La lettera firmata a mio nome che compare su Avvenire è apocrifa. Né l’ho scritta io, né abito nelle Asturie, (vi trascorro solo tre mesi l’anno organizzando la Semana Negra), né mi trovo in questi giorni a Madrid, ma in Messico, e non sono per niente interessato a vedere il Papa. Ma devo aggiungere che, dovendo stare da qualche parte, avrei partecipato alla manifestazione dei giovani “indignados” che protestavano contro le spese assurde che lo Stato spagnolo ha destinato alla visita papale in Spagna.
Deploro che Avvenire non abbia verificato la mia presunta lettera prima di pubblicarla, ma sono cose che succedono.
Non vorrei neppure polemizzare con il mio altro io, e solo per fare chiarezza, sempre necessaria in questi tempi oscuri, direi che, sebbene sia dichiaratamente ateo, non mi definirei mai come marxista, ma piuttosto come un uomo di sinistra che ha appreso molte cose dai marxisti, anarchici, guevaristi, gandhiani radicali. Un uomo, insomma, del movimento.
E sempre in nome di quella chiarezza, confermo anche che finchè il Vaticano non distribuirà i suoi tesori fra i poveri e non permetterà che si possa fumare nelle chiese, non ho nessun interesse nella figura papale.
Rispetto alle mie relazioni con i cristiani, sarebbe impossibile riprodurle sotto un titolo come questo. In questi ultimi giorni ho marciato per le strade di Città del Messico con attivisti del movimento per la pace contro la assurda guerra che ha iniziato il presidente Calderon. Lì c’erano molti cristiani, qualche sacerdote cattolico, protestanti, quaccheri e vari atei. Non è il Dio che alcuni pregano e altri no quello che ci unisce o ci separa, è la maniera di reagire di fronte alle miserie e corruzioni della società nella quale viviamo.
Paco Ignacio Taibo II
(PS: Potete verificare che questa nota è autentica e che non sono un nuovo clone cibernetico mettendovi in contatto con il mio editore in Italia Marco Tropea)