A distanza di una settimana si torna a protestare in piazza del Pantheon a Roma contro il ddl intercettazioni, nel giorno in cui il testo comincia a essere discusso alla Camera. La manifestazione è organizzata dal Comitato per la libertà e il diritto all’informazione, alla cultura e allo spettacolo, già protagonista delle mobilitazioni degli ultimi due anni sul tema della libertà di informazione. Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale della Stampa Italiana, è critico verso le limitazioni proposte dalla maggioranza sulla pubblicazioni delle intercettazioni: “E’ una proposta ingannevole. L’acquisizione dell’idea di udienza-filtro, attraverso la quale selezionare le intercettazioni destinate a essere rese pubbliche che fa parte delle proposte Fnsi, è assolutamente indeterminata nei modi e soprattutto nei tempi e, ancora una volta, rimandata a un successivo decreto del Governo, mentre nel frattempo si fa scattare un insopportabile e ingiustificabile black out su come procede un’inchiesta”.
Anche il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha partecipato al presidio organizzato davanti al Pantheon: “Non possiamo accettare l’idea che per chiedere un tabulato telefonico serva un collegio giudicante. Non siamo d’accordo sulla gestione della rete, che per noi si regolamenta da sola”. Dal palco, l’ex ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni invita a un presidio che giorno per giorno “denunci cosa avviene in Parlamento sulle intercettazioni” e anticipa che i sindacati “stanno pensando a una grande manifestazione”. Fulvio Fammoni, segretario confederale della Cgil, mette in guardia dalle modifiche alla norma ammazza-blog: “L’aver cambiato l’emendamento sui blog fa parte di una tecnica parlamentare che già conosciamo di questo governo, attirare l’attenzione su una norma civetta su cui poi si cede, per dimostrare disponibilità. Ma noi siamo ancora qui”.
Intanto questa mattina, davanti a Montecitorio, sono state esposte quattro foto con in primo piano i volti (alcuni insanguinati) dei cadaveri di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Michele Ferrulli e Giuseppe Uva, “vittime della giustizia italiana”, e i loro cari, con gli occhi pieni di lacrime: un modo per dire ‘no’ alla legge bavaglio.
E’ il sit-in di protesta contro il ddl intercettazioni organizzato davanti la Camera da Ilaria Cucchi, Patrizia Moretti, Lucia Uva e Domenica Ferrulli. “Vogliamo che i politici si occupino dei problemi veri – ha commentato Patrizia Moretti, mamma di Federico – . Alla gente non interessa nulla delle intercettazioni e senza queste foto non avremmo avuto la possibilità di essere informati e di difenderci”. Le quattro donne scese in piazza oggi sono indignate, sconvolte per questa giustizia che “non è uguale per tutti”: “Abbiamo portato queste foto sotto Montecitorio – ha spiegato la figlia di Michele Ferrulli, Domenica – per far vedere cosa accade realmente: mio padre è stato picchiato e ridotto così. E’ una legge che serve ai politici per nascondere, i cittadini normali non hanno paura delle intercettazioni”.