C’erano urla e fischi pronti ad aspettarlo alla Festa dell’Unità di Bologna. Ma alla fine non si è sentito neppure un soffio. Dopo le contestazioni alla festa di Genova da parte di una cinquantina di lavoratori, che hanno interrotto più volte il suo intervento, anche nel capoluogo emiliano romagnolo Massimo D’Alema ha rischiato altre aspre critiche. Questa volta a scatenare la reazione di alcuni cittadini sono state le parole pronunciate alcuni giorni fa nel corso di un dibattito alla Festa dell’Unità di Ostia, rilanciate ieri da un video su YouTube.

Il matrimonio, avrebbe detto D’Alema, “come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese, se non la si cambia, è l’unione tra persone di sesso diverso finalizzata alla procreazione. Tra l’uomo e la donna, questo dice la Costituzione”. Un polverone che si alza proprio nella città candidata ad ospitare il prossimo Gay Pride. L’associazione omosessuale Arcigay aveva minacciato contestazioni, che sono però poi rientrate, grazie alla disponibilità del presidente del Copasir di incontrare alcuni rappresentanti.

In una saletta della Festa dell’Unità Massimo D’Alema, il presidente nazionale Arcigay Paolo Patanè, e la presidente cittadina Arcilesbica Elisa Manici, hanno intrattenuto una discussione di circa quaranta minuti. I tre si sono confrontati apertamente. Paolo Patanè aveva definito in giornata le parole dell’ex premier come “affermazioni talmente rozze da risultare incredibili. In qualunque Paese dell’Unione queste sarebbero le tipiche dichiarazioni di un esponente di estrema destra con smanie religiose, ma in Italia sono le dichiarazioni di un leader del Pd, ovvero di un partito che si dice progressista e di sinistra”. Per poi aggiungere che “non è vero che in tempi di crisi i diritti civili sono secondari, caro D’Alema: la sua è un’affermazione degna della più retriva cultura stalinista”. Le spiegazioni e giustificazioni di D’Alema non hanno però soddisfatto i due rappresentanti delle associazioni. Patanè e Manici hanno preferito chiudere il banchetto delle loro associazioni aperto alla Festa dell’Unità e manifestare con bandiere e in modo silenzioso vicino al palco in cui lo stesso D’Alema stava parlando con un premio Nobel per la pace, Shirin Ebadi, ospite della festa.

Il presidente del Copasir davanti ai due ha comunque chiesto scusa, parlando di un equivoco, con la promessa di un’azione politica da parte del Pd per allargare i diritti degli omosessuali. Dall’altra parte l’auspicio di Arcigay affinché il Pd si affermi come forza riformista e laica, sposando la battaglia per l’uguaglianza sociale e civile dei cittadini. “Chiedo scusa – ha detto D’Alema – se ho creato un equivoco. Non ho mai inteso dire che la Costituzione impedisce i matrimoni tra omosessuali, cosa che non urta in nulla la mia sensibilità”.

Ma in realtà non è la prima volta che il binomio D’Alema-matrimonio omosessuale crea imbarazzi e polemiche. Se ieri, infatti, di equivoco si trattava non si spiega come mai già nel 2007 davanti ad alcuni studenti disse, da ministro degli Esteri, cose forti: “Io non sono cattolico, ma avverto il fascino della fede e il cardinal Martini ti comunica il senso di questo fascino…”. Per poi aggiungere: “No, non sono favorevole al matrimonio tra omosessuali perché il matrimonio tra un uomo e una donna è il fondamento della famiglia, per la Costituzione. E, per la maggioranza degli italiani, è pure un sacramento. Il matrimonio tra omosessuali, perciò, offenderebbe il sentimento religioso di tanta gente. Due persone dello stesso sesso possono vivere uniti senza bisogno di simulare un matrimonio. Lo Stato, però, deve riconoscere loro diritti civili e sociali. Mi accontenterei di fare la legge…”. Parole che sono state pronunciate nuovamente e in fotocopia alcuni giorni fa.

“Non so – ha detto ieri a Bologna – se il Pd proporrà il matrimonio tra gay, questo è abbastanza difficile come punto di sintesi. Il Pd si deve battere perché le persone che convivono vedano riconosciuti i loro diritti civili e sociali. E si batterà per affermare questi diritti indipendentemente dalle alleanze di governo future”. D’Alema ha ricordato poi la creazione di un’apposita commissione del Pd che sta elaborando una proposta per allargare i diritti degli omosessuali. Ma ha preferito non dichiarare pubblicamente ed esplicitamente la sua posizione circa i matrimoni gay. Motivo? “Non bombardare dall’esterno il lavoro della commissione” si giustifica.

Il video è di Giulia Zaccarielllo

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