Una condanna e sei assoluzioni per il crollo del controsoffitto al liceo Darwin di Rivoli, alle porte di Torino, che il 22 novembre 2008 provocò la morte dello studente diciassettenne Vito Scafidi. Il Tribunale di Torino ha inflitto quattro anni di reclusione a Michele Del Mastro, ex responsabile del servizio di edilizia scolastica della Provincia. Assolti invece altri tre funzionari dello stesso ente e altrettanti professori del Darwin, responsabili della sicurezza dell’istituto. Il giudice Silvia Salvadori ha disposto una provvisionale di 400 mila euro in favore dei familiari del ragazzo.

Tre anni fa, il caso di Rivoli fece scalpore e portò sotto i riflettori il problema della sicurezza degli edifici scolastici italiani, spesso vecchi, fatiscenti, lasciati andare senza un’adeguata manutenzione. Di fronte alla preoccupazione che una simile tragedia potesse ripetersi, il governo approntò in tutta fretta un Piano di edilizia scolastica, presentato dal ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini il 29 gennaio 2009. “Mai più scuole insicure”, promise il governo, annunciando la messa in sicurezza delle 45 mila scuole italiane che ogni giorno di lezione accolgono nove milioni di persone tra studenti, docenti e personale di supporto.

Eppure oggi, nell’anno 2011, un Piano per l’edilizia scolastica in Italia non esiste ancora. Lo denuncia l’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, che giusto pochi giorni fa, il 7 luglio, ha rivolto al governo un appello in cui si legge: “Il tema sta assumendo le caratteristriche di un’emergenza nazionale“. Che cosa è successo lo spiega Riccardo Roman, presidente della commmissione Istruzione e scuola dell’Anci, nonché sindaco di Galzignano Terme in provincia di Padova: “Il provvedimento annunciato dalla Gelmini, in realtà, riguardava soltanto il monitoraggio e l’intervento su elementi non strutturali, come il controsoffitto di Rivoli. E per questo sono stati erogati 350 milioni di euro presi dai fondi Fas (quelli per le aree sottutilizzate del Paese, ndr), e altri 400 ne stanno per arrivare. Ma un vero piano per l’edilizia scolastica, che contemplasse anche gli interventi strutturali, non è mai stato fatto”.

Il problema torna di attualità con l’attuazione della riforma della scuola voluta dallo stesso ministro Gelmini: in ogni classe dell’obbligo devono starci più alunni, di conseguenza le aule vanno adeguate alle nuove esigenze. Ma con quali soldi? “In mancanza del piano, la spesa è accollata ai Comuni e alle Province, secondo il tipo di scuola”, spiega ancora Roman. “Lo stesso vale per qualunque problema delle strutture degli edifici, per esempio una grossa infiltrazione d’acqua nei muri portanti. Questi interventi sono ancora regolati dalla legge 23 del 1996, che da qualche anno non è finanziata neppure con un euro”.

L’Anci chiede inoltre che le spese per l’edilizia scolastica affrontate dai Comuni siano al di fuori del Patto di stabilità, proprio per l’importanza e la delicatezza del tema. La sicurezza delle scuole, ha commentato il pubblico ministero Raffaele Guariniello dopo la sentenza sulla tragedia del Darwin, “è un problema che va affrontato esattamente come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro”.

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