Oltre 100 impiegati, per lo più cassieri, il cui nome da giugno a questa parte compare nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Rimini (al lavoro c’è il procuratore capo Paolo Giovagnoli) con un’ipotesi di reato precisa: violazione delle norme antiriciclaggio. E’ questa la nuova tegola che cade sulla Cassa di Risparmio di Rimini, il principale istituto di credito della riviera commissariato dall’anno scorso e sempre nel mirino, come si dice, delle “mani straniere”. A quanto pare, le Fiamme Gialle sarebbero solo a metà dell’opera. Gli istituti di credito con sede legale nella provincia di Rimini da passare al setaccio, infatti, sarebbero almeno sette.
Le indagini sui cassieri Carim sono state avviate come stralcio della famosa inchiesta “Re Nero”, condotta dal sostituto procuratore Fabio di Vizio della Procura di Forlì, con al centro la Asset Banca del Titano e i flussi di denaro che dall’Italia finivano nella più antica Repubblica del mondo. Altri flussi di denaro sospetti hanno portato a Rimini. Dato che Banca Carim è ‘concessionaria’ della Banca d’Italia, attraverso una apposita convenzione, per ottenere gli euro da parte di San Marino (che non ha una sua zecca), i movimenti di contanti sono risultati tutti regolari.
Questo non vale per la normativa antiriciclaggio che prevede una serie di prescrizioni in capo agli istituti di credito tra cui, appunto, quello di identificare il cliente in questione affinché lo stesso sia riconoscibile. Un aspetto che, dunque, i 100 e oltre impiegati in questione avrebbero trascurato.
Le violazioni sarebbero “formali”, ma evidentemente non trascurabili (non è ancora chiaro se siano state originate o meno da un via libera interno da parte di altri dipendenti della banca). Le inadempienze degli impiegati Carim sono state denunciate dopo che, negli ultimi quattro mesi, gli inquirenti hanno analizzato qualcosa come 200 mila file (il periodo preso in considerazione è il 2010), quelli del programma fornito dalla Banca d’Italia per tracciare passo dopo passo tutti i movimenti di denaro contante e non contante.
Sono stati sentiti anche alcuni funzionari bancari, nei confronti dei quali non sono stati emessi avvisi di garanzia. La Guardia di Finanza è partita chiedendo ai commissari di Banca Carim come si era arrivati al commissariamento della banca: tra le fattispecie che si sono guadagnate qualche approfondimento c’era appunto la normativa antiriciclaggio.
Colto di sorpresa dalla notizia, l’avvocato Massimo Pasquinelli, presidente della Fondazione Carim, l’ente proprietario al 70% della Cassa di Risparmio, si spiega così: “Abbiamo appreso dalla stampa di una indagine della Guardia di Finanza e della conseguente verifica di violazioni formali che sarebbero state attribuite a dipendenti di Banca Carim nell’esercizio delle loro funzioni. Non abbiamo alcuna notizia ufficiale- riporta Pasquinelli- e pertanto non ci è possibile un commento nel merito. Esprimiamo ai dipendenti di Banca Carim, in qualità di soci di maggioranza dell’Istituto, la nostra immutata fiducia e considerazione. Restiamo in attesa della conoscenza diretta dei fatti, certi che sarà provata serenamente la totale estraneità dei dipendenti ai fatti riportati dalla stampa”.
L’ipotesi che tutto verrà chiarito e che alla base di tutto ci sia un problema di ‘sistema’ nei movimenti dei contanti accumuna anche i sindacati. I quali, appena saputo dell’indagine, si sono riuniti tra loro e sono stati ricevuti dai commissari di Banca Carim. “Sappiamo che oltre cento colleghi sarebbero indagati per presunte ‘violazioni formali’ della normativa antiriciclaggio”, esordiscono in una nota congiunta Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca.
Le organizzazioni dei lavoratori notano come “l’elevato numero di lavoratori” che potrebbe essere coinvolto “stenta” a conciliarsi con “possibili comportamenti anomali imputabili ai dipendenti”. Dunque, “sarebbe necessaria una più attenta valutazione del contesto organizzativo-lavorativo: ci riserviamo quindi di concretizzare considerazioni più approfondite e precise soltanto quando avremo informazioni più complete”, proseguono Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca. Che concludono: “Al momento riteniamo indispensabile rinnovare tutta la nostra vicinanza e attenzione ai colleghi informandoli che le organizzazioni sindacali, unitariamente, si stanno attrezzando, anche attraverso il confronto con esperti in materia, per fornire ai lavoratori che potrebbero essere coinvolti tutto il più idoneo supporto”.
Nell’autunno del 2010, a pochi giorni di distanza da una conferenza stampa in cui i vertici di Banca Carim annunciavano la chiusura di una bilancio con un rosso da oltre quasi 31 milioni di euro, la Banca d’Italia aveva esautorato i vertici dell’istituto non solo per le perdite patrimoniali, ma anche per “gravi irregolarità” nell’amministrazione, violazioni normative e “gravi inadempienze” nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento del gruppo bancario. Con al centro sempre i flussi verso San Marino, erano scattate indagini su due funzionari: uno sospettato di usura, l’altro di estorsione.
Al momento, le istituzioni riminesi stanno facendo i salti mortali per raggiungere la ricapitalizzazione da 100-120 milioni di euro di risorse locali- come deciso dal Consiglio generale della Fondazione Carim- necessari per “preservare l’autonomia” della Cassa, attraverso un piano affidato a Mediobanca che, in attesa del via libera di Bankitalia, consenta di mantenere il 70% delle quote e salvarla dai “grandi gruppi stranieri”.
Emilia Romagna
Rimini, banca Carim: più di 100 impiegati indagati per riciclaggio
Non c'è pace per la Cassa di Risparmio di Rimini. Dopo il buco di 31 milioni di euro di un anno fa e l'esautoramento dei vertici da parte della Banca d'Italia. I sindacati sorpresi: "l’elevato numero di lavoratori che potrebbe essere coinvolto stenta a conciliarsi con i possibili comportamenti anomali imputabili ai dipendenti". Intanto le istituzioni pubbliche riminesi tentano una disperata ricapitalizzazione della Carim per oltre 100 milioni di euro.
Le indagini sui cassieri Carim sono state avviate come stralcio della famosa inchiesta “Re Nero”, condotta dal sostituto procuratore Fabio di Vizio della Procura di Forlì, con al centro la Asset Banca del Titano e i flussi di denaro che dall’Italia finivano nella più antica Repubblica del mondo. Altri flussi di denaro sospetti hanno portato a Rimini. Dato che Banca Carim è ‘concessionaria’ della Banca d’Italia, attraverso una apposita convenzione, per ottenere gli euro da parte di San Marino (che non ha una sua zecca), i movimenti di contanti sono risultati tutti regolari.
Questo non vale per la normativa antiriciclaggio che prevede una serie di prescrizioni in capo agli istituti di credito tra cui, appunto, quello di identificare il cliente in questione affinché lo stesso sia riconoscibile. Un aspetto che, dunque, i 100 e oltre impiegati in questione avrebbero trascurato.
Le violazioni sarebbero “formali”, ma evidentemente non trascurabili (non è ancora chiaro se siano state originate o meno da un via libera interno da parte di altri dipendenti della banca). Le inadempienze degli impiegati Carim sono state denunciate dopo che, negli ultimi quattro mesi, gli inquirenti hanno analizzato qualcosa come 200 mila file (il periodo preso in considerazione è il 2010), quelli del programma fornito dalla Banca d’Italia per tracciare passo dopo passo tutti i movimenti di denaro contante e non contante.
Sono stati sentiti anche alcuni funzionari bancari, nei confronti dei quali non sono stati emessi avvisi di garanzia. La Guardia di Finanza è partita chiedendo ai commissari di Banca Carim come si era arrivati al commissariamento della banca: tra le fattispecie che si sono guadagnate qualche approfondimento c’era appunto la normativa antiriciclaggio.
Colto di sorpresa dalla notizia, l’avvocato Massimo Pasquinelli, presidente della Fondazione Carim, l’ente proprietario al 70% della Cassa di Risparmio, si spiega così: “Abbiamo appreso dalla stampa di una indagine della Guardia di Finanza e della conseguente verifica di violazioni formali che sarebbero state attribuite a dipendenti di Banca Carim nell’esercizio delle loro funzioni. Non abbiamo alcuna notizia ufficiale- riporta Pasquinelli- e pertanto non ci è possibile un commento nel merito. Esprimiamo ai dipendenti di Banca Carim, in qualità di soci di maggioranza dell’Istituto, la nostra immutata fiducia e considerazione. Restiamo in attesa della conoscenza diretta dei fatti, certi che sarà provata serenamente la totale estraneità dei dipendenti ai fatti riportati dalla stampa”.
L’ipotesi che tutto verrà chiarito e che alla base di tutto ci sia un problema di ‘sistema’ nei movimenti dei contanti accumuna anche i sindacati. I quali, appena saputo dell’indagine, si sono riuniti tra loro e sono stati ricevuti dai commissari di Banca Carim. “Sappiamo che oltre cento colleghi sarebbero indagati per presunte ‘violazioni formali’ della normativa antiriciclaggio”, esordiscono in una nota congiunta Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca.
Le organizzazioni dei lavoratori notano come “l’elevato numero di lavoratori” che potrebbe essere coinvolto “stenta” a conciliarsi con “possibili comportamenti anomali imputabili ai dipendenti”. Dunque, “sarebbe necessaria una più attenta valutazione del contesto organizzativo-lavorativo: ci riserviamo quindi di concretizzare considerazioni più approfondite e precise soltanto quando avremo informazioni più complete”, proseguono Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca. Che concludono: “Al momento riteniamo indispensabile rinnovare tutta la nostra vicinanza e attenzione ai colleghi informandoli che le organizzazioni sindacali, unitariamente, si stanno attrezzando, anche attraverso il confronto con esperti in materia, per fornire ai lavoratori che potrebbero essere coinvolti tutto il più idoneo supporto”.
Nell’autunno del 2010, a pochi giorni di distanza da una conferenza stampa in cui i vertici di Banca Carim annunciavano la chiusura di una bilancio con un rosso da oltre quasi 31 milioni di euro, la Banca d’Italia aveva esautorato i vertici dell’istituto non solo per le perdite patrimoniali, ma anche per “gravi irregolarità” nell’amministrazione, violazioni normative e “gravi inadempienze” nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento del gruppo bancario. Con al centro sempre i flussi verso San Marino, erano scattate indagini su due funzionari: uno sospettato di usura, l’altro di estorsione.
Al momento, le istituzioni riminesi stanno facendo i salti mortali per raggiungere la ricapitalizzazione da 100-120 milioni di euro di risorse locali- come deciso dal Consiglio generale della Fondazione Carim- necessari per “preservare l’autonomia” della Cassa, attraverso un piano affidato a Mediobanca che, in attesa del via libera di Bankitalia, consenta di mantenere il 70% delle quote e salvarla dai “grandi gruppi stranieri”.
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Roma, 25 feb. (Adnkronos) - L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Atac per possibile pratica commerciale scorretta. L’istruttoria riguarda la qualità e la quantità dei servizi erogati nel triennio 2021-2023 rispetto a quanto previsto dal contratto di servizio con il Comune di Roma e prospettato ai consumatori anche attraverso la Carta della Qualità dei Servizi del Trasporto Pubblico. Lo comunica l'Antitrust in una nota.
In particolare, Atac avrebbe sistematicamente disatteso gli obiettivi relativi alla regolarità del servizio di trasporto di superficie e del trasporto metropolitana, ai presidi di sicurezza delle stazioni metropolitane, al funzionamento di ascensori, montascale e scale/tappeti mobili, nonché all’illuminazione delle stazioni della metropolitana.
A fronte del presunto mancato raggiungimento di questi obiettivi, Atac non sembrerebbe aver assunto misure correttive adeguate a colmare le ripetute carenze, né misure di adeguamento e/o di rimborso parziale delle tariffe applicate, in considerazione dei potenziali disagi arrecati ai consumatori. Ieri i funzionari dell’Autorità hanno svolto un’ispezione presso la sede della società Atac con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di finanza.
Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Se Cdu e Socialisti pensano di fare finta di niente, andando al governo confermando un inciucio fallimentare, non faranno il bene dell’Europa. Il voto di Afd, scelta da tantissimi giovani, è un voto di speranza, un voto che guarda al futuro. Per paura di Afd, la Cdu-Csu aveva espresso posizioni molto chiare che ora dovrà rimangiarsi per cercare un accordo con i Socialisti che, come un Pd qualunque, hanno straperso ma vogliono le poltrone come se nulla fosse. Per l’Europa sarebbe un pessimo segnale". Lo dice il vicepresidente del Consiglio e segretario della Lega, Matteo Salvini, in un'intervista a 'Libero'.
"Il cordone sanitario -aggiunge- non porta bene a chi lo fa, in Europa hanno tentato la stessa cosa contro la Lega e i nostri alleati, e hanno ottenuto che i Patrioti siano cresciuti in tutti i Paesi diventando terzo Gruppo a Bruxelles. Ormai Popolari e Socialisti sono chiusi in un bunker, perennemente sconfitti ma incapaci di vedere la realtà. Eppure continuo a sperare che le forze di centrodestra siano in grado di unirsi contro le sinistre, come da insegnamento di Silvio Berlusconi abbiamo il dovere di dialogare con tutte le forze alternative alle sinistre che spingono per l’immigrazione selvaggia, per la cancellazione delle nostre identità, della nostra agricoltura e del nostro lavoro".
Torino, 25 feb. (Adnkronos) - Oltre 100 persone indagate per traffico di stupefacenti e altri reati commessi all’interno delle carcerari. Una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Torino, insieme al Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Torino, è in corso da stamattina presto nelle province di Torino, Alessandria, Biella, Vercelli, Cuneo, Sassari, Savona Imperia e Modena, con perquisizioni sia in abitazioni che in istituti di pena.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.