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“Tagliamo i privilegi fiscali della Chiesa”
Radicali e massoni replicano a Bagnasco

Staderini: "Da quale pulpito, paghino l'Ici e l'Ires sulle attività commerciali". Il Gran Maestro Raffi, del Grande Oriente d'Italia chiede il congelamento dell'8 per mille fino al pareggio di bilancio
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Chi di voi è senza peccato… Rischia di ritorcersi contro la Chiesa l’appello del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, contro l’evasione fiscale. In Italia raggiunge una cifra “impressionante”, ha detto Bagnasco in un’intervista a Radio Anch’io, e allora “come comunità cristiana, come credenti dobbiamo rimanere al richiamo etico che fa parte della nostra missione e fare appello alla coscienza di tutti perchè anche questo dovere possa essere assolto da tutti per la propria giusta parte”.

Accanto al plauso dei parlamentari cattolici dei vari schieramenti, l’esortazione del cardinale ha rinfocolato le critiche sulle esenzioni fiscali di cui godono alcune categorie di beni ecclesiastici. “Verrebbe da dire ‘da quale pulpito!'”, ribatte il segretario dei Radicali italiani Mario Staderini. “Fa sorridere che l’invito ai contribuenti venga proprio da una realtà che ha il record mondiale di esenzioni e privilegi fiscali. Sarebbe stato bello sentire dal presidente della Cei una disponibilità a dimezzare l’8 per mille o a rinunciare alle esenzioni su Ici e Ires per le attività commerciali. Inizino loro a pagare le tasse, altrimenti varrà il detto popolare ‘predica bene e razzola male”.

Lo Stato dovrebbe cancellare questi privilegi, si legge in una nota della loggia massonica Grande Oriente d’Italia, firmata da Gran Maestro Gustavo Raffi: “In un tempo di grave crisi economica, in cui si chiedono lacrime e sangue ai pensionati e ai più deboli, tutti devono dare il proprio contributo per salvare il Paese dal rischio default”. Raffi chiede pertanto che “lo Stato abolisca le esenzioni dell’Ici per i beni immobili della Chiesa non destinati al culto e di tutti gli altri enti che si avvantaggino di tale esenzione, così come è opportuno congelare per tre anni l’8 per mille fino al raggiungimento del pareggio di bilancio”.

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