“È un dato storico: in quell’estate, in quell’anno, due aerei, a Lockerbie e in Sudan, sono stati abbattuti da bombe libiche”. Queste parole – pronunciate il 27 giugno scorso a Bologna durante un convegno del Pdl sulla strage di Ustica – sono del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Carlo Giovanardi. Ma le sue ricostruzioni storiche su questi due incidenti aerei sono clamorosamente sbagliate.
Giovanardi, incaricato dal governo Berlusconi di occuparsi della strage di Ustica, nelle ultime settimane ha iniziato a rileggere personalmente la storia mondiale dei trent’anni appena trascorsi. Analizzando la sua frase, infatti, il concetto è il seguente: “in quell’estate” (quella cioè del 1980, quando avvenne la tragedia del Dc9 Itavia nei cieli di Ustica, ndr), “due aerei sono stati abbattuti da bombe libiche”, “in Sudan e a Lockerbie”. Tutto falso.
La strage di Lockerbie, in Scozia – in cui il volo Pan Am fu abbattuto da una bomba libica a bordo, uccidendo 270 persone – risale al 21 dicembre 1988, otto anni dopo Ustica. E non era estate. Per la strage sui cieli scozzesi la responsabilità del regime di Gheddafi è stata storicamente accertata. La responsabilità del rais libico è stata anche confermata da un ministro fuggito da Tripoli all’inizio dei recenti bombardamenti sulla Libia.
L’aereo caduto nel Sudan invece… non c’è mai stato. Non sicuramente nel 1980. Forse il sottosegretario si riferisce alla tragedia del Dc10 Uta 772, l’aereo diretto a Parigi e abbattuto con una bomba a bordo il 19 settembre 1989, nove anni dopo Ustica. Ma non in Sudan, bensì in Ciad, paese africano a sud della Libia e a ovest del Sudan stesso. Anche questo attentato è stato addebitato al regime di Tripoli, che nel 2004 aveva addirittura iniziato a risarcire i parenti delle oltre 150 vittime.
Di sicuro, fra Sudan e Ciad c’è una bella differenza, così come tra il 1980 e il 1989. Insomma Giovanardi sostiene che la bomba a bordo del Dc9 di Ustica è plausibile, basandosi su fatti che dimostra di non conoscere.
E quella di lunedì scorso non è stata una semplice gaffe. Quello stesso giorno, 31esimo anniversario della strage, a margine del convegno, Giovanardi si ferma ancora una volta coi giornalisti: “Se vuole un riferimento storico, in quell’estate scoppiò l’aereo di Lockerbie con una bomba messa dai libici e scoppiò una bomba sul Sudan francese con una bomba messa dai libici”. Poi il sottosegretario, con la voce ferma dello storico, conclude: “Storicamente purtroppo in quell’estate aerei abbattuti con bombe libiche a bordo ce ne furono molti”.
Ma l’ulteriore conferma che le uscite del sottosegretario su Lockerbie e Sudan non siano degli scivoloni momentanei, la si trova in un articolo di 10 giorni prima sul quotidiano Il Resto del Carlino. È il 17 giugno scorso: “Faccio notare – spiega il sottosegretario nell’intervista al quotidiano riferendosi al 1980 – che nello stesso anno i libici hanno fatto saltare due aerei, a Lockerbie e in Sudan, e che a differenza di francesi e americani non hanno mai risposto alle nostre rogatorie”.
Al di là degli imbarazzanti falsi storici di Giovanardi, quella del Dc9 partito da Bologna e caduto sui cieli di Ustica il 27 giugno del 1980 è una vicenda al centro di infinite polemiche. Secondo la sentenza-ordinanza del 1999 del giudice istruttore Rosario Priore, mai smentita da alcuna altra sentenza nella sua ricostruzione dei fatti, l’aereo non cadde per un cedimento strutturale o una bomba a bordo, ma per una collisione o una quasi-collisione con un missile o un altro aereo militare, che avrebbe causato il disastro.
Un’ipotesi, quella di Priore, ribadita nei suoi ultimi anni di vita da Francesco Cossiga, all’epoca dei fatti Presidente del Consiglio dei Ministri. E proprio le parole di Cossiga nel 2007, che parlavano esplicitamente di missili francesi che abbatterono il Dc9, hanno fatto riaprire le indagini (tuttora in corso) alla magistratura.
Giovanardi, invece, ultimamente è accompagnato da un suo collega di governo, il sottosegretario Aurelio Misiti, entrato nella compagine di Governo con le ultime “infornate” berlusconiane. L’ingegner Misiti all’inizio degli Novanta, fu a capo di un collegio di periti nominato dai magistrati durante l’istruttoria del processo. Il suo collegio fu l’unico a sostenere la tesi della bomba: una bomba posta nella toilette che avrebbe fatto cadere un aereo senza quasi ammaccare lavello e la tazza wc. “(…) va (…) detto – si legge nella sentenza Priore – che la parte conclusiva dell’elaborato peritale concernente l’ipotesi di esplosione interna è affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da tante contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio raccolto nella fase descrittiva e nelle perizie collegate, da essere inutilizzabile”.
Proprio Misiti era a fianco di Giovanardi al momento delle sue “sparate” su Lockerbie e sul Sudan (o meglio sul Ciad). E non ha corretto il suo collega: non si è accorto?
E dire che Giovanardi e Misiti sono, o dovrebbero essere, i maggiori esperti governativi su Ustica.
David Marceddu