Non andrò alla manifestazione di domani denominata “Diamoci un taglio”, per lo scopo che si prefigge: tagliare le recinzioni che circondano il sito della Maddalena a Chiomonte.

Nei miei precedenti post avevo giustificato l’esasperazione dei miei conterranei valsusini contro un’opera devastante e inutile come la Torino – Lione (come ha dimostrato proprio su queste pagine Ivan Cicconi), guadagnandomi anche l’appellativo di “agitatore di popolo”.

Però questa ennesima marcia (a proposito, e pensare a qualcosa di diverso dalle solite, estenuanti marce?) non la condivido. Non la condividerei comunque perché – per quanto si voglia definire il taglio con le cesoie un atto di disobbedienza civile – per me esso rimane un atto di violenza. Io sono assolutamente d’accordo, per carità, l’ho detto e ribadito più volte, nel ritenere a sua volta un atto di violenza e anche un atto illegittimo la recinzione che circonda la Maddalena, ma fino ad oggi, ahimé, essa è da considerare legittima, perché non c’è stato ancora un giudice che l’abbia definita in modo contrario.

Non la condivido vieppiù oggi che c’è questo clima di tensione, non solo qui, ma in tutta Italia (Roma insegna).

Il potere, tramite quel poco credibile Ministro dell’Interno (con Di Pietro a dargli man forte, e il Pd dietro ad assentire), non aspetta altro che succedano disordini per, bene che vada, inventarsi barzellette incostituzionali (i cortei autorizzati dietro fideiussione), e, male che vada, poter emanare leggi speciali e liberticide (non dimentichiamoci che questo governo si è inventato il reato di clandestinità).

I mass media, poi, loro nei tafferugli ci sguazzano e talvolta introducono persino loro sedicenti giornalisti all’interno delle forze dell’ordine per vedere le cose da un punto di vista “privilegiato”.

Domenica ci saranno un sacco di televisioni e di giornali. I No Tav si prestano ad un grande evento mediatico, ma dopo lo scoop che riempirà televisioni e giornali della sera e del giorno dopo, qui ci ritroveremo più soli e più poveri. Questa è la mia sensazione.

E allora sapete che cosa farei io invece domenica se fossi al posto di Alberto Perino? Dirotterei tutte quelle migliaia di manifestanti a Venaus, a mangiare un panino nei prati. Sarebbe un bello smacco per questo squallido e arrogante potere. Milioni di euro per fronteggiare i No Tav e i No Tav mangiano e prendono il sole a Venaus: “una risata vi seppellirà”.

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