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Cadono le braccia, cade l’economia

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Il senso delle decisioni prese a Bruxelles, sotto la guida di Francia e Germania, dai capi di governo europei, è una tardiva ma opportuna presa d’atto della realtà. I debiti degli Stati membri in difficoltà sono un po’ anche nostri. Per due motivi. Le nostre banche ci sono dentro fino al collo. Il fallimento di
Italia e Spagna ci travolgerebbe. Pertanto:

  • Alla Grecia vengono prestate nuove importanti risorse.
  • A Grecia, Irlanda e Portogallo vengono abbassati i tassi d’interesse (finalmente!) ed allungate le scadenze sui prestiti elargiti dal Fondo Europeo per la Stabilità.
  • Le banche che incautamente hanno finanziato in passato lo Stato greco devono prendere ‘volontariamente’ atto che non riavranno indietro tutti i loro soldi. La prossima volta, facciano meglio il loro lavoro.
  • Il Fondo Europeo per la stabilità potrà intervenire sui mercati secondari a sostegno dei titoli del debito pubblico di qualsiasi paese sotto attacco speculativo (anche l’Italia).

Poiché il debito pubblico dei paesi a rischio viene in certa misura ‘garantito’ dalla Germania (anche se il comunicato dice che il caso della Grecia è eccezionale), vuol dire che da ora in poi conta meno di chi è il debito. Ed ecco, assistiamo al fenomeno della convergenza dei rendimenti dei titoli pubblici. Scendono violentemente i tassi di paesi come l’Italia, ma si impennano quelli della Germania. Ora si guarderà di più alla sostenibilità del debito pubblico totale dell’Europa: 80% del PIL nel 2010, cioè bene. Per questo, nell’insieme la spesa per interessi degli Stati europei scende, l’Armageddon si allontana, i mercati brindano, gli speculatori ‘ribassisti’ perdono soldi a favore dei ‘rialzisti’.

Fin qui tutto bene. Poi nel comunicato c’è questo paragrafo (e ti cadono le braccia).
“All euro area Member States will adhere strictly to the agreed fiscal targets, improve competitiveness and address macro-economic imbalances. Public deficits in all countries except those under a programme will be brought below 3% by 2013 at the latest”.

Traduzione:
1) i paesi con alti debiti pubblici faranno una dura austerità
2) i paesi senza alti debiti pubblici faranno una dura austerità
3) la banca centrale sta alzando i tassi (frase scritta con inchiostro simpatico)
4) ???
5) Pertanto, la nostra strategia causerà un’accelerazione della crescita

Oh, e nel paragrafo introduttivo si legge anche:
“We reaffirm our determination to reinforce convergence and competitiveness … in the euro area”.

Ovvero: la Germania continuerà a incrementare la sua competitività, invece di alzare i salari. I paesi rimasti indietro, come Spagna e Italia (dove un deficit commerciale del 3% del PIL sta causando la rapida caduta della ricchezza netta delle famiglie), dovranno ‘convergere’ sulla Germania, cioè … ridurre i salari.

Aspettatevi un’altra recessione.
Ma se possedete dei titoli pubblici, potete stare un po’ più tranquilli. E se siete degli speculatori, non disperate: l’instabilità finanziaria non svanirà.

Buone vacanze.

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