Al cospetto di vescovi, militari e politici, l’inaugurazione della nuova Chiesa Madre di Raffadali (Agrigento) si trasforma nell’elogio di Totò Cuffaro, l’ex governatore siciliano in carcere per favoreggiamento a Cosa Nostra. Tutti ad applaudire, il caso finisce in Consiglio comunale, dove tre esponenti del Partito democratico su cinque non votano la mozione di censura.
Salvatore Cuffaro, i compaesani di Raffadali lo chiamano “Totò” da quando era piccolo. E’ una cittadina nota per il paesaggio splendido, per le centinaia di autobus turistici gestiti da “Peppuccio” Cuffaro, il fratello di Totò, e per il Comune amministrato da “Silviuccio” Cuffaro, il terzo fratello di Totò. Qui, la riapertura dopo 14 anni della Chiesa Madre si è trasformata nell’elogio del compaesano incarcerato e quando il presidente del Consiglio comunale ha pronunciato il nome “Totò”, tra le navate della cattedrale è scoppiato l’applauso. Vera testimonianza di fede e devozione.
Ad Agrigento, appena un anno fa, è stata dedicata al boss di Palma di Montechiaro la vittoria di una squadra locale nel campionato di eccellenza. “A Raffadali – spiega Gaetano Alessi, dell’associazione AdEst – hanno pensato bene di dedicare a un carcerato per fatti di mafia l’inaugurazione della Chiesa Madre al cospetto di vescovi, carabinieri e dell’intera rappresentanza politica, anche di centrosinistra”.
In provincia di Agrigento ci sono le radici del potere di Totò, che è stato assessore regionale all’Agricoltura del governo guidato per due anni (1998-2000) da Angelo Capodicasa, uno dei fondatori del Partito democratico, aderente alla mozione di Piero Fassino. Nessuno così si è meravigliato quando, due giorni fa, la questione dell’elogio a Cuffaro è finita in Consiglio comunale e i tre consiglieri del Pd non hanno votato la censura, lasciando quasi solo il capogruppo del partito Aldo Virone (è stato lui a presentare la mozione di censura), che sulla dedica dell’inaugurazione a Cuffaro ha commentato: “Siamo in una terra difficile, dove chi rappresenta le Istituzioni deve fare una scelta chiara e non ingenerare dubbi o equivoche interpretazioni con le proprie parole: o sta con chi la mafia la combatte ogni giorno o sta con quel sistema di potere che ha fiancheggiato la criminalità organizzata fino ad esserne condannato”. E ancora: “Capisco che l’ex presidente della Regione è il padrino politico di molti dei presenti in Consiglio comunale, ma l’affetto non può far dimenticare i doveri connessi alla rappresentanza istituzionale, né tanto meno l’insegnamento di Cuffaro che ha accettato la condanna in silenzio e con rispetto delle istituzioni”.
Durante la discussione in municipio, il consigliere Claudio Di Stefano, coordinatore dell’Udc, ha verbalizzato una dichiarazione di voto che sposava l’elogio a Cuffaro sottolineando il ringraziamento e la vicinanza dell’intera cittadinanza e di tutti i consiglieri di maggioranza.
Lo scontro dal municipio si è trasferito sulla Rete e su Facebook. “A due giorni dal ricordo dell’uccisione di Paolo Borsellino – spiega Gaetano Alessi – quello che è accaduto è inconcepibile. Di Stefano farebbe bene a tacere e non confondere i raffadalesi con la stretta cerchia dei cuffariani che ha devastato il nostro paese negli ultimi 10 anni. La stessa cerchia che non si sta facendo scrupolo di passare di partito in partito per avere sempre un posto al sole. Il voto in Consiglio comunale conferma ancora una volta che a Raffadali c’è chi sta dalla parte delle vittime di mafia e chi invece ‘onora’ i condannati”.
L’amministrazione che elogia Cuffaro è la stessa che sino ad oggi si è rifiutata di dedicare una via a una delle vittime più illustri di Cosa Nostra: Peppino Impastato. “In questo contesto – conclude Alessi – vorremmo sapere con chi sta il Pd: con il suo capogruppo che ricorda a tutti che i valori sono fondamentali per la crescita culturale o con gli esponenti dell’Udc e del cosiddetto Terzo polo che difendono i condannati per fatti di mafia?”.
Articolo aggiornato alle ore 19
Cronaca
Agrigento, riapre una chiesa con dedica
a Cuffaro. E mezzo Pd non vota la censura
A Raffadali l'inaugurazione dell'edificio è l'occasione per celebrare l'ex senatore ed ex presidente della Sicilia, finito in carcere per favoreggiamento a Cosa Nostra. In Comune tre consiglieri del Pd su cinque si astengono sulla mozione di condanna. Associazione AdEst: "Inconcepibile, a pochi giorni dall'anniversario della morte di Borsellino"
Salvatore Cuffaro, i compaesani di Raffadali lo chiamano “Totò” da quando era piccolo. E’ una cittadina nota per il paesaggio splendido, per le centinaia di autobus turistici gestiti da “Peppuccio” Cuffaro, il fratello di Totò, e per il Comune amministrato da “Silviuccio” Cuffaro, il terzo fratello di Totò. Qui, la riapertura dopo 14 anni della Chiesa Madre si è trasformata nell’elogio del compaesano incarcerato e quando il presidente del Consiglio comunale ha pronunciato il nome “Totò”, tra le navate della cattedrale è scoppiato l’applauso. Vera testimonianza di fede e devozione.
Ad Agrigento, appena un anno fa, è stata dedicata al boss di Palma di Montechiaro la vittoria di una squadra locale nel campionato di eccellenza. “A Raffadali – spiega Gaetano Alessi, dell’associazione AdEst – hanno pensato bene di dedicare a un carcerato per fatti di mafia l’inaugurazione della Chiesa Madre al cospetto di vescovi, carabinieri e dell’intera rappresentanza politica, anche di centrosinistra”.
In provincia di Agrigento ci sono le radici del potere di Totò, che è stato assessore regionale all’Agricoltura del governo guidato per due anni (1998-2000) da Angelo Capodicasa, uno dei fondatori del Partito democratico, aderente alla mozione di Piero Fassino. Nessuno così si è meravigliato quando, due giorni fa, la questione dell’elogio a Cuffaro è finita in Consiglio comunale e i tre consiglieri del Pd non hanno votato la censura, lasciando quasi solo il capogruppo del partito Aldo Virone (è stato lui a presentare la mozione di censura), che sulla dedica dell’inaugurazione a Cuffaro ha commentato: “Siamo in una terra difficile, dove chi rappresenta le Istituzioni deve fare una scelta chiara e non ingenerare dubbi o equivoche interpretazioni con le proprie parole: o sta con chi la mafia la combatte ogni giorno o sta con quel sistema di potere che ha fiancheggiato la criminalità organizzata fino ad esserne condannato”. E ancora: “Capisco che l’ex presidente della Regione è il padrino politico di molti dei presenti in Consiglio comunale, ma l’affetto non può far dimenticare i doveri connessi alla rappresentanza istituzionale, né tanto meno l’insegnamento di Cuffaro che ha accettato la condanna in silenzio e con rispetto delle istituzioni”.
Durante la discussione in municipio, il consigliere Claudio Di Stefano, coordinatore dell’Udc, ha verbalizzato una dichiarazione di voto che sposava l’elogio a Cuffaro sottolineando il ringraziamento e la vicinanza dell’intera cittadinanza e di tutti i consiglieri di maggioranza.
Lo scontro dal municipio si è trasferito sulla Rete e su Facebook. “A due giorni dal ricordo dell’uccisione di Paolo Borsellino – spiega Gaetano Alessi – quello che è accaduto è inconcepibile. Di Stefano farebbe bene a tacere e non confondere i raffadalesi con la stretta cerchia dei cuffariani che ha devastato il nostro paese negli ultimi 10 anni. La stessa cerchia che non si sta facendo scrupolo di passare di partito in partito per avere sempre un posto al sole. Il voto in Consiglio comunale conferma ancora una volta che a Raffadali c’è chi sta dalla parte delle vittime di mafia e chi invece ‘onora’ i condannati”.
L’amministrazione che elogia Cuffaro è la stessa che sino ad oggi si è rifiutata di dedicare una via a una delle vittime più illustri di Cosa Nostra: Peppino Impastato. “In questo contesto – conclude Alessi – vorremmo sapere con chi sta il Pd: con il suo capogruppo che ricorda a tutti che i valori sono fondamentali per la crescita culturale o con gli esponenti dell’Udc e del cosiddetto Terzo polo che difendono i condannati per fatti di mafia?”.
Articolo aggiornato alle ore 19
LA REPUBBLICA DELLE STRAGI
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Ma per fare il sindaco non basta
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".