Odio i motoscafi, i panfili, gli yacht di ogni tipo. Non solo perché inquinano l’acqua cristallina del mare dove sono solito bagnarmi, con i residui del carburante e quelli fisiologici dei loro passeggeri. Non solo perché mi sfrecciano pericolosamente accanto durante le lunghe nuotate al largo che sono solito fare. Non solo perché sono diventati lo status symbol di una miserabile genia di parvenu, esponenti delle varie caste, cricche e ghenghe che ammorbano il nostro Paese. Ma perché sono il simbolo vivente di un sistema economico e sociale basato sul privilegio di pochi a discapito della crescente miseria di molti, sul furto dei beni comuni e l’inquinamento ambientale.
Il quadro delle crescenti diseguaglianze è inquietante. Dall’ultimo numero dell’Espresso apprendiamo che Montezemolo guadagna quanto 671 pensionati e Scilipoti come 20 precari. Sfugge, sinceramente, il nesso profondo fra ricchezza e merito, ammesso che tale nesso abbia un senso. Il presidente dell’Istat mette in guardia contro l’effetto destabilizzante del divario e sottolinea il ruolo correttivo svolto dall’intervento pubblico.
Ma anche qui, in prospettiva, sono dolori. Tutti gli Stati del mondo, perfino gli Usa, sono sottoposti all’attacco della finanza internazionale che punta a distruggere beni e spese pubbliche con l’arma della speculazione. I pescecani sono affamati e vogliono divorare ogni spazio comune per privatizzarlo e trarne il profitto che solo a loro fa comodo. Tutti gli Stati sono potenziali Pigs e rischiano di fare la fine dei prosciutti… E’ giunto il momento di reagire. In due direzioni:
1) sul piano internazionale, disinnescando i meccanismi fuori controllo della finanza globale, mediante una nuova Bretton Woods che colpisca la speculazione e sgonfi l’abnorme ascesso della sfera finanziaria;
2) sul piano interno, con una società più egualitaria, che valorizzi beni comuni e servizi sociali, combatta l’evasione fiscale in modo serio, ponga dei massimi invalicabili alle retribuzioni, tassi patrimoni e profitti. Non più di cinquemila euro al mese per nessuno, sia esso manager, politico, sindacalista, anchorman, prostituta di lusso o quant’altro. Meno soldi per la politica intesa come professione parassitaria (interessanti le proposte formulate al riguardo da Paolo Flores d’Arcais come ad esempio la riduzione a cento dei parlamentari). Più soldi per l’università, la scuola, la ricerca, la salute, i beni culturali, l’ambiente.
No, non sarà un pranzo di gala. Ma è l’unica strada per salvare l’Italia e il mondo intero. Da un governo che voglia rappresentare una vera alternativa al berlusconismo agonizzante occorre aspettarsi tutto questo e nulla di meno. Anche se, con bunga bunga e la sua grottesca coorte di nani e ballerine, occorrerà mandare in pensione anche tutta o quasi la classe politica attuale.
Fabio Marcelli
Giurista internazionale
Economia & Lobby - 12 Luglio 2011
Istruzioni per non fare la fine dei prosciutti
Odio i motoscafi, i panfili, gli yacht di ogni tipo. Non solo perché inquinano l’acqua cristallina del mare dove sono solito bagnarmi, con i residui del carburante e quelli fisiologici dei loro passeggeri. Non solo perché mi sfrecciano pericolosamente accanto durante le lunghe nuotate al largo che sono solito fare. Non solo perché sono diventati lo status symbol di una miserabile genia di parvenu, esponenti delle varie caste, cricche e ghenghe che ammorbano il nostro Paese. Ma perché sono il simbolo vivente di un sistema economico e sociale basato sul privilegio di pochi a discapito della crescente miseria di molti, sul furto dei beni comuni e l’inquinamento ambientale.
Il quadro delle crescenti diseguaglianze è inquietante. Dall’ultimo numero dell’Espresso apprendiamo che Montezemolo guadagna quanto 671 pensionati e Scilipoti come 20 precari. Sfugge, sinceramente, il nesso profondo fra ricchezza e merito, ammesso che tale nesso abbia un senso. Il presidente dell’Istat mette in guardia contro l’effetto destabilizzante del divario e sottolinea il ruolo correttivo svolto dall’intervento pubblico.
Ma anche qui, in prospettiva, sono dolori. Tutti gli Stati del mondo, perfino gli Usa, sono sottoposti all’attacco della finanza internazionale che punta a distruggere beni e spese pubbliche con l’arma della speculazione. I pescecani sono affamati e vogliono divorare ogni spazio comune per privatizzarlo e trarne il profitto che solo a loro fa comodo. Tutti gli Stati sono potenziali Pigs e rischiano di fare la fine dei prosciutti… E’ giunto il momento di reagire. In due direzioni:
1) sul piano internazionale, disinnescando i meccanismi fuori controllo della finanza globale, mediante una nuova Bretton Woods che colpisca la speculazione e sgonfi l’abnorme ascesso della sfera finanziaria;
2) sul piano interno, con una società più egualitaria, che valorizzi beni comuni e servizi sociali, combatta l’evasione fiscale in modo serio, ponga dei massimi invalicabili alle retribuzioni, tassi patrimoni e profitti. Non più di cinquemila euro al mese per nessuno, sia esso manager, politico, sindacalista, anchorman, prostituta di lusso o quant’altro. Meno soldi per la politica intesa come professione parassitaria (interessanti le proposte formulate al riguardo da Paolo Flores d’Arcais come ad esempio la riduzione a cento dei parlamentari). Più soldi per l’università, la scuola, la ricerca, la salute, i beni culturali, l’ambiente.
No, non sarà un pranzo di gala. Ma è l’unica strada per salvare l’Italia e il mondo intero. Da un governo che voglia rappresentare una vera alternativa al berlusconismo agonizzante occorre aspettarsi tutto questo e nulla di meno. Anche se, con bunga bunga e la sua grottesca coorte di nani e ballerine, occorrerà mandare in pensione anche tutta o quasi la classe politica attuale.
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Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il governo si impegni "a sostenere il riconoscimento dello Stato di Palestina, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele, per preservare la realizzazione dell’obiettivo di 'due popoli, due Stati'". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Inoltre, si chiede di "sostenere il piano arabo per la ricostruzione della Striscia di Gaza ed ogni iniziativa diplomatica volta ad assicurare il rispetto della tregua e un reale rilancio del processo di pace: per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, per la protezione dei civili e per la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, per il rispetto della tregua in Libano e per scongiurare il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah e Iran, nonché le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele e, infine, affinché siano rispettate le risoluzioni delle Nazioni Unite".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "scegliere senza esitazioni e ambiguità, di fronte alle minacce globali e alle sfide inedite rappresentate dalla nuova amministrazione americane, l’interesse europeo, all’interno del quale si promuove e realizza il nostro interesse nazionale, anche una attraverso la costruzione di alleanze, a partire dai paesi fondatori dell’Europa, per collocare l’Italia sulla frontiera più avanzata dell’integrazione contro le spinte disgregatrici e i ripiegamenti nazionalisti". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un’iniziativa diplomatica e politica autonoma dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autoderminazione, l’ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Il piano ReArmEU, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune che garantisca la deterrenza e un percorso di investimenti comuni in sicurezza realizzati non a detrimento delle priorità sociali, di coesione e sviluppo dell’Unione". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
"La difesa non può essere considerato un bene pubblico separato dal benessere sociale, ma è parte integrante di una strategia globale che prevede di garantire non solo la sicurezza fisica dei cittadini europei, ma anche la loro sicurezza sociale ed economica: tanto più l’affermazione dei nazionalismi disgregatori dell’unità europea è legata anche alla percezione di insicurezza economica e sociale, nonché alla paura nei confronti delle sfide globali".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sostenere una risposta europea ed unitaria alle politiche dei dazi dell’amministrazione Trump, che escluda ogni controproducente e inadeguata tentazione di bilateralizzare la risoluzione del conflitto commerciale, e che ampli le contromisure includendo i servizi e i diritti di proprietà intellettuale delle Big Tech, rilanciando anche l’iniziativa multilaterale per l’introduzione della Global Minimum Tax". E' quanto chiede il Pd al governo nella risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo, nella risoluzione presentata sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, di "collocare l’Italia da protagonista nella costruzione di una vera difesa comune europea e non di un riarmo degli eserciti nazionali privo di coordinamento, esprimendo la chiara volontà politica di andare avanti nel percorso di realizzazione di un’unione della difesa, anche partendo da forme di cooperazione rafforzata o integrazione differenziata tra Stati membri".