Si chiama Uguali_diversi ed è l’inno padano all’integrazione, un festival dedicato al dialogo interculturale che ogni settembre da quattro anni si svolge in terra emiliana. Ed è proprio “Terra” il tema di questa quarta edizione che il 23,24,25 settembre prossimi animerà le cittadine reggiane di Novellara, Bagnolo in Piano e Correggio.
È la terra dell’immigrazione massiccia, la pianura dove le teste con il turbante quasi superano le teste di capelli ed eppure si ritrovano ogni anno a fine settembre per parlare tutti insieme. È la vecchia e buona pratica della comunità, che di fronte ai cambiamenti non sceglie di chiudere porte e finestre al diverso, al nuovo, all’ultimo arrivato che è “più colorato e volte pure infastidisce un po’”, ma che decide di uscire in strada, nelle piazze, sulle panchine e sotto i portici per discutere del problema. Parlarne con il vicino, l’amico, il contadino, per chiedere all’altro di capire bene cosa è successo e cosa sta succedendo, per portare i figli a giocare con gli amici sotto i portici e perché no, perché giochino anche con il figlio di Sharif, che anche se ha un po’ di turbante, pure a lui piacciono le macchinine.
È la filosofia di Uguali_Diversi: “Sono ormai quattro anni”, ha dichiarato il sindaco di Novellara Raoul Daoli, “che riusciamo a portare avanti questo progetto, attirando nomi importanti e tanta gente. Il segreto non è certo nel budget, che è ogni volta più modesto, ma nella forza umana dei nostri cittadini che animano i tre giorni di Uguali_diversi, molto spesso lavorando gratuitamente come semplici volontari”.
La forza di questo evento, sta anche nella sua continuità: ogni anno pubblichiamo grazie ad Aliberti Editore dei libri con le lectio magistralis dei nostri ospiti, così che rimanga qualcosa di tutte quello che viene discusso qui, tra la nostra gente”. “Il buio del postmoderno” di Zygmunt Bauman e “Futuro Cercasi”, sono infatti gli ultimi due libri editi nella collana Uguali_diversi, un modo efficace per dire che il festival non è solo sfoggio di teoria, ma tanta concretezza e voglia di rimanere.
In un anno ricco di stravolgimenti, da quello ambientale del Giappone, a quelli politici di Africa e Medio Oriente, il Festival Uguali_Diversi per l’edizione 2011, ha deciso di concentrarsi proprio su di lei, la madre terra, e sui tanti modi attraverso cui è possibile riconciliarsi con essa. Riscoprire le radici e trovare un modo per poter consumare sostenibilmente ed eticamente, ecco su cosa si vuole riflettere.
Un programma denso di ospiti ed attività è quello che si preannuncia all’ombra dei portici delle tre cittadine reggiane. Cinque i filoni principali che verranno seguiti nel corso dei tre giorni: terra madre, terra matrigna, terra futura, terra in fiamme e terra malata. Tanti gli ospiti importanti che interverranno cercando di portare le loro esperienze che partono dall’integrazione e arrivano alla bioetica ed alla sostenibilità: Romano Prodi, Franco Farinelli, Enzo Bianchi; Candelaria Romero, Piero Sardo, Maurizio Ciampa, Azzurra Meringolo, Anna Bartolini, Salvatore Natoli, Davide Paolini, Paolo De Castro, Rania Ibrahim.
Ad aprire le danze i laboratori didattici dedicati ai più piccoli che porteranno i bambini alla scoperta di fonti rinnovabili e cibo, per risvegliare i cinque sensi ormai addormentati. Tanti i dibattiti e le tavole rotonde dal primo spettacolo musicale “Vuelvo al sur” a “la terra infuocata del Nord Africa”, con le opinioni dei giovani di Yalla Italia e tanti altri. Cene sotto i portici a km zero, mercatini, mostre e giochi in piazza per i più piccoli.
Un festival che si preannuncia già come una festa dalle mille attività, capace di far parlare culture diverse. Da queste parti, quando ad un contadino si chiede come fa a vivere con così tanti stranieri, quello risponde che le mani che lavorano la terra hanno tutte lo stesso colore. Nella bassa padana, quella che nasce e vive intorno al fiume Po, l’integrazione è nata lavorando fianco a fianco negli stessi campi, tra il grano e le fattorie. Ecco perché Uguali_diversi, ha scelto per questo 2011 una sola risposta ai tanti problemi della nostra comunità: il ritorno alla terra. Da queste parti è il solo linguaggio conosciuto e a quanto pare funziona.
di Martina Castigliani