Il governo Berlusconi è ancora in grado di operare? Se lo chiede il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, e il premier decide di presentarsi alla Camera, dove ieri la maggioranza è stata sconfitta, per chiedere un nuovo voto di fiducia in base a un programma per i prossimi mesi. Il voto potrebbe tenersi domani mattina alle 11. “La questione che si pone è se la maggioranza di governo ricompostasi nel giugno scorso con l’apporto di un nuovo gruppo sia in grado di operare con la costante coesione necessaria per garantire adempimenti imprescindibili”, si legge nella nota diffusa dal Quirinale, “come l’insieme delle decisioni di bilancio e soluzioni adeguate per i problemi più urgenti del paese, anche in rapporto agli impegni e obblighi europei”. Aggiunge il presidente: “E’ ai soggetti che ne sono costituzionalmente responsabili, Presidente del Consiglio e Parlamento che spetta una risposta credibile”.
La nota è conseguenza della caduta della maggioranza ieri alla Camera. Napolitano ora pretende chiarimenti che vadano al di là delle pure dichiarazioni di solidità della coalizione di centrodestra: “Ho finora sempre preso imparzialmente atto della convinzione espressa dal governo e dai rappresentanti dei gruppi parlamentari che lo sostengono circa la solidità della maggioranza che attraverso reiterati voti di fiducia ha confermato il suo appoggio all’attuale esecutivo”, scrive infatti il presidente. “Ma la mancata approvazione, da parte della Camera, dell’articolo 1 del Rendiconto Generale dell’Amministrazione dello Stato, e, negli ultimi tempi, l’innegabile manifestarsi di acute tensioni in seno al governo e alla coalizione, con le conseguenti incertezze nell’adozione di decisioni dovute o annunciate, suscitano interrogativi e preoccupazioni i cui riflessi istituzionali non possono sfuggire”.
Il presidente avrebbe un ruolo cruciale in caso di crisi, in particolare sulla scelta di proseguire la legislatura con un nuovo governo o andare a nuove elezioni. Le sue parole provocano quindi immediati reazioni politiche. Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani, dopo il voto di ieri e le parole di Napolitano ”l’unico chiarimento possibile sono le dimissioni del Governo”. E per il capogruppo dell’Idv Massimo Donadi: “Con le parole del Presidente della Repubblica si è di fatta aperta la crisi, che ora va formalizzata. Il governo ne prenda atto e si presenti al Colle dimissionario”.
Si profila quindi un voto di fiducia alla Camera, che si terrà probabilmente domani, dopo un intervento programmatico di Berlusconi sull’azione di governo. “Il Presidente della Repubblica pone con linearità e serietà una questione, a cui occorre rispondere con altrettanta linearità e serietà attraverso un voto di fiducia”, replica il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, ”che sia in grado di garantire i numeri, e, con essi, la conferma della possibilità di azione dell’esecutivo”. Il percorso è delineato dal capogruppo a Montecitorio Fabrizio Cicchitto: ”Sarà la conferenza dei capigruppo a decidere quando il presidente del Consiglio riferirà alla Camera, ma credo che più probabilmente sarà domani”.
(articolo pubblicato il 12 ottobre)