Si restringe il fronte dei sostenitori della Consulta degli emiliano romagnoli del mondo. L’idea dell’Udc di abolirla piace non solo all’opposizione, ma anche all’Idv, che prende così le distanze dal resto della coalizione. A difendere l’organismo guidato da Silvia Bartolini rimangono quindi Pd e Sel.
Questa volta, a dare il via alla polemica è stata la proposta di Gian Guido Naldi, uno dei consiglieri regionali membri della Consulta e capogruppo di Sel Verdi, di pagare di tasca propria parte della prossima missione a Johannesburg, in Sudafrica. “Visto che so quanto quest’argomento sia oggetto di critiche – ha spiegato il consigliere di Sel – sono pronto a considerare la trasferta come un arricchimento personale e dunque a coprire le spese del biglietto aereo”. Iniziativa che ha ricevuto subito una pioggia di critiche, tanto da convincere il consigliere di Sel a rinunciare del tutto al viaggio. Pur senza mettere in discussione la validità dell’organismo: “È uno strumento importante di promozione culturale ed economica.”
Il dietrofront però non è bastato a evitare di riaccendere la discussione intorno alla Consulta. L’opposizione è pronta a dare battaglia a colpi di progetti di legge. A partire da Silvia Noè, capogruppo dell’Udc, che ha fatto sapere di averne già in tasca uno per abrogare o sospendere l’attività dell’organismo guidato da Silvia Bartolini. “In tempi di ristrettezze economiche come quelli che stiamo vivendo – ha commentato Noè – sarebbe meglio investire quei soldi in altro modo. I contatti con gli emiliano romagnoli all’estero si possono tenere anche a costo zero”.
Corre sullo stesso binario il Carroccio che, raccogliendo l’esempio dell’Udc, ha intenzione di mettersi al lavoro per stendere un testo che elimini il problema alla radice. “Abroghiamola – ha proposto il consigliere leghista Manes Bernardini, aggiungendo un commento poco benevolo sulla proposta di Naldi – è stata una sceneggiata. Se è convinto della missione, allora i soldi li deve mettere la Regione. Altrimenti equivale ad ammettere che si tratta di fondi spesi male”. Tesi sposata anche dal Movimento 5 Stelle, da sempre fortemente critico nei confronti dell’organismo: “Continuiamo a dire che non ci sono soldi, però manteniamo in vita questo carrozzone”
E a fianco dell’opposizione si è schierata l’Italia dei Valori. “In un momento come questo trovo difficile comprendere l’importanza e l’utilità della Consulta – ha commentato Liana Barbati, capogruppo dell’Idv in Regione – Le missioni di rappresentanza potrebbero essere gestite dalla presidenza o dalla giunta, risparmiando così i costi di gestione”. Il partito di Di Pietro apre quindi alla proposta dell’Udc, staccandosi dal fronte Pd-Sel: “Non mi esprimo su un testo che ancora non ho visto – ha aggiunto Barbati – ma sicuramente siamo disposti a prendere in considerazione un progetto di legge per l’abolizione”.
Istituita con una legge regionale nel 2006 e composta da 53 persone, la Consulta si riunisce due volte l’anno, con il compito di promuovere attività e progetti che contribuiscano a tenere in vita la cultura locale tra le comunità di emiliano romagnoli residenti all’estero. Per questo, tra le diverse voci di spesa, compaiono master, borse di studio, scambi culturali, eventi e manifestazioni in Italia e all’estero. Anche se, finora, a pesare di più sul bilancio è stato il funzionamento stesso della Consulta. Tra gettoni di presenza, indennità ai componenti, e pagamento delle spese di viaggio a persone estranee alla regione, solo nel 2007 sono stati spesi oltre 320mila euro. E 280mila nei due anni successivi. In tutto oltre 890mila euro dei 3 milioni tirati fuori complessivamente dalla Regione in tre anni.