“Abolire le province? Sì, ma anche le regioni più piccole”. La proposta è arrivata questa mattina dal presidente leghista della provincia di Varese, Dario Galli, che ha puntato il dito contro Molise e Umbria: “Il Molise ha metà degli abitanti della Provincia di Varese, l’Umbria ha lo stesso numero”. Piccole, dunque inutili.

Non è la sparata di un visionario o di un amministratore di periferia. Dario Galli è un politico navigato, uno di quelli che collezionano incarichi e siedono nelle stanze dei bottoni: ex deputato ed ex senatore, oggi oltre a fare il presidente della Provincia (e il consigliere comunale), occupa un posto nel consiglio di amministrazione di Finmeccanica ed è tra gli amministratori della Financière Fideuram del gruppo Intesa.

Dunque ha titoli da vendere per parlare di costi della politica. “Il mio parere è molto chiaro e non è certo una “difesa sindacale da parte in causa – ha dichiarato Galli – Non è però possibile affrontare in maniera seria la questione con l’atteggiamento isterico e la non conoscenza delle situazioni come ho potuto appurare dai molti articoli e commenti apparsi. I così detti costi della politica delle province, a livello nazionale sono di un centinaio di milioni di euro. Il resto rientra negli investimenti, che comunque qualcuno al posto della Provincia dovrebbe continuare a fare e nel costo del personale, che non si potrà certo lasciare a casa, ma passerebbe, molto probabilmente ai livelli regionali con un aumento immediato dello stipendio di circa il 20 per cento solo per questioni contrattuali. Il problema sono i costi della politica? Ma con l’abolizione dell’Ente provinciale il potenziale risparmi verrebbe assorbito da funzionari regionali che potrebbero, tra l’altro, trovarsi a decidere su territori che magari nemmeno conoscono”.

Per Galli si tratta di una questione di sostanza: “Forse – ha proseguito – bisognerebbe iniziare a guardare al concreto. Le Province rappresentano anche la storia, la cultura, le tradizioni di un territorio e sono un livello importante per nell’economia del sistema democratico. Pensiamo alla nostra regione. La Lombardia ha 10 milioni di abitanti e un Pil pari o superiore a molti Stati europei. In questo quadro mi metto nei panni del sindaco di un qualsiasi piccolo Comune dell’alto Verbano e mi chiedo come dovrò fare nel momento in cui il mio primo referente territoriale superiore sia il presidente della Regione Lombardia. Quando riuscirò a parlare con lui. E di questo passo potrei portare la questione della gestione delle scuole, delle strade”. Insomma secondo Dario Galli la questione non è funzionale, ma dimensionale. “Non possiamo avere province con 50 mila abitanti, ma nemmeno regioni che hanno la metà degli abitanti della nostra provincia, come il Molise o il medesimo numero come l’Umbria. Certo che bisogna cambiare, ma con un piano strategico più ampio, che prevede il passaggio da 104 a non più di 70 province, ma anche un numero inferiori di regioni. Che senso ha abolire la Provincia di Varese quando ha costi di funzionamento pari a 100 euro per abitante a fronte di una media nazionale di 200 euro per abitante, il che significa che vi sono realtà dove la spesa pro capite arriva anche a 300 euro? Che senso ha abolire la nostra Provincia, quando anche in momento difficile come quelli che stiamo attraversando riesce ad amministrare in maniera virtuosa il territorio razionalizzando le spese, ma facendo anche investimenti strategici per il futuro?”.

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