Marzo. Nel silenzio gravido di aspettative delle Camere riunite, Scajola tira un bilancio dei primi cinque mesi di governo: “Come passa il tempo”.
Un barcone stracarico di finanzieri bloccato al largo di Budva, cercavano di entrare in Montenegro e di lì avrebbero provato a passare in Turchia: “Volevamo rifarci una vita in un Paese civile, europeo e che rispetta la legge”.
In una Roma blindata per scongiurare un’eccessiva affluenza di pubblico, Eugenio Scalfari presenta la sua ultima, attesa fatica filosofico-letteraria. Le 768 pagine di “Dio come mi amo” condensano un fitto dialogo sui massimi sistemi – dai neopitagorici alla cucina degli avanzi – con l’Onnipotente e l’Onnisciente. Dalla prefazione di Scalfari: “Diventato vecchio, seppur ancora molto piacente, mi scopro sempre più di sovente a parlare con me stesso”.
Aprile. Proteste dei lavoratori extracomunitari stagionali nel foggiano per le paghe da fame e le violenze dei caporali. Stavolta Cisl e Uil scelgono la linea dura: “Manca un quadro normativo, ci vorrebbe un ritorno alla servitù della gleba”. La risposta delle aziende agricole non si fa attendere: “L’ipotesi è stimolante, ma lo schiavismo ci consente di rispondere meglio alla sfida della globalizzazione”.
Cinquanta edili in volo dalle impalcature negli ultimi tre mesi per rispondere meglio alla sfida della globalizzazione.
Marchionne alza il livello del dibattito: “D’altra parte quando in Egitto hanno costruito quelle meravigliose piramidi mica c’era la Fiom tra le balle”.
Messaggio della Gelmini agli autori dei libri di storia per le scuole: “Bisogna riabilitare la pellagra”.
Maggio. Gasperini viene cacciato e ripreso per la dodicesima volta da Moratti, che ammette: “Forse sono stato troppo duro, è che certe volte mi accorgo di come guarda gli altri presidenti, lancia certe occhiate da gatta morta…”. Gasperini: “È geloso da matti. Vuole che vada in panchina solo con enormi foulard e occhialoni neri, domenica scorsa all’entrata di San Siro Pazzini mi ha scambiato per Grace Kelly”. Moratti: “Sei crudele crudele crudele”.
Svolta femminista in Arabia Saudita in risposta alla mobilitazione delle donne per conquistare il diritto a guidare l’auto. Il re Abdullah: “Le donne hanno da oggi il permesso di svuotare i posacenere dell’automobile. Solo quella del marito, del padre e dei fratelli, è ovvio. E dall’anno prossimo, se zii e cognati sono d’accordo, potranno pure controllare la pressione delle gomme”.
di Andrea Aloi