Cresce il movimento che ripulisce la città. CleaNap ha lo sguardo fiducioso di Roberta e di quei ragazzi e ragazze come lei che, spinti da un progetto nato su Facebook, si incontrano armati di scopa e detergenti per ripulire piazze e luoghi storici di Napoli. Intervistata ci aiuta a capire meglio il fenomeno.
La vostra è un’iniziativa politica? C’è dietro la regia di qualche partito?
Assolutamente no, siamo semplici cittadini napoletani. Non abbiamo simboli di partito o colori politici.
Qual è il messaggio che intendete comunicare?
Il nostro messaggio ha due destinatari: i nostri concittadini a cui vogliamo dire che Napoli è nostra, che siamo anche noi a doverla tutelare e curare, che ognuno è responsabile dei beni comuni ed è possibile e necessario vivere in una città pulita e decorosa. Alle istituzioni, invece, a cui vogliamo trasmettere il messaggio che i cittadini di Napoli sono pronti a contribuire alla causa, che c’è un’aria nuova.
Qualcuno avrebbe da obiettare che non si risolverà certo così il problema dei rifiuti…
Non siamo così ingenui da pensare di risolvere il problema dei rifiuti. Ne siamo ben consapevoli e saremmo dei matti a credere di farlo. Innanzitutto, c’è da dire che noi non “agiamo” sui rifiuti, ma sull’incuria e l’abbandono dei luoghi pubblici. Certo, ci preoccupiamo di differenziare ogni singolo oggetto e portare il tutto alle isole ecologiche. Ma sappiamo bene di non poterci sostituire alle istituzioni, né vorremmo farlo, noi vogliamo semplicemente “svegliare” chi continua a dormire pensando che tanto “non si può fare niente”.
Siete dei sognatori? Quanto di concreto c’è nella vostra iniziativa?
Forse siamo mossi da un’anima sognatrice, ma ci sono tante cose concrete. Per elencare solo quelle del CleaNap di Porta Capuana: decine di bambini che invece di giocare a pallone tra cartacce e cocci di vetro si sono uniti a noi e hanno aiutato a pulire. Centinaia di bottiglie di plastica e vetro portate a riciclo, aiuole ripulite da erbacce e rifiuti, vasi che fino a venerdì erano usati come cestini per rifiuti ora hanno recuperato il loro ruolo originario grazie ai fiori che vi abbiamo piantato.
Perché hai deciso di farne parte?
Perché mi è sembrata una iniziativa alla quale in linea teorica nessun napoletano poteva sottrarsi. Perché coinvolge gente comune armata solo di scope, guanti e buona volontà, senza appartenenze politiche dichiarate e senza secondi fini. Mi piaceva la praticità e la concretezza dell’iniziativa. Mi è sembrata veramente rivoluzionaria e in effetti si è dimostrata tale.
Come si fa a partecipare?
Siamo ancora molto legati a Facebook e ai social network, siamo nati lì ed è lì che le nostre azioni “pulitive” vengono decise e pubblicizzate (non abbiamo avuto molta eco sui quotidiani, anche se le testate online locali sono state molto solidali alla causa). Basta mettere il “mi piace” sulla pagina Facebook di CleaNap e lì si viene aggiornati su tutte le novità.
Come ci si sente alla fine dell’opera?
È una soddisfazione incredibile. Già durante le azioni regna un clima di armonia, serenità, felicità e collaborazione. Si diventa facilmente amici di persone che non conosci e che magari non avresti mai conosciuto. Si lavora tanto e, nonostante il caldo forte, si lavora sorridendo. E poi la gente del luogo, i loro sguardi sorpresi ma felici, la loro voglia di capire e di confrontarsi su cosa sta succedendo. La disillusione che per un minuto lascia il posto alla speranza.
Quanto credi realmente nel cambiamento?
Io ci credo e ci voglio credere! Il periodo della disillusione l’ho passato anche io, però oggi sono stata attraversata da questa nuova aria che sento tangibile in città. Persone comuni che scendono in piazza, coinvolgimento e partecipazione dei cittadini, volontà di inclusione anche in alcuni territori che finora erano stati inaccessibili. Mi piace pensare che il cambiamento si è improvvisamente disegnato negli occhi di quei bambini che, scesi in strada per giocare a pallone, si sono messi a raccogliere erbacce e a piantare piantine.
di Giancarlo Donadio, InchiESTanapoli.it
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Scrittori contro le mafie
Ambiente & Veleni - 14 Luglio 2011
Napoli, la spedizione “pulitiva” di CleaNap
Cresce il movimento che ripulisce la città. CleaNap ha lo sguardo fiducioso di Roberta e di quei ragazzi e ragazze come lei che, spinti da un progetto nato su Facebook, si incontrano armati di scopa e detergenti per ripulire piazze e luoghi storici di Napoli. Intervistata ci aiuta a capire meglio il fenomeno.
La vostra è un’iniziativa politica? C’è dietro la regia di qualche partito?
Assolutamente no, siamo semplici cittadini napoletani. Non abbiamo simboli di partito o colori politici.
Qual è il messaggio che intendete comunicare?
Il nostro messaggio ha due destinatari: i nostri concittadini a cui vogliamo dire che Napoli è nostra, che siamo anche noi a doverla tutelare e curare, che ognuno è responsabile dei beni comuni ed è possibile e necessario vivere in una città pulita e decorosa. Alle istituzioni, invece, a cui vogliamo trasmettere il messaggio che i cittadini di Napoli sono pronti a contribuire alla causa, che c’è un’aria nuova.
Qualcuno avrebbe da obiettare che non si risolverà certo così il problema dei rifiuti…
Non siamo così ingenui da pensare di risolvere il problema dei rifiuti. Ne siamo ben consapevoli e saremmo dei matti a credere di farlo. Innanzitutto, c’è da dire che noi non “agiamo” sui rifiuti, ma sull’incuria e l’abbandono dei luoghi pubblici. Certo, ci preoccupiamo di differenziare ogni singolo oggetto e portare il tutto alle isole ecologiche. Ma sappiamo bene di non poterci sostituire alle istituzioni, né vorremmo farlo, noi vogliamo semplicemente “svegliare” chi continua a dormire pensando che tanto “non si può fare niente”.
Siete dei sognatori? Quanto di concreto c’è nella vostra iniziativa?
Forse siamo mossi da un’anima sognatrice, ma ci sono tante cose concrete. Per elencare solo quelle del CleaNap di Porta Capuana: decine di bambini che invece di giocare a pallone tra cartacce e cocci di vetro si sono uniti a noi e hanno aiutato a pulire. Centinaia di bottiglie di plastica e vetro portate a riciclo, aiuole ripulite da erbacce e rifiuti, vasi che fino a venerdì erano usati come cestini per rifiuti ora hanno recuperato il loro ruolo originario grazie ai fiori che vi abbiamo piantato.
Perché hai deciso di farne parte?
Perché mi è sembrata una iniziativa alla quale in linea teorica nessun napoletano poteva sottrarsi. Perché coinvolge gente comune armata solo di scope, guanti e buona volontà, senza appartenenze politiche dichiarate e senza secondi fini. Mi piaceva la praticità e la concretezza dell’iniziativa. Mi è sembrata veramente rivoluzionaria e in effetti si è dimostrata tale.
Come si fa a partecipare?
Siamo ancora molto legati a Facebook e ai social network, siamo nati lì ed è lì che le nostre azioni “pulitive” vengono decise e pubblicizzate (non abbiamo avuto molta eco sui quotidiani, anche se le testate online locali sono state molto solidali alla causa). Basta mettere il “mi piace” sulla pagina Facebook di CleaNap e lì si viene aggiornati su tutte le novità.
Come ci si sente alla fine dell’opera?
È una soddisfazione incredibile. Già durante le azioni regna un clima di armonia, serenità, felicità e collaborazione. Si diventa facilmente amici di persone che non conosci e che magari non avresti mai conosciuto. Si lavora tanto e, nonostante il caldo forte, si lavora sorridendo. E poi la gente del luogo, i loro sguardi sorpresi ma felici, la loro voglia di capire e di confrontarsi su cosa sta succedendo. La disillusione che per un minuto lascia il posto alla speranza.
Quanto credi realmente nel cambiamento?
Io ci credo e ci voglio credere! Il periodo della disillusione l’ho passato anche io, però oggi sono stata attraversata da questa nuova aria che sento tangibile in città. Persone comuni che scendono in piazza, coinvolgimento e partecipazione dei cittadini, volontà di inclusione anche in alcuni territori che finora erano stati inaccessibili. Mi piace pensare che il cambiamento si è improvvisamente disegnato negli occhi di quei bambini che, scesi in strada per giocare a pallone, si sono messi a raccogliere erbacce e a piantare piantine.
di Giancarlo Donadio, InchiESTanapoli.it
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Caccia alle balene:
è ora di finirla
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Diritto di replica: Pigna e le foreste indonesiane
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.