Per quanto sia “la Lega a tenere gli equilibri”, con i “voti di Fini era più semplice governare” e oggi le difficoltà dell’esecutivo sono già “nel mettersi d’accordo”, perché “ognuno dice la sua” e ci sono personaggi “che si mettono in mezzo” come quel “nano veneziano di Brunetta“. Il Senatùr arriva in ritardo di due giorni a Ponte di Legno ma recupera tutto il tempo perduto. Almeno a parole. Sono le cinque di martedì mattina quando saluta i reduci della serata leghista riuniti all’hotel Mirella.
Viene, non viene. Sono gli stessi Caparini, padre e figlio, a non sapere se Umberto Bossi si presenterà. FIno allo scorso anno era ospite fisso di Davide, il giovane Caparini, al castello di famiglia. Poi qualcosa si è incrinato. E Bossi non si è fato vedere fino a ieri sera, per il comizio. Menttre da Roma arrivavano resoconti della conferenza stampa del nuovo leader del Carroccio, Roberto Maroni.
Ma Bossi non è disposto a cedere il passo né, tantomeno, a mostrare il fianco. Così parla. Al comizio, poi al ristorante San Marco, infine all’hotel Mirella. E mostra di tenere ancora il timone de partito. Così giudica “giusta” la proposta di alleggerire i tagli agli enti locali fatta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni ma invita a “non attirare le ire della Banca centrale Europea“. “Ho sentito Maroni, vuole fare una modifica alla manovra sugli enti locali. Questo mi sembra giusto. Certo – ha avvertito Bossi parlando ieri sera ad un comizio a Ponte di Legno – non al punto di attirarci le ire della Banca centrale europea che ci deve dare una mano per comprare i titoli di Stato”.
Sui tagli agli enti locali il governo “non aveva alternativa”, ha spiegato Bossi. Comunque, per il senatùr è stato prioritario difendere prima i pensionati: “Dobbiamo salvare gli enti locali, ma non a costo di affamare la gente. Agli enti locali ci pensiamo in un secondo momento”.
” La Bce – ha proseguito Bossi – ci continuerà a chiedere di tagliare le pensioni, quindi tutte le volte dovremo litigare su quello. Ma la Lega tiene botta e non abbandona i poveracci. Sapevo che avremmo trovato la via per affrontare i tagli agli enti locali, ma tagli alle pensioni sarebbero per sempre”. Io, ha aggiunto Bossi, “ho avuto un problema di coscienza. Salvo i poveracci che non hanno niente da mangiare o i comuni? I comuni alla fine se la cavano. Ai comuni abbiamo anticipato il federalismo fiscale, e quindi il comune se vuole può far pagare la tassa di scopo per le infrastrutture”.
Poi il senatur si dedica al capitolo governo: “In Cdm per poco passavamo alle vie di fatto”. Il leader della Lega sintetizza così lo scontro nell’ultimo Consiglio dei ministri sulla manovra, in particolare sul capitolo pensioni, che la Lega vuole difendere. “Abbiamo litigato tutto il giorno – ha detto Bossi parlando al comizio di Ferragosto a Ponte di Legno – Prima del Consiglio dei ministri e durante il Consiglio. Col ministro Brunetta per poco non passiamo alle vie di fatto. Brunetta, nano di Venezia, non romperci i coglioni”.
Parlando fino a notte fonda all’albergo Mirella, Bossi poi si lascia andare. E’ convinto che un eventuale aumento dell’Iva, suggerito ieri dal ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli allo scopo di abbassare le tasse e rilanciare i consumi sia un provvedimento utile e intende parlarne meglio con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. “Stiamo attenti – ha detto dopo aver parlato al comizio di Ferragosto – trattiamo per vedere se c’è qualcosa di meglio. Stiamo attenti che aumenta tutta la roba. E a quel punto il governo è nei pasticci perché è un governo che taglia le pensioni e aumenta i prezzi”. “Non so se quella roba lì serve a un rilancio dell’economia – ha aggiunto Calderoli – Quando vedo Tremonti ne parleremo meglio.
E nessuno parli di Tremonti. Sì perché, dice, le voci dei giorni passati, il presunto allontanamento dei due, sono state solo una invenzione “dei giornali comunisti”, dice. Così chi sostiene che Tremonti sia finito a settembre “non ha capito nulla. E’ miopia. Non hai capito un c…. Tremonti non salta”. Insomma, Umberto Bossi liquida così, conversando nella notte con i giornalisti le voci di una possibile “fine” del ministro dell’Economia a settembre.
Riguardo alle comunicazioni di Tremonti alle Commissioni parlamentari di giovedì scorso, che lo stesso Bossi aveva definito “fumose”, il leader della Lega ha voluto spiegare il senso della sua dichiarazione, negando che tra lui e il ministro dell’Economia ci sia stata una contrapposizione: “Io non avevo capito. Io non avrei fatto quella riunione per fare una passerella e far fare una bella figura alla sinistra. Anche perché non avevamo ancora deciso le cose. Fossi stato Tremonti – ha concluso – avrei detto ‘non posso venire, spostiamola’”. E comunque, aggiunge leggermente esasperato dalle domande, che con i voti di Gianfranco Fini “era meglio”. Era meglio prima, dunque.
(video di Alessandro Madron)