Il Meeting conclusivo di EttakolPer fortuna dall’altra sponda del Mediterraneo non arriva solo la cialtronaggine balorda del nuovo CNT libico che cerca di darci a bere che Gheddafi sia stato vittima di una pallottola vagante (ma poi perché lo fanno, visto che nessun governo ricco del mondo ha protestato per il linciaggio? Se hanno così paura di Amnesty farebbero meglio a scusarsi invece che mentire in modo così poco credibile).

La campagna elettorale per le elezioni in Tunisia si è conclusa bene, con meno paure e più speranze rispetto ai sentimenti contradditori che erano circolati negli ultimi mesi. Interviste per strada, osservazione dei pochi momenti di propaganda in fondo alla Avenue Bourguiba, meeting conclusivi di Ennahda, del Polo Modernista e di Ettakatol (i tre partiti in campo): un venerdì lunghissimo per me, passato a guardare, fotografare, confrontare domandare, e a scherzare e scambiare cordialità con gente impegnata a diverso titolo nelle elezioni ma accomunata – ecco il primo risultato della mia indagine – dalla fierezza e dalla contentezza per ciò che stanno facendo. Da chi ha magari appena deciso che andrà a votare a chi porge un opuscolo o un volantino a chi sta gestendo la manifestazione conclusiva, tutti dicono: è la prima volta. E così capisco anche meglio tante mancanze di questa campagna elettorale, a cominciare da quella della sua modesta visibilità, rispetto alle nostre. Qua si mette in piedi il destino di un paese dopo una rivoluzione, ma non c’erano molti soldi da investire nella campagna, e la diffidenza verso la politica era alta.

L’attivismo cui ho assistito nel finale mostra una tendenza al recupero. Prevedibile che Ennahda sfondi nei quartieri popolari dove abbiamo visto gente che prega fuori dalla moschea (prima stavano solo dentro) e auto che arrivano piene e clacsonanti al raduno aperto da musica persino allegra. Non molte barbe, parecchie donne, sorrisi e pacche sulle spalle per noi giornalisti stranieri e domande sulla Juve. Meno prevedibile per me che nella dispersione autolesionista dei partitelli laici emergessero due forze, o almeno così mi pare alla vigilia del voto. Il Polo Democratico Modernista, incentrato sulla parte moderata dell’ex Pc e su una parte importante del femminismo. “Sembra di essere a Parigi” commentava una giovane collega spagnola mentre le belle professoresse e professioniste  francofone di Tunisi Nord guardavano i giovani che salivano sulle sedie per ballare musica pop all’inizio della manifestazione del Pdm. E poi Ettakatol, dell’Internazionale Socialista, che adesso ha come simbolo un pesce. Perché l’instancabile Ali che fa l’apparato del partito ha avuto un intuizione quando al mercato del pesce della Goulette dalle bancarelle qualcuno ha gridato l’espressione augurale: “pesce a Ettakatol”!  Non so come diavolo sia successo ma molta gente indipendente, molti giovani scesi in piazza a gennaio, hanno scelto questo Ettakatol come sbocco politico e ora almeno metà della gente in Tunisia conosce la sigla.

Se si vada a a un governo che veda all’opposizione i laici o viceversa la stessa Ennahda, oppure se si vada a una grande coalizione mista non si può dire fino ai risultati. Personalmente un’idea ce l’ho ma… ne parliamo nella prossima puntata.

Nel video qui sotto Amel Mathlouthi, cantante della rivoluzione di gennaio, mentre si esibisce al Meeting conclusivo di Ettakol:

Nella foto un’immagine dal Meeting conclusivo di Ettakol (guarda la galleria fotografica su Facebook)

Le puntate precedenti del Diario dalla Tunisia:
Si va al voto dopo Ben Alì
Tunisia al voto: quando le domande le fanno a noi
Da Tunisi: emozioni alterne sulla fine di Gheddafi

Chi ha informazioni dirette usi, se può, lo spazio dei commenti. Oppure mi scriva a: paolohutter@gmail.com

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