La manovra economica sembra non piacere proprio a nessuno. Anche all’Unione europea. Bruxelles manifesta oggi le sue preoccupazioni. In primis sull’eccessivo affidamento del governo alla lotta all’evasione fiscale per fare gettito. “Siamo preoccupati dal vedere un eccessivo affidamento alle misure sulla lotta contro l’evasione fiscale”, dichiara il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn. Bruxelles, però, esprimerà un giudizio finale solo dopo l’approvazione definitiva della manovra, auspicando che vengano adottate misure destinate a sostenere la crescita e lo sviluppo economico.
Ma la bocciature autorevoli, non sono finite. Confindustria che già nei giorni scorsi aveva parlato di “manovra debole”, oggi interviene senza mezzi termini sulle misure anti-evasione. “Siamo sconcertati per le misure di contrasto all’evasione fiscale – recita una nota di via dell’Astronomia – previste nell’emendamento presentato dal Governo” e ancora “le misure presentate ieri risentono della fretta e dell’approssimazione con cui è stato predisposto l’emendamento”. Poi l’associazione degli industriali entra nel merito. “Con riguardo alle misure in materia di reati tributari, in particolare quelle previste per l’infedele dichiarazione, per sanzionare penalmente tale condotta, l’illecito – si legge nella nota – va rapportato all’effettiva entità dell’evasione e al dolo specifico altrimenti si rischia solo di ingolfare ancor di più una giustizia già lenta e appesantita”. “Siamo stupiti che il Governo non abbia preso in considerazione misure più efficaci di contrasto all’evasione come – continua – la nostra proposta di abbassare la soglia per l’uso del contante a 500 euro”.
Il numero di via XX settembre, Giulio Tremonti, esclude, intanto, qualsiasi condono. “Nella manovra non saranno inseriti nuovi condoni fiscali o un nuovo scudo per il rimpatrio dei capitale”, ha dichiarato ieri il ministro dell’Economia davanti alla commissione Bilancio del Senato. E aggiunge: “Un condono? Si tratterebbe di un intervento una tantum che genera introiti di cassa, ma che non modifica l’assetto della finanza pubblica”.
E a proposito dell’eventualità di un accordo con lo stato svizzero e con altri stati, Tremonti spiega: “Sussiste l’esigenza di evitare interventi singoli di rimpatrio di capitali che forniscano un gettito solamente una tantum, procedendo pertanto con attenzione e prudenza”e ancora “l’Italia intende muoversi in accordo con gli altri partner pur osservando che – afferma – lo schema di accordo in corso di negoziazione a livello bilaterale tra la Confederazione elvetica e, rispettivamente l’Inghilterra e la Germania, è coerente con le posizioni nazionali”.