Migliaia di donne e di uomini hanno già scelto di fimare, sui siti di Articolo21 e dell’Anpi, Associazione dei partigiani,  l’appello contro il tentativo di mettere insieme la “macelleria sociale e quella costituzionale”. Non contenti di aver colpito i più deboli, stanno ora tentando  di usare la crisi per ribaltare la legalità repubblicana, per manomettere l’articolo 41 della Costituzione, per cancellare lo Statuto  dei lavoratori, per declassificare e umiliare le grandi feste laiche e civili dell’Italia repubblicana, democratica e antifascista.

Per risparmiare  qualche euro, si dà il via libera al progetto piduista di riscrivere  la storia, di cancellare la memoria, di rendere subalterne le feste civili a quelle religiose. “Come potete dire questo ?”, ha urlato qualche politico della destra, “si tratta solo di una dolorosa scelta dettata dalla crisi…” Cosa c’entra la crisi  con la Costituzione? Cosa c’entra il licenziamento per giusta causa? Come mai la cancellazione  di quelle feste era stata più volte reclamata da Berlusconi e dai suoi camerati, anche quando proprio loro negavano l’esistenza  stessa della crisi? Guai ad arrendersi! L’appello, questa è la bella notizia, ha raccolto  migliaia di firme  in poche ore.

Ottavio Olita, coraggioso autore, scrittore, giornalista e coordinatore di Articolo 21 in Sardegna, ha proposto di indire una grande manifestazione nazionale per contrastare  ogni forma di “macelleria sociale, istituzionale, costituzionale, della memoria, della laicità, della legalità repubblicana”. Ci sembra una bella idea. Cominciamo a manifestare la nostra adesione firmando e diffondendo sui nostri siti, e sui nostri blog, l’appello dell’Anpi.

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