Auto bruciate, segnali stradali divelti, appartamenti andati in fiamme, banche e vetrine danneggiate. All’indomani dei violenti scontri del 15 ottobre la Capitale fa la conta dei danni provocati dai Black bloc, durante la manifestazione contro la finanza globale. In via Labicana la facciata della banca popolare del Lazio è stata distrutta e una caserma è stata presa d’assalto e data alle fiamme. “Ho salvato solo la fede. Tutto perso. Il tetto è crollato, ci siamo salvati per miracolo grazie al soccorso di un vicino” ci racconta il generale Bruno Grazi. “Hanno vanificato una protesta pacifica” dicono molti passanti e abitanti del quartiere, “siamo stati il peggior esempio in Europa” riprendendo la frase del sindaco Gianni Alemanno. Nessuno degli intervistati giustifica l’azione di questi “violenti teppisti”, ma qualcuno aggiunge: “Si sapeva già da tempo che queste azioni si sarebbero compiute” e ancora “chi ne giova di tutto questo? Lì si trova il mandante”.
Servizio di Irene Buscemi
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Roma, il giorno dopo la guerriglia
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