Silvio Berlusconi è riapparso in pubblico dopo due settimane di latitanza. “Ma non sono stato affatto assente o latitante”, ha garantito. Pochi minuti alla Camera per votare la fiducia sulla manovra, una legge lacrime e sangue per tutti tranne che per la Casta. Un testo definito “inaccettabile” (anche) da Emma Marcegaglia: “Hanno aumentato le tasse ai cittadini”, ha detto il presidente di Confindustria. Si vede che il messaggio deve aver colpito il premier, perché oggi in aula ha detto che “fino a quando non ridurrò la pressione fiscale non me ne andrò”. Una promessa per alcuni. Una minaccia secondo altri. Parlando con alcuni deputati del Pdl il Cavaliere ha più volte portato le mani al collo, alla nuca e al volto, descrivendo una situazione di disagio fisico. Mostrando un lieve gonfiore alla fronte ha spiegato di essere caduto e aver battuto la testa. “Stanotte sono scivolato in bagno, c’era qualcosa di viscido per terra, e ho battuto la testa. Ho un dolore alla mascella e questa sera rientro a Milano per fare un controllo, forse una tac, e comunque per farmi controllare da Zangrillo“.

Il Cavaliere è stato “assediato” dai suoi. La girandola di incontri inizia con un faccia faccia con Alfonso Papa, il deputato Pdl coinvolto nell’inchiesta P4. Poi tocca a Saverio Romano, il ministro dell’Agricoltura, oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. Il premier presiede poi un vertice a tre con Giulio Tremonti e Umberto Bossi. Si ferma a parlare anche Claudio Scajola. A tutti i suoi interlocutori, raccontano loro, il Cavaliere assicura che andrà avanti per la sua strada, che non intende mollare perché ha una maggioranza solida e ampia. Ad alcuni parlamentari pidiellini il presidente del Consiglio confida tutta l’amarezza per la sentenza del Lodo Mondadori e la sofferenza per il coinvolgimento personale e familiare. Chi lo ha visto in queste ore lo descrive “non arrabbiato, di più”. Berlusconi, riferiscono ancora alcuni esponenti della maggioranza, avrebbe spiegato che continuerà a mantenere la consegna del silenzio sul caso della Cir. “Se dovessi parlare, dovrei dire cose che è meglio non dire”, sarebbe stato il ragionamento del capo del governo. Altri, invece, riferiscono di aver ricevuto lo sfogo del premier.  Si è detto “molto, molto amareggiato anche per la mia famiglia”. Perché “vicende come queste fanno soffrire soprattutto i propri familiari”.

Il premier si è detto ulteriormente convinto della necessità di portare avanti la riforma della giustizia. Anche a seguito delle inchieste e delle numerose richieste di arresto per alcuni parlamentari. “Dopo tutte queste cose, a maggior ragione, dobbiamo fare la riforma della giustizia”, ha detto Berlusconi. Oggi alla giunta per le autorizzazioni è arrivato il caso di Papa. “Noi non facciamo processi in aula, sosteniamo il non arresto. La magistratura andrà avanti ma chi è parlamentare deve mantenere il suo incarico”, ha detto ad alcuni parlamentari della maggioranza. “Dovete dire ai vostri colleghi che votare a favore dell’arresto di deputati costituisce un precedente pericolosissimo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.

Dopo le operazioni di voto il premier ha lasciato l’Aula. Ma prima ha parlato con i giornalisti. O meglio: ha letto un comunicato. “Io ho lavorato intensamente ma davvero con grandissima intensità in questi giorni per l’unica cosa che era importante fare, cioè la manovra”, ha garantito Berlusconi. “Ho sentito che qualcuno ha detto che il governo non si muove, ma bisogna ricordare che in due settimane il governo è riuscito a preparare la manovra, vararla in Cdm, ottenere la firma del Capo dello Stato, presentarla al Parlamento e discuterla con le opposizioni e votarla con la fiducia e 34 voti di maggioranza. In questo momento io credo che era l’unica cosa importante da fare in queste due settimane”. “Dopo l’approvazione della manovra l’Italia è più forte anche se le incognite della crisi internazionale restano e restano purtroppo i problemi riguardanti le eredità negative che impediscono alla nostra economia un andamento in linea con gli altri paesi europei”, ha concluso Berlusconi. E se n’è andato.

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