Appalti conditi da irregolarità amministrative per favorire l’imprenditore di turno, immondizia e affari. Uno schema diffuso che ha trasformato la gestione dei rifiuti in un lucroso business. L’ultimo capitolo di questa storia è andato in scena a Volla, in provincia di Napoli, dove mezza giunta comunale è finita sotto inchiesta. A partire da Salvatore Ricci, primo cittadino e consigliere provinciale a Napoli in quota Pdl. Assieme a lui sono coinvolte altre 12 persone fra esponenti della giunta e funzionari dell’amministrazione campana ai quali la procura di Nola ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini, preludio di una possibile richiesta di rinvio a giudizio.
Tra gli indagati anche Geltrude Molisso, madre di un pm della stessa procura, che nel marzo scorso ha lasciato il suo incarico di assessore all’Istruzione, Vittorio Ferrante, segretario comunale e il responsabile del settore Ecologia del comune.
Al centro dell’inchiesta, condotta da Maria Antonietta Troncone, procuratore aggiunto a Nola, figurano le modalità d’attribuzione dell’appalto della nettezza urbana alla Saba Ecologia di Beniamino Sabbatino (anche lui indagato). Una ditta colpita due volte dall’interdittiva antimafia della prefettura di Napoli. La seconda misura è stata confermata dal Tar e si attende tra pochi giorni il giudizio del Consiglio di Stato. Prima dello stop prefettizio, l’azienda aveva ottenuto appalti in tutta la Campania vincendo una gara da 60 milioni di euro a Caserta e gestendo la raccolta anche per l’Asia, la municipalizzata del comune di Napoli. I reati contestati a vario titolo agli indagati sono turbata libertà degli incanti, peculato, abuso di ufficio, ma sindaco e giunta continuano a ribadire la trasparenza del loro operato motivando gli atti con la necessità di dare risposte rapide all’emergenza rifiuti.
Tutto comincia quando l’amministrazione affida il servizio di raccolta alla Saba Ecologia attraverso una procedura negoziata a cui, tra le sette imprese invitate a partecipare, risponde solo l’azienda di Sabbatino. Secondo l’accusa, la giunta e i dirigenti comunali hanno messo in atto una serie di azioni per favorire l’aggiudicazione dell’appalto alla Saba. L’affidamento avveniva, nel gennaio 2008, senza evidenza pubblica attraverso una procedura negoziata. L’estrema urgenza, secondo la giunta comunale, giustificava l’assenza di una gara di appalto. Ma non secondo i magistrati che al contrario sostengono come si sia alterato il principio della libera concorrenza. Non solo. La giunta approvava un capitolato con un canone mensile non remunerativo, 190 mila euro, al chiaro scopo di allontanare dall’appalto stesso possibili concorrenti. Da qui la contestazione del reato di turbata libertà degli incanti. Insomma, un appalto svantaggioso cui la Saba partecipava lo stesso ben sapendo che l’operazione sarebbe stata gestita diversamente consentendo quindi all’azienda “vincitrice” degli ottimi guadagni. Un esempio? La concessione gratuita dei mezzi comunali all’impresa. Peculato secondo gli inquirenti.
Le irregolarità continuano con continue proroghe concesse in nome dell’emergenza monnezza fino a settembre 2009, quando la gara d’appalto per la gestione del servizio per la durata di sette anni viene vinto sempre dalla Saba. Secondo la procura, la procedura per assegnare i lavori è stata scritta apposta per la ditta di Sabbatino che ha lavorato a Volla fino al giugno 2010.
Anche dopo le due interdittive antimafia emesse nel gennaio 2009 e febbraio 2010, l’azienda ha continuato a lavorare, grazie al comportamento collusivo dei funzionari coinvolti.
Dopo la Saba, a gestire i rifiuti è arrivata l’Ecological service, ma, secondo gli inquirenti, la procedura era sempre la stessa: procedura negoziata per via dell’estrema urgenza e affidamento ‘aggiustato’ con la formula della scarso vantaggio economico da recuperare al momento dell’esecuzione del servizio. Tra l’altro Saba ed Ecological sono società collegate da compresenze societarie e rapporti commerciali. In quest’ultima risulta avere cointeressenze, fino al 2007, Antonio Sabbatino, padre del titolare della Saba.
Per le condotte degli indagati la Procura aveva anche chiesto la misura cautelare, carcere e domiciliari, respinta nel merito dal Gip. L’indagine riguarda anche altri comuni che hanno affidato l’appalto alla ditta di Sabbatino, che continua a dirsi estraneo alle accuse anche di mafiosità della sua azienda. Gli altri comuni sono Marigliano, Cercola, Ottaviano e Casalnuovo. In quest’ultimo, all’epoca dell’affidamento a Saba, c’erano tre commissari prefettizi. Il comune, infatti, era stato sciolto per infiltrazione mafiosa ed era in amministrazione controllata.
Cronaca
A Volla, in provincia di Napoli, mezza giunta finisce sotto inchiesta per gli appalti sui rifiuti
Appalti conditi da irregolarità amministrative per favorire l’imprenditore di turno, immondizia e affari. Uno schema diffuso che ha trasformato la gestione dei rifiuti in un lucroso business. L’ultimo capitolo di questa storia è andato in scena a Volla, in provincia di Napoli, dove mezza giunta comunale è finita sotto inchiesta. A partire da Salvatore Ricci, primo cittadino e consigliere provinciale a Napoli in quota Pdl. Assieme a lui sono coinvolte altre 12 persone fra esponenti della giunta e funzionari dell’amministrazione campana ai quali la procura di Nola ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini, preludio di una possibile richiesta di rinvio a giudizio.
Tra gli indagati anche Geltrude Molisso, madre di un pm della stessa procura, che nel marzo scorso ha lasciato il suo incarico di assessore all’Istruzione, Vittorio Ferrante, segretario comunale e il responsabile del settore Ecologia del comune.
Al centro dell’inchiesta, condotta da Maria Antonietta Troncone, procuratore aggiunto a Nola, figurano le modalità d’attribuzione dell’appalto della nettezza urbana alla Saba Ecologia di Beniamino Sabbatino (anche lui indagato). Una ditta colpita due volte dall’interdittiva antimafia della prefettura di Napoli. La seconda misura è stata confermata dal Tar e si attende tra pochi giorni il giudizio del Consiglio di Stato. Prima dello stop prefettizio, l’azienda aveva ottenuto appalti in tutta la Campania vincendo una gara da 60 milioni di euro a Caserta e gestendo la raccolta anche per l’Asia, la municipalizzata del comune di Napoli. I reati contestati a vario titolo agli indagati sono turbata libertà degli incanti, peculato, abuso di ufficio, ma sindaco e giunta continuano a ribadire la trasparenza del loro operato motivando gli atti con la necessità di dare risposte rapide all’emergenza rifiuti.
Tutto comincia quando l’amministrazione affida il servizio di raccolta alla Saba Ecologia attraverso una procedura negoziata a cui, tra le sette imprese invitate a partecipare, risponde solo l’azienda di Sabbatino. Secondo l’accusa, la giunta e i dirigenti comunali hanno messo in atto una serie di azioni per favorire l’aggiudicazione dell’appalto alla Saba. L’affidamento avveniva, nel gennaio 2008, senza evidenza pubblica attraverso una procedura negoziata. L’estrema urgenza, secondo la giunta comunale, giustificava l’assenza di una gara di appalto. Ma non secondo i magistrati che al contrario sostengono come si sia alterato il principio della libera concorrenza. Non solo. La giunta approvava un capitolato con un canone mensile non remunerativo, 190 mila euro, al chiaro scopo di allontanare dall’appalto stesso possibili concorrenti. Da qui la contestazione del reato di turbata libertà degli incanti. Insomma, un appalto svantaggioso cui la Saba partecipava lo stesso ben sapendo che l’operazione sarebbe stata gestita diversamente consentendo quindi all’azienda “vincitrice” degli ottimi guadagni. Un esempio? La concessione gratuita dei mezzi comunali all’impresa. Peculato secondo gli inquirenti.
Le irregolarità continuano con continue proroghe concesse in nome dell’emergenza monnezza fino a settembre 2009, quando la gara d’appalto per la gestione del servizio per la durata di sette anni viene vinto sempre dalla Saba. Secondo la procura, la procedura per assegnare i lavori è stata scritta apposta per la ditta di Sabbatino che ha lavorato a Volla fino al giugno 2010.
Anche dopo le due interdittive antimafia emesse nel gennaio 2009 e febbraio 2010, l’azienda ha continuato a lavorare, grazie al comportamento collusivo dei funzionari coinvolti.
Dopo la Saba, a gestire i rifiuti è arrivata l’Ecological service, ma, secondo gli inquirenti, la procedura era sempre la stessa: procedura negoziata per via dell’estrema urgenza e affidamento ‘aggiustato’ con la formula della scarso vantaggio economico da recuperare al momento dell’esecuzione del servizio. Tra l’altro Saba ed Ecological sono società collegate da compresenze societarie e rapporti commerciali. In quest’ultima risulta avere cointeressenze, fino al 2007, Antonio Sabbatino, padre del titolare della Saba.
Per le condotte degli indagati la Procura aveva anche chiesto la misura cautelare, carcere e domiciliari, respinta nel merito dal Gip. L’indagine riguarda anche altri comuni che hanno affidato l’appalto alla ditta di Sabbatino, che continua a dirsi estraneo alle accuse anche di mafiosità della sua azienda. Gli altri comuni sono Marigliano, Cercola, Ottaviano e Casalnuovo. In quest’ultimo, all’epoca dell’affidamento a Saba, c’erano tre commissari prefettizi. Il comune, infatti, era stato sciolto per infiltrazione mafiosa ed era in amministrazione controllata.
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Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Oggi il governo ha stanziato 3 miliardi di euro per fronteggiare il caro bollette". Così la premier Giorgia Meloni, illustrando in un videomessaggio i contenuti del decreto approvato oggi dal Cdm.
"Parliamo di circa 1 miliardo 600 milioni di euro per le famiglie e di 1 miliardo 400 milioni per le imprese. Con questo intervento, le famiglie con un reddito Isee fino a 25mila euro, quindi la stragrande maggioranza, potranno contare nel prossimo trimestre su un sostegno di circa 200 euro se ne faranno richiesta", ha aggiunto la presidente del Consiglio.
"È un contributo - ha sottolineato Meloni - che salirà a ad oltre 500 euro per chi ha già i requisiti per il bonus sociale, quindi i nuclei con un Isee fino a 9.530 euro. Inoltre abbiamo prorogato di due anni l'obbligo per i vulnerabili di passare al mercato libero".
Le misure contenute nel decreto legge bollette sono "ripartite tra 1,6 miliardi per le famiglie e 1,4 miliardi sul sistema imprese'', ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale - confermando il bonus da 200 euro a famiglia, ha spiegato che il provvedimento ''si compone di due parti, una contingente, sulla situazione di eccezionale tensione dei prezzi dell'energia e quindi sulle bollette, e una di interventi strutturali, più di sistema''.
Con il decreto bollette "andiamo incontro anche alle imprese, in particolare tagliamo gli oneri di sistema per le piccole e medie imprese, assicuriamo così una riduzione delle prossime bollette che si aggira intorno al 20%", ha sottolineato Meloni.
Con il dl varato dal governo, "avremo finalmente delle bollette chiare grazie all'obbligo di trasparenza che imponiamo ai gestori. Oltre a un certo prezzo dell'energia, lo Stato ha deciso che rinuncerà all'Iva e destinerà l'eccesso di Iva alla riduzione delle bollette. Abbiamo inoltre costruito un meccanismo che ci consentirà di utilizzare in base all'andamento futuro dei prezzi dell'energia anche ulteriori 3 miliardi 500 milioni di euro del Fondo Sociale per il Clima", ha spiegato ancora la premier.
Il decreto legge bollette prevede ''la definizione delle condizioni tipo, ovvero contratti tipo del mercato libero, che oggi vede un fiorire di offerte, le più diverse e incomprensibili onestamente per quanto riguarda il consumatore'', afferma ancora Giorgetti. Una misura che viene messa in campo ''nella consapevolezza che la perfetta concorrenza c'è quando il consumatore è a conoscenza di tutti gli elementi per decidere''. Il ministro pensa che la ''definizione di un contratto tipo su cui far maturare il miglior prezzo possibile, potrebbe favorire il maturare di un prezzo che effettivamente risponde ai criteri della libera concorrenza''.
Nel decreto legge bollette ''ci sono misure importanti come il rinvio di 2 anni del passaggio al mercato libero dei clienti vulnerabili e micro imprese vulnerabili'', ha detto ancora il ministro dell'Economia. Nel provvedimento c'è inoltre ''un meccanismo, che riprende quello esistente per i carburanti''. In caso di aumento del gettito iva, relativamente al prezzo della componente gas elettricità superiore al 20% rispetto a quello previsto nel documento di programmazione economica, questo "affluirà in un fondo destinato ai vulnerabili''.
Roma, 28 feb (Adnkronos) - "Oggi Giorgia Meloni, per sfuggire alle domande sulle sue bugie, invece di partecipare a una conferenza stampa – come avviene in qualsiasi paese democratico, dove il capo di governo risponde ai giornalisti – ha inviato un video, proprio come si fa in Corea del Nord. Mentre Pichetto Fratin e Giorgetti illustravano i decreti in conferenza stampa, arrivava il video di Meloni che si trovava a Palazzo Chigi. Allucinante". Lo dice Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Nel suo intervento ha affermato, mentendo, che il nucleare garantirà energia a basso costo. Falso! Oggi il nucleare costa 170 €/MWh, molto più di quanto paghiamo attualmente per l’energia elettrica e molto più delle rinnovabili. Ha poi sostenuto che, con il decreto bollette, il prezzo dell’energia per le famiglie diminuirà. Falso! A pagare saranno i cittadini, non le società energetiche che hanno realizzato profitti per decine di miliardi. Inoltre, il governo si affida alla speranza che nei prossimi mesi l’energia cali. Meloni si affida alla speranza. Ecco da chi è governata l’Italia: da una mentitrice seriale”, conclude.
Roma, 28 feb (Adnkronos) - "Tre miliardi di euro messi con tre mesi di ritardo. Speriamo che siano sufficienti. Nel frattempo la Meloni scappa anche dalle conferenze stampa, non solo dal Parlamento. Ormai parla solo attraverso video registrati, è diventata allergica alle domande. Doveva essere una lady di ferro, è sempre più “l’omino di burro” di Pinocchio". Lo scrive Matteo Renzi sui social.
Roma, 28 feb. -(Adnkronos) - "Oggi sono state presentate attività e obiettivi, il governo non può che essere accanto. Per esempio, nella parte dei fondi Pnrr per quanto riguarda i porti verdi” la comunità portuale ha “presentato 6 progetti e hanno già ottenuto oltre 8 milioni di euro”. È quanto affermato dal vice ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia Gava, all’evento ‘Sblocchiamo il futuro’ organizzato da L’AdSP veneta e la Venezia Port Community.
L’obiettivo primario dell’incontro è stato approfondire e condividere i progetti e gli investimenti che mirano a rafforzare le prospettive di sviluppo sostenibile per gli scali lagunari, ragionando anche sulle modalità più efficaci, sostenibili e tempestive per superare gli ostacoli all’orizzonte per la portualità, una grande risorsa per il Veneto, per il Nord Est e per l’Italia.
“Anche per tutta la parte di autorizzazioni ambientali - riprende il vice ministro - stiamo facendo un grosso lavoro al ministero per quanto riguarda lo snellimento per ottenere le autorizzazioni e anche una serie di decreti che possono essere utili per quanto riguarda la parte dei dragaggi”, le sue parole.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Il provvedimento sulle bollette è debole e non strutturale. Il problema rimane quello delle rinnovabili iperincentivate che vendono anche quando il loro apporto è inutile, al prezzo del gas". Così Carlo Calenda sui social.
"Una follia in particolare su idroelettrico che arricchisce le imprese del settore a spese dei cittadini. Avevamo fatto una proposta chiara ma il governo non ha avuto il coraggio di attuarla. Molto positivo invece il primo passo fatto per il ritorno al nucleare, una battaglia che Azione ha condotto con forza dalla sua nascita".
Palermo, 28 feb. (Adnkronos) - "La politica di Trump di dazi mi preoccupa. Non mi sono mai pronunciato sino adesso, ma è chiaro che parlo anche da ex presidente del Senato. Sulla politica internazionale non mi compete esprimermi, potrei dire tanto ma mi taccio. Per quanto riguarda, invece, quella economica siamo preoccupati come credo lo siano tutti coloro che hanno a cuore l'andamento dell'economia italiana". Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti.
"Le politiche protezionistiche non hanno mai risolto le tematiche economiche di un Paese, anche perché determinano controreazioni, dazi contro dazi - ha aggiunto -. Ho letto oggi sulla stampa che le quotazioni delle azioni di Trump e anche di Musk crollano e questa è una prima conseguenza. Mi auguro e sono certo che la reazione dell'Europa sarà univoca, ferma e dimostri una volta tanto di essere un'Europa anche dei popoli, non soltanto della moneta".
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - La segretaria del Pd, Elly Schlein, risponderà domani a Repubblica sulla proposta, lanciata sul quotidiano da Michele Serra, per 'Una piazza per l'Europa'. Si apprende da fonti del Nazareno, interpellate sull'iniziativa.