Milano, 9 apr. (Adnkronos Salute) - Era il 2019 quando in Italia fu somministrata per la prima volta l'immunoterapia anticancro Car-T, linfociti T del paziente geneticamente modificati in laboratorio e reinfusi in modo da riconoscere e aggredire le cellule malate. A più di 5 anni da quel 'caso 1', sono 1.500-1.800 i pazienti trattati con Car-T nel nostro Paese, per neoplasie del sangue aggressive e refrattarie alle terapie tradizionali. Da un'unica struttura inizialmente autorizzata a erogare la cura, l'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, si è arrivati a 44 centri abilitati. Delle 6 Car-T approvate in Europa, sono 5 quelle autorizzate in Italia, con indicazioni in aumento nell'adulto e nel bambino. Se il 'Il futuro è già qui', come recita lo slogan di una campagna itinerante avviata nel 2021 dall'Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, il viaggio non si ferma, ma prosegue alla ricerca di nuovi bersagli da colpire, di nuovi tumori da trattare, di nuovi malati da guarire.
"Car-T: destinazione futuro" è il messaggio dell'edizione 2024-2025 (la seconda) dell'iniziativa, realizzata con il sostegno non condizionante di Bristol Myers Squibb, Gilead Sciences e Johnson&Johnson. Dopo una tappa a Milano, arriva oggi a Roma e approderà a Bologna. Gli eventi locali coinvolgono specialisti, pazienti, caregiver, volontari Ail e media per fare il punto sullo stato dell'arte della terapia Car-T, le criticità nelle singole regioni, le novità, le prospettive e le domande dei pazienti. Le attività di informazione sono arricchite da un video-racconto orale disponibile sulla landing page di campagna all'interno del sito www.ail.it, nel quale Andrea Grignolio, docente di Storia della medicina e Bioetica dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano - Cnr Ethics, narra il percorso di scoperta che ha portato a questo approccio rivoluzionario nel trattamento dei tumori. Sul portale Ail sono disponibili informazioni e aggiornamenti sulla terapia, con la mappa dei centri che possono somministrarla.
"Il viaggio nel futuro, appena iniziato, continua", spiegano i promotori della campagna, perché "se da un lato aumenta il numero delle Car-T cells autorizzate in oncologia e onco-ematologia (secondo il Report 2019 dell'European Society for Blood and Marrow Transplantation-Ebmt sui trapianti di cellule emopoietiche, le terapie Car-T sono cresciute del 650% rispetto al 2017), e nei laboratori di tutto il mondo la ricerca scientifica avanza velocemente, dall'altro le Car-T come le conosciamo oggi sono solo il primo passo su un cammino in profonda evoluzione e ancora molti interrogativi a cui dare risposte". In questa prospettiva Ail ha deciso di proseguire anche il viaggio della campagna, con la tappa di Roma, patrocinata da Fondazione Gimema Franco Mandelli Onlus. All'incontro, introdotto da Franco Locatelli, direttore Area clinica di Oncoematologia pediatrica, Terapia cellulare, Terapie geniche e Trapianto emopoietico ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, professore ordinario di Pediatria università Cattolica, presidente Consiglio superiore di sanità, hanno partecipato Fabrizio Pane, professore ordinario di Ematologia, direttore Dipartimento di Oncologia, Ematologia e Anatomia patologica università Federico II di Napoli, direttore Uoc Ematologia e Trapianti di midollo Aou Federico II; Simona Sica, direttore Uoc Ematologia e Trapianto di cellule staminali emopoietiche, medico chirurgo, professore associato Fondazione Policlinico universitario A. Gemelli Irccs di Roma, e Adriano Venditti, professore di Ematologia università di Roma Tor Vergata, direttore Uosd Malattie mieloproliferative Policlinico Tor Vergata.
"L'arrivo delle Car-T in Italia - afferma Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail - è stato atteso per lungo tempo e quando finalmente queste terapie si sono rese disponibili hanno generato molte aspettative e domande. Ail ha subito avvertito la necessità di scendere in campo con un'informazione chiara e corretta: è nata così la campagna ideata con l'obiettivo di fare educazione su queste innovative terapie cellulari. La prima edizione ha raggiunto 10 regioni italiane con 11 tappe da Nord a Sud del Paese grazie al sostegno delle sezioni locali Ail. Ma Ail è consapevole che il viaggio nel futuro delle Car-T continua, e da qui la decisione di proseguire il viaggio con questa seconda edizione dell'iniziativa. Anche se rimangono ancora molte sfide da affrontare per la ricerca e per i clinici e alcuni interrogativi importanti a cui dare risposte, le Car-T rappresentano più di una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali e il loro impiego sta ottenendo successi insperati fino a pochi anni fa in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica. In questo scenario entusiasmante e in continua e veloce evoluzione, Ail è decisa a restare al fianco dei pazienti e delle famiglie e vuole continuare a promuovere un'informazione il più possibile esaustiva e corretta che sia in grado di aiutare i pazienti e gli stessi medici verso le scelte terapeutiche più sicure ed efficaci".
Il bilancio di 12 anni di studi sulla Car-T viene definito dagli esperti "eccezionale" e "la ricerca va sempre più veloce. "Sul territorio nazionale sta maturando anche l'esperienza nell'utilizzo e nella gestione" di queste terapia, e "si accumulano evidenze e dati clinici molto incoraggianti nei linfomi grazie all'aumentata esperienza e all'allargamento delle indicazioni". Oggi "possono beneficiare della terapia Car-T i pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, con linfoma primitivo del mediastino, con linfoma follicolare e anche con linfoma mantellare. Inoltre, da circa 15 mesi anche i linfomi a grandi cellule B, che venivano trattati solo nelle ricadute avanzate, possono essere trattati con Car-T in prima ricaduta - fa il punto Paolo Corradini, direttore Divisione di Ematologia Fondazione Irccs Int di Milano, cattedra di Ematologia università Statale - In questo modo, anticipando molto l'uso delle terapie cellulari, si migliora il risultato diminuendo la tossicità. Oggi possiamo affermare che tra il 45% e il 50% dei pazienti trattati con Car-T guarisce. A breve partirà uno studio sul mieloma multiplo, simile a quello realizzato sui linfomi che ha raccolto più di 1.300 pazienti, il più grande studio mai fatto in Italia per questi tumori, per raccogliere informazioni cliniche e biologiche nel campo del mieloma multiplo; questo studio sarà condotto in collaborazione con il gruppo Gimema e si potrà realizzare solo grazie a un finanziamento quinquennale di Ail nazionale che per la prima volta finanzia uno studio di così grande respiro".
"L'utilizzo delle terapie cellulari Car-T anti-CD19 ha assunto un ruolo sempre più importante nei pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B ricaduto o refrattario alle chemioterapie convenzionali - spiega Alice Di Rocco, professore associato Divisione Ematologia Dipartimento Medicina traslazionale e di precisione Sapienza università di Roma, dirigente Ematologia Aou Policlinico Umberto I - La prima indicazione per il trattamento dei linfomi a grandi cellule è quella della terza linea. Prima di questa indicazione, la prognosi dei pazienti ricaduti o refrattari a 2 linee di terapia era estremamente sfavorevole per l'assenza di armi terapeutiche valide. Queste terapie hanno rivoluzionato la prognosi di questi pazienti: oggi sappiamo che con le Car-T si può avere la possibilità di guarire in un 30-40% di pazienti candidati. La seconda indicazione è per i pazienti in seconda linea che sono chemiorefrattari o che recidivano precocemente dopo la prima linea. Per questi pazienti la possibilità di utilizzare Car-T ha dimostrato un vantaggio in termini di ottenimento di risposte complete e durature e in termini di sopravvivenza globale".
"Le terapie con cellule Car-T nei linfomi a cellule B hanno reso possibile la guarigione di molti pazienti altrimenti inguaribili visto che la loro malattia si era dimostrata resistente a tutte le cure disponibili, farmacologiche e anche trapiantologiche - sottolinea Alessandro Rambaldi, professore ordinario di Ematologia Dipartimento di Oncologia ed Ematologia università Statale di Milano, direttore Dipartimento di Oncologia ed Ematologia Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo - Inoltre, le Car-T si sono dimostrate non solo più efficaci, ma anche meglio tollerate rispetto al trapianto autologo e soprattutto al trapianto allogenico, considerate le terapie di riferimento quando la malattia si dimostrava resistente alla prima o alla seconda linea di trattamento. Per questa ragione sono stati condotti studi che hanno dimostrato l'utilità di spostare questa opzione terapeutica in una fase più precoce".
Con l'aumento dei malati di linfoma trattati con Car-T, crescono l'efficacia e la sicurezza della cura, mentre si riduce la tossicità, rimarcano gli specialisti. E sono in corso studi per validare l'efficacia delle Car-T anche per i pazienti con forme meno frequenti di linfoma, come il linfoma marginale, nonché studi che utilizzano altre cellule del sistema immunitario come i linfociti Natural Killer, oppure le cellule T-NK o le Cik. Non solo linfoma, però: "Risultati sorprendenti" sono stati ottenuti con le Car-T nel mieloma multiplo contro il quale, illustrano gli esperti, "attraverso l'impiego del sistema immunitario del paziente" il trattamento con Car-T "è in grado di superare i meccanismi di resistenza delle cellule tumorali ai farmaci convenzionali". L'immunoterapia riesce così a "colmare, anche se non completamente, un insoddisfatto bisogno clinico di pazienti con una prognosi molto sfavorevole".
"L'efficacia della terapia con cellule Car-T nel mieloma multiplo è nota da molti anni, ma è stata formalizzata nel 2021 con l'autorizzazione all'immissione in commercio da parte di Fda ed Ema", le agenzie del farmaco Usa e Ue, "del primo prodotto cellulare in grado di riconoscere l'antigene Bcma espresso sulla superficie delle cellule mielomatose - ripercorre Michele Cavo, professore di Ematologia Dipartimento di Scienze mediche e chirurgiche università degli Studi di Bologna, presidente del Working Party mieloma multiplo Gimema - Noto come ide-cel", in Italia "ha ricevuto dall'Aifa la rimborsabilità nel primo semestre 2024 ed è attualmente disponibile per uso clinico nei pazienti con mieloma multiplo ricaduto/refrattario dopo almeno 3 precedenti terapie e con progressione di malattia durante l'ultima linea di terapia antecedente l'infusione delle Car-T. Nel 2022 Fda ed Ema hanno approvato un secondo prodotto cellulare, noto come cita-cel, che ancora non ha ottenuto la rimborsabilità da Aifa. Entrambi questi prodotti cellulari sono stati esplorati in pazienti che avevano esaurito qualsiasi altra alternativa terapeutica, prolungandone la sopravvivenza di 2, e sino a 4, volte rispetto a quella attesa in assenza di questa terapia. I dati clinici attualmente a disposizione, seppure non ancora sufficientemente maturi, consentono di offrire ai pazienti affetti da questa malattia un messaggio di concreta speranza e ottimismo".
Le terapie Car-T si stanno dimostrando importanti anche per la leucemia linfoblastica acuta, nei casi recidivanti o refrattari. "Nel paziente che presenta una ricaduta di malattia la prognosi diventa molto più infausta e le percentuali di sopravvivenza si riducono drammaticamente - evidenzia Sabina Chiaretti, professore associato di Ematologia, Divisione Ematologia, Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione Sapienza università di Roma - Negli ultimi anni si è assistito ad un ulteriore passo in avanti grazie all'introduzione della terapia con cellule Car-T che colpiscono direttamente la cellula leucemica. Grazie al legame con l'antigene CD19, l'impiego delle Car-T sta diventando sempre più utilizzato nei pazienti recidivanti e si vanno accumulando sempre più dati derivanti sia da protocolli clinici sia da esperienze di real life. Le Car-T stanno cambiando moltissimo la storia clinica dei pazienti con leucemia linfoblastica acuta, recidivanti o refrattari anche a molte linee di terapia. I risultati mostrano un netto miglioramento della sopravvivenza libera da eventi in circa il 50% dei pazienti negli studi registrativi, con un tempo di sopravvivenza mediana di oltre 40 mesi, e i dati di real life sono sovrapponibili: la sopravvivenza globale a 6 mesi si aggira attorno all'80% e la sopravvivenza libera da malattia è del 55% circa".
Successi dietro ai quali c'è l'Ail, in prima linea sul territorio. La sezione di Roma è al servizio della comunità ematologica locale dal 1984 - si legge in una nota - vicina concretamente con molte centinaia di volontari ai bisogni dei pazienti e dei loro familiari, sostenendo in particolare i più vulnerabili e da sempre impegnata a sostenere la ricerca scientifica sui tumori del sangue. "Il supporto alla ricerca costituisce da sempre uno dei principali impegni di Ail Roma - dichiara la presidente Maria Luisa Viganò - L'attività di ricerca clinica è estremamente importante: i nostri laboratori sono strettamente collegati sia al Policlinico Umberto I sia al gruppo Gimema, i diversi progetti sono finanziati da noi, così come i biologi coinvolti sono da noi retribuiti. Attualmente abbiamo in corso studi sulla malattia minima residua nelle patologie ematologiche, un fattore importantissimo; altri studi sono focalizzati sulla qualità della vita dei pazienti che devono tornare a vivere dopo le cure; inoltre, abbiamo finanziato il progetto della crio-banca delle cellule Car-T. Tantissimi i servizi che offriamo ai pazienti di numerosi ospedali romani e stiamo potenziando l'offerta a cominciare dalla seconda Casa alloggio Ail, aperta di recente. I volontari sono il cuore di tutte le nostre attività: senza il loro aiuto volontario e solidale, niente di quello che facciamo si potrebbe realizzare. E' nostro desiderio e impegno proseguire sulla strada tracciata dal professor Franco Mandelli. Vogliamo diventare sempre più punto di riferimento sul territorio per i pazienti e i loro cari nei diversi centri ematologici romani".