Un bordello intitolato a Silvio Berlusconi e la denuncia di un italiano all’estero per difendere il buon nome delle istituzioni, fin troppo ridicolizzate dal governo e dal Presidente del Consiglio. “Palacio Berlusconi” è un bar di escort dell’imprenditore di night club Juan Cabrera, sorto lo scorso gennaio nella seconda città più grande dell’Argentina, Rosario. La particolarità? Oltre all’insegna, al suo interno riproduce simboli che ricordano le feste del bunga bunga. Lo spiega Antonio Bruzzese, presidente dell’associazione Insieme Argentina, che per questo ha scritto al sindaco Roberto Lifschitz e al Console generale Rosario Miccichè, mosso “dall’indignazione per l’uso di un nome che rappresenta la nazione italiana da parte di locale di prostituzione d’alto bordo”.
Le autorità, che si sono immediatamente attivate per un’ispezione nel locale, hanno riscontrato tutte le licenze in regola per la whiskeria, ma la prostituzione in Argentina non è legalizzata. Tuttavia l’obiettivo primario dell’azione di Bruzzese è eliminare qualsiasi riferimento al Presidente del Consiglio Berlusconi perché rappresenta un’offesa per gli italiani. “Il locale esiste da tempo, ma all’inizio, probabilmente, era solo un bar. Poi ho visto la pubblicità del bordello su La Capital, il principale quotidiano locale e ho reagito con la denuncia”. E i forum che ne parlano dissipano i dubbi sul tipo di intrattenimento. “Fuori dal locale c’è una bandiera con una ‘B’ al centro e chi c’è stato mi ha confermato l’esistenza di alcuni riferimenti ad hoc, tra cui il famoso palo della lap dance emerso dalle intercettazioni”. In Argentina, nonostante la condizione della donna sia assai più critica rispetto all’Italia, i festini presidenziali hanno destato scandalo e sorpresa, in un paese dove il presidente donna Cristina Kirchner sta cercando di favorire l’emancipazione femminile, dal punto di vista economico e sociale.
Bruzzese spiega che la sua denuncia non ha a che fare con le scelte dei cittadini comuni nella loro vita privata e che non intende fare da scudo al Presidente del Consiglio. “Non mi disturba che le autorità propongano questo tipo di affari – precisa. – Ma trovo offensivo che ci sia il nome di Berlusconi che, personalmente, ritengo a capo del fallimento del nostro paese. Che lo vogliamo o no, rappresenta ancora un’istituzione, questo è il problema. E non intendo affatto difendere l’uomo che ritengo se ne debba andare il prima possibile”.
Il presidente di Insieme Argentina ora attende la rimozione nel locale di qualsiasi riferimento al nostro Stato. “Mi interessa il buon nome dell’Italia – prosegue. – Sappiamo che la classe politica che sta a Roma, sempre più disinteressata alla salvaguardia dell’immagine pubblica, ha ridotto l’Italia a un’opera d’arte devastata. Bisogna reagire all’assuefazione su cui troppo spesso si ride e si scherza. Basta essere invidiosi perché il premier ha donne, soldi e potere. Questa logica ha sedotto il nostro paese per troppo tempo”. Al centro c’è il rispetto delle istituzioni, di cui i cittadini si devono preoccupare per primi vista la noncuranza di chi siede a Palazzo Chigi. “E’ evidente che non abbiano nessuna considerazione dei ruoli che ricoprono altrimenti non saremmo arrivati a questo livello”. E Bruzzese ricorda il leit motiv gridato nelle piazze argentine durante la crisi del 2000: “’Que se vayan todos‘, ripetevano i manifestanti, perché volevano che la classe politica di allora lasciasse la poltrona. Lo stesso slogan che dovrebbero ripetere gli italiani”.
Cronaca
In Argentina apre il bordello Berlusconi
Un italiano lo denuncia in “difesa del Paese”
Un bordello intitolato a Silvio Berlusconi e la denuncia di un italiano all’estero per difendere il buon nome delle istituzioni, fin troppo ridicolizzate dal governo e dal Presidente del Consiglio. “Palacio Berlusconi” è un bar di escort dell’imprenditore di night club Juan Cabrera, sorto lo scorso gennaio nella seconda città più grande dell’Argentina, Rosario. La particolarità? Oltre all’insegna, al suo interno riproduce simboli che ricordano le feste del bunga bunga. Lo spiega Antonio Bruzzese, presidente dell’associazione Insieme Argentina, che per questo ha scritto al sindaco Roberto Lifschitz e al Console generale Rosario Miccichè, mosso “dall’indignazione per l’uso di un nome che rappresenta la nazione italiana da parte di locale di prostituzione d’alto bordo”.
Le autorità, che si sono immediatamente attivate per un’ispezione nel locale, hanno riscontrato tutte le licenze in regola per la whiskeria, ma la prostituzione in Argentina non è legalizzata. Tuttavia l’obiettivo primario dell’azione di Bruzzese è eliminare qualsiasi riferimento al Presidente del Consiglio Berlusconi perché rappresenta un’offesa per gli italiani. “Il locale esiste da tempo, ma all’inizio, probabilmente, era solo un bar. Poi ho visto la pubblicità del bordello su La Capital, il principale quotidiano locale e ho reagito con la denuncia”. E i forum che ne parlano dissipano i dubbi sul tipo di intrattenimento. “Fuori dal locale c’è una bandiera con una ‘B’ al centro e chi c’è stato mi ha confermato l’esistenza di alcuni riferimenti ad hoc, tra cui il famoso palo della lap dance emerso dalle intercettazioni”. In Argentina, nonostante la condizione della donna sia assai più critica rispetto all’Italia, i festini presidenziali hanno destato scandalo e sorpresa, in un paese dove il presidente donna Cristina Kirchner sta cercando di favorire l’emancipazione femminile, dal punto di vista economico e sociale.
Bruzzese spiega che la sua denuncia non ha a che fare con le scelte dei cittadini comuni nella loro vita privata e che non intende fare da scudo al Presidente del Consiglio. “Non mi disturba che le autorità propongano questo tipo di affari – precisa. – Ma trovo offensivo che ci sia il nome di Berlusconi che, personalmente, ritengo a capo del fallimento del nostro paese. Che lo vogliamo o no, rappresenta ancora un’istituzione, questo è il problema. E non intendo affatto difendere l’uomo che ritengo se ne debba andare il prima possibile”.
Il presidente di Insieme Argentina ora attende la rimozione nel locale di qualsiasi riferimento al nostro Stato. “Mi interessa il buon nome dell’Italia – prosegue. – Sappiamo che la classe politica che sta a Roma, sempre più disinteressata alla salvaguardia dell’immagine pubblica, ha ridotto l’Italia a un’opera d’arte devastata. Bisogna reagire all’assuefazione su cui troppo spesso si ride e si scherza. Basta essere invidiosi perché il premier ha donne, soldi e potere. Questa logica ha sedotto il nostro paese per troppo tempo”. Al centro c’è il rispetto delle istituzioni, di cui i cittadini si devono preoccupare per primi vista la noncuranza di chi siede a Palazzo Chigi. “E’ evidente che non abbiano nessuna considerazione dei ruoli che ricoprono altrimenti non saremmo arrivati a questo livello”. E Bruzzese ricorda il leit motiv gridato nelle piazze argentine durante la crisi del 2000: “’Que se vayan todos‘, ripetevano i manifestanti, perché volevano che la classe politica di allora lasciasse la poltrona. Lo stesso slogan che dovrebbero ripetere gli italiani”.
B.COME BASTA!
di Marco Travaglio 14€ AcquistaArticolo Precedente
“L’Ucciardone? Si sta meglio che a Regina Coeli”. Polemiche sulle parole di Nitto Palma
Articolo Successivo
Morti bianche, lavoro nero
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Summit di Parigi sull’Ucraina: presente anche Meloni. Scholz frena: “Sbagliato parlare di truppe europee sul terreno”. Starmer: “Serve intesa duratura con Mosca”
Politica
Russia ancora contro Mattarella: ‘Parallelo con Hitler? Conseguenze’. Ovazione in Aula per il Presidente. M5s: “Noi non l’avremmo detto”
Politica
Conte lancia la piazza anti-governo: “Stanchi di prese in giro”. Schlein: “Ci siamo, organizziamola insieme”
Almaty, 17 feb. (Adnkronos/Afp) - Sette persone sono rimaste intrappolate in una miniera di rame nel Kazakistan centrale a causa di un crollo. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che sono in corso le operazioni di soccorso. Secondo quanto riportato dai media kazaki, l'incidente è avvenuto a una profondità di circa 640 metri.
"A causa della rottura dei cavi, al momento non c'è comunicazione con i lavoratori", ha affermato in una nota il gestore della miniera, Kazakhmys. Non è stato specificato quando è avvenuto l'incidente, ma si è verificato presso lo stabilimento "Zhomart" dell'azienda, inaugurato nel 2006 nella regione centrale di Ulytau.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni ha lasciato il vertice di Parigi senza alcuna dichiarazione all'uscita. Per il momento non c'è una valutazione in chiaro da parte della presidente del Consiglio. Ma a Roma, a Montecitorio, le opposizioni incalzano e chiedono alla premier di venire in aula a chiarire in Parlamento cosa sta accadendo e quale è la linea dell'Italia nello sconquasso provocato dalle mosse dell'amministrazione Trump in Europa e sul fronte del conflitto ucraino. Pd, Movimento 5 Stelle e Avs si fanno portatori della richiesta. I 5 Stelle chiedono comunicazioni in aula con un voto.
"La presidente Meloni deve venire in aula a riferire su quanto sta accadendo. Su quella -dice Nicola Fratoianni- che potrebbe diventare la road map per una pace, per un cessate il fuoco, per un accordo in Ucraina. Si annuncia a Riad l'incontro tra la delegazione americana e quella russa. Un incontro in cui l'Europa non esiste e penso che questo sia un problema di cui il Parlamento, tutto il Parlamento, dovrebbe discutere. Non c'è tempo da perdere".
A nome del Pd parla il responsabile Esteri, Peppe Provenzano: "Giorgia Meloni deve venire in Aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri", esordisce. "Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall'abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L'idea di escludere l'Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente". Di fronte a tutto questo, incalzano i dem, la premier "deve dirci da che parte vuole stare". Provenzano richiama "l'improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump", modo per sottolineare un "rapporto privilegiato" con la nuova amministrazione. Ma "in pochi giorni si è aperta una voragine nell'Atlantico" E "l'Italia deve scegliere da che parte stare. Il governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell'Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune".
E se il Pd conferma la linea del supporto a Kiev insieme alla richiesta di uno sforzo diplomatico europeo, i 5 Stelle rivendicano di sostenere "da tempo che andava trovata una soluzione diplomatica". Fino "a pochi mesi fa la premier Meloni diceva che con Putin era inutile parlare. Mi chiedo se ora direbbe lo stesso anche a Trump. Vogliamo delle comunicazioni del governo sulle novità della situazione ucraina, e le vogliamo con voto. Vorremmo sentire almeno per una volta Giorgia Meloni. La aspettiamo''.
Sul punto è poi tornato anche il capogruppo M5S, Riccardo Ricciardi, quando tutta l'aula si è alzata per una standing ovation in solidarietà al presidente Sergio Mattarella per gli attacchi subiti da parte del governo russo. Ricciardi nel dare solidarietà sottolinea però che il passaggio fatto dal capo dello Stato a Marsiglia, "che sicuramente è stato male interpretato, è un passaggio che noi non avremmo fatto perché dà la leva alla narrazione che da più due anni si sta facendo in Italia e in Europa, che giustifica il continuo invio di armi per continuare una guerra che ora si rendono tutti conto dovrà arrivare a una trattativa".
A stretto giro la replica in aula del capogruppo Fdi, Galeazzo Bignami: "Sono maldestri i tentativi di qualcuno di aprire, anche su questo, una distinzione che non ha ragione d’essere perché ci sarà tempo e modo di poter discutere se la trattiva di pace” sull’Ucraina “si aprirà grazie magari all’invio delle brigate del reddito di cittadinanza o grazie al fatto che qualcuno è stato al fianco di Kiev, grazie alla postura di questo governo, in continuità anche rispetto a quando voi avevate votato a favore dell’invio di armi".
Riad, 7 feb. (Adnkronos/Afp) - La delegazione russa, tra cui il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, è arrivata in Arabia Saudita per colloqui di alto livello con funzionari statunitensi. Lo ha riferito la televisione di Stato russa.
Il canale di notizie Rossiya 24 ha mostrato i funzionari sbarcare da un aereo nella capitale saudita Riad. "La cosa principale è iniziare una vera normalizzazione delle relazioni tra noi e Washington", ha detto Ushakov a un giornalista dopo l'atterraggio.
Roma, 17 feb. (Adnkronos) - "La Lega, da sempre sincera sostenitrice della pace, confida che in Europa prevalga il buonsenso, anche grazie all’azione di un governo italiano forte e compatto. Incomprensibili gli attacchi di certa sinistra contro il Presidente Trump, che in poche settimane ha fatto - per la pace e la stabilità dell’intero Occidente - più di Biden in anni interi. Dopo troppi morti è l’ora di voltare pagina: il nemico non è Trump ma chi non vuole mettere fine ai conflitti". Così fonti della Lega.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - Più di un sospetto. Non c'è solo una testimone, ma anche una telecamera dello stabile in cui è avvenuto il delitto che rischia di aggravare la posizione Raffaele Mascia, 21 anni, che sabato pomeriggio 15 febbraio avrebbe ucciso in una panetteria di piazza Gambara a Milano Ivan Disar e avrebbe ferito in modo grave un altro ucraino.
La telecamera posta sul retro del negozio lo mostra mentre si allontana con la pistola (non denunciata) presa, poco prima, sempre dal retro, per 'rispondere' a una banale discussione nata con i due clienti. Sono in quattro - la donna, i due amici e il presunto assassino - quando il 21enne avrebbe impugnato l'arma e sparato ripetutamente. Il padre del giovane era impegnato sul retro a scaldare delle pizze e non avrebbe visto nulla. Sull'omicidio, il fascicolo è affidato al pm Carlo Parodi, indaga la squadra Mobile.
Milano, 17 feb. (Adnkronos) - E' fissata per il prossimo 25 marzo, davanti alla quinta sezione della Cassazione, l'udienza pubblica per discute del ricorso presentato dai legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba, contro la decisione della Corte d'appello di Brescia di dichiarare "inammissibile" l'istanza di revisione. La difesa, con in testa il legale Fabio Schembri, riproporrà in Cassazione la questione delle "nuove prove", finora non ammesse, che a dire degli avvocati dei coniugi Romano scagionerebbero la coppia condannata in via definitiva per il quadruplice omicidio dell'11 dicembre 2006.
Podgorica, 17 feb.(Adnkronos) - Il Montenegro "è un Paese, come tutti quelli rivieraschi sull'Adriatico, per noi particolarmente importante, perché siamo non separati ma uniti dall'Adriatico". Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando una rappresentanza della collettività italiana, primo appuntamento della sua visita ufficiale che culminerà domani con i colloqui con l'omologo montenegrino, Jakov Milatovic.
"Questo nel tempo ha avuto scambi e relazioni costanti, profonde -ha aggiunto il capo dello Stato- che da tempo ormai stiamo trasformando in collaborazione operativa di carattere politico, economico, culturale. L'attaccamento del Montenegro al nostro Paese è crescente" e "questo dimostra che le indicazioni che traggono, l'esempio fornito dai nostri connazionali che operano qui è altamente positivo e apprezzato. Il messaggio che date con la vostra attività si riverbera direttamente sulla credibilità, sul prestigio della Repubblica".
"La vostra presenza penso che si intensificherà sempre di più -ha concluso Mattarella- con l'avvicinarsi dell'ingresso del Montenegro nell'Unione europea e sarà ancora di più, quando questo avverrà, ma i tanti versanti in cui già si svolge la collaborazione sono il segno di quanto sia promettente questa collaborazione".