Manca la carta? Niente fax? Al carcere dell’Arginone di Ferrara si arrangiano come possono. E “in assenza di notizia di altri tempestivi interventi”, evidentemente da parte del Ministero di Giustizia, c’è qualcun altro che provvede a salvare il salvabile. L’Anm (Associazione nazionale magistrati) dell’Emilia Romagna ha, infatti, acquistato di tasca propria la carta, ricorrendo alle quote associative.
Lunedì scorso “il direttore della Casa Circondariale aveva comunicato al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero di Giustizia e agli Uffici Giudiziari di tutto il distretto l’impossibilità di ricevere e trasmettere ogni tipo di fax per mancanza di carta”, scrive l’Anm, ma ora la situazione sembra essersi sbloccata. Almeno momentaneamente. L’Associazione nazionale magistrati ha, infatti, donato una quota di 500 euro; una somma che verrà ora spesa in piccole dosi.
Questa situazione a rischio è stata denunciata inizialmente dalla Uil-Pa, che sottolineava come la mancanza del fax mettesse a rischio le attività ordinarie, comprese le scarcerazioni, con comprensibili gravi guasti all’amministrazione della giustizia. E quindi l’intervento dell’Anm, che ieri in una nota ha scritto che “attesa l’urgenza e indifferibilità della situazione, trattandosi di un servizio vitale per il normale andamento dell’attività degli Uffici Giudiziari (ordini di traduzione, scarcerazioni, ricezione di istanze e dei relativi esiti etc.), oltre che del carcere interessato, la Giunta distrettuale dell’Anm – Emilia Romagna ha provveduto, in assenza di notizia di altri tempestivi interventi, ad acquistare con fondi propri, derivanti dalle quote associative, la carta necessaria per consentire la prosecuzione del servizio suddetto”.
È chiaro che la mancanza di carta per una casa circondariale, e per tutta l’attività burocratica ed amministrativa del Paese, è un problema che inceppa la macchina statale. Un’istituzione come il carcere richiede, infatti, atti e formalità che si concretizzano in risme di fogli e faldoni. Nella lettera scritta dal direttore del carcere di Ferrara, Francesco Cacciola, e indirizzata a ministero di giustizia, procura, provveditorato, prefettura e altre sedi istituzionali di Ferrara e della Regione si comunicava che “a decorrere da domani (martedì 12 ottobre, ndr) questo istituto penitenziario non potrà più ricevere fax né inviare corrispondenza per mancanza di carta”. E a sollevare ancora il problema è stata l’Uilpa Penitenziari, l’organizzazione sindacale della pubblica amministrazione che fa capo alla Uil, il cui timore è che senza materia prima “sono a rischio le attività ordinarie in quanto la gran parte della corrispondenza viene evasa da tale mezzo”.
La giunta distrettuale dell’Anm Emilia Romagna, presieduta da Pier Luigi Di Bari, ha quindi messo una toppa su quel buco di bilancio. 500 euro che verrano spesi per l’acquisto della carta. Denaro prelevato dal fondo dell’associazione, solitamente utilizzato per convegni, incontri o costi di partecipazione e movimento. Un segnale di collaborazione, seppur di modesta entità, che sarebbe però di competenza del Ministero della Giustizia.
(n.l.)