Le recenti elezioni amministrative sono “andate male” anche perché “avevamo scelto male alcuni candidati” e perché “contro di noi c’era la morsa comunicativa implacabile della tv di Stato, con Ballarò e Santoro“. E’ il giorno dell’addio al partito, per Silvio Berlusconi. Il giorno del passaggio del testimone (politico) ad Angelino Alfano. Ma il premier non perde l’occasione per ribadire le accuse passate e gli obiettivi futuri. Che sono sempre quelli del passato. A partire dalla riforma della Costituzione, lo stop alle intercettazioni, la riforma della giustizia. E prima di lanciare la democratizzazione necessaria del Pdl, assegnando ad Alfano la segreteria politica e il compito di rinsaldare le varie anime che hanno spaccato negli ultimi mesi il partito, ha voluto ricordare di aver “sacrificato tanto all’altare della libertà” per il bene del Paese. Per questo “gli italiani dovrebbero farci un monumento”.
Il premier si dedica anche ad Alfano . “Deve essere una giornata di amore, coesione, ripartenza forte della nostra attività. Siamo una grande forza politica, la prima forza politica d’Italia, anche se il Pdl dice il contrario. Siamo al 30%”, ha detto il Cavaliere. “Dobbiamo riconquistare i nostri elettori”, dice il premier, riferendo che chi ha avuto dei dubbi sul Pdl è stato deviato “dalla Rai e da La7”. “In altre situazioni i leader degli altri Paesi sono al 20%. La signora Merkel era scesa al 24%, poi dopo due decisioni fortunate, il no alla guerra in Libia e il no al nucleare, ha recuperato il 18% dei consensi”, sostiene il Cavaliere citando poi i casi di Spagna e Portogallo. “Noi siamo riusciti a fare meglio di altri Paesi”, osserva il presidente del Consiglio. “Sono consapevole – conclude il premier – che gli italiani non viziati dalla rappresentazione fatta dai media italiani, e lo dico sapendo che per qualcuno posso sfiorare il ridicolo, dovrebbero farci un monumento”, ha aggiunto.
“Siamo una grande forza politica, la prima in Italia, anche se i signori del Pd dicono il contrario siamo al 30% e oggi sarà una giornata di coesione e di unità per una ripartenza forte del Pdl. Vogliamo arrivare ad essere il partito di maggioranza assoluta nel paese. Veniamo da un momento difficile, ma non dispero che si possa arrivare al 51%”.
Il premier ha poi commentato la manovra correttiva e ha ironizzato sul ministro dell’Economia, all’indomani dell’approvazione della manovra economica e finge di sbagliare il nome del titolare del Tesoro. “Ieri abbiamo messo a punto la manovra: io ho ceduto, dopo una lotta ostinata, a un qualcosa che era contro il nostro programma di governo, ovvero l’aumento del bollo auto. Ma un signore di cui avete sentito parlare molto in questi giorni, un certo Guido… cioè… Giulio Tremonti, mi ha ricattato, dicendo che i proprietari di auto di grossa cilindrata un piccolo sacrificio potevano farlo”.
Infine l’incoronazione di Alfano. “Oggi eleggiamo un segretario politico per avere un partito unico che dimentichi le provenienze”, ha detto Berlusconi. Dopo aver ringraziato i tre coordinatori, Berlusconi ha sottolineato la necessità adesso con Alfano di “mettersi alle spalle il partito delle quote”. Al momento del passaggio del testimone Berlusconi si dice “emozionato. In questi anni ho subito attacchi di ogni genere, giudiziari, patrimoniali, fisici… è stato un periodo molto intenso e difficile della mia vita e vi ringrazio di cuore perché con il vostro affetto mi avete ripagato”, ha detto il Cavaliere.