L’Italia, si sa, è un paese di santi, navigatori e poeti. E sante. E per diventarlo ci vuole poco. Molto poco. Basta comportarsi normalmente, almeno in un’occasione; che sia, però, quella giusta e con la persona giusta.
Così Manuela Arcuri, nota più per le sue belle forme che per le sue qualità recitative, diventa, in un giorno di settembre, la nuova Madonna italiana. Provvidenzialmente, peraltro, visto che l’altra, la signora Ciccone, è stata messa al bando per aver osato criticare, come quell’altro comunista dell’Economist, il premier Berlusconi.
La signora Arcuri si ritrova, dunque, improvvisamente adornata di aureola di santità per aver fatto ciò che, in un mondo “normale”, non farebbe notizia: ha rifiutato, cioè, di prostituirsi per lavorare. Cosa che fanno, quotidianamente, milioni di uomini e donne in Italia e nel mondo, senza avere nemmeno una piccola menzione al merito. Certo la signora Arcuri ha un fisico da copertina; certo i suoi “favori” erano stati chiesti dall’irresistibile Silvio Berlusconi, che nel tempo libero è anche premier del nostro paese; certo in palio c’era il Festival di Sanremo, notoriamente affidato a donne conosciute per le loro qualità professionali; certo, insomma, siamo in Italia e dire “no” è cosa assai strana se non mistica. Per tutto ciò, dunque, la signora Arcuri è diventata la moralizzatrice d’Italia, quella a cui rivolgere pubblicamente atti di stima e sentiti ringraziamenti.
Ora, senza nulla togliere al gesto pregevole della signora Arcuri, mi chiedo se non sarebbe più utile, civile, consono e dignitoso, indignarsi una volta per tutte, e in maniera seria, del fatto che l’Italia sia diventata un tale puttanaio da farci trasecolare quando qualcuno, inaspettatamente, riesce a dire no.
Sarebbe opportuno, secondo me, che chi guarda la tv smettesse di seguire qualsiasi programma in cui anche solo una di quelle signorine che, forse sì, forse no ma quasi sicuramente, sono lì solo perché hanno usato il proprio corpo come merce di scambio. Sarebbe opportuno, a mio avviso, che la smettessimo di guardare programmi in cui le donne sono trattate come dei soprammobili da esporre quando serve alzare l’audience e rifiutare di essere complici di un’immagine di paese volgare, grossolano, inqualificabile e privo di moralità, quella che, sia ben chiaro, non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con il moralismo.
Bisognerebbe smetterla di essere complici. Perché se il nostro premier si permette di fare certi commenti sulla Cancelliera Merkel è perché rappresenta un Paese in cui troppi uomini pensano, neppur tanto segretamente, che lui abbia ragione; e molte donne pensano, senza dubbio alcuno, che la soluzione stia tutta nel non somigliare affatto alla Cancelliera Merkel. Se Berlusconi è Berlusconi è anche e soprattutto perché lui può contare su una complicità sottile ma raffinata, costruita con tanti italiani nel corso di questi anni.
Sono lieta che la signora Arcuri, che pure sembra stesse spingendo affinché il premier facesse includere suo fratello in una trasmissione televisiva, non si sia prostituita. Come sono lieta che lo facciano ogni giorno altre donne e altri uomini di cui nessuno parla. Non trasformiamo però la signora Arcuri nella Giovanna D’Arco dell’antiberlusconismo, perché non lo è, non lo è affatto. Ed è giusto che non lo sia. Siamo noi che dovremmo esserlo. Cominciando a non applaudire chi fa un gesto normale , ma indignandoci, veramente, nei confronti di tutti coloro che, invece, continuano a dire sì e ad ottenere privilegi per questo.
Angela Vitaliano
Giornalista
Cronaca - 16 Settembre 2011
Santa Manuela da Arcuri
L’Italia, si sa, è un paese di santi, navigatori e poeti. E sante. E per diventarlo ci vuole poco. Molto poco. Basta comportarsi normalmente, almeno in un’occasione; che sia, però, quella giusta e con la persona giusta.
Così Manuela Arcuri, nota più per le sue belle forme che per le sue qualità recitative, diventa, in un giorno di settembre, la nuova Madonna italiana. Provvidenzialmente, peraltro, visto che l’altra, la signora Ciccone, è stata messa al bando per aver osato criticare, come quell’altro comunista dell’Economist, il premier Berlusconi.
La signora Arcuri si ritrova, dunque, improvvisamente adornata di aureola di santità per aver fatto ciò che, in un mondo “normale”, non farebbe notizia: ha rifiutato, cioè, di prostituirsi per lavorare. Cosa che fanno, quotidianamente, milioni di uomini e donne in Italia e nel mondo, senza avere nemmeno una piccola menzione al merito. Certo la signora Arcuri ha un fisico da copertina; certo i suoi “favori” erano stati chiesti dall’irresistibile Silvio Berlusconi, che nel tempo libero è anche premier del nostro paese; certo in palio c’era il Festival di Sanremo, notoriamente affidato a donne conosciute per le loro qualità professionali; certo, insomma, siamo in Italia e dire “no” è cosa assai strana se non mistica. Per tutto ciò, dunque, la signora Arcuri è diventata la moralizzatrice d’Italia, quella a cui rivolgere pubblicamente atti di stima e sentiti ringraziamenti.
Ora, senza nulla togliere al gesto pregevole della signora Arcuri, mi chiedo se non sarebbe più utile, civile, consono e dignitoso, indignarsi una volta per tutte, e in maniera seria, del fatto che l’Italia sia diventata un tale puttanaio da farci trasecolare quando qualcuno, inaspettatamente, riesce a dire no.
Sarebbe opportuno, secondo me, che chi guarda la tv smettesse di seguire qualsiasi programma in cui anche solo una di quelle signorine che, forse sì, forse no ma quasi sicuramente, sono lì solo perché hanno usato il proprio corpo come merce di scambio. Sarebbe opportuno, a mio avviso, che la smettessimo di guardare programmi in cui le donne sono trattate come dei soprammobili da esporre quando serve alzare l’audience e rifiutare di essere complici di un’immagine di paese volgare, grossolano, inqualificabile e privo di moralità, quella che, sia ben chiaro, non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con il moralismo.
Bisognerebbe smetterla di essere complici. Perché se il nostro premier si permette di fare certi commenti sulla Cancelliera Merkel è perché rappresenta un Paese in cui troppi uomini pensano, neppur tanto segretamente, che lui abbia ragione; e molte donne pensano, senza dubbio alcuno, che la soluzione stia tutta nel non somigliare affatto alla Cancelliera Merkel. Se Berlusconi è Berlusconi è anche e soprattutto perché lui può contare su una complicità sottile ma raffinata, costruita con tanti italiani nel corso di questi anni.
Sono lieta che la signora Arcuri, che pure sembra stesse spingendo affinché il premier facesse includere suo fratello in una trasmissione televisiva, non si sia prostituita. Come sono lieta che lo facciano ogni giorno altre donne e altri uomini di cui nessuno parla. Non trasformiamo però la signora Arcuri nella Giovanna D’Arco dell’antiberlusconismo, perché non lo è, non lo è affatto. Ed è giusto che non lo sia. Siamo noi che dovremmo esserlo. Cominciando a non applaudire chi fa un gesto normale , ma indignandoci, veramente, nei confronti di tutti coloro che, invece, continuano a dire sì e ad ottenere privilegi per questo.
B.COME BASTA!
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Roma,13 mar. (Adnkronos) - Il Commissario Straordinario dell'AdSP Mtcs Pino Musolino ha partecipato al panel organizzato nell'ambito della fiera Letexpo di Alis a Verona sulle tematiche della logistica, dei trasporti e della sostenibilità, dove questa mattina sono intervenuti anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini e il viceministro con delega ai porti Edoardo Rixi.
"Partecipare ad un evento come quello organizzato da Alis e da Guido Grimaldi - ha sottolineato il Commissario Musolino- che è diventato un punto di riferimento della logistica e della sostenibilità in Italia e non solo, per parlare di tematiche della portualità e di un settore così strategico per il nostro paese è sempre molto stimolante".
"Bisogna ragionare- ha concluso Pino Musolino - sui cambiamenti che oggi lo shipping sta affrontando per essere pronti a cogliere le opportunità che il settore marittimo ci sta offrendo, soprattutto nella transizione ecologica e nelle nuove tecnologie, per essere competitivi non solo nei nostri scali italiani ma anche nei porti europei e mondiali".
(Adnkronos) - Acer for Education conferma la sua partecipazione a Fiera Didacta 2025, l'evento di riferimento per l'innovazione nel settore scolastico, che si terrà dal 12 al 14 marzo presso la Fortezza da Basso a Firenze. In questa occasione, Acer presenterà le sue più recenti soluzioni tecnologiche progettate per trasformare la didattica e preparare gli studenti alle professioni del futuro.
“La scuola è al centro di un’importante rivoluzione digitale e richiede tecnologie sempre più all'avanguardia per supportare la didattica. Acer, leader del settore, si impegna costantemente per offrire soluzioni innovative, in grado di soddisfare le esigenze di entrambi docenti e studenti,” afferma Alessandro Barbesta, Head of Sales Commercial & Education, Acer Italia. "Crediamo infatti che la tecnologia sia un alleato indispensabile per l’innovazione didattica e possa supportare appieno i docenti nel creare esperienze di apprendimento coinvolgenti e idonee a preparare gli studenti alle professioni del futuro”.
Durante i tre giorni dell'evento, Acer offrirà agli operatori del mondo scolastico un ricco programma di workshop. Questi incontri, tenuti da esperti del settore, mostreranno in modo pratico e interattivo come le tecnologie digitali possano affiancare efficacemente le modalità didattiche tradizionali. L'obiettivo è fornire al personale scolastico gli strumenti necessari per integrare le nuove tecnologie nei processi educativi, migliorando l'esperienza di apprendimento degli studenti.
Acer collaborerà con partner come Google for Education e Microsoft Education per presentare soluzioni integrate che facilitino l'apprendimento collaborativo e l'accesso alle risorse educative digitali. Saranno inoltre presentati dispositivi progettati per l'ambiente scolastico, caratterizzati da durabilità, sicurezza e facilità d'uso, per supportare al meglio le esigenze delle istituzioni educative.
Antonella Arpa, aka Himorta, nota creator a livello internazionale e con un passato da insegnante, mostrerà in modo pratico come la gamification possa rendere le lezioni più interattive e il videogioco diventare un prezioso strumento per apprendere competenze trasversali, come il team-working e il problem-solving. Verrà analizzata anche l’importanza cruciale delle materie STEM nel mondo di oggi, con un'attenzione particolare allo studio computazionale e alle sue applicazioni pratiche.
Le “Maestre a Cubetti”, spiegheranno come integrare la tecnologia in classe per un apprendimento dinamico e innovativo. Con il supporto dei dispositivi Acer Chromebook Plus e del gioco Minecraft, le insegnanti mostreranno come potenziare la didattica per competenze attraverso il game-based learning, migliorando l’esperienza di apprendimento e guidando i ragazzi nella realizzazione fattiva di progetti concreti.
Fabio De Nunzio, Presidente dell’Associazione Bullismo No Grazie, e Maurizio Siracusa, Ethical Hacker e componente del Direttivo di Bullismo No Grazie, offriranno un’analisi delle implicazioni psicologiche e sociali del fenomeno del bullismo, fornendo indicazioni concrete e strategie efficaci per promuovere un ambiente scolastico più sicuro e inclusivo. Un focus particolare sarà dedicato all'educazione dei ragazzi ad un uso consapevole e sicuro della tecnologia e al coinvolgimento di genitori e docenti in una rete di prevenzione attiva.
Francesco Bocci, psicoterapeuta e fondatore di Video Game Therapy, Marcello Sarini, ricercatore di Informatica al Dipartimento di Psicologia dell'Università Bicocca di Milano, e Elena Del Fante, psicologa digitale e del gaming, assegnista di Ricerca Milano-Bicocca e Founder di Play Better, analizzeranno come il videogioco, oltre ad essere uno strumento di apprendimento, rappresenti anche una grande opportunità per innovare la didattica. Il gioco di gruppo offre, infatti, un grande potenziale per stimolare le soft skill, come il problem solving, che sono fondamentali per il successo degli studenti.
Lo stand Acer sarà al Padiglione Spadolini, piano inferiore, K44.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Il ciclo 'Career connections' di UniMarconi ha visto ieri un appuntamento dedicato a esplorare le opportunità e le strategie professionali di una realtà d’eccellenza: Kpmg. Career connections, organizzato da UniMarconi in collaborazione con aziende leader, è un programma che propone eventi bimestrali dedicati alle tendenze del mercato, alla formazione su competenze specifiche e al networking professionale.
L'evento ha appunto visto come protagonista Kpmg, leader mondiale nella consulenza e nell’analisi forense, per vedere come stia rivoluzionando il modo di affrontare le sfide del mercato del lavoro. Hanno partecipato Tommaso Saso, direttore marketing e relazioni esterne UniMarconi, Daniele Ianniello, associate partner Kpmg forensic services, e Leonardo Primangeli, studente di economia UniMarconi.
"Con il progetto 'Career connections' - ha spiegato Tommaso Saso, direttore marketing e relazioni esterne UniMarconi - l'Università Guglielmo Marconi crea un ponte strategico tra il mondo accademico e il mondo professionale. Una delle missioni della nostra università è dare agli studenti una solida conoscenza tecnica ma anche creare la possibilità di una visione strategica e relazionale".
"Il nostro obiettivo - ha sottolineato Daniele Ianniello, associate partner Kpmg forensic services- è presentare agli studenti i servizi di Kpmg, in particolare il settore del Forensic, una boutique che si occupa di prevenire, identificare e rispondere ai rischi di frode".
"Questi incontri - ha commentato lo studente Leonardo Primangeli, studente di economia UniMarconi - sono fondamentali per lo studente, sono una grande opportunità, perché permettono di entrare in contatto con esperti di una delle big four nel campo della consulenza, un'esperienza che molti di noi considerano un traguardo".
Roma, 12 mar. (Adnkronos) - Aspettare, ponderare. Giorgia Meloni non avrebbe ancora deciso se partecipare o meno alla video-call dei 'volenterosi', convocata per sabato dal Regno Unito. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha chiamato di nuovo a raccolta i leader di quei Paesi pronti a fornire il loro supporto per assicurare la pace in Ucraina, dopo un possibile accordo di tregua con la Russia. Ma la partecipazione dell'Italia all'incontro da remoto, si apprende da fonti di governo, non è ancora confermata e la presidente del Consiglio starebbe riflettendo sul da farsi.
Il problema di fondo, viene spiegato, è essenzialmente uno: il governo italiano è fortemente contrario all'invio di truppe al fronte in Ucraina; dunque, se la riunione di Londra rientra nell'ambito di un invio di uomini, "noi non partecipiamo", il refrain che arriva da Palazzo Chigi. Diverso è invece il discorso per quanto riguarda la riunione dei Capi di Stato maggiore europei svoltasi martedì a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron: "In quel caso non eravamo parte del gruppo dei cosiddetti 'volenterosi', siamo andati lì come osservatori". Le diplomazie restano comunque in contatto.
Meloni è al lavoro sul discorso che dovrà pronunciare alle Camere la prossima settimana prima del Consiglio europeo del 20-21 marzo: un passaggio impegnativo, sul quale i partiti della maggioranza sono chiamati a compattarsi dopo aver votato in maniera difforme a Strasburgo. Gli europarlamentari di Fratelli d'Italia hanno dato il loro sì alla risoluzione sul Libro bianco sulla difesa, che sollecita i 27 Paesi dell'Ue ad agire con urgenza per garantire la sicurezza del Continente, accogliendo le conclusioni del Consiglio europeo sul riarmo.
Tuttavia, la delegazione di Fdi si è astenuta sulla risoluzione riguardante l'Ucraina dopo aver richiesto, senza successo, un rinvio del voto. Secondo Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo Ecr, il testo non avrebbe tenuto conto dell'accordo raggiunto a Gedda tra Stati Uniti e Ucraina per un possibile cessate il fuoco, rischiando così di "scatenare l'odio verso Donald Trump e gli Usa, anziché aiutare l'Ucraina".
Il nostro "non è stato un doppio voto", dice all'Adnkronos un membro dell'esecutivo in quota Fratelli d'Italia: "La posizione è chiara: se approvi un testo troppo anti-Usa, come fai poi a farti mediatore con gli Usa?". Sulla stessa risoluzione per l'Ucraina, la Lega ha votato contro mentre Forza Italia si è espressa a favore.
Anche da Palazzo Chigi sottolineano come il testo della risoluzione sull'Ucraina fosse troppo sbilanciato 'contro' gli Stati Uniti: Fratelli d'Italia a Strasburgo - il ragionamento che trapela dai piani alti del governo - ha sempre votato a favore della libertà e della sicurezza dell'Ucraina, ma questa volta il testo della risoluzione "era molto più 'accusatorio' verso l'amministrazione Usa" rispetto ad altre volte. Fratelli d'Italia non avrebbe mai votato contro quella risoluzione: "Ma non potevamo nemmeno votare a favore tout court", spiegano.
Sull'astensione, come confermato poi da Procaccini, ha inciso la notizia arrivata dall'Arabia Saudita ieri sera sulla proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina e la ripresa dell'assistenza americana a Kiev: "Non ci stiamo smarcando da nulla, quello di Fratelli d'Italia non era un voto contro l'Ucraina", il concetto che viene ribadito. Il voto a macchia di leopardo del centrodestra, ad ogni modo, non impensierisce Palazzo Chigi: in questo momento - si sottolinea - c'è un problema internazionale ben più ampio e la maggioranza di governo ha dimostrato che nei momenti importanti "è sempre uscita unita e compatta".
Almeno per ora, non sembrerebbe all'orizzonte un vertice con Meloni e gli altri leader della maggioranza, Antonio Tajani e Matteo Salvini (anche se i tre ogni settimana si incontrano per fare il punto della situazione su tutti i dossier). Sempre da palazzo Chigi viene evidenziata la "piena sintonia" tra Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che rispondendo alla Camera all'interrogazione del Movimento 5 Stelle sul piano di riarmo approvato oggi dall'Unione europea ha ribadito che i finanziamenti per la difesa non andranno a discapito di sanità e servizi pubblici, rimarcando il suo no a spese per il riarmo che rialzino in modo oneroso il debito pubblico con rischi anche per la stabilità della zona euro. (di Antonio Atte)
Mosca, 13 mar. (Adnkronos) - Ordigni camuffati da profumi, inviati per posta a militari russi impegnati dell'operazione in Ucraina e a dipendenti del governo di Mosca. Pronti a esplodere una volta aperti. Questo il piano che, secondo quanto ha reso noto il Servizio di sicurezza federale russo (Fsb), è stato sventato impedendo una serie di attacchi. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Ria Novosti spiegando che ''un agente di Kiev è stato arrestato'' a Pervouralsk.
Secondo l'Fsb, i "servizi speciali ucraini" avevano pianificato di inviare ordigni esplosivi in pacchi per posta. "L'Fsb russo ha impedito una serie di atti di sabotaggio e terroristici pianificati dai servizi speciali ucraini contro i militari del ministero della Difesa russo che partecipano all'operazione militare speciale, nonché contro i dipendenti pubblici che forniscono assistenza alle unità militari nella zona dell'operazione militare speciale", ovvero in Ucraina, si legge nella nota.
Cinque pacchi, contenenti ordigni esplosivi artigianali camuffati da profumi, sono stati trovati all'aeroporto di Chelyabinsk durante l'ispezione dei pacchi postali, prosegue il comunicato dei servizi russi. Gli artificieri dell'Fsb li hanno disinnescati. I dispositivi erano pronti a esplodere una volta aperti, precisa la nota.
Il cittadino ucraino arrestato a Pervouralsk ha inviato questi pacchi al personale militare e funzionari governativi a Mosca, Voronezh, Krasnodar Krai e nell'oblast di Saratov, ha notato l'Fsb. Lo scorso anno, proseguono i servizi russi, il sospettato sarebbe stato incaricato dal suo supervisore di raccogliere informazioni sul personale militare russo a Engels e sui dipendenti delle imprese di difesa a Ekaterinburg. E' stato aperto un procedimento penale nei suoi confronti per ''acquisizione, stoccaggio, trasporto illegali di sostanze e dispositivi esplosivi".
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Possiamo considerare il welfare aziendale come parte integrante della strategia collettiva delle imprese? E in che modo è possibile coniugare sostenibilità, digitalizzazione e welfare? Questi interrogativi saranno al centro della terza edizione del Welfare day 2025, l’evento organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, azienda leader nei benefit e nel coinvolgimento dei dipendenti, in programma oggi, giovedì 13 marzo, a Roma, presso il Palazzo dell’Informazione.
L’iniziativa rappresenta un'importante occasione di confronto per il mondo corporate, offrendo nuovi insight, dati e ricerche di Pluxee sulle soluzioni di welfare aziendale e il loro impatto sulla produttività e sul benessere dei lavoratori. Durante l’evento verrà commentato il nesso tra benessere, felicità e imprese, scoprendo come oggi non sia possibile scindere i primi due elementi dalla vita professionale e lavorativa. Ciò che favorisce la felicità sul luogo di lavoro si rivela fondamentale sia per l’attrattività delle aziende nel mercato del lavoro si per la retention dei talenti, orientando le scelte strategiche dei responsabili delle risorse umane e non solo.
Questo non può che coniugarsi con il welfare aziendale, il quale oggi ha delle caratteristiche ben precise e si affianca con la sostenibilità sociale. Nel corso dei vari Talk Show, si mostrerà come il welfare debba essere considerato un elemento vitale dell'operatività di un'azienda. Attraverso la partecipazione di esperti del settore e manager aziendali verranno esplorate le ultime tendenze e best practice per integrare il welfare nelle strategie aziendali, favorendo una crescita sostenibile e digitale.
Benefit e iniziative di sostegno al dipendente generano benessere tra la popolazione, contribuendo a rendere sostenibile il lavoro. Diffusi all'interno di tutte le funzioni aziendali, accrescono la felicità e la produttività, generando un ciclo virtuoso che rafforza il coinvolgimento dei dipendenti, migliorando la reputazione aziendale e garantendo una crescita sostenibile nel lungo periodo. Uno degli obiettivi sarà rispondere alla domanda: come si può creare e mantenere un ecosistema aziendale orientato alla soddisfazione delle persone? Lungi dal costituire un semplice accessorio del salario, il pacchetto di benefici che l'azienda mette a disposizione dei lavoratori - prestazioni sanitarie, sostegno alla genitorialità - deve essere sempre più in grado di incontrare le esigenze di questi ultimi.
All’interno del Welfare day 2025, questi argomenti saranno discussi con Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo, rispettivamente country marketing e product director e managing director diPluxee Italia, con il contributo chief hr officer e hr manager di aziende come Atac, Fater, Fendi, Philip Morris International, Procter & Gamble, Tim e molte altre.
Roma, 12 mar. (Adnkronos) - Aspettare, ponderare. Giorgia Meloni non avrebbe ancora deciso se partecipare o meno alla video-call dei 'volenterosi', convocata per sabato dal Regno Unito. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha chiamato di nuovo a raccolta i leader di quei Paesi pronti a fornire il loro supporto per assicurare la pace in Ucraina, dopo un possibile accordo di tregua con la Russia. Ma la partecipazione dell'Italia all'incontro da remoto, si apprende da fonti di governo, non è ancora confermata e la presidente del Consiglio starebbe riflettendo sul da farsi.
Il problema di fondo, viene spiegato, è essenzialmente uno: il governo italiano è fortemente contrario all'invio di truppe al fronte in Ucraina; dunque, se la riunione di Londra rientra nell'ambito di un invio di uomini, "noi non partecipiamo", il refrain che arriva da Palazzo Chigi. Diverso è invece il discorso per quanto riguarda la riunione dei Capi di Stato maggiore europei svoltasi martedì a Parigi con il presidente francese Emmanuel Macron: "In quel caso non eravamo parte del gruppo dei cosiddetti 'volenterosi', siamo andati lì come osservatori". Le diplomazie restano comunque in contatto.
Meloni è al lavoro sul discorso che dovrà pronunciare alle Camere la prossima settimana prima del Consiglio europeo del 20-21 marzo: un passaggio impegnativo, sul quale i partiti della maggioranza sono chiamati a compattarsi dopo aver votato in maniera difforme a Strasburgo. Gli europarlamentari di Fratelli d'Italia hanno dato il loro sì alla risoluzione sul Libro bianco sulla difesa, che sollecita i 27 Paesi dell'Ue ad agire con urgenza per garantire la sicurezza del Continente, accogliendo le conclusioni del Consiglio europeo sul riarmo.
Tuttavia, la delegazione di Fdi si è astenuta sulla risoluzione riguardante l'Ucraina dopo aver richiesto, senza successo, un rinvio del voto. Secondo Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo Ecr, il testo non avrebbe tenuto conto dell'accordo raggiunto a Gedda tra Stati Uniti e Ucraina per un possibile cessate il fuoco, rischiando così di "scatenare l'odio verso Donald Trump e gli Usa, anziché aiutare l'Ucraina".
Il nostro "non è stato un doppio voto", dice all'Adnkronos un membro dell'esecutivo in quota Fratelli d'Italia: "La posizione è chiara: se approvi un testo troppo anti-Usa, come fai poi a farti mediatore con gli Usa?". Sulla stessa risoluzione per l'Ucraina, la Lega ha votato contro mentre Forza Italia si è espressa a favore.
Anche da Palazzo Chigi sottolineano come il testo della risoluzione sull'Ucraina fosse troppo sbilanciato 'contro' gli Stati Uniti: Fratelli d'Italia a Strasburgo - il ragionamento che trapela dai piani alti del governo - ha sempre votato a favore della libertà e della sicurezza dell'Ucraina, ma questa volta il testo della risoluzione "era molto più 'accusatorio' verso l'amministrazione Usa" rispetto ad altre volte. Fratelli d'Italia non avrebbe mai votato contro quella risoluzione: "Ma non potevamo nemmeno votare a favore tout court", spiegano.
Sull'astensione, come confermato poi da Procaccini, ha inciso la notizia arrivata dall'Arabia Saudita ieri sera sulla proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina e la ripresa dell'assistenza americana a Kiev: "Non ci stiamo smarcando da nulla, quello di Fratelli d'Italia non era un voto contro l'Ucraina", il concetto che viene ribadito. Il voto a macchia di leopardo del centrodestra, ad ogni modo, non impensierisce Palazzo Chigi: in questo momento - si sottolinea - c'è un problema internazionale ben più ampio e la maggioranza di governo ha dimostrato che nei momenti importanti "è sempre uscita unita e compatta".
Almeno per ora, non sembrerebbe all'orizzonte un vertice con Meloni e gli altri leader della maggioranza, Antonio Tajani e Matteo Salvini (anche se i tre ogni settimana si incontrano per fare il punto della situazione su tutti i dossier). Sempre da palazzo Chigi viene evidenziata la "piena sintonia" tra Meloni e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che rispondendo alla Camera all'interrogazione del Movimento 5 Stelle sul piano di riarmo approvato oggi dall'Unione europea ha ribadito che i finanziamenti per la difesa non andranno a discapito di sanità e servizi pubblici, rimarcando il suo no a spese per il riarmo che rialzino in modo oneroso il debito pubblico con rischi anche per la stabilità della zona euro. (di Antonio Atte)