Al via i lavori tra Riccione e Rimini per la realizzazione del Trc, il trasporto rapido costiero. L’opera, tra favorevoli e contrari, sta dividendo in due la provincia di Rimini. Le ruspe inizieranno a scavare il 24 agosto, nonostante l’opposizione del comitato no Trc, al quale hanno aderito anche i grillini, proponendo un referendum consultivo.
92 milioni di euro, oltre 600 espropri, abbattimento di 250 pini, probabile soppressione della linea di filobus 11: questo il bilancio per la costruzione del Trc. La scommessa delle amministrazioni comunali di Rimini e Riccione è risolvere il traffico congestionato, soprattutto nei mesi estivi, sulla strada che collega le due città, mettendo in comunicazione i principali snodi del traffico come l’aeroporto Fellini e le stazioni ferroviarie.
Con l’opera, che partirà dalla stazione di Rimini per raggiungere quella di Riccione, si intende realizzare il primo stralcio di un progetto ben più ambizioso al quale si è iniziato a lavorare 17 anni fa.
L’idea della metropolitana di costa, com’è stato ribattezzato il Trc, nacque con l’obiettivo di collegare Ravenna a Cattolica. Il 19 dicembre 1994 venne steso l’accordo di programma dai rappresentanti della regione Emilia-Romagna, dei Comuni di Rimini e Riccione e dell’azienda consorziale Tram su un progetto ridimensionato che interessava la sola tratta Cattolica-Rimini fiera. Il progetto ottenne validazione tecnica e ammissione ai finanziamenti della legge obiettivo 443/01.
Coordinatore del progetto è il provveditorato interregionale lavori pubblici Emilia-Romagna Marche e come soggetto attuatore è stata individuata la spa a capitale pubblico Tram, partecipata da 25 Comuni del circondario riminese, dalla Provincia di Rimini e dalla comunità montana dell’alta valmarecchia. Tram sarà altresì affidataria del servizio e proprietaria per 30 anni dell’infrastruttura.
S’inizia coi lavori dalla zona di Marano, tra Miramare e Riccione. La “Perla verde”, che è già tagliata in due dalla ferrovia, si appresta a realizzare una linea filoviaria su gomma costituita da quasi 11 km di strada asfaltata protetta, di cui quasi 6 in una corsia unica adiacente, sul lato monte, alla linea ferroviaria Rimini-Ancona, mentre i restanti 5 km a doppia via di corsa.
Per il Trc, che dovrebbe garantire alta frequenza e una capacità massima di 160 persone, sono previste 15 fermate, non normali piattaforme di salita-discesa, ma stazioni di linea dotate di punti di ristoro ed esercizi commerciali.
Quattro metri e mezzo separeranno il trasporto rapido costiero dalla rotaia più vicina. Più allarmante è la distanza tra le abitazioni prossime alla ferrovia: “In alcuni casi il Trc passerà a meno di un metro di distanza dalle abitazioni”. A dichiararlo è Walter Moretti del comitato Rimini città unita che si chiede anche se le barriere fonoassorbenti basteranno a mitigare rumori e vibrazioni.
Le critiche dei cittadini trovano sfogo sulla pagina di Facebook “No alla Trc a Riccione”. Uno lamenta di aver comprato casa a Rimini in un’area vicina al passaggio del Trc: “Mi hanno espropriato il terreno e ora l’ingresso per entrare a casa sarà di 50 cm, di risarcimento nessuno dice niente”. Le proteste si basano sul fatto che non ci sia reale bisogno di una linea di trasporto come il Trc: “Sarebbe sufficiente una corsia riservata ai mezzi pubblici, come nelle grandi città” scrive un altro utente.
Walter Moretti chiarisce che i problemi della mobilità cittadina risiedono nei collegamenti mare-monti, per via delle barriere del porto canale e della linea ferroviaria: “Basterebbe potenziare quest’ultima -spiega- per migliorare il trasporto lungo la costa” e aggiunge “la linea del filobus 11 mostra deficienze solo in particolari ore di pochi giorni, nei mesi di luglio e agosto”.
Mentre il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha revocato il provvedimento di approvazione del piano di governo del territorio (Pgt), per dare voce ai cittadini e rispettare il principio della democrazia partecipativa, Rimini negli anni si è dimostrata sostanzialmente sorda alle richieste di consultazione popolare, avanzate dal comitato Rimini città unita. Un referendum consultivo sul tema è stato negato nel 1998 dall’ex sindaco Giuseppe Chicchi e nel ’99 dal suo successore Alberto Ravaioli. Ora ci riprova il Movimento 5 Stelle: il capogruppo Luigi Camporesi ha presentato una richiesta formale a palazzo Garampi.
Stefano Vitali, presidente della Provincia di Rimini e, come tale, anche del comitato di coordinamento per l’attuazione del Trc ne è un convinto sostenitore e ritiene inconsistenti le obiezioni avanzate da chi si oppone all’infrastruttura: “Non capisco come nel 2011 si possa essere contro un’opera che segna l’inizio di un trasporto pubblico diverso. In tutti i Paesi d’Europa infrastrutture di questo tipo sono motivo di orgoglio per le zone che le realizzano, solo in Italia riusciamo a contrastare un servizio che dà un valore aggiunto al territorio. Il Trc –continua Vitali- riqualifica una zona degradata come quella della ferrovia, migliora l’impatto visivo e toglie 1500 auto al giorno dalle strade, che significa una drastica riduzione nelle emissioni di anidride carbonica e polveri sottili. In più, a differenza del treno, il Trc essendo su gomma, non fa rumore e non dà problemi di vibrazioni”. Il presidente della Provincia sostiene anche la validità dal punto di vista dell’impatto ambientale dell’opera: “Questo nuovo trasporto pubblico, essendo in sede protetta, è un’opzione appetibile per tutti i cittadini e i turisti. Rimini in estate passa da 140 mila abitanti a quasi un milione, una quantità di persone che metterebbe in crisi qualsiasi tipo di città. È normale che il traffico stradale venga congestionato, con il Trc invece molti sceglieranno di lasciare a casa l’auto. È un progetto a sostegno della qualità dell’aria, non a caso i Verdi si sono espressi a favore”.
Quanto detto da Vitali è confermato da una nota di Antonio Brandi, coordinatore provinciale dei Verdi, schieratisi per il sì. “Cavalcare la protesta dicendo no al Trc, come alcuni ambientalisti ci chiedono, sarebbe la scelta più facile, ma è la più giusta?” La risposta è no: la soluzione migliore è “rilanciare da subito il trasporto pubblico quale strumento per riorganizzare il sistema della mobilità, migliorare la qualità urbana e ridurre l’inquinamento atmosferico, per difendere la salute dei cittadini e il futuro stesso del turismo. Non ci serve a niente un trasporto pubblico bloccato dentro la paralisi del traffico privato”. E a tutti quei cittadini che chiedono approfondimenti sul progetto del Trc Brandi risponde: “Si facciano, ma senza bloccare la realizzazione di un’opera così strategica. È ora di decidere non possiamo permetterci il lusso di non farlo per un pregiudizio o per interessi di parte e di ripetere gli errori fatti a Rimini per le fogne”.
Il costo previsto dell’infrastruttura ammonta a 92,05 milioni di euro, di cui 42,8 finanziati dal governo con la legge obiettivo 443/01, 7,7 a carico della Regione, oltre 15 stanziati dal Comune di Rimini, circa 6 da quello di Riccione e 7 dall’agenzia Tram.
La Provincia è decisa a procedere con il vento in poppa nei lavori del Trc anche sugli ulteriori stralci, che condurranno il mezzo fino alla nuova fiera di Rimini e a Cattolica. “Serviranno altri 45 milioni per il secondo stralcio fino alla fiera e il terzo non lo faranno mai, perché non c’è traffico a sufficienza e mancano centri di aggregazione importanti per giustificare un prolungamento fino a Cattolica”. E’ l’opinione di Vincenzo Cicchetti del Movimento 5 Stelle di Rimini che ammonisce a “non aver fretta con l’avvio del cantiere, ora che l’Unione europea sollecita misure governative per apporre un freno alla crisi interna. Il Trc –conclude- a Riccione non serve e tutti quei soldi a Rimini sarebbe meglio impiegarli nello sdoppiamento del sistema fognario”.