Una lettera chiarissima, ultimativa, praticamente un diktat. La Bce (doppia firma di Jean Claude Trichet e Mario Draghi) ha indicato lo scorso 5 agosto al Governo italiano le cose da fare “con decreto legge e con ratifica parlamentare entro la fine di settembre 2011”. Il Governo Berlusconi ha risposto sì, recependo con il decreto legge di agosto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 16 settembre, molte delle indicazioni provenienti da Francoforte.

Ecco, in sintesi (la lettera è pubblicata integralmente dal Corriere della Sera), le richieste della Bce del 5 agosto scorso “per ristabilire la fiducia degli investitori” nei titoli di Stato italiani:

1) Il pareggio di bilancio nel 2014 non è “sufficiente. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L’obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell’1% nel 2012 ed un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa”

2) E’ possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigori i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l’età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settroe pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012

3) Andrebbe valutata una riduzione dei costi del pubblico impiego, “rafforzando le regole per il turn over e, se necessario, riducendo gli stipendi”

4) C’è l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e “rendendo questi accordi piu’ rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L’accordo del 28 giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione”

5) Dovrebbe essere adottata “una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione ed il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione ed un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi”

6) E’ necessaria la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. “Questo – prosegue la Bce nella lettera del 5 agosto a Berlusconi – dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala

7) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi del deficit sara’ compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali

8) Andrebbero messi “sotto stretto controllo” l’assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo

9) Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio

10) Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l’uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell’istruzione)

11) C’e’ l’esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le province)

12) Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali. Trichet e Draghi concludono così la lettera a Berlusconi: “Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate”.

Con la migliore considerazione

Jean Claude Trichet e Mario Draghi

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