Mentre la gente protesta a suon di pentole e fiaccolate, il sindaco di Parma scrive lettere ai cittadini. Nella prima chiedeva fiducia fino alla conclusione del proprio mandato, nel 2012. Ma dopo una settimana di proteste, manganellate, striscioni, monetine e uova marcie, ha deciso di ricalibrare il tiro: ieri ha scritto una lettera in cui annuncia di dimettersi a settembre. Dopo le ferie, e dopo aver portato in consiglio i temi più caldi: bilancio, festival Verdi, società partecipate e cantieri da concludere.
“Da subito riprendo a lavorare, responsabilmente, fino al prossimo passaggio cruciale, fissato per il consiglio del 13 luglio, in cui approveremo il nuovo regolamento delle società partecipate – scrive Vignali -. Si tratta di uno strumento molto utile per l’indirizzo, il controllo e la trasparenza delle società. Infatti con il nuovo regolamento le società portano in consiglio comunale, oltre alle decisioni strategiche, anche, per ben due volte all’anno, i bilanci per l’approvazione. Inoltre introduciamo, prima ancora che sia previsto per legge, il bilancio consolidato di Comune e società partecipate. Abbiamo anticipato i tempi proprio perché penso che la trasparenza degli atti amministrativi sia oggi più che mai necessaria. Nelle prossime sedute di luglio anticiperemo anche il passaggio in consiglio comunale dell’assestamento di Bilancio, che solitamente viene presentato ai consiglieri nel mese di settembre. Gli altri passaggi fondamentali a cui sto lavorando sono: la destinazione alla nostra città dei 70 milioni di euro per opere alternative alla metropolitana. Sto lavorando con i ministeri perché questo sia uno dei primi atti del Governo appena approvata la Finanziaria. Sto anche continuando a lavorare con il Regio e il Ministero dei Beni culturali per la realizzazione del prossimo Festival Verdi. Non sottovaluto le proteste di piazza, che sono legittime, quando sono civili, ma credo di dover rispondere anche a tanti altri cittadini, che oggi vogliono una città governata e un sindaco che svolge interamente le sue funzioni. Ho governato questa città in un momento difficilissimo. La crisi ha rischiato di travolgerci. Ha messo a repentaglio la realizzazione di opere e progetti già ambiziosi in tempi normali e, ora, sproporzionati. Questa crisi è stata come una curva a gomito in fondo a un lungo rettilineo. Ci sono state città che andavano ai 30 all’ora, per loro vedere la curva all’ultimo momento non è stato un grande problema. Parma era invece da anni lanciata a grande velocità con importanti investimenti, servizi elevatissimi con l’obiettivo di essere una città sempre più attrattiva e vivibile. A questa velocità la curva è stata per noi più pericolosa che per altri. Siamo riusciti a sterzare all’ultimo momento senza rinunciare a opere e servizi. Questo rischio la città lo ha avvertito”.
E dopo aver parlato di indebitamento guarda anche a quanto successo in questi giorni: l’arresto per corruzione di 11 persone a lui molto vicine, tra cui il comandante della polizia municipale di Parma, 3 dirigenti comunali e 1 dirigente della vecchia Enìa, ora Iren.
“Alla crisi si sono aggiunte le vicende gravissime di questi ultimi giorni. E purtroppo nel giudizio della gente queste cose si sono mescolate. Il mio unico obiettivo ora è portare a termine prima possibile ciò che è necessario, per lasciare una città in ordine. Perché in questi anni Parma è stata bene amministrata. E così io la voglio lasciare: con i servizi che funzionano, le strade e i parchi sicuri, puliti e con i conti a posto. Pochi giorni fa avevo spiegato di voler rimanere al mio posto in questo momento, nonostante le polemiche che hanno colpito il Comune e che non ci lasciano indifferenti. Non per attaccamento alla poltrona o per carriera politica, ma per concludere alcuni passaggi amministrativi, frutto di un lunghissimo lavoro con le imprese, il territorio, il Governo, le banche. Diversamente lasceremmo Parma in mezzo a un guado pericoloso, vanificando un lavoro che dura da mesi di messa in sicurezza dei bilanci, assestamento e approvazione dei piani industriali delle società partecipate, di reperimento delle risorse necessarie per pagare le imprese che hanno lavorato e stanno lavorando per l’Amministrazione. E soprattutto lasceremmo in sospeso decine di cantieri fondamentali per la città e il suo sviluppo”.