Ultimatum dei pm di Napoli a Silvio Berlusconi. Ieri mattina la Digos ha notificato al presidente del Consiglio, presso la sua residenza di Villa San Martino ad Arcore, la citazione a comparire in procura in qualità di persona informata sui fatti. Nel documento i magistrati gli chiedono di comunicare entro domani la data della sua deposizione che comunque deve essere fissata non oltre domenica 18 settembre. Altrimenti potrebbero disporre l’accompagnamento coatto. I pm vogliono ascoltare il premier come testimone parte lesa nel procedimento per tentata estorsione che vede indagati l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini, la moglie Angela Devenuto e l’ex direttore ed editore de L’Avanti Valter Lavitola.
“Nessun appuntamento è stato ancora fissato. L’accompagnamento coatto è l’ultima ratio per un teste che non si presenta e nel caso dei deputati ci deve essere l’autorizzazione della Camera di appartenenza”, specifica il procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore. “Al momento, per il premier, è un’ipotesi che escludiamo” dice, spiegando di dover “ancora leggere” la memoria deposita dal legale di Berlusconi, Michele Cerabona, in cui il presidente del Consiglio spiega i suoi rapporti conTarantini e, soprattutto, nega di essere mai stato ricattato dall’imprenditore barese (leggi). Il procuratore Lepore , comunque, intervistato da Radio24, considera: “Abbiamo elementi per pensare che ci sia un’estorsione e la vittima, il premier, nega l’estorsione, quindi dobbiamo sapere i particolari”. Dunque , la memoria difensiva “non basta perché è una versione unilaterale”, mentre al presidente Berlusconi “vanno fatte le domande e ci sono fatti specifici da contestare”. Anche perché, come ricorda il procuratore, “nessun cittadino si può sottrarre a suo piacimento all’esame da parte dei magistrati. Lo stesso Presidente della Repubblica può essere sentito come teste, con prerogative come quella di essere sentito al Quirinale, ma non si può sottrarre”.
Sulla possibilità di un accompagnamento coatto, in caso di rifiuto del premier a farsi ascoltare, il legale di fiducia Cerabona dice: “Non si è mai prospettata una soluzione del genere nei rapporti con la Procura”.
Carabona assiste il testimone Berlusconi in questo caso, dopo che il tradizionale avvocato, il deputato Pdl, Niccolò Ghedini, si é fatto da parte per evidenti ragioni di opportunità. Tarantini sostiene infatti in un’intercettazione che sia stato lui ad avvertire il suo vecchio difensore, Giorgio Perroni, dell’esistenza di un versamento di 500.000 fatto in suo favore dal premier. Soldi dati a Lavitola e poi solo in parte consegnati all’imprenditore barese. Per questo ieri i pm di Napoli hanno ascoltato Ghedini a Roma i negli uffici della Direzione nazionale antimafia.
Il presidente del Consiglio, invece, è rimasto per tutto il giorno all’estero, in quanto impegnato a Bruxelles nell’incontro con il presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy (leggi). Obiettivo secondo Berlusconi: “Spiegare la manovra finanziaria all’Europa”. Scopo sotterraneo, secondo l’opposizione, evitare l’interrogatorio fissato per oggi dai magistrati napoletani. Nel pomeriggio il Cavaliere ha visto a Strasburgo il presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso, e più tardi il presidente dell’Europarlamento, Jerzy Buzek. Ieri Buzek aveva raggelato il governo italiano derubricando l’incontro a “visita di cortesia da un paio di minuti” (leggi). Cosa che ha rinfocolato le critiche sulla “fuga” di Berlusconi dai magistrati napoletani. Palazzo Chigi è intervenuto sottolineando che “tutte le polemiche in materia sono assolutamente strumentali”.
L’atto recapitato ad Arcore dalla Procura di Napoli riaccende lo scontro tra centrodestra e magistratura. I deputati Enrico Costa e Manlio Contento hanno depositato un’altra interrogazione a Montecitorio per chiedere al ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma di mandare subito gli ispettori negli uffici della Procura di Napoli. Alla base dell’iniziativa, le dichiarazioni di Lepore secondo il quale la memoria difensiva del premier “non basta” e il fatto che i pm abbiano deciso di “sollevare dal segreto professionale i difensori di Tarantini con decreto. Cosa che secondo l’articolo 200 del codice penale toccherebbe al giudice, ma solo come extrema ratio”. A seguito dell’interrogazione, Nitto Palma ha deciso di disporre ulteriori accertamenti e chiederà per iscritto alla procura generale di Napoli notizie sull’audizione dei legali dell’imputato.
Dure le reazioni degli esponenti del Pdl contro i magistrati. Se il vicepresidente dei deputati del Popolo della libertà, Osvaldo Napoli, parla di “velleità golpiste” dei magistrati, il sottosegretario Daniela Santanchè dice: “L’unica convocazione coatta che avrebbe senso è quella del procuratore Giandomenico Lepore e del suo socio Woodcock”.