Con l’imminente quotazione il management di Sea finisce sotto i riflettori e vengono alla luce una serie di vicende poco “limpide” in fatto di appalti e consulenze d’oro. Ieri a palazzo Marino il presidente della società aeroportuale Giuseppe Bonomi e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia hanno annunciato che il collocamento sarà possibile a partire da fine ottobre. Ma l’attenzione era rivolta ad alcune consulenze segnalate dal vicepresidente di Sea Lino Girometta e diffuse dal Sole24Ore.
A partire dall’appalto per la riqualificazione di un piazzale del Terminal 2 affidato alla Cic (compagnia Italiana costruzioni) per 24,3 milioni. Niente di strano se non fosse che dietro alla Cic ci sono ex soci di Fabio Mangini, braccio destro del presidente della Sea Bonomi. La commessa, inoltre, era inizialmente di 12,5 milioni ma il 31 maggio scorso, l’assemblea ha portato il valore a 24,3 milioni. Il numero due della società Girometta, in quella occasione, ha fatto mettere a verbale il proprio dissenso, dovuto al fatto che l’azienda beneficiaria abbia goduto di un trattamento di favore due volte: nell’affidamento diretto senza gara e nel raddoppio della base d’appalto. “Un’operazione non condivisibile”, ha detto Girometta. Anche perché la stessa Cic è finita al centro di un’inchiesta per turbativa d’asta nata ai tempi in cui Bonomi era consigliere di amministrazione di Anas e Mangini, già collaboratore di fiducia di Bonomi, era consulente della società e contemporaneamente socio della Cic verso la quale, secondo l’accusa, venivano pilotati diversi appalti.
Bonomi ha rassicurato e annunciato la diffusione di un comunicato nel quale spiegherà che tutto è regolare, che Mangini non fa più parte della Cic e che le relazioni industriali e commerciali tra quella società e Sea risalgono a prima della sua nomina al vertice della controllata. Insomma, tutto alla luce del sole. Nessuna intercessione per “piegare” la commessa a favore di ex amici. Ma la lista delle cose da chiarire ha almeno un’altra voce. Relativa a una consulenza affidata (sempre senza gara) a Paolo Glisenti, il supermanager stretto collaboratore dell’ex sindaco Letizia Moratti dai tempi della presidenza Rai che, per affidargli il ruolo di amministratore unico di Expo 2015 Spa (la società che deve gestire l’esposizione internazionale di Milano) tenne fermo per oltre un anno il Consiglio di amministrazione in un vero e proprio braccio di ferro tra il primo cittadino e il ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Vinse il governo, Glisenti fu costretto a rinunciare all’incarico. Oggi Glisenti ricompare nell’elenco dei consulenti della Sea come beneficiario di un incarico per la realizzazione dei siti internet della società aeroportuale. Nel giro di appena dieci mesi, tra il 4 maggio 2010 e il 22 marzo 2011, alla Paolo Glisenti Consulenza Srl sono stati affidati direttamente due consulenze e due “ordini di prestazione di servizio”. Senza gara, sostiene il quotidiano della Confindustria.
Per un totale di 640mila euro. “Le gare non le faccio io. L’azienda ha gestito le cose”, si è difeso Glisenti. Un miliardo e mezzo di vecchie lire per dei siti internet? L’indirizzo è www.flyviamilano.eu. Quo Media il 21 giugno valuta così il sito di Glisenti&co: “Recensiamo con tristezza il sito ViaMilano. Nato in queste ore per rilanciare l’aeroporto di Malpensa, attraverso servizi che permettono di collegare voli di compagnie diverse, low cost e normali, il sito non funziona. È sbagliato già nel dominio, www.flyviamilano.eu, con un nome né italiano né inglese. Gli elementi testuali che occupano più spazio in home sono gli annunci di probabili problemi che avrete nella navigazione. In effetti navigarlo è impossibile. Addirittura un link annuncia un sito alternativo per problemi con il motore di ricerca. È un esempio di come non si fa un servizio… Voto: 3-“.
Cronaca
Sea verso il collocamento a Piazza Affari
Tra appalti e consulenze da chiarire
Una commessa da 24 milioni di euro affidata senza gara agli ex soci del braccio destro del presidente Bonomi e una consulenza per i siti internet affidata direttamente a Paolo Glisenti, storico collaboratore di Letizia Moratti dai tempi della presidenza Rai: sono i due casi che rischiano di rallentare lo sbarco sui listini
A partire dall’appalto per la riqualificazione di un piazzale del Terminal 2 affidato alla Cic (compagnia Italiana costruzioni) per 24,3 milioni. Niente di strano se non fosse che dietro alla Cic ci sono ex soci di Fabio Mangini, braccio destro del presidente della Sea Bonomi. La commessa, inoltre, era inizialmente di 12,5 milioni ma il 31 maggio scorso, l’assemblea ha portato il valore a 24,3 milioni. Il numero due della società Girometta, in quella occasione, ha fatto mettere a verbale il proprio dissenso, dovuto al fatto che l’azienda beneficiaria abbia goduto di un trattamento di favore due volte: nell’affidamento diretto senza gara e nel raddoppio della base d’appalto. “Un’operazione non condivisibile”, ha detto Girometta. Anche perché la stessa Cic è finita al centro di un’inchiesta per turbativa d’asta nata ai tempi in cui Bonomi era consigliere di amministrazione di Anas e Mangini, già collaboratore di fiducia di Bonomi, era consulente della società e contemporaneamente socio della Cic verso la quale, secondo l’accusa, venivano pilotati diversi appalti.
Bonomi ha rassicurato e annunciato la diffusione di un comunicato nel quale spiegherà che tutto è regolare, che Mangini non fa più parte della Cic e che le relazioni industriali e commerciali tra quella società e Sea risalgono a prima della sua nomina al vertice della controllata. Insomma, tutto alla luce del sole. Nessuna intercessione per “piegare” la commessa a favore di ex amici. Ma la lista delle cose da chiarire ha almeno un’altra voce. Relativa a una consulenza affidata (sempre senza gara) a Paolo Glisenti, il supermanager stretto collaboratore dell’ex sindaco Letizia Moratti dai tempi della presidenza Rai che, per affidargli il ruolo di amministratore unico di Expo 2015 Spa (la società che deve gestire l’esposizione internazionale di Milano) tenne fermo per oltre un anno il Consiglio di amministrazione in un vero e proprio braccio di ferro tra il primo cittadino e il ministro dell’economia, Giulio Tremonti. Vinse il governo, Glisenti fu costretto a rinunciare all’incarico. Oggi Glisenti ricompare nell’elenco dei consulenti della Sea come beneficiario di un incarico per la realizzazione dei siti internet della società aeroportuale. Nel giro di appena dieci mesi, tra il 4 maggio 2010 e il 22 marzo 2011, alla Paolo Glisenti Consulenza Srl sono stati affidati direttamente due consulenze e due “ordini di prestazione di servizio”. Senza gara, sostiene il quotidiano della Confindustria.
Per un totale di 640mila euro. “Le gare non le faccio io. L’azienda ha gestito le cose”, si è difeso Glisenti. Un miliardo e mezzo di vecchie lire per dei siti internet? L’indirizzo è www.flyviamilano.eu. Quo Media il 21 giugno valuta così il sito di Glisenti&co: “Recensiamo con tristezza il sito ViaMilano. Nato in queste ore per rilanciare l’aeroporto di Malpensa, attraverso servizi che permettono di collegare voli di compagnie diverse, low cost e normali, il sito non funziona. È sbagliato già nel dominio, www.flyviamilano.eu, con un nome né italiano né inglese. Gli elementi testuali che occupano più spazio in home sono gli annunci di probabili problemi che avrete nella navigazione. In effetti navigarlo è impossibile. Addirittura un link annuncia un sito alternativo per problemi con il motore di ricerca. È un esempio di come non si fa un servizio… Voto: 3-“.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.