“Veilleità golpiste” e ”comiche giudiziarie”. Gli esponenti del Pdl commentano così l’ultimatum dei pm di Napoli a Berlusconi: o si presenterà in procura entro 5 giorni per essere sentito come testimone nell’inchiesta sui presunti ricatti di Tarantini e Lavitola ai suoi danni, o potrebbe essere disposto un accompagnamento coatto.
“La Procura di Napoli, lo dico nell’ambito della libertà d’opinione, ha velleità golpiste e l’azione compiuta oggi è volta a danneggiare l’Italia: perché a tanto si è disposti ad arrivare se è necessario per far fuori il premier”, ha attaccato Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl chiamando in causa anche il Csm e il suo vice presidente “che dovrebbe agire vista la gravità della situazione”. L’ipotesi dell’accompagnamento coatto, per l’esponente berlusconiano è “non una battuta di spirito, purtroppo, ma una notizia d’agenzia e fa il paio con l’avviso di garanzia fatto pervenire a Berlusconi nel bel mezzo del G7 di Napoli, 17 anni fa”. Insomma, la procura – questo il ragionamento del deputato azzurro – insegue il Cavaliere anche se “oggi si trova a Bruxelles per incontrare le autorità europee e illustrare la bontà della manovra del governo” compiendo “una missione di vitale importanza per il Paese”. Infine Napoli ha accusato i magistrati di aver fatto “filtrare” l’ipotesi dell’accompagnamento coatto di Berlusconi proprio mentre lo stesso è impegnato a tutelare gli interessi dell’Italia in Europa: “Domando: era davvero necessario che la Procura facesse ‘filtrare’ (eufemismo per “ordinare ai giornalisti di scrivere sotto dettatura altrimenti niente più notizie) proprio ora quella notizia?”.
Dura Daniela Santanchè: ”L’unica convocazione coatta che avrebbe senso è quella del procuratore Giandomenico Lepore e del suo socio Woodcock , per spiegare e rispondere sulle intercettazioni illegali al Presidente Berlusconi e sulle continue fughe di notizie dei loro uffici – ha detto il sottosegretario all’Attuazione del programma”.
Per Francesco Paolo Sisto (Pdl) componente della Commissione giustizia della Camera e vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere “siamo” alle comiche giudiziarie. Perché, dice Sisto, “il procuratore della Repubblica di Napoli, prima di ricevere la memoria di una persona offesa, ne sancisce a priori l’inutilità, imponendo al Presidente del Consiglio di comparire dinanzi ai pubblici ministeri per effettuargli delle contestazioni specifiche. Ma Berlusconi – chiede infine il deputato Pdl – per i pm napoletani è vittima o quasi-indagato?”.
Critiche alla Procura arrivano anche dal deputato Pdl Amedeo Laboccetta che ricorda come Berlusconi sia “il leader scelto dagli italiani”: “Quando il procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore parla di ‘memoria difensiva’ riferita al presidente Berlusconi, dimostra che la lingua ha tradito il suo pensiero oppure che siamo in presenza del classico lapsus freudiano: la conferma che a Napoli i magistrati intendono sentire il presidente Berlusconi come testimone, ma di fatto hanno già deciso che deve essere indagato. E’ gravissimo quest’ennesimo tentativo portato avanti dalla Procura di Napoli, tra l’altro incompetente, per colpire ancora una volta il leader scelto dagli italiani”.
Direttamente contro il procuratore Lepore si scaglia Luigi Vitali, componente del Direttivo parlamentare del Pdl: ”Ormai questo sta diventando il Paese del paradosso se un Procuratore della Repubblica si lascia intervistare da una radio nazionale (Radio24, ndr) annunciando le iniziative giudiziarie che riguardano il Presidente del Consiglio e spiegando ai milioni di ascoltatori che la memoria del premier è insufficiente”, ha dichiarato Vitali. “Sarà pure che il dottor Lepore sta per andare in pensione e quindi sta giustamente pensando al suo futuro – ha continuato il parlamentare – ma è pur sempre il capo di una delle procure più importanti d’Italia e, indipendentemente da questo, altro dovrebbe essere il suo comportamento e la riservatezza che sempre deve guidare ogni appartenente all’ordine giudiziario, capi compresi. Mi auguro che il ministro Palma o il Procuratore generale della Corte di Cassazione valutino le iniziative consequenziali – ha concluso Vitali – per ripristinare il rispetto delle regole”.