A Milano fumogeni sotto la sede di Moody’s e uova contro le banche; a Roma sveglie sotto Palazzo Chigi e linee degli autobus deviate dal corteo, che ha scelto un percorso non autorizzato dalle forze dell’ordine. Nella giornata della protesta di studenti, insegnanti e personale amministrativo contro i tagli alla scuola, molta tensione, ma per fortuna nessun incidente grave.
Stamane sono stati loro e gli insegnanti della scuola pubblica italiana a far suonare la campanella. O meglio, la sveglia. Non nelle aule, ma davanti a palazzo Chigi. Così gli aderenti alla protesta hanno dato l’avvio ufficiale alla giornata di manifestazioni organizzate in 90 città italiane a partire dalle 9.30. “Portiamo le sveglie al governo per dire che la loro ora ormai è arrivata, questa generazione non vuole che si perda altro tempo”, hanno detto alcuni dei partecipanti. Che hanno aggiunto: “Oggi saremo in piazza non solo per opporci alla distruzione targata Gelmini ma anche con tante proposte e idee per cambiare la scuola pubblica (molte delle quali, già dallo scorso anno, si possono leggere sul sito internet www.altrariforma.it, ndr)”.
Poi un riferimento alle proteste, simili, in corso Oltreoceano: “Scendiamo in piazza dando piena solidarietà agli studenti cileni che portano avanti le nostre stesse rivendicazioni, che evidentemente fanno paura a molti, per dire che non bisogna mollare e che gli siamo vicini; per ribadire con forza che le proteste vanno ascoltate non represse e che l’uso della violenza, ancor più nei confronti degli studenti, è inaccettabile”. Appoggio alla manifestazione è stato espresso da Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.
Di diverso parere il primo cittadino della capitale Gianni Alemanno, che dice: “Non voglio assolutamente negare la possibilità di contestare, ma oggi solo duemila studenti, che corrispondono più o meno a 2-3 licei, hanno bloccato tutta Roma. Per questo ribadisco il bisogno di regole condivise per garantire sia il diritto alla protesta che quello alla mobilità”. Poi, nel merito della protesta, Alemanno si augura che “non sia un rito stanco: è giusto che i giovani facciano sentire il loro punto di vista e che il ministro li ascolti, purchè ci sia un’idea di modernizzazione della scuola e non una difesa dell’egualitarismo, della mancanza di meritocrazia”.
ROMA – Nella capitale, la marcia è partita da Piramide per terminare davanti al ministero dell’Istruzione. Proprio in zona piramide un’auto blu è rimasta “incastrata” nel corteo, dove i manifestanti si sono scagliati contro la vettura con calci sulla carrozzeria e sputi contro i finestrini. L’auto poi è riuscita a ad allontanarsi, non si è saputo chi vi viaggiasse a bordo. Il corteo, nel quale spiccava lo striscione con la scritta “Gelmini, sono fuori dal tunnel”, ha proseguito tranquillamente fino a quando non si è deciso di deviare dal percorso autorizzato. Sul Lungotevere, davanti al cordone delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa, gli studenti hanno alzato le mani, decisi a proseguire per raggiungere viale Trastevere e quindi il Ministero della Pubblica Istruzione. Polizia e carabinieri non li hanno lasciati passare, e allora sono volati dal corteo palloncini colorati pieni di vernice. Presa di mira anche una filiale della banca Unicredit-Banca di Roma, nel cui atrio sono stati lanciati fumogeni e affissi cartelli con su scritto ‘Diritto all’insolvenza’ e ‘Not our debt’ e contenenti anche l’ invito alla mobilitazione internazionale del 15 ottobre. Ancora palloncini pieni di vernice sono stati lanciati contro le vetrate della Banca Monte dei Paschi di Siena di viale Trastevere. Il corteo ha poi ripreso il percorso autorizzato per arrivare sotto il ministero dell’Istruzione. Qui la pioggia ha contribuito a raffreddare gli animi e indurre molti ad abbandonare la manifestazione. Chi è rimasto, ha superato il dicastero dell’Istruzione e ha proseguito per viale Trastevere. Al grido “se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”, i ragazzi hanno occupato la corsia laterale bloccando il traffico. I carabinieri al passaggio degli studenti hanno chiuso l’ingresso di viale Glorioso che costeggia il ministero. Verso ora di pranzo sono stati occupati i binari della stazione ostiense per un quarto d’ora. Nel blitz sono stati tirati fumogeni e distrutti cartelloni pubblicitari. Al termine, la polizia ha identificato decine di manifestanti e sta valutando la loro posizione per la denuncia all’autorità giudiziaria per i reati di manifestazione non preavvisata e interruzione di pubblico servizio.
PALERMO – Nel capoluogo siciliano circa 5mila studenti si sono radunati in piazza Politeama, per mettere sotto accusa anche alcune politiche del ministero dell’Istruzione, quali il 5 in condotta e il tetto delle 50 assenze, “l’accanimento dei presidi sceriffi verso gli studenti protagonisti delle lotte” e il caro libri. Hanno chiesto “una scuola libera, gratuita e slegata dalle logiche di mercato/profitto”. E il Coordinamento studenti medi di Palermo ha annunciato che si tratta solo della prima protesta in “un autunno di lotte studentesche per tentare di superare il grosso movimento che siamo riusciti a creare l’anno passato nella nostra città, quando bloccammo di fatto le arterie cittadine e l’economia reale della metropoli”. Poi l’azione più eclatante di giornata: occupazione del municipio e dura contestazione al sindaco Cammarata, con uno striscione – affisso sulla balconata di palazzo di città – a recitare: “Te ne vai in barca con i nostri soldi mentre le nostre scuole cadono a pezzi, Cammarata Vattene!”.
MILANO – Il corteo organizzato dai collettivi studenteschi e dal centro sociale “Il Cantiere” è partito questa mattina alle 9.40 da largo Cairoli. Alcuni manifestanti hanno lasciato davanti alla filiale Unicredit di via Broletto dei sacchi neri dell’immondizia, accompagnati da volantini con scritto “Not our debt”. Uova e vernice, invece, contro la sede meneghina dell’agenzia Moody’s, dove alcuni manifestanti, fumogeni alla mano, hanno srotolato uno striscione con un testo emblematico: “Squali della finanza speculatori sulle nostre vite”. Uno dei due tronconi del corteo, poi, è arrivato sotto la sede del consiglio regionale lombardo e si sono vissuti attimi concitati: il serpentone ha cercato di forzare il cordone di polizia con alcuni scudi di polistirolo (indossando caschetti da cantiere) e gli agenti hanno risposto a manganellate. La situazione, tuttavia, è ritornata alla normalità in pochi minuti.
TORINO – Alcune migliaia le persone che hanno manifestato per le strade della città piemontese. Tra di loro non solo studenti ma anche attivisti del gruppo No Tav. Alcuni studenti hanno lanciato uova contro la sede torinese del Ministero dell’istruzione, università e ricerca. Alla fine dell’iniziativa sono state date alle fiamme sagome di cartone raffiguranti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro Mariastella Gelmini, l’amministratore delegato del Gruppo Fiat, Sergio Marchionne, e il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota.
NAPOLI – Nella città del Vesuvio alcune migliaia di manifestanti hanno sfilato separatamente in tre cortei, con la partecipazione di Cobas e Centri sociali. Da piazza del Gesù è partito il gruppo dei Cobas e “Studenti autorganizzati”, vicini ai centri sociali. All’altezza dell’incrocio di via Medina, davanti alla questura è stato effettuato un blocco stradale. A Piazza Dante si sono concentrati gli aderenti alla Rete “Fuc”. Infine da piazza Garibaldi sono partiti gli studenti dell’Uds. La polizia, nel frattempo, ha sequestrato petardi e un fumogeno a due esponenti dei “disoccupati Bros” nei pressi di piazza del Gesù; un 33enne è stato denunciato per porto abusivo di materiale esplodente.
AVELLINO – Molta tensione a Grottaminarda, in provincia di Avellino, dove le proteste degli studenti contro la precarietà sono state anche a sostegno della vertenza Irisbus, lo stabilimento dismesso dalla Fiat che ha avviato le procedure per la messa in mobilità e il licenziamento di 683 dipendenti. Il corteo ha tentato di occupare l’autostrada A16 Napoli-Bari ma è stato fermato in prossimità delle rampe di accesso ai caselli dalla polizia schierata in assetto antisommossa. Spintoni, grida ma sono stati evitati scontri e la situazione è tornata alla normalità. Centinaia le bandiere rosse della Repubblica Popolare Cinese sventolate dagli studenti in segno di solidarietà con gli operai Irisbus, una cui folta delegazione ha partecipato alla manifestazione.
GENOVA – Manifestanti protagonisti della mattinata anche a nel capoluogo ligure, dove un migliaio di studenti ha sfilato per le vie della città in nome del diritto allo studio, sostando davanti ad alcuni luoghi-simbolo come il Salone Nautico, la Questura, il palazzo della Regione. Accesi alcuni fumogeni davanti alla sede della banca d’Italia , ma nessun incidente. L’assessore regionale all’istruzione, Pippo Rossetti, dichiarandosi solidale con gli studenti ha detto che “la scuola non è un privilegio ma un diritto. I tagli del Governo costringono all’elemosina presidi e insegnanti”.
BOLOGNA – All’insegna dello slogan “Avremo il futuro che ci conquisteremo: Se non ora quando? Se non noi, chi?”, si è mosso il corteo bolognese, partito da piazza San Francesco. In via Indipendenza è stato esploso qualche petardo mentre in via dei Mille sono state lanciate uova contro la sede di una banca. In piazza Maggiore un violento temporale ha disperso in parte i manifestanti.