Di seguito pubblichiamo integralmente gli interrogatori di Fabio Cannavaro e del suo commercialista, Giovanni De Vita, riportati nel decreto di sequestro preventivo del tribunale di Napoli. La deposizione del campione del mondo è piena di “non ricordo”, mentre il suo commercialista spiega che Cannavaro era il prestanome di Marco Iorio, considerato il capo di un’associazione per delinquere dedita al riciclaggio, che incassava anche soldi dal clan camorristico Lo Russo.
“Deve infine valutarsi la richiesta del P.M. di sottoporre a sequestro il 35% delle quote che la società CMA holding e servizi srl, facente capo a Fabio Cannavaro ha nella società SVEVA srl.
Le indagini hanno evidenziato che il noto calciatore è da molti anni socio di Marco Iorio con una quota del 10% in gran parte delle società gestite dalla famiglia Iorio (cfr. la OCC del 28.6.2011).
Al fine di chiarire i reali rapporti con gli indagati, Cannavaro veniva sentito in data 25.5.2011 e riferiva:
A.d.r (a domanda risponde) ho conosciuto Marco Iorio sei o sette anni fa e dopo circa un paio di anni sono entrato in società con lui nel ristorante di Napoli Regina Margherita, acquistando il 10% delle quote della società. Mi viene chiesto quale sia il nome della società e rispondo di non ricordarlo. Per essere preciso in società con Marco Iorio ci sono entrato quale socio della C.M.A. che è la mia società la cui denominazione riproduce le iniziali dei nomi dei miei tre figli, società un tempo denominata Cannavaro Immobiliare.
A d.r. non so chi siano gli altri soci della società di Marco Iorio in cui sono subentrato se non Martusciello che però mi pare sia subentrato successivamente.
A d.r. Fui io a propormi a Marco Iorio, dicendogli che era mia intenzione diversificare gli investimenti. Mi viene chiesto quanto abbia conferito nel momento in cui sono entrato in società con Iorio e rispondo che, per quanto ricordi, ho conferito 150.000 o 200.000 euro, non ricordo con esattezza.
A d.r. non ricordo in che modo ho versato questi soldi, credo una parte in contanti, ma non riesco a quantificare. Preciso che ho acquistato le quote da un altro socio, un ragazzo il cui nome non ricordo e, comunque, non conosco. Lo incontrai presso il ristorante dopodiché affidai tutto al commercialista Gianni De Vita al quale consegnai anche i soldi e i titoli da versare al notaio.
Per acquisire più dettagliate informazioni veniva sentito in data 24.6.2011 il commercialista di Cannavaro, Giovanni De Vita, che riferiva:
A.d.r sono dottore commercialista, ho studio a Napoli in via Mario De Ciccio n.18. Tra i miei clienti c’è Fabio Cannavaro, persona che seguo dal 1996 circa.
A.d.r. Ho conosciuto Fabio Cannavaro tramite il suo procuratore Fedele Enrico. Avevo immaginato che l’oggetto della mia convocazione fosse la partecipazione di Fabio Cannavaro nelle attività di ristorazione dei fratelli Iorio, in quanto ho letto dai giornali delle indagini che la Procura di Napoli sta svolgendo ed ho anche avuto modo di parlarne con Fabio che mi ha informato di essere stato sentito da voi in ordine a tali vicende. Ho quindi predisposto uno schema riepilogativo che sintetizza le partecipazioni di Fabio Cannavaro tramite la C.M.A. Holding, e servizi srl schema che esibisco e produco.
A.d.r. la C.M.A. Holding e servizi è la società di famiglia di Fabio Cannavaro ed infatti reca le iniziali dei figli, Arenoso Daniela è la moglie e Noviello Massimo, l’attuale amministratore, è il cognato
A.d.r. Come si evince da tale prospetto in linea di massima le partecipazioni della C.M.A. Holding sono limitate a partecipazioni nell’ordine del 10%. L’unica eccezione è rappresentata dalla partecipazione tramite la Sveva srl nel ristorante I Re di Napoli in cui la partecipazione iniziale è del 45% . Mi risulta tuttavia che dopo poco dall’acquisto del 45% intervenne una procura speciale in favore di Marco Iorio per la vendita del 30% , di cui ho copia. Intendo dire cioè che benché risulti la partecipazione del 45% in realtà l’accordo con Marco Iorio è sempre stato nel senso che la partecipazione di Fabio era e sarebbe stata sempre del 10%, sin dall’inizio. Il corrispettivo versato che risulta dai conteggi che ho riportato nello schema, ossia dell’importo di euro 227.271 è stato calcolato quindi sulla base del 10% del valore effettivo della società, e non del 45%.
A.d.r. Sono certo che la titolarità del 45% delle quote sia solo apparente, l’entità della partecipazione di Fabio era solo del 10%. Non conosco il motivo di questa diversa apparente partecipazione di Fabio Cannavaro.
A.d.r non ricordo con precisione chi sia stato il “promotore” dell’ingresso di Fabio Cannavaro nelle attività degli Iorio, ma se non sbaglio è stato Angelo Vita.
A.d.r nell’occasione venni incaricato da Fabio di curare il suo ingresso nelle attività degli Iorio e ricordo che a tal fine entrai in contatto con Marco Iorio e con la sua commercialista Sandra De Caro, con cui ho curato gli aspetti tecnici. Fabio mi ha poi conferito procura speciale ed ho personalmente quindi rappresentato i suoi interessi. Ho personalmente partecipato a diversi incontri con Marco Iorio, con la commercialista e dal notaio.
A.d.r sono in possesso della documentazione contabile da cui è possibile ricostruire anche i passaggi economici delle varie operazioni e quindi mi riservo di produrla all’occorrenza.
A.d.r in ordine alle modalità con le quali la CMA Holding e Servizi versava i corrispettivi per l’acquisizione delle quote societarie, preciso che in genere venivano effettuati bonifici bancari dai conti della società in favore delle costituende nelle quali si era deciso di investire.
A.d.r. Fatta eccezione per l’investimento, nel 2005, per l’acquisto delle quote della SVEVA Srl, di norma le partecipazioni venivano calcolate al valore nominale pro-quota rispetto al capitale della costituenda società.
Alla luce delle dichiarazioni riferite dal commercialista De Vita e della documentazione dallo stesso esibita (schema riepilogativo delle società e corrispondenza telematica con l’indagata Sandra De Caro), può senz’altro affermarsi la sussistenza del fumus circa la fittizietà della intestazione alla società CMA del 35% delle quote della SVEVA srl, quote di fatto appartenenti a Marco Iorio”.
Documentati!
Cannavaro e il riciclatore: ecco i verbali
degli interrogatori
Di seguito pubblichiamo integralmente gli interrogatori di Fabio Cannavaro e del suo commercialista, Giovanni De Vita, riportati nel decreto di sequestro preventivo del tribunale di Napoli. La deposizione del campione del mondo è piena di “non ricordo”, mentre il suo commercialista spiega che Cannavaro era il prestanome di Marco Iorio, considerato il capo di un’associazione per delinquere dedita al riciclaggio, che incassava anche soldi dal clan camorristico Lo Russo.
“Deve infine valutarsi la richiesta del P.M. di sottoporre a sequestro il 35% delle quote che la società CMA holding e servizi srl, facente capo a Fabio Cannavaro ha nella società SVEVA srl.
Le indagini hanno evidenziato che il noto calciatore è da molti anni socio di Marco Iorio con una quota del 10% in gran parte delle società gestite dalla famiglia Iorio (cfr. la OCC del 28.6.2011).
Al fine di chiarire i reali rapporti con gli indagati, Cannavaro veniva sentito in data 25.5.2011 e riferiva:
A.d.r (a domanda risponde) ho conosciuto Marco Iorio sei o sette anni fa e dopo circa un paio di anni sono entrato in società con lui nel ristorante di Napoli Regina Margherita, acquistando il 10% delle quote della società. Mi viene chiesto quale sia il nome della società e rispondo di non ricordarlo. Per essere preciso in società con Marco Iorio ci sono entrato quale socio della C.M.A. che è la mia società la cui denominazione riproduce le iniziali dei nomi dei miei tre figli, società un tempo denominata Cannavaro Immobiliare.
A d.r. non so chi siano gli altri soci della società di Marco Iorio in cui sono subentrato se non Martusciello che però mi pare sia subentrato successivamente.
A d.r. Fui io a propormi a Marco Iorio, dicendogli che era mia intenzione diversificare gli investimenti. Mi viene chiesto quanto abbia conferito nel momento in cui sono entrato in società con Iorio e rispondo che, per quanto ricordi, ho conferito 150.000 o 200.000 euro, non ricordo con esattezza.
A d.r. non ricordo in che modo ho versato questi soldi, credo una parte in contanti, ma non riesco a quantificare. Preciso che ho acquistato le quote da un altro socio, un ragazzo il cui nome non ricordo e, comunque, non conosco. Lo incontrai presso il ristorante dopodiché affidai tutto al commercialista Gianni De Vita al quale consegnai anche i soldi e i titoli da versare al notaio.
Per acquisire più dettagliate informazioni veniva sentito in data 24.6.2011 il commercialista di Cannavaro, Giovanni De Vita, che riferiva:
A.d.r sono dottore commercialista, ho studio a Napoli in via Mario De Ciccio n.18. Tra i miei clienti c’è Fabio Cannavaro, persona che seguo dal 1996 circa.
A.d.r. Ho conosciuto Fabio Cannavaro tramite il suo procuratore Fedele Enrico. Avevo immaginato che l’oggetto della mia convocazione fosse la partecipazione di Fabio Cannavaro nelle attività di ristorazione dei fratelli Iorio, in quanto ho letto dai giornali delle indagini che la Procura di Napoli sta svolgendo ed ho anche avuto modo di parlarne con Fabio che mi ha informato di essere stato sentito da voi in ordine a tali vicende. Ho quindi predisposto uno schema riepilogativo che sintetizza le partecipazioni di Fabio Cannavaro tramite la C.M.A. Holding, e servizi srl schema che esibisco e produco.
A.d.r. la C.M.A. Holding e servizi è la società di famiglia di Fabio Cannavaro ed infatti reca le iniziali dei figli, Arenoso Daniela è la moglie e Noviello Massimo, l’attuale amministratore, è il cognato
A.d.r. Come si evince da tale prospetto in linea di massima le partecipazioni della C.M.A. Holding sono limitate a partecipazioni nell’ordine del 10%. L’unica eccezione è rappresentata dalla partecipazione tramite la Sveva srl nel ristorante I Re di Napoli in cui la partecipazione iniziale è del 45% . Mi risulta tuttavia che dopo poco dall’acquisto del 45% intervenne una procura speciale in favore di Marco Iorio per la vendita del 30% , di cui ho copia. Intendo dire cioè che benché risulti la partecipazione del 45% in realtà l’accordo con Marco Iorio è sempre stato nel senso che la partecipazione di Fabio era e sarebbe stata sempre del 10%, sin dall’inizio. Il corrispettivo versato che risulta dai conteggi che ho riportato nello schema, ossia dell’importo di euro 227.271 è stato calcolato quindi sulla base del 10% del valore effettivo della società, e non del 45%.
A.d.r. Sono certo che la titolarità del 45% delle quote sia solo apparente, l’entità della partecipazione di Fabio era solo del 10%. Non conosco il motivo di questa diversa apparente partecipazione di Fabio Cannavaro.
A.d.r non ricordo con precisione chi sia stato il “promotore” dell’ingresso di Fabio Cannavaro nelle attività degli Iorio, ma se non sbaglio è stato Angelo Vita.
A.d.r nell’occasione venni incaricato da Fabio di curare il suo ingresso nelle attività degli Iorio e ricordo che a tal fine entrai in contatto con Marco Iorio e con la sua commercialista Sandra De Caro, con cui ho curato gli aspetti tecnici. Fabio mi ha poi conferito procura speciale ed ho personalmente quindi rappresentato i suoi interessi. Ho personalmente partecipato a diversi incontri con Marco Iorio, con la commercialista e dal notaio.
A.d.r sono in possesso della documentazione contabile da cui è possibile ricostruire anche i passaggi economici delle varie operazioni e quindi mi riservo di produrla all’occorrenza.
A.d.r in ordine alle modalità con le quali la CMA Holding e Servizi versava i corrispettivi per l’acquisizione delle quote societarie, preciso che in genere venivano effettuati bonifici bancari dai conti della società in favore delle costituende nelle quali si era deciso di investire.
A.d.r. Fatta eccezione per l’investimento, nel 2005, per l’acquisto delle quote della SVEVA Srl, di norma le partecipazioni venivano calcolate al valore nominale pro-quota rispetto al capitale della costituenda società.
Alla luce delle dichiarazioni riferite dal commercialista De Vita e della documentazione dallo stesso esibita (schema riepilogativo delle società e corrispondenza telematica con l’indagata Sandra De Caro), può senz’altro affermarsi la sussistenza del fumus circa la fittizietà della intestazione alla società CMA del 35% delle quote della SVEVA srl, quote di fatto appartenenti a Marco Iorio”.
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Damasco, 9 gen. (Adnkronos/Afp) - Gli scontri tra gruppi sostenuti dalla Turchia e le forze guidate dai curdi hanno causato la morte di 37 persone nella regione settentrionale di Manbij, in Siria. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede in Gran Bretagna, che ha parlato di "feroci battaglie, nelle ultime ore, nella zona di Manbij, tra le Forze democratiche siriane (guidate dai curdi) e le fazioni dell'Esercito nazionale (sostenute dalla Turchia), che combattono con copertura aerea turca". L'osservatorio ha affermato che gli attacchi "hanno ucciso 37 persone in un bilancio preliminare", per lo più combattenti sostenuti dalla Turchia.
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Europa e Usa sono due facce della stessa medaglia, l’Occidente. Hanno comuni interessi e devono avere comuni obiettivi se non vogliamo indebolirci: lavoreremo bene con l’amministrazione Trump. Europa e America devono rimanere alleate: è il nostro destino, è la nostra forza". Così, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, riferendosi alle ingerenze di Musk nelle politiche interne dei Paesi europei. "A oggi Musk - sottolinea - è un privato cittadino e un grandissimo imprenditore, quando sarà al governo è ovvio che dovrà misurare le sue dichiarazioni".
"Poi, per quanto riguarda il sistema di comunicazioni satellitari della sua azienda - aggiunge Tajani - è un altro discorso, una scelta tecnologica che deve fare lo Stato italiano. Io non ho preclusioni a prescindere, una cosa è Musk, altra la sua azienda. Se è in grado di fornire i migliori servizi, perché dire no a priori? Vedremo, ci saranno valutazioni, si sceglierà il meglio per garantire i servizi necessari alle nostre amministrazioni".
Roma, 9 gen. (Adnkronos) - "Sono stati giorni difficili, abbiamo lavorato di continuo, li abbiamo trascorsi dedicando al caso ogni sforzo. Oggi possiamo dire che c’è stato un lavoro di squadra fra governo, intelligence, diplomazia e anche con la famiglia che è stata bravissima a gestire la situazione e il silenzio stampa. E c’è stato un intervento diretto della premier, che ha partecipato a tutte le riunioni. Poi la situazione si è sbloccata per davvero l’ultima notte. La discrezione, il lavoro incessante portano risultati". Lo ha detto al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando del ritorno in Italia, dopo la detenzione in Iran, di Cecilia Sala, spiegando che gli stessi sforzi, "massimi", riguardano "ogni cittadino italiano. E se è possibile anche i risultati, come in Iran si vide nel caso Piperno. La Farnesina si impegna per ogni italiano all’estero in difficoltà, questo era un caso particolarmente delicato".
"Conosco il papà di Cecilia, è chiaro che ho condiviso la sua preoccupazione di padre, ma ripeto: per noi tutti gli italiani che hanno bisogno di aiuto sono uguali - prosegue il vice premier - C’è stato un dialogo continuo, e ripeto, la nostra intelligence, la diplomazia, il governo hanno fatto il massimo. Essere un Paese come il nostro che ha rapporti con tutti i Paesi dell’area del Medio Oriente, anche con quelli di cui non condivide politiche e azioni, rende possibile agire con efficacia anche di fronte a grandi difficoltà. Non a caso noi abbiamo tenuto aperti i rapporti politici con l’Iran, abbiamo tenuto aperta l’ambasciata in Siria, dove andrò domani dopo che si sarà riunito il Quintetto. Ribadirò alle nuove autorità siriane l’importanza di un processo politico inclusivo che garantisca le libertà fondamentali di tutti i siriani e riconosca e valorizzi il ruolo dei cristiani come cittadini con pienezza di diritti, e annuncerò anche il primo pacchetto di aiuti per la cooperazione".
Quanto a un eventuale promessa di "scambio" per la liberazione dell’ingegnere iraniano Abedini, Tajani ribadisce che "sono due cose separate, lo hanno spiegato anche le autorità iraniane. Il caso Abedini è trattato dalle autorità giudiziarie italiane, vedremo cosa succederà. Poi, eventualmente, sarà di competenza del ministro della Giustizia. Cecilia Sala era invece una cittadina italiana accusata di aver violato le leggi locali, e su quello abbiamo lavorato. Abbiamo visto un’opposizione responsabile. Ovviamente abbiamo tenuto aperti canali di informazione, e il sottosegretario Mantovano ha riferito al Copasir. Ma sì, ciascuno ha fatto la propria parte".
Riguardo l'influenza sulla liberazione della Sala della visita lampo della premier Giorgia Meloni da Trump, il 4 gennaio, Tajani dichiara che "ha avuto un effetto politico che è stato affiancato dal lavoro politico, generale, costruito per far capire che l’Italia parlava con gli Stati Uniti, ma non c’è stata una conseguenza diretta sulla liberazione di Sala. È possibile che l’accelerazione per la liberazione della giornalista sia anche avvenuta in questi giorni prima dell’insediamento ufficiale di Trump, che la tempistica sia stata favorevole. Quella era una missione della premier. Io andrò negli Usa quando la nuova amministrazione si sarà insediata, incontrerò il mio omologo Rubio, lavorerò ai miei dossier. Se sarò al giuramento di Trump? Quella è una cosa interna americana, non di governo. Ci sarà tempo, tratteremo tutti i dossier aperti a tempo debito a partire da quello sui dazi".
Londra, 9 gen. (Adnkronos) - Il miliardario Elon Musk ha tenuto colloqui privati con gli alleati sulla rimozione del primo ministro britannico Keir Starmer dal suo incarico prima delle prossime elezioni generali. Lo scrive il Financial Times, che cita fonti secondo cui il proprietario di X stia sostenendo movimenti politici britannici alternativi per forzare un cambio di governo. "Secondo Musk, la civiltà occidentale stessa è minacciata", avrebbe dichiarato una delle fonti citate dal Ft.
Sana'a, 9 gen. (Adnkronos) - Aerei da caccia americani e britannici hanno effettuato attacchi aerei nella capitale dello Yemen, Sanaa, nonché nella città portuale di Hodeidah e nel governatorato di Amran, a nord della capitale. Lo riportano la televisione Al-Masirah controllata dagli Houthi e l'agenzia di stampa yemenita Saba.
Ramallah, 9 gen. (Adnkronos) - Hamas ha rivendicato l'uccisione, nella sparatoria di lunedì in Cisgiordania, dei tre israeliani Rachel Cohen, Aliza Reiss ed Elad Yaakov Winkelstein. Le tre persone sono state uccise e altre otto sono rimaste ferite, quando un terrorista ha aperto il fuoco su un autobus e due auto nei pressi dell'insediamento di Kedumim.
Washington, 9 gen. (Adnkronos/Afp) - Almeno cinque persone sono morte nei violenti incendi che infuriano da ieri intorno a Los Angeles e che ora minacciano il distretto di Hollywood, i cui residenti hanno ricevuto l'ordine di evacuare. È stata ordinata l'evacuazione della zona mentre ieri sera le fiamme hanno cominciato a divorare le colline, a poche centinaia di metri dall'Hollywood Boulevard e dal famoso Teatro Cinese.
Un altro incendio è scoppiato in serata anche nel vicino quartiere di Studio City, preoccupando le autorità. Circa 1.500 edifici sono stati distrutti e più di 100.000 abitanti sono stati costretti a fuggire di fronte alle fiamme. Le autorità temono di scoprire altre vittime. Los Angeles è stata spazzata da “venti della forza di un uragano combinati con condizioni di estrema siccità”, ha dichiarato il sindaco Karen Bass durante una conferenza stampa ieri sera, spiegando in questo modo la causa degli incendi.