A carico di Filippo Penati, le indagini “dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione”. Ma dato che gli episodi “risalgono agli anni Novanta e agli anni dal 2000 al 2004” è scattata ormai la prescrizione. Quindi l’ex presidente della Provincia di Milano e alto dirigente del Pd non deve essere arrestato, nonostante “i gravi indizi di colpevolezza” e la presenza “delle esigenze cautelari”.
Così il gip di Monza Anna Magelli respinge la richiesta di custodia cautelare chiesta dalla Procura brianzola a carico dell’ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, numero uno del Pd. Con le stesse motivazioni resta libero il braccio destro di Penati, Giordano Vimercati, mentre sono finiti in carcere per corruzione Pasqualino Di Leva, ex assessore all’edilizia di Sesto San Giovanni, e l’architetto Marco Magni, indicato come l’uomo cerniera tra gli imprenditori interessati al business edilizio e l’amministrazione comunale dell’ex Stalingrado d’Italia.
Di Leva e Magni sono stati arrestati stamattina, nelle rispettive località di vacanza, dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano, che da mesi segue l’indagine coordinata dai pm Franca Macchia e Walter Mapelli, sul presunto sistema delle tangenti sestesi, che vede Penati accusato di corruzione, concussione e illecito finanziamento dei partiti. Le indagini puntano a ricostruire alcune procedure amministrative relative a interventi urbanistici, in merito alle quali la guardia di Finanza aveva eseguito numerose perquisizioni, lo scorso luglio, anche presso il Comune di Sesto. Secondo l’accusa, sarebbero state corrisposte, o promesse, somme di denaro per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo determinati criteri il Piano di Governo del Territorio. Per Penati e Vimercati, è nella lunga vicenda della riqualificazione urbana della vasta area ex industriale Falck che il gip ravvisa i “gravissimi indizi di colpevolezza” dei due, “quali richiedenti il pagamento della tangente”.
I pm avevano chiesto l’arresto di Penati per concussione (pena massima 12 anni di reclusione), ma il gip Magelli ha derubricato il reato in corruzione (pena massima cinque anni), ed è questo che ha consentito di applicare la prescrizione. Non ci sono sconti, però, nelle motivazioni contenute nell’ordinanza: nelle trattative sull’acquisizione dell’area Falck, nel 2000, da parte del costruttore Giuseppe Pasini, uno dei grandi accusatori del dirigente Pd, “emerge che la pretesa di Penati (allora sindaco di Sesto, ndr) di vedersi corrispondere somme di denaro è stata in realtà discussa e accettata da Pasini, fin dai primi formali incontri che avevano preceduto l’acquisto dei terreni”. Insomma la presunta megatangente da 20 miliardi di lire, di cui 4 secondo l’accusa effettivamente versati, non sarebbe stata imposta dal politico (concussione), ma in qualche modo concordata tra le parti (corruzione).
Da qui le conclusioni del gip, che da un lato “graziano” Penati, dall’altro suonano come una pesante conferma del quadro accusatorio: “Gli atti contenuti nel fascicolo delle indagini preliminari dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione posti in essere da Filippo Penati e da Giordano Vimercati nell’epoca in cui rivestivano la qualifica di pubblici ufficiali prima presso il Comune di Sesto San Giovanni e poi presso la Provincia di Milano e successivamente da Pasqualino Di Leva, assessore della Giunta comunale, nonché da Marco Magni”.
I “fatti di corruzione posti in essere da Penati e da Vimercati”, continua però il gip, “risalgono agli anni Novanta e agli anni dal 2000 al 2004, rispetto ai quali, pur in presenza dei prescritti requisiti dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, l’applicazione di qualsivoglia misura cautelare è preclusa dall’intervenuta casua di estinzione del reato rappresentata dal decorso del termine massimo di prescrizione”.
Eppure l’ex presidente della Provincia, che dall’inizio di questa vicenda esplosa a luglio si protesta totalmente estraneo a ogni accusa, esprime soddisfazione: “Oggi si sgretola e va ulteriormente in pezzi la credibilità dei miei accusatori”, commenta Penati. “Nei giorni scorsi, dalle notizie di stampa erano già apparse evidenti le contraddizioni e l’infondatezza delle ricostruzioni dei fatti unilaterali e false dei due imprenditori inquisiti, che sono il pilastro su cui si regge l’impianto accusatorio nei miei confronti”. Il gip di Monza, afferma ancora, “ne ha riconosciuto l’inattendibilità, smentendoli nei fatti. Infatti le loro dichiarazioni relative alla concussione si sono rivelate non attendibili. Come è del tutto evidente, questo aggiunge un’ulteriore e importante elemento all’inaffidabilità di tali dichiarazioni. Continuo a ribadire la mia totale estraneità ai fatti che mi sono addebitati. Più passa il tempo e più appare chiaro che le dichiarazioni dei miei accusatori sono false”.
Quanto all’ex assessore di Leva e all’architetto Magni, il gip di Monza ha accolto la richiesta di arresto anche “a fronte della gravità dei fatti, che si inseriscono nella cornice di un sistema di corruzioni che ha contraddistinto per lungo tempo la gestione della cosa pubblica da parte di alcuni pubblici amministratori”. Non singoli episodi di malaffare, insomma, ma un vero e proprio sistema.
E’ l’imprenditore Piero Di Caterina, l’altro grande accusatore di Penati, a tirare in ballo l’architetto Magni, arrestato oggi. L’imprenditore, tra l’altro, ha messo a verbale la vicenda del vecchio circolo operaio San Giorgio, alla periferia di Sesto San Giovanni, che in un primo tempo doveva diventare una struttura per studenti, ma poi è passato il progetto di un hotel di lusso, il Falck Village Hotel, in cui era interessato Di Caterina stesso: ”In questa pratica non ho eseguito alcun pagamento illecito”, ha detto ai pm nell’interrogatorio del 16 febbraio 2011, “ma la scelta di Magni è stata una mia decisione derivante dalla precisazione di Di Leva che se mi fossi avvalso della sua collaborazione le cose sarebbero andate per il verso giusto. Il dato certo”, proseguiva Di Caterina, è che con il reclutamento di Magni “il numero delle camere passò da 48 a 62”.
E ancora: “Magni mi ha detto in più occasioni che sugli interventi edilizi da lui progettati venivano pagati dei corrispettivi all’assessore di Leva” e a un altro funzionario comunale “con acquisizione della provvista attraverso la formula ‘oneri conglobati’; per la precisione mi ha detto che gli oneri conglobati servivano per far girare la macchina”. L’architetto ha smentito Di Caterina. La figlia dell’assessore Di Leva, inoltre, è andata a lavorare nello studio professionale di Magni.
Il gip Magelli non ha ritenuto sufficientemente provata l’accusa di finanziamento illecito al Partito democratico, evocato nelle testimonianze di Di Caterina e di Pasini. I due “hanno supposto e ipotizzato” che parte dei soldi versati a Penati finissero nelle casse del partito, ma non hanno mai reso alcuna “dichiarazione sufficientemente precisa e circostanziata” in merito.
Cronaca
La prescrizione salva Penati dal carcere
“Gravi indizi di corruzione, ma episodi vecchi”
Tangenti a Sesto San Giovanni, il gip di Monza respinge la richiesta d'arresto per il dirigente Pd e per il suo braccio destro Vimercati. In carcere l'ex assessore Di Leva e l'architetto Magni. Nel mirino dell'inchiesta della Procura di Monza, la riqualificazione delle aree Falck e il Piano di governo del territorio
Così il gip di Monza Anna Magelli respinge la richiesta di custodia cautelare chiesta dalla Procura brianzola a carico dell’ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, numero uno del Pd. Con le stesse motivazioni resta libero il braccio destro di Penati, Giordano Vimercati, mentre sono finiti in carcere per corruzione Pasqualino Di Leva, ex assessore all’edilizia di Sesto San Giovanni, e l’architetto Marco Magni, indicato come l’uomo cerniera tra gli imprenditori interessati al business edilizio e l’amministrazione comunale dell’ex Stalingrado d’Italia.
Di Leva e Magni sono stati arrestati stamattina, nelle rispettive località di vacanza, dagli uomini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano, che da mesi segue l’indagine coordinata dai pm Franca Macchia e Walter Mapelli, sul presunto sistema delle tangenti sestesi, che vede Penati accusato di corruzione, concussione e illecito finanziamento dei partiti. Le indagini puntano a ricostruire alcune procedure amministrative relative a interventi urbanistici, in merito alle quali la guardia di Finanza aveva eseguito numerose perquisizioni, lo scorso luglio, anche presso il Comune di Sesto. Secondo l’accusa, sarebbero state corrisposte, o promesse, somme di denaro per agevolare il rilascio di alcune concessioni o per impostare secondo determinati criteri il Piano di Governo del Territorio. Per Penati e Vimercati, è nella lunga vicenda della riqualificazione urbana della vasta area ex industriale Falck che il gip ravvisa i “gravissimi indizi di colpevolezza” dei due, “quali richiedenti il pagamento della tangente”.
I pm avevano chiesto l’arresto di Penati per concussione (pena massima 12 anni di reclusione), ma il gip Magelli ha derubricato il reato in corruzione (pena massima cinque anni), ed è questo che ha consentito di applicare la prescrizione. Non ci sono sconti, però, nelle motivazioni contenute nell’ordinanza: nelle trattative sull’acquisizione dell’area Falck, nel 2000, da parte del costruttore Giuseppe Pasini, uno dei grandi accusatori del dirigente Pd, “emerge che la pretesa di Penati (allora sindaco di Sesto, ndr) di vedersi corrispondere somme di denaro è stata in realtà discussa e accettata da Pasini, fin dai primi formali incontri che avevano preceduto l’acquisto dei terreni”. Insomma la presunta megatangente da 20 miliardi di lire, di cui 4 secondo l’accusa effettivamente versati, non sarebbe stata imposta dal politico (concussione), ma in qualche modo concordata tra le parti (corruzione).
Da qui le conclusioni del gip, che da un lato “graziano” Penati, dall’altro suonano come una pesante conferma del quadro accusatorio: “Gli atti contenuti nel fascicolo delle indagini preliminari dimostrano l’esistenza di numerosi e gravissimi fatti di corruzione posti in essere da Filippo Penati e da Giordano Vimercati nell’epoca in cui rivestivano la qualifica di pubblici ufficiali prima presso il Comune di Sesto San Giovanni e poi presso la Provincia di Milano e successivamente da Pasqualino Di Leva, assessore della Giunta comunale, nonché da Marco Magni”.
I “fatti di corruzione posti in essere da Penati e da Vimercati”, continua però il gip, “risalgono agli anni Novanta e agli anni dal 2000 al 2004, rispetto ai quali, pur in presenza dei prescritti requisiti dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari, l’applicazione di qualsivoglia misura cautelare è preclusa dall’intervenuta casua di estinzione del reato rappresentata dal decorso del termine massimo di prescrizione”.
Eppure l’ex presidente della Provincia, che dall’inizio di questa vicenda esplosa a luglio si protesta totalmente estraneo a ogni accusa, esprime soddisfazione: “Oggi si sgretola e va ulteriormente in pezzi la credibilità dei miei accusatori”, commenta Penati. “Nei giorni scorsi, dalle notizie di stampa erano già apparse evidenti le contraddizioni e l’infondatezza delle ricostruzioni dei fatti unilaterali e false dei due imprenditori inquisiti, che sono il pilastro su cui si regge l’impianto accusatorio nei miei confronti”. Il gip di Monza, afferma ancora, “ne ha riconosciuto l’inattendibilità, smentendoli nei fatti. Infatti le loro dichiarazioni relative alla concussione si sono rivelate non attendibili. Come è del tutto evidente, questo aggiunge un’ulteriore e importante elemento all’inaffidabilità di tali dichiarazioni. Continuo a ribadire la mia totale estraneità ai fatti che mi sono addebitati. Più passa il tempo e più appare chiaro che le dichiarazioni dei miei accusatori sono false”.
Quanto all’ex assessore di Leva e all’architetto Magni, il gip di Monza ha accolto la richiesta di arresto anche “a fronte della gravità dei fatti, che si inseriscono nella cornice di un sistema di corruzioni che ha contraddistinto per lungo tempo la gestione della cosa pubblica da parte di alcuni pubblici amministratori”. Non singoli episodi di malaffare, insomma, ma un vero e proprio sistema.
E’ l’imprenditore Piero Di Caterina, l’altro grande accusatore di Penati, a tirare in ballo l’architetto Magni, arrestato oggi. L’imprenditore, tra l’altro, ha messo a verbale la vicenda del vecchio circolo operaio San Giorgio, alla periferia di Sesto San Giovanni, che in un primo tempo doveva diventare una struttura per studenti, ma poi è passato il progetto di un hotel di lusso, il Falck Village Hotel, in cui era interessato Di Caterina stesso: ”In questa pratica non ho eseguito alcun pagamento illecito”, ha detto ai pm nell’interrogatorio del 16 febbraio 2011, “ma la scelta di Magni è stata una mia decisione derivante dalla precisazione di Di Leva che se mi fossi avvalso della sua collaborazione le cose sarebbero andate per il verso giusto. Il dato certo”, proseguiva Di Caterina, è che con il reclutamento di Magni “il numero delle camere passò da 48 a 62”.
E ancora: “Magni mi ha detto in più occasioni che sugli interventi edilizi da lui progettati venivano pagati dei corrispettivi all’assessore di Leva” e a un altro funzionario comunale “con acquisizione della provvista attraverso la formula ‘oneri conglobati’; per la precisione mi ha detto che gli oneri conglobati servivano per far girare la macchina”. L’architetto ha smentito Di Caterina. La figlia dell’assessore Di Leva, inoltre, è andata a lavorare nello studio professionale di Magni.
Il gip Magelli non ha ritenuto sufficientemente provata l’accusa di finanziamento illecito al Partito democratico, evocato nelle testimonianze di Di Caterina e di Pasini. I due “hanno supposto e ipotizzato” che parte dei soldi versati a Penati finissero nelle casse del partito, ma non hanno mai reso alcuna “dichiarazione sufficientemente precisa e circostanziata” in merito.
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Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Gli Emirati Arabi Uniti sono desiderosi di migliorare la cooperazione con il vostro Paese amico, al fine di sostenere la pace e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo, soprattutto perché i due Paesi hanno orientamenti comuni in questo senso". Lo ha affermato il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Sono fiducioso -ha aggiunto- che i risultati di questa visita avranno un grande impatto nel far progredire le nostre relazioni in vari campi, alla luce della volontà comune di continuare a lavorare per sviluppare queste relazioni a beneficio dei due Paesi e dei due popoli".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "I nostri Paesi condividono, accanto a una analoga sensibilità per i temi della pace e della cooperazione, una naturale vocazione agli scambi commerciali e apertura agli investimenti. Sono lieto di constatare che la collaborazione bilaterale negli ultimi anni si è notevolmente intensificata. Sono numerose le imprese italiane che operano negli Emirati Arabi Uniti e con esse è in crescita anche la comunità di italiani che nel Suo Paese vive nell’accogliente realtà emiratina". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Lo sviluppo di idee e investimenti in Italia è benvenuto -ha aggiunto il Capo dello Stato- e queste prospettive saranno opportunamente approfondite nel forum imprenditoriale che si svolgerà domani. Accanto ai settori tradizionali, troveranno certamente posto quelli d’avanguardia e maggiormente proiettati al futuro. Le sfide internazionali passano dalla capacità di affrontare e progettare la transizione energetica che ci vede già collaborare ad ambiziose iniziative, nel quadro della sempre più avvertita consapevolezza che questo sia indispensabile per garantire alle prossime generazioni un futuro che, per essere prospero, dovrà essere sostenibile".
"Abbiamo, con questa consapevolezza, collaborato con il suo Paese -ha ricordato il Presidente della Repubblica- per il raggiungimento dell’accordo sul clima, sancito dalla Cop28 di Dubai che, per la prima volta, richiama esplicitamente la necessità di avviare una transizione dai combustibili fossili".
"Quella tra Emirati Arabi Uniti e Italia è una agenda ricca di opportunità. Penso allo sviluppo del continente africano, che ha tante implicazioni anche per la sua stabilità e per la vita della comunità internazionale. Penso al tema dello spazio. A quello dell’intelligenza artificiale".
"Abu Dhabi e Roma -ha concluso Mattarella- avvertono la responsabilità di contribuire, in una fase così confusa e convulsa della vita internazionale, a fare prevalere una visione incentrata sul valore del dialogo, su uno sviluppo equilibrato e sulla tenace costruzione di relazioni positive fra gli Stati".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - "Il Mediterraneo e la regione del Medio Oriente vivono oggi un periodo di più accentuata instabilità e di profonde sofferenze. In questi tempi difficili, Emirati Arabi Uniti e Repubblica italiana hanno lavorato insieme per promuovere la pace. Abbiamo condannato con fermezza il disumano e vile attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas –che rinnova atrocità con il crudele spettacolo nella consegna degli ostaggi sopravvissuti e dei corpi di quelli uccisi- e abbiamo esercitato in questi mesi ogni sforzo perché le violenze del conflitto che vi ha fatto seguito -che hanno afflitto gravemente i civili- avessero fine. Oggi l’impegno non può che essere diretto a evitare una ripresa dei combattimenti, a tenere aperto il filo dei colloqui faticosamente costruito in questi mesi, a rimuovere i sedimenti di rancore". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel brindisi in occasione del Pranzo di Stato offerto in onore del presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohamed bin Zayed Al Nahyan.
"Il ritorno alle ostilità -ha proseguito il Capo dello Stato- non è foriero né di sicurezza futura per Israele, né, tantomeno, di soluzioni per il popolo palestinese, che versa, a Gaza, in condizioni drammatiche. Con ostinazione va ripetuto che il perseguimento della prospettiva due popoli-due Stati resta l’unica in grado di garantire una pace condivisa e sostenibile. Con grande apprezzamento desidero sottolineare lo straordinario aiuto umanitario degli Emirati Arabi Uniti in favore della popolazione di Gaza. È un impegno -quello per salvare vite umane, prestare soccorso ai feriti- che ci ha visto, ancora una volta, lavorare con orgoglio fianco a fianco".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Alla vigilia della gara di campionato con il Monza e dopo il passaggio agli ottavi in Europa League, la Roma ha annunciato che "Niccolò Pisilli ha rinnovato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2029".
"Classe 2004, il centrocampista -fiore all’occhiello del settore giovanile giallorosso- è diventato rapidamente un punto di forza della Prima Squadra collezionando 34 presenze complessive (e 4 gol segnati) tra Serie A, Europa League e Coppa Italia", spiega la Roma.
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Le Associazioni dei pazienti "hanno collaborato alla stesura del policy paper di Ovarian Cancer Commitment (Occ) che si articola in sei punti: come Associazione nazionale che sostiene i portatori di mutazione dei geni Brca e le loro famiglie, due di questi ci stanno particolarmente a cuore e sono il riconoscimento dei Pdta (Percorso diagnostico terapeutico assistenziale) per le donne ad alto rischio cancro all’ovaio in tutte le Regioni e l’estensione dell’esenzione D99 per le persone portatrici di tumore ovarico in tutte le Regioni. Allo stato attuale soltanto 8 regioni su 20 hanno approvato il Pdta, e soltanto 10 hanno approvato l’esenzione, quindi vuol dire che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B ancora oggi nel 2025". Così Ornella Campanella presidente aBRCAdabra in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è chiuso oggi a Roma.
Per Campanella è importante anche "il riconoscimento della chirurgia di riduzione del rischio all’interno di Lea che ad oggi non c’è – spiega - nonostante si sia ampiamente dimostrata come l’unica strategia in grado di prevenire il cancro all’ovaio nelle donne a rischio in quanto portatrici di mutazione dei geni Brca".
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Igino Rugiero, ex Commissario Straordinario dell’Unione Italiana Tiro a Segno (Uits) nel 2019, è uno dei tre candidati alla presidenza dell’ente pubblico e Federazione Sportiva, insieme all’ex presidente Costantino Vespasiano e all’ex atleta Valentina Turisini. Con una lunga carriera militare alle spalle svolta per molto tempo presso le più alte Istituzioni dello Stato, e con profonda passione e conoscenza delle dinamiche interne della Uits, Rugiero si presenta con un programma ambizioso e una visione chiara per il futuro dell’organizzazione che, nel caso fosse eletto, siano al servizio delle Sezioni Tsn e dello Sport e non il contrario.
Rugiero ha intrapreso un tour in tutte le regioni italiane per incontrare gli elettori, non solo per presentare il suo programma, ma anche per farsi conoscere personalmente. “Sto girando praticamente in tutte le regioni e dove non mi è possibile andare cerco di contattare personalmente i presidenti delle Sezioni di Tiro a Segno Nazionale per mettere in condizione, democraticamente, gli elettori di conoscermi non soltanto dal punto di vista programmatico che espongo ovunque io vada, ma anche perchè ritengo che il contatto reale e il guardarsi negli occhi mentre ci si confronta sia un valore aggiunto che potrebbe fare la differenza, nel bene e nel male, nelle scelte dei singoli elettori”, ha dichiarato Rugiero all’Adnkronos.
"Questo approccio mira a rispondere alle molte domande e curiosità dei Presidenti e a spiegare loro le ragioni delle spiacevoli situazioni createsi negli ultimi mesi che avevano messo in dubbio non solo la possibilità di andare ad elezioni, ma in particolare avevano destabilizzato le Sezioni di Tsn che si erano viste cadere addosso all’improvviso, senza essere mai state informate dalla Presidenza, la possibilità della approvazione di un emendamento, fortunatamente ora svanita, che avrebbe praticamente distrutto e messo in discussione la sopravvivenza di moltissime delle stesse Sezioni su tutto il territorio nazionale".
Il candidato alla presidenza sottolinea poi l’importanza di un cambiamento politico per migliorare la gestione dell’ente. “L’obiettivo di oggi, indipendentemente dalle tante cose che dovremmo iniziare a fare tutti insieme domani, è ricucire i necessari rapporti con gli Enti Vigilanti e le Istituzioni dello Stato che si sono persi nel tempo a causa di una gestione superficiale ed approssimativa molto fumosa e poco concreta”, ha affermato, riferendosi alla ultima Governance dell’Ente Pubblico e Federazione Sportiva. Rugiero ritiene che “mai come oggi la Uits ha la possibilità di guardare al futuro con ottimismo e visione pragmatica di risoluzione dei tanti temi da affrontare che da troppi anni ormai si porta avanti, il prossimo 15 e 16 marzo ad Ostia, gli elettori chiamati per scegliere il prossimo Presidente Nazionale ed il nuovo Consiglio della Uits avranno la grande opportunità di “cambiare” e di iniziare un nuovo percorso di rinascita che possa ridare alla Uits la dignità ed il riconoscimento istituzionale e sportivo che merita. Le Istituzioni tutte e lo Sport ce lo hanno praticamente chiesto facendocelo capire con i fatti, a noi tutti noti”.
Una delle sfide principali che Rugiero intenderebbe affrontare è quella di finalmente riaprire realmente, e non solo a parole, la collaborazione con il Genio Infrastrutture dell’Esercito per riportare armonia tra le parti e tracciare un percorso di confronto per risolvere le problematiche che purtroppo negli ultimi anni hanno messo in difficoltà molte Sezioni Tsn provocandone addirittura in alcuni casi la chiusura. Il suo programma prevede un percorso di risanamento e rinnovamento anche dell’aspetto sportivo a lui molto caro che riparta dalla promozione dello Sport del Tiro a Segno verso le scuole, verso i giovani e quindi verso le loro famiglie per far capire che questo è uno sport inclusivo, efficace e socialmente importante.
“Bisogna contrastare le percezioni negative legate a episodi di cronaca, bisogna far capire alle famiglie che il nostro è uno sport che può offrire ai giovani, e quindi ai loro figli, un contesto formativo e sicuro ed allo stesso tempo lontano dall’eccesso di distrazioni tecnologiche”. Con una visione chiara e un programma dettagliato, Igino Rugiero si propone come un candidato determinato a guidare l’Unione Italiana Tiro a Segno verso un futuro di rinnovamento e crescita, “Da soli si fallisce, uniti si vince”, il suo motto.
Roma, 23 feb. (Adnkronos Salute) - "La ricerca sta andando avanti spedita soprattutto dal punto di vista genetico e quindi tutta la tematica dei test molecolari è fondamentale. Oggi parliamo e sollecitiamo la rimborsabilità del test Hrd ma c’è già chi sta facendo delle proposte per la rimborsabilità non più riferita al singolo gene, come avvenuto per il Brca, ma a pannelli multigenici, che permettono di analizzare da 30 fino a 500 pannelli di geni. È una nuova prospettiva con cui guardare alle mutazioni e alla complementarietà tra test genomici e genetici e alla loro indispensabilità. L’accesso equo a test molecolari che permettono di definire la terapia su misura di ogni paziente e la possibilità di essere curate nei centri di riferimento di alta specialità, che eseguono un elevato numero di interventi chirurgici all’ovaio, non sono ancora una realtà in Italia". Lo ha detto Nicoletta Cerana presidente Acto Italia Alleanza Contro il Tumore Ovarico ETS in occasione della presentazione delle attività dell'Ovarian Cancer Commitment, nel 26esimo congresso della Società europea di oncologia ginecologica (Esgo) che si è concluso oggi a Roma.