno nascendo? L’obiettivo – ritengo condiviso – è quello di creare una rete libera, forte ed aiutare la costruzione di un sano e-Content Market. Non garantire l’illegalità perpetua!
Enzo Mazza
Presidente di FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana
——————–
1) l’AGCOM non ha e non può avere poteri diretti di cancellazione di contenuti sulla rete né di inibizione per i cittadini italiani dai siti esteri.
Il legislatore italiano all’ art 182 bis della legge sul diritto d’autore assegna si la vigilanza all’AGCOM ( in collaborazione con la SIAE peraltro) in materia di diritto d’autore ma tutti i poteri attribuiti all’Autorità dall’art 182 bis della legge sul diritto d’autore prevedono il necessario ricorso alla magistratura senza la possibilità di alcuna valutazione discrezionale e senza alcuna possibilità di istituzione di un meccanismo “parallelo” di attribuzione di responsabilità rispetto a quello già esercitato dal giudice.
2) La vigilanza che Mazza vorrebbe assegnata dal decreto legislativo 70/2003 ( decreto sul commercio elettronico) all’AGCOM non fonda in alcun modo un potere generalizzato di intervento sanzionatorio e inibitorio all’AGCOM e soprattutto deve essere esercitato, in caso di attività di pirateria a scopo di lucro da un altro Organo ovvero il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno, che come è logico in un ordinamento costituzionalmente corretto DEVE riferire alla Magistratura..
3) Interpretando la norma come la vorrebbe Mazza si assegnerebbe all’AGCOM un potere generalizzato di intervento in tutte le fattispecie che hanno a che fare con la rete, dal diritto d’autore, al diritto d’accesso ad internet, alla possibilità di cancellare contenuti sulla rete diffamatori, al diritto all’oblio. Il che equivale a dire che l’intero sistema giudiziario del nostro paese è del tutto inutile perché c’è chi in internet (l’AGCOM) può fare il mestiere della polizia, del pubblico ministero, del giudice presto e meglio e, soprattutto, da solo e senza alcun controllo
4) Il sistema non riguarderà pochi siti ma centinaia di migliaia di siti, di blog, di forum che pubblicano file presuntivamente protetti da diritto d’autore, e lo dimostrano i casi recenti che hanno visti contrapposti in giudizio Yotube e Mediaset.
Per fare un esempio le segnalazioni che arrivano alla sola Youtube per la cancellazione dei file televisivi “postati” dagli utenti sono già nell’ordine delle migliaia, immaginate quante segnalazioni verranno fatte in base a questo “perverso” meccanismo di cancellazione.
5) Ci sarebbe da sorvolare sulle affermazioni di Mazza in ordine all’equiparazione fra diritto d’autore e giochi d’azzardo on line o pedofilia ma poche parole debbono essere spese: in quei casi infatti c’è la certezza dell’illecito che consente la cancellazione.
Nel caso dei giochi d’azzardo c’è per esempio una concessione rilasciata dall’Amministrazione dei monopoli di Stato che stabilisce quali soggetti possano lecitamente fornire sistemi di gioco sulla rete e quali no , mentre nel caso del diritto d’autore sarebbe l’AGCOM che in piena autonomia e in un termine di tempo oggettivamente ridicolo deciderebbe la liceità di una condotta di un blogger, di un sito privato, di un sito UGC, sovrapponendo le proprie competenze a quelle di un Magistrato senza le garanzie che un giusto processo ( costituzionalmente previsto) fornisce a chi sta compiendo un illecito.
Cordialmente
Fulvio Sarzana
Spiace osservare come le affermazioni di Enzo Mazza non corrispondano alla realtà del diritto ma ad interpretazioni “di comodo” delle norme positive del tutto avulse dalla realtà
1) l’AGCOM non ha e non può avere poteri diretti di cancellazione di contenuti sulla rete né di inibizione per i cittadini italiani dai siti esteri.
Il legislatore italiano all’ art 182 bis della legge sul diritto d’autore assegna si la vigilanza all’AGCOM ( in collaborazione con la SIAE peraltro) in materia di diritto d’autore ma tutti i poteri attribuiti all’Autorità dall’art 182 bis della legge sul diritto d’autore prevedono il necessario ricorso alla magistratura senza la possibilità di alcuna valutazione discrezionale e senza alcuna possibilità di istituzione di un meccanismo “parallelo” di attribuzione di responsabilità rispetto a quello già esercitato dal giudice.
2) La vigilanza che Mazza vorrebbe assegnata dal decreto legislativo 70/2003 ( decreto sul commercio elettronico) all’AGCOM non fonda in alcun modo un potere generalizzato di intervento sanzionatorio e inibitorio all’AGCOM e soprattutto deve essere esercitato, in caso di attività di pirateria a scopo di lucro da un altro Organo ovvero il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno, che come è logico in un ordinamento costituzionalmente corretto DEVE riferire alla Magistratura..
3) Interpretando la norma come la vorrebbe Mazza si assegnerebbe all’AGCOM un potere generalizzato di intervento in tutte le fattispecie che hanno a che fare con la rete, dal diritto d’autore, al diritto d’accesso ad internet, alla possibilità di cancellare contenuti sulla rete diffamatori, al diritto all’oblio. Il che equivale a dire che l’intero sistema giudiziario del nostro paese è del tutto inutile perché c’è chi in internet (l’AGCOM) può fare il mestiere della polizia, del pubblico ministero, del giudice presto e meglio e, soprattutto, da solo e senza alcun controllo
4) Il sistema non riguarderà pochi siti ma centinaia di migliaia di siti, di blog, di forum che pubblicano file presuntivamente protetti da diritto d’autore, e lo dimostrano i casi recenti che hanno visti contrapposti in giudizio Yotube e Mediaset.
Per fare un esempio le segnalazioni che arrivano alla sola Youtube per la cancellazione dei file televisivi “postati” dagli utenti sono già nell’ordine delle migliaia, immaginate quante segnalazioni verranno fatte in base a questo “perverso” meccanismo di cancellazione.
5) Ci sarebbe da sorvolare sulle affermazioni di Mazza in ordine all’equiparazione fra diritto d’autore e giochi d’azzardo on line o pedofilia ma poche parole debbono essere spese: in quei casi infatti c’è la certezza dell’illecito che consente la cancellazione.
Nel caso dei giochi d’azzardo c’è per esempio una concessione rilasciata dall’Amministrazione dei monopoli di Stato che stabilisce quali soggetti possano lecitamente fornire sistemi di gioco sulla rete e quali no , mentre nel caso del diritto d’autore sarebbe l’AGCOM che in piena autonomia e in un termine di tempo oggettivamente ridicolo deciderebbe la liceità di una condotta di un blogger, di un sito privato, di un sito UGC, sovrapponendo le proprie competenze a quelle di un Magistrato senza le garanzie che un giusto processo ( costituzionalmente previsto) fornisce a chi sta compiendo un illecito.
Cordialmente
Fulvio Sarzana
www.fulviosarzana.it
Federico Mello
Giornalista
Media & Regime - 29 Giugno 2011
Cyber-guerra sulla delibera
Sulla delibera Agcom è guerra, anzi, cyberguerra. Dal 6 luglio un provvedimento emanato dall’Autorità permetterà la chiusura dei siti web che contengono contenuti pirata, e questo senza passare dalla decisione di un giudice. Come sottolineato da una galassia sempre più folta di associazioni, blogger e cittadini, la delibera rischia di prestare il fianco a censure: un contenuto che viola il copyright (per esempio un video) potrebbe essere comunque di pubblico interesse; l’autorità, inoltre, non avrebbe la struttura adeguata per esaminare con attenzione tutte le richieste di rimozione.
Ieri gli hacker del gruppo Anonymous, nati in solidarietà a Wikileaks e molto attivi ultimamente, hanno attaccato il sito dell’Agcom proprio nel nome della libertà della Rete. In particolare, denunciando i rischi che porta con sé il provvedimento, gli hacker lanciano un appello: “Questa normativa dovrebbe entrare in vigore tra pochi giorni e perciò chiediamo l’aiuto di tutti in questa protesta contro misure che minano alle fondamenta il diritto di avere una Rete libera e imparziale”. Ma a cadere vittima di un attacco informatico è stato ieri anche www.sitononraggiungibi le.it ; sito web realizzato dall’associazione Agorà Digitale contro la delibera Agcom. Secondo l’avvocato Fulvio Sarzana, molto attivo nella campagna anti-delibera, l’attacco “è stato diretto principalmente verso la banca dati contenente le e mail delle migliaia di cittadini che hanno sottoscritto l’appello per la moratoria delle regole dell’Agcom”. “Non ci fermeremo, non ci fermeranno” aggiunge Sarzana sul suo blog. Infine, dobbiamo una risposta ad Enzo Mazza, presidente della Fimi e legittimamente schierato – come larghissima parte del mercato – a favore del provvedimento. In riferimento a un articolo pubblicato ieri dal Fatto, Mazza fa presente (in una lettera che potete leggere qui sotto) che già adesso la legislazione italiana consente alla “autorità competente” di “porre fine alle violazioni sulla rete”. È così infatti, come indicato dall’Europa. Ma attualmente la legge non specifica la modalità di tale intervento: fino ad oggi è sempre stato disposto da un giudice. Dal 6 luglio basterà il placet dell’Autorità che, pur essendo soggetto amministrativo, si arrogherà il diritto di entrare nel merito di informazioni e contenuti sensibili pubblicati online.
Il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2011
f.mello@ilfattoquotidiano.it
Ricevo e pubblico qui di seguito la lettera che ci ha inviato Enzo Mazza, Presidente di FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e la contro-replica a Mazza di Fulvio Sarzana
Nessuna censura per il web da parte del provvedimento AGCOM
Gentile Federico, ho letto con molta sorpresa l’articolo in merito al Provvedimento AGCOM e ci terrei, come rappresentante di uno dei settori interessati e direi anche più colpiti dal fenomeno della pirateria digitale, a porre l’attenzione su alcuni punti chiave:
1) Il Legislatore si è già espresso più volte, nell’ordine: art. 182-bis della legge 633/1941; art. 14-17 dlgs 70/2003 (commercio elettronico); dlgs 44/2010. Con queste norme il Parlamento ha dato all’Autorità il potere di intervenire. Nello specifico, i poteri inibitori su cui si sta riflettendo, oltre ad aver avuto il placet di larghissima parte del mercato, sono in linea con quanto previsto dal decreto 70 che consentono all’autorità “amministrativa avente funzioni di vigilanza” (cioè in Italia, AGCOM) di agire prontamente per porre fine alle violazioni sulla rete. L’AGCOM è un’autorità indipendente e già opera in materia di risoluzione delle controversie, rispettando i diritti dei soggetti coinvolti attraverso il contradditorio tra le parti. Lo fa in materia radiotelevisiva ad esempio. Perché non potrebbe farlo anche in materia di diritto d’autore? Vi è una copiosa giurisprudenza in cui si precisa che il binario amministrativo e l’intervento del giudice penale non sono escludenti, bensì complementari. E’ assodata la possibilità che norme penali ed amministrative convivano, con funzioni ed effetti diversi nella sfera giuridica del soggetto cui sono irrogate. Quindi, la riserva esclusiva non esiste de iure còndito. Perché dovrebbe esistere per il copyright?
2) Non si sta parlando di comprimere le libertà digitali. Qui lo snodo è bloccare l’illegalità diffusa ed aiutare il mercato legittimo. Inibire quindi quelle (poche) piattaforme web palesemente pirata. Non blog, forum, motori di ricerca, siti personali e quant’altro. Ma pirate-bay, btjunkie, dduniverse, roja-directa, ecc!! Ricordo che in Italia esiste un’identica misura di inibizione per le scommesse online non autorizzate, dunque perché invece per i diritti di proprietà intellettuale questo provvedimento sembra così scandaloso?
3) Stiamo parlando di un provvedimento che giunge in un momento fondamentale per lo sviluppo dell’offerta digitale di musica nel nostro Paese, oggi siamo a quasi il 20% del totale mercato. Ancora troppo poco rispetto a tanti altri paesi d’Europa e del Mondo. Un freno allo sviluppo è certamente rappresentato dalle piattaforme illegali.
Ho preso parte al primo G8 di internet qualche settimana fa. Ci sarà un motivo per cui a livello internazionale è stata condivisa l’opportunità di una governance della rete realmente sostenibile e funzionale anche ai fini di tutelare i nuovi modelli di business che stanno nascendo? L’obiettivo – ritengo condiviso – è quello di creare una rete libera, forte ed aiutare la costruzione di un sano e-Content Market. Non garantire l’illegalità perpetua!
Enzo Mazza
Presidente di FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana
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Il legislatore italiano all’ art 182 bis della legge sul diritto d’autore assegna si la vigilanza all’AGCOM ( in collaborazione con la SIAE peraltro) in materia di diritto d’autore ma tutti i poteri attribuiti all’Autorità dall’art 182 bis della legge sul diritto d’autore prevedono il necessario ricorso alla magistratura senza la possibilità di alcuna valutazione discrezionale e senza alcuna possibilità di istituzione di un meccanismo “parallelo” di attribuzione di responsabilità rispetto a quello già esercitato dal giudice.
2) La vigilanza che Mazza vorrebbe assegnata dal decreto legislativo 70/2003 ( decreto sul commercio elettronico) all’AGCOM non fonda in alcun modo un potere generalizzato di intervento sanzionatorio e inibitorio all’AGCOM e soprattutto deve essere esercitato, in caso di attività di pirateria a scopo di lucro da un altro Organo ovvero il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno, che come è logico in un ordinamento costituzionalmente corretto DEVE riferire alla Magistratura..
3) Interpretando la norma come la vorrebbe Mazza si assegnerebbe all’AGCOM un potere generalizzato di intervento in tutte le fattispecie che hanno a che fare con la rete, dal diritto d’autore, al diritto d’accesso ad internet, alla possibilità di cancellare contenuti sulla rete diffamatori, al diritto all’oblio. Il che equivale a dire che l’intero sistema giudiziario del nostro paese è del tutto inutile perché c’è chi in internet (l’AGCOM) può fare il mestiere della polizia, del pubblico ministero, del giudice presto e meglio e, soprattutto, da solo e senza alcun controllo
4) Il sistema non riguarderà pochi siti ma centinaia di migliaia di siti, di blog, di forum che pubblicano file presuntivamente protetti da diritto d’autore, e lo dimostrano i casi recenti che hanno visti contrapposti in giudizio Yotube e Mediaset.
Per fare un esempio le segnalazioni che arrivano alla sola Youtube per la cancellazione dei file televisivi “postati” dagli utenti sono già nell’ordine delle migliaia, immaginate quante segnalazioni verranno fatte in base a questo “perverso” meccanismo di cancellazione.
5) Ci sarebbe da sorvolare sulle affermazioni di Mazza in ordine all’equiparazione fra diritto d’autore e giochi d’azzardo on line o pedofilia ma poche parole debbono essere spese: in quei casi infatti c’è la certezza dell’illecito che consente la cancellazione.
Nel caso dei giochi d’azzardo c’è per esempio una concessione rilasciata dall’Amministrazione dei monopoli di Stato che stabilisce quali soggetti possano lecitamente fornire sistemi di gioco sulla rete e quali no , mentre nel caso del diritto d’autore sarebbe l’AGCOM che in piena autonomia e in un termine di tempo oggettivamente ridicolo deciderebbe la liceità di una condotta di un blogger, di un sito privato, di un sito UGC, sovrapponendo le proprie competenze a quelle di un Magistrato senza le garanzie che un giusto processo ( costituzionalmente previsto) fornisce a chi sta compiendo un illecito.
Cordialmente
Fulvio Sarzana
Spiace osservare come le affermazioni di Enzo Mazza non corrispondano alla realtà del diritto ma ad interpretazioni “di comodo” delle norme positive del tutto avulse dalla realtà
1) l’AGCOM non ha e non può avere poteri diretti di cancellazione di contenuti sulla rete né di inibizione per i cittadini italiani dai siti esteri.
Il legislatore italiano all’ art 182 bis della legge sul diritto d’autore assegna si la vigilanza all’AGCOM ( in collaborazione con la SIAE peraltro) in materia di diritto d’autore ma tutti i poteri attribuiti all’Autorità dall’art 182 bis della legge sul diritto d’autore prevedono il necessario ricorso alla magistratura senza la possibilità di alcuna valutazione discrezionale e senza alcuna possibilità di istituzione di un meccanismo “parallelo” di attribuzione di responsabilità rispetto a quello già esercitato dal giudice.
2) La vigilanza che Mazza vorrebbe assegnata dal decreto legislativo 70/2003 ( decreto sul commercio elettronico) all’AGCOM non fonda in alcun modo un potere generalizzato di intervento sanzionatorio e inibitorio all’AGCOM e soprattutto deve essere esercitato, in caso di attività di pirateria a scopo di lucro da un altro Organo ovvero il Dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell’interno, che come è logico in un ordinamento costituzionalmente corretto DEVE riferire alla Magistratura..
3) Interpretando la norma come la vorrebbe Mazza si assegnerebbe all’AGCOM un potere generalizzato di intervento in tutte le fattispecie che hanno a che fare con la rete, dal diritto d’autore, al diritto d’accesso ad internet, alla possibilità di cancellare contenuti sulla rete diffamatori, al diritto all’oblio. Il che equivale a dire che l’intero sistema giudiziario del nostro paese è del tutto inutile perché c’è chi in internet (l’AGCOM) può fare il mestiere della polizia, del pubblico ministero, del giudice presto e meglio e, soprattutto, da solo e senza alcun controllo
4) Il sistema non riguarderà pochi siti ma centinaia di migliaia di siti, di blog, di forum che pubblicano file presuntivamente protetti da diritto d’autore, e lo dimostrano i casi recenti che hanno visti contrapposti in giudizio Yotube e Mediaset.
Per fare un esempio le segnalazioni che arrivano alla sola Youtube per la cancellazione dei file televisivi “postati” dagli utenti sono già nell’ordine delle migliaia, immaginate quante segnalazioni verranno fatte in base a questo “perverso” meccanismo di cancellazione.
5) Ci sarebbe da sorvolare sulle affermazioni di Mazza in ordine all’equiparazione fra diritto d’autore e giochi d’azzardo on line o pedofilia ma poche parole debbono essere spese: in quei casi infatti c’è la certezza dell’illecito che consente la cancellazione.
Nel caso dei giochi d’azzardo c’è per esempio una concessione rilasciata dall’Amministrazione dei monopoli di Stato che stabilisce quali soggetti possano lecitamente fornire sistemi di gioco sulla rete e quali no , mentre nel caso del diritto d’autore sarebbe l’AGCOM che in piena autonomia e in un termine di tempo oggettivamente ridicolo deciderebbe la liceità di una condotta di un blogger, di un sito privato, di un sito UGC, sovrapponendo le proprie competenze a quelle di un Magistrato senza le garanzie che un giusto processo ( costituzionalmente previsto) fornisce a chi sta compiendo un illecito.
Cordialmente
Fulvio Sarzana
www.fulviosarzana.it
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Auto sulla folla in Germania: due morti e feriti. Fermato il conducente, è un cittadino tedesco
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - “La scelta di affamare e privare dell’acqua una popolazione, come sta facendo il governo Netanyahu con i palestinesi a Gaza, è un crimine contro l’umanità. Questo si aggiunge ai numerosi crimini di cui il primo ministro israeliano si è macchiato, costati la vita a quasi 70.000 civili. Non è più possibile tollerare questa violenza: i criminali di guerra come Netanyahu vanno arrestati, non accolti come capi di Stato. Il governo Meloni deve sostenere Unrwa e i progetti Onu e non assecondare le follie criminali di Netanyahu e lavorare per garantire l’entrata di aiuti a Gaza". Così in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Il governo Meloni si fa smentire un’altra volta: prometteva una riforma fiscale senza aumentare le tasse e invece la pressione fiscale sale al 42,6%. Un quadro allarmante, l'economia stenta e il governo Meloni continua a confermarsi inadeguato per il Paese". Lo scrive Alessandro Zan del Pd sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "I numeri non sono né di destra né di sinistra. Nel 2024 la pressione fiscale è salita al 42,6% e la crescita si è fermata a un misero 0,7%, smentendo le previsioni del governo e del ministro Giorgetti. Meloni aveva promesso meno tasse e invece la pressione fiscale è aumentata. Le persone hanno meno soldi in tasca, bollette più care, rincari. E come se non bastasse il governo taglia sulla sanità pubblica e sui trasferimenti agli enti locali, mettendoli in grande difficoltà. Bisogna fare in fretta a costruire l’alternativa". Lo scrive Stefano Bonaccini sui social.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - La data non è stata ancora ufficializzata ma l'ipotesi è quella dell'11 maggio per le amministrative di primavera. Una tornata che interessa complessivamente oltre 400 comuni. Di questi nove sono capoluogo: Aosta, Bolzano, Genova, Matera, Nuoro, Pordenone, Ravenna, Taranto e Trento. Le regioni autonome hanno già fissato le loro date: a settembre per Aosta e il 4 maggio per le province di Trento e Bolzano.
GENOVA - A Genova la sfida di maggiore impatto nazionale. Una sfida apertissima e che ha il sapore di una possibile 'rivincita' per il centrosinistra dopo le regionali ad ottobre scorso quando Marco Bucci ha battuto, per qualche migliaio di voti, Andrea Orlando confermando la guida della regione Liguria al centrodestra. Gli sfidanti sono il vicesindaco e assessore al Bilancio a Genova, Pietro Picciocchi, per il centrodestra e Silvia Salis per il centrosinistra. Piciocchi, classe ’77, avvocato, sei figli e due in affido, è stato l'uomo dietro la macchina di due giunte di Bucci: la sua candidatura è sostenuta da Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Udc e Nuovo Psi oltre a due liste civiche. Il centrosinistra al gran completo ha raggiunto l'accordo su Salis, dopo alcune settimane di tensioni interne, soprattutto al Pd. Alla fine i dem hanno optato, anche grazie al lavoro di composizione messo in campo da Orlando, per una candidata civica. Salis, ex-atleta, è vicepresidente vicaria del Coni ed è sposata con il regista cinematografico Fausto Brizzi.
TRENTO E BOLZANO - A Trento il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Franco Ianeselli. Mentre per il centrodestra c'è il nome di Ilaria Goio, messo sul tavolo da Fratelli d'Italia, che deve essere condiviso dagli alleati. Claudio Corrarati, attuale presidente regionale di Cna, è invece il nome a cui pensa la coalizione come primo cittadino di Bolzano (sostenuto da Fdi, Civica per Bolzano, Forza Italia e Lega). In pole per Matera ci sarebbe Piergiorgio Quarto, segretario regionale di Fratelli d'Italia, già presidente della Coldiretti Basilicata ed ex consigliere regionale. Sul versante centrosinistra a Bolzano il candidato sindaco è Juri Andriollo, 49 anni, assessore comunale Pd dell'attuale giunta guidata dal sindaco Renzo Caramaschi. Andriollo è sostenuto da Pd, Verdi, Socialisti e Sinistra Italiana mentre M5S resta fuori dalla coalizione.
PORDENONE - A Pordenone si va al voto dopo le dimissioni del sindaco Alessandro Ciriani, eletto a giugno in Europa. Il centrodestra è unito su Alessandro Basso, esponente di Fdi mentre Nicola Conficoni del Pd, consigliere regionale in carica ed ex assessore all’ambiente a Pordenone, è il candidato del centrosinistra. In corsa anche i civici Marco Salvador e Anna Ciriani.
RAVENNA - Finita l'era Michele De Pascale, eletto presidente della Regione Emilia Romagna, a Ravenna sarà Alessandro Barattoni, 41 anni, segretario provinciale del Pd, a raccogliere il testimone sostenuto da una coalizione ampia di centrosinistra. Il centrodestra invece è ancora alla ricerca di una intesa: se Fdi e Fi puntano su Nicola Grandi, la Lega insiste ancora su Alvaro Ancisi, forte anche di una sua lista civica.
NUORO - A Nuoro il centrosinistra ha trovato la quadra nei giorni scorsi su Emiliano Fenu: il deputato e già senatore del Movimento 5 Stelle sarà il candidato sindaco di un'ampia coalizione. Nel centrodestra invece la partita è a due al momento: i papabili sarebbero Gianni Pittorra, presidente della Nuorese Calcio, e Giuseppe Luigi Cucca, considerato una figura di garanzia per una alleanza civica più ampia.
TARANTO - Tempi strettissimi a Taranto per il rinnovo dell'amministrazione comunale dopo che il consiglio comunale ha sfiduciato nei giorni scorsi il sindaco Rinaldo Melucci. Nel centrodestra il dossier è stato appena aperto e si stanno facendo le prime valutazioni anche per capire come muoversi e verificare le condizioni politiche per correre unito. Partita aperta anche nel centrosinistra sebbene nelle ultime ore starebbe crescendo il pressing sul senatore e vicepresidente del MoVimento 5 Stelle, Mario Turco.
AOSTA - Il centrodestra avrebbe raggiunto un'intesa di massima sul profilo del candidato per sfidare Gianni Nuti, sindaco uscente al primo mandato. Sul voto, previsto per settembre, con il rinnovo anche il consiglio regionale, le forze di maggioranza tengono però nascosti i nomi della rosa condivisa, anche perché non mancherebbe qualche tensione, soprattutto tra Fdi e Fi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Le piazze pro-Putin convocate da Salvini per il prossimo weekend sono oscene. A questo punto, un chiarimento da parte della premier Meloni non è più rinviabile, perché parliamo di linee di politica estera diverse in un momento esistenziale anche per l’Italia. Il parlamento italiano e l’opinione pubblica italiana hanno il diritto di conoscere qual è la posizione e la linea di politica estera che il governo Meloni porta avanti”. Lo ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi, a Tagadà su La7.
“Tajani e Salvini, i due vicepremier, dicono cose non solo diverse ma addirittura opposte sulla pace in Ucraina. A Salvini sta bene la pace di Putin: a lui va bene che venga invaso un Paese che non ha le capacità militari per difendersi e ritiene giusto che la Russia si pappi l’Ucraina. Vista che questa è anche la posizione di Trump e visto che con questa amministrazione gli Usa sono vernuti meno al ruolo di garante della sicurezza dell’Europa, il governo italiano vuole o no che ci sia una integrazione politica europea e che si recuperino gli anni di ritardo su politica estera e di difesa? Nessuno lo sa, nessuno lo ha capito”, ha concluso Magi.
Roma, 3 mar. (Adnkronos) - "Giorgetti è tutto contento perché lui lo aveva previsto che l’Italia sarebbe cresciuta meno. E quindi oggi lo 0,7% nel 2024 - per il governo doveva essere l’1% - gli sembra un grande risultato. Non la pensano così gli italiani visto che sempre l’Istat certifica anche l’aumento della pressione fiscale salita al 42,6%. E visto che poco si è fatto per l’aumento delle bollette e niente si è fatto di fronte alle numerose aziende in difficoltà: più di 126 mila addetti coinvolti da crisi aziendali. Quei numeri che Giorgetti non vuole vedere, ma dietro ci sono persone e famiglie". Così Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
(Adnkronos) - HONOR, nel corso della conferenza globale di Barcellona al MWC25, ha presentato l'HONOR Pad V9. Il nuovo dispositivo si presenta per il suo design ultrasottile, disponibile nei colori bianco e grigio, di appena 6,1mm e un peso leggero di 475g. Oltre al sofisticato design a doppio anello che incornicia la fotocamera posteriore, questo tablet introduce per la prima volta nel settore il processo di nano-topografia NIL sulla cover posteriore, garantendo una superficie del display sempre pulita e resistente a sporco, impronte digitali e macchie. Questa tecnologia avanzata crea una microstruttura superficiale che disperde le forze d'impatto, aumentando la resistenza all'usura quotidiana. Certificato SGS Gold Five-star Whole Machine High-strength, HONOR Pad V9 può resistere ad una flessione di 100 N/mm.
HONOR Pad V9 dispone di un display da 11,5 pollici che supporta una risoluzione 2,8K e una frequenza di aggiornamento di 144Hz, la cui combinazione garantisce un'esperienza visiva immersiva con immagini fluide, nitide e dettagliate. Inoltre la tecnologia avanzata HONOR Eye Comfort riduce l'emissione di luce blu e stimola una luminosità naturale che protegge gli occhi dall'affaticamento, rendendo il tablet ideale per lunghe sessioni di utilizzo.
Il nuovo tablet HONOR è equipaggiato con il MagicOS 9.0, che offre un'ampia gamma di funzionalità AI progettate per migliorare l'efficienza degli utenti. Questo sistema operativo facilita un multitasking fluido e una gestione intelligente delle attività, permettendo agli utenti di navigare tra le applicazioni con facilità e precisione. Strumenti come HONOR Notes migliorano ulteriormente la produttività, offrendo funzioni avanzate come il riconoscimento delle formule e la conversione da voce a testo.
Disponibilità e Prezzi
Il HONOR Pad V9 è disponibile per l'acquisto a partire da 699,00 €, rendendolo accessibile per chi cerca un tablet di alta qualità a un prezzo competitivo.