Dopo il terremoto dell’Aquila, l’alluvione della Valtellina. Il malaffare non si ferma neppure davanti alle catrastrofi naturali e alle loro tragiche conseguenze. E riesce ad approfittare persino delle commemorazioni. La tragedia valtellinese, che alla fine di luglio del 1987 provocò la morte di 53 persone e la cancellazione di interi paesi (qui le immagini dell’epoca), è protagonista di due inchieste che ora sembrano trovare un punto di contatto: quella della Procura della Repubblica di Monza contro l’ex assessore regionale del Pdl Massimo Ponzoni, svelata pochi giorni fa, e quella della Procura di Sondrio, che ha già portato alla richiesta di rinvio a giudizio di diversi amminstratori locali, anche loro di centrodestra.

Tutto parte dalle iniziative indette in provincia di Sondrio nel luglio 2007 per ricordare la strage: un grande convegno, delle mostre e una esercitazione in grande stile della Protezione civile, denominata “Valtellina 2007”, alla presenza dell’allora direttore Guido Bertolaso. A Ponzoni, recordman di preferenze in Brianza, già inquisito per corruzione e bancarotta fraudolenta, citato a ripetizione nelle carte dell’inchiesta Crimine-Infinito sulla ‘ndrangheta in Lombardia, la Procura di Monza contesta diversi episodi, tra i quali la corruzione e il peculato in merito all’organizzazione dell’esercitazione e di altre attività collaterali. Come parte offesa figura la Fondazione Irealp (Istituto di ricerca per l’ecologia e l’economia applicate alle aree alpine). Fondi Irealp per 250 mila euro sarebbero stati stanziati, per iniziativa dell’allora assessore alla protezione civile, per la realizzazione del convegno. Soldi ricevuti dalla Comunità montana di Morbegno, che a sua volta aveva incaricato degli aspetti organizzativi un’altra società pubblica, Eventi valtellinesi.

Qui appare il nesso con l’inchiesta della Procura di Sondrio, che ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della comunità montana, Silvano Passamonti (già coordinatore provinciale di Forza Italia), e del project manager di Eventi Valtellinesi Luca Spagnolatti. Con loro, il 15 giugno 2010, finirono in carcere o agli arresti domiciliari per ordine del gip Pietro Della Pona, altri quattro amministratori locali e una professionista: uno shock per la politica della provincia lombarda, una sorta di Tangentopoli in versione alpina. Secondo l’accusa, le spese erano state gonfiate. A fronte di un costo reale intorno ai 100 mila euro, Eventi valtellinesi inserì ulteriori costi fittizi, come l’utilizzo di spazi che in realtà erano nella disponibilità della Comunità montana, e spese abnormi per l’acquisto di sedie (11 mila euro), pulizie (7 mila euro), impianto audio e video (19 mila euro).

L’inchiesta valtellinese si è limitata alle presunte malversazioni nell’utilizzo dei fondi. Ora quella della Procura di Monza, condotta dal pm Giordano Baggio, apre un nuovo fronte, relativo all’origine dello stanziamento. Come racconta un investigatore a Ilfattoquotidiano.it, non tutti i rivoli di quei 250 mila euro sono stati tracciati, e una parte della somma potrebbe anche essere “tornata” in modo occulto verso gli uffici regionali.

E non è finita. La Procura di Monza contesta a Ponzoni e ad altre tre persone il “reato di corruzione commesso in relazione all’affidamento di lavori da parte di Irealp a beneficio della società Instudios srl”, a quanto si sa sempre in riferimento alla manifestazione valtellinese. La Instudio fa capo a Sergio Pennati, il commercialista di Desio, in provincia di Monza, che curava le società immobiliari che Ponzoni possedeva insieme ad altri big del Pdl in Regione Lombardia: l’assessore Massimo Buscemi, il consigliere Giorgio Pozzi e Rosanna Gariboldi (moglie del deputato azzurrro Giancarlo Abelli), che nel 2010 ha patteggiato una condanna a due anni di reclusione per riciclaggio, in relazione alle vicende del “re delle bonifiche” Giuseppe Grossi. Società che poi sono fallite, dando origine all’accusa di bancarotta fraudolenta per Ponzoni.

Quanto agli enti pubblici coinvolti, anche loro hanno fatto una brutta fine. La Fondazione Irealp era stata istituita proprio grazie ai i fondi straordinari stanziati per l’alluvione in Valtellina con la legge 102 del 1990, anche se aveva visto la luce soltanto alla fine del 2006. Guidata dall’ex consigliere regionale leghista Fabrizio Ferrari (con 6.500 euro al mese di retribuzione da commissario straordinario), ha chiuso il suo ultimo bilancio con un buco da un milione e mezzo di euro e il primo marzo di quest’anno è stata accorpata a un altro ente, l’Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste). “Vogliamo sapere come mai sono esplose le spese per lavori affidati a terzi proprio nell’ultimo anno e la ragione stessa di certe consulenze assegnate a una sola persona”, chiede un’interrogazione su Irealp presentata dal Pd in Consiglio regionale nell’aprile scorso. Quattro mesi dopo non è pervenuta alcuna risposta.

Quanto a Eventi valtellinesi, definita dalla Procura di Sondrio una “società bancomat” per le spese folli dei suoi amministratori, da un anno a questa parte è in fase di smantellamento.

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