Ammette di aver avuto paura, gli dispiace di aver tradito la fiducia dei suoi familiari e dei francesi, non esclude la possibilità del complotto ai suoi danni, ma quando il discorso si sposta sulle sue presunte responsabilità è categorico: solo colpe morali. Dopo le accuse di stupro piovutegli addosso dagli Stati Uniti e dalla Francia, Dominique Strauss-Kahn per la prima volta ha parlato delle sue disavventure giudiziarie e lo ha fatto in televisione, all’emittente privata TF1. Si è trattato dell’intervista che tutta la Francia stava aspettando da ormai quattro mesi, è andata in onda all’interno del telegiornale delle 20 della rete e a fargli le domande è stata la giornalista Claire Chazal, un’amica della moglie.
Era 14 maggio scorso quando l’ex capo del Fondo monetario internazionale (ed ex candidato in pectore per la successione di Nicolas Sarkozy all’Eliseo) venne arrestato a New York per il presunto stupro di Nafissatou Diallo, cameriera di origini guineane dell’hotel Sofitel, dove il manager risiedeva in una suite. Strauss-Kahn era già a bordo del volo Air France che lo avrebbe riportato a Parigi: gli agenti del commissariato di Harlem lo andarono a prendere direttamente sull’aereo e le sue immagini con le manette ai polsi fecero il giro del mondo. Il 23 agosto il tribunale di New York ha rinunciato a procedere penalmente contro Strauss-Kahn. In sede civile, la causa continua. Nel frattempo, però, dalla Francia è arrivata un’altra grana di natura sessuale. La giornalista 32enne Tristane Banon ha denunciato DSK per aver provato a violentarla nel 2003 in occasione di un’intervista. L’inchiesta si è chiusa in questi giorni.
Da allora Strauss-Kahn ha scelto il silenzio, almeno quello pubblico. Oggi, però, è tornato a parlare e lo ha fatto respingendo al mittente ogni accusa di stupro o di rapporto a pagamento con Nafissatou Diallo. “Ho sbagliato moralmente nei confronti di mia moglie, dei miei figli e anche dei francesi – ha detto l’ex capo del Fmi, ma quanto accaduto nella suite del Sofitel il 14 maggio scorso non comprende nè violenza, nè costrizione, nè aggressione, nè alcun reato. E’ stata solo una relazione inappropriata, uno sbaglio”. Per quanto riguarda la denuncia di Tristane Banon, il manager è stato lapidario: “In quell’incontro non c’è stata alcuna aggressione nè violenza. La versione fornita è frutto di immaginazione e calunniosa”. DSK, poi, è ritornato sui giorni difficili trascorsi in galera: “Ho avuto paura, molta paura – ha confessato – . Quando sei preso in un meccanismo del genere hai l’impressione che può farti a pezzi. Senza mia moglie (Anne Sinclair, che gli è rimasta al fianco durante tutta la vicenda, ndr) non ce l’avrei fatta”.
Il manager, poi, è tornato sull’ipotesi di un complotto ai suoi danni, ma ha scelto il basso profilo, trincerandosi dietro un sibillino: “Una trappola? E’ possibile. Un complotto? Vedremo”. Più loquace, invece, sui risvolti politici che la sua vicenda personale ha comportato. “Ho mancato l’appuntamento con i francesi, che avevano posto in me la speranza di un cambiamento” ha ammesso Strauss-Kahn, che poi ha concluso la sua apparizione televisiva parlando del proprio futuro, anche in termini di impegno politico. “Avrei voluto, ma chiaramente non sarò candidato, né voglio immischiarmi nelle primarie del partito socialista. Prima di tutto mi riposerò, mi prenderò il tempo per riflettere. Ma tutta la mia vita è stata dedicata a cercare di essere utile al bene pubblico…vedremo”. Voglia di ritornare subito in campo o desiderio di rivalsa verso chi avrebbe ordito il complotto ai suoi danni? Domanda troppo forte per la giornalista amica di famiglia.